San Libero – 325

20 marzo 2006 n. 325

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Oligarchie. Dice che è colpa della legge. Che le liste elettorali sono così zeppe di parenti e di famigli e – al contrario – così vuote di gente utile e stimata perché i partiti sono delle oligarchie. E che la nuova legge elettorale, la ormai celebre “porcata”, ha messo nelle mani di queste oligarchie un potere assoluto. Di cui esse non potevano che fare l’uso che si è visto. Eh no, amici cari, non è affatto vero.

Quest’uso era possibile, sì; ma non obbligatorio. Perché nella storia esistono anche le oligarchie illuminate. Da Atene al nostro Rinascimento fino ad alcuni regni e granducati, i secoli sono pieni di èlites che hanno varato riforme coraggiose e pensato al progresso dei loro popoli e stati. Anzi, viene da argomentare, proprio perché le oligarchie sono “il governo di pochi” potrebbero più facilmente esprimere quella lungimiranza, quel senso di responsabilità, quel genio creativo che possono difettare in una democrazia, dove (così pensava Tocqueville) è sempre in agguato il rischio della mediocrità e del livellamento verso il basso.

Occorre distinguere dunque. Tra oligarchie e oligarchie. Per dire che i partiti, a parità di legge, potevano benissimo comportarsi in un altro modo. E che ognuno ha mostrato di che pasta è fatto. Teniamone conto. [nando dalla chiesa]

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Primavera. “Finito insomma il tempo delle deleghe, il tempo dei soprusi e dei ricatti. Si sono potuti permettere di uccidere persone e far sì che, con la complicità di qualcuno, un chiaro omicidio diventasse suicidio o incidente. La gente ha capito e soprattutto ne parla, non è più un mormorio spaventato. Io continuo a ribadire il mio impegno nella lotta alla mafia, soprattutto alla ricerca delle verità sull’assassinio di mio padre, ma anche su quei soprusi, abusi e atteggiamenti mafiosi che qui hanno scandito ogni attimo degli ultimi vent’anni. Ho assicurato alle tante persone oneste che mi hanno chiesto di tornare per aiutarli in questa uscita dal tunnel che sarò presente e che nesssuno potrà fermare questo processo di rinascita perchè è la gente onesta che lo vuole. La loro e la mia necessità è più forte di qualsiasi Saro Cattafi, Giuseppe Gullotti, Piero Arnò, Giovanni Sindoni e di qualunque infedele rappresentante delle istituzioni”.

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Questo articolo (coi suoi bravi nomi e cognomi al posto giusto: si vede che chi le ha insegnato a scrivere le ha insegnato bene) è di una giovane donna che si chiama Sonia Alfano e appartiene a una famiglia di giornalisti siciliani. E’ uscito su un giornaletto che facciamo giù in Sicilia, in un paesino piccolo e assediato dai mafiosi e però con dei compagni che lo difendono. Il giornale (ma è un foglio solo, fotocopiato) si chiama “La primavera”, e ne sono orgoglioso. Meglio qui a fare questo che coi fagiolini, i ritanni, i comunisti di banca e i giornalisti da tavolino lassù a Roma.

Buona primavera, compagni. E una carezza sui capelli a tutte.

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La violenza. Allora: se sei cococò, zitto e basta. Se invece sei un lavoratore vero e proprio, di quelli – sempre più rari – col contratto, allora zitto e basta lo stesso. Perché se vogliamo ti licenziamo senza dirti neanche perché. Questo vale per i primi due anni di lavoro (arrivaci così, a fare due anni, se non sei un lecchino) e vale per i nuovi paria, cioè per tutti i giovani sotto i ventisei.

E questa sarebbe la “riforma”. E’ una riforma violenta, molto di più che rompere una vetrina. Rompere le vetrine non serve a niente (la cosa giusta invece è rompergli i governi) ma a Parigi hanno già superato la fase delle vetrine: vanno in piazza a migliaia, uniti i sindacati e i giovani, i padri di famiglia  e gli studenti. Si può presentarli come violenti – approfittando della rabbia di alcuni di loro – ma non lo sono. E’ questo potere, che è violento. Lo abbatterà la non-violenza terribile di milioni e milioni di persone, prima o poi. Forse, sta cominciando già ora.

Di che cosa stiamo parlando? Di sondaggi, di share, di “duelli” televisivi fra Commodo e il gladiatore? No. Stiamo parlando di ricchi e poveri, mai così evidenti e  contrapposti come ora. I ricchi maschi, adulti e per lo più bianchi; i poveri, uomini e donne, spesso giovani, sovente  (come si dice?) “extracomunitari”. Parola ipocrita, com’erano parole ipocrite “terroni”, “macaroni”, “dago”. Tutte parole inventare per far finta che si parla di razze mentre invece ciò di cui hanno paura è – altro che razza – il povero, l’Operajo.

Ed è sempre l’operaio quello che fa oggi la fila, a mezzi milioni alla volta, davanti agli uffici della Superiore Civiltà. Come i braccianti di Avola, come l’operaio Anzolin nella nebbia di Torino. “Ehi, tu da quanto sei qua in fila?” domanda, dando villanamente del tu, l’intervistatrice della Rai. La fila è ordinata e composta, non perché ci abbia pensato l’autorità (quando mai) ma perché si sono organizzati fra loro, spontaneamente, gli operai.

Di essi, chi è muratore, chi aiuto-fornaio, chi meccanico, chi infermiere. Sono loro che fanno le cose, le cose materiali e concrete di cui, senza vederle, viviamo. Ma, come sempre, a loro tocca la fila. Ai parassiti, ai fighetti, ai campa-a-ufo (astrologi, sondaggisti, “imprenditori” di chissache, velini) tocca il pensoso dibbattito, fra degnazione e ferocia, alla tv. Ma vedremo chi dei due, fra dieci anni, sarà l’Italia.

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Cittadinanza attiva. Nel marasma dei confronti televisivi e dei ring catodico-elettorali è sfuggito che qualcuno è meno cittadino degli altri, e molti disabili non sanno più quali politici ascoltare, soprattutto se la loro disabilità riguarda l’udito e la “par condicio” non prevede parità di condizioni anche per loro.

Ce lo racconta Maria, operatrice sociale delle Marche, che grazie alla sua professione ha un osservatorio privilegiato sul circo dei media. “Di storie di quotidiana emarginazione informativa – spiega Maria – ne avrei a migliaia. Basti pensare che ora, a ridosso delle elezioni politiche, non è stato trasmesso alcun programma di informazione (o anche di demagogia) con i sottotitoli o con la finestrella per l’interprete lis, la lingua dei segni italiana!” Maria conclude il suo racconto con un’amara constatazione: “moltissimi dei sordi che conosco non andranno a votare per ignoranza”.

Il problema è che prima dell’ignoranza subita da chi voterà senza avere gli strumenti necessari per decidere, c’è l’ignoranza attiva di chi dimentica intere categorie di persone solo perché non sono abbastanza ghiotte nel borsino dei sondaggi elettorali. Non c’è peggior sordo di chi non vuol vedere. [carlo gubitosa]

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Vigna. Piante estirpate e un cane strangolato e abbandonato davanti ai capannoni nei terreni confiscati alla mafia e assegnati alla cooperativa Lavoro e Non Solo di Canicattì (Agrigento). Ma i ragazzi della cooperativa, che in questi giorni si preparavano a piantare i paletti del nuovo vigneto, non si sono persi d’animo (“Mica è la prima volta. A qualcuno diamo fastidio”), hanno organizzato rapidamente una manifestazione di protesta – alla presenza di don Ciotti di Libera, piombato senza perdere un attimo da Torino – e poi si sono rimessi a lavorare, alla faccia dei mafiosi.

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Vino. Si chiama Centopassi, è un bel nero d’Avola denso e corposo e lo fa la cooperativa Placido Rizzotto che coltiva terreni confiscati a Cosa nostra. Per stampare l’etichetta non hanno chiamato qualche grafico famoso ma i ragazzi di una scuola di Torino, l’Istituto Tecnico per arti grafiche e fotografiche Bodoni. Alla salute! Viva la primavera, e viva Borsellino e Falcone e tutti gli altri nostri che hanno lottato. E sempre alla faccia dei mafiosi.

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Se vince Rita. Se vince Rita, tra le primissime cose che farà ci sarà una legge “contro le  concentrazioni nel settore dell’informazione e della  pubblicità in Sicilia”. Cioè per permettere anche agli altri di poter fare giornali e tv e non solo a Ciancio. Io non ci volevo credere quando l’ho letta ma è proprio così, una dichiarazione ufficiale della Candidata del  Centrosinistra alla Presidenza della Regione Siciliana. Una cosa del genere nessuno ha mai cercato di farla da che Ciancio è Ciancio. E poi dite perché me la voto.

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Per chi suona Campanella. I pm della procura di Palermo hanno trasmesso ai colleghi di Roma i verbali di interrogatorio del collaboratore di giustizia Francesco Campanella nella parte in cui parla dell’ex ministro Salvatore Cardinale, ora deputato nazionale e coordinatore regionale della Margherita. La vicenda è collegata alla società con sede a Malta di cui è titolare l’ex sindaco di Catania, Angelo Lo Presti, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla cosca di Villabate. Secondo Campanella, questa società maltese “venne utilizzata per il pagamento di tangenti”. Il collaboratore, in alcuni verbali depositati dai pm nel processo a Salvatore Cuffaro, presidente della Regione siciliana accusato di avere favorito la mafia, afferma: “Conosco un’altra sola tangente per cui venne utilizzata (la società maltese ndr) ed è relativa alla storia Umts del ministro Cardinale”.

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Attento a come scrivi 1. “Sovversione ai poteri dello Stato” è la motivazione dei dieci anni di reclusione inflitti dal Tribunale del Popolo dello Shandong (Cina) all’insegnante Ren Zhiyuan, di 28 anni, che aveva pubblicato sul suo blog uno scritto favorevole alla democrazia.

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Attento a come scrivi 2. “Contenuto offensivo e diffamatorio verso le autorità” è la motivazione dell’indagine penale aperta dalla Procura di Ferrara sui cronisti di un quotidiano locale che s’era occupato del caso Federico Aldobrandi (diciotto anni, fermato per un controllo, morto, secondo la polizia per “un’immobilizzazione forzata” e secondo la mamma per botte).
Bookmark: federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/

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Sbavaglio (per stavolta). Archiviato perché il fatto non costituisce reato. Così si è concluso il processo che vedeva Giorgio Bongiovanni, direttore di Antimafia Duemila, imputato di diffamazione a mezzo stampa per aver scritto che il deputato regionale Ds Vladimiro Crisafulli aveva fatto male a intrattenersi in un hotel col boss di Enna Raffaele Bevilacqua: cosa non vietata, ma neppure da lodare. Il giudice ha sentenziato che è ammesso il diritto di critica sul comportamento di un uomo pubblico che, proprio in virtù dell’onorevole carica che ricopre, dovrebbe essere irreprensibile, specie in temi di mafia.

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Riga (Lettonia). Ricordati in un’apposita pubblica cerimonia, come ogni anno, i valorosi cittadini lettoni che si arruolarono nelle Ss tedesche durante l’ultima guerra, meritandosi l’ammirazione dei camerati germanici per l’efficienza dimostrata nello sterminare comunisti e ebrei. Le autorità della Lettonia permettono tranquillamente queste cerimonie, come del resto anche quelle italiane (per esempio a Milano). Se riescono senza incidenti, bene; se qualcuno reagisce violentemente creando incidenti, meglio ancora: si può fare una bella contrapposizione fra opposti estremismi, coi governanti  impassibili a fare i propri comodi al centro.

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Nibelungen. Nella villa brianzola del signor B. c’è pronto, come ognun sa, il suo mausoleo: contornato dalle tombe minori (già preparate) dei seguaci più intimi, per esempio Emilio Fede. Grande e invidiato onore, oggetto, ai bei tempi, d’una rispettosa gara fra i gerarchi. Ma adesso che la guerra va male e la resa dei conti s’avvicina, anche la programmazione diciamo così funeraria non dà più sul faraonico ma sul nibelungo. L’idea sarebbe di sacrificare sul mausoleo del signor B. (mentre le armate bolsceviche già stringono i sobborghi) gli schiavi, i servi, le concubine, i nani, le ballerine e quant’altro; ultimo a sacrificarsi così sarebbe Bondi. L’idea, per ragioni estetiche, non è popolare fra i fedeli (oramai un po’ infedeli) del Capo. Donde tradimenti, mugugni, incomprensioni e amarezze.

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Lombardo: “Protesto! Sono stati intervistati tutti i leader della destra tranne io”. Ma insomma, come glielo dobbiamo dire? Noi leghisti siamo leader della destra, ovviamente. Ma questo non vuol dire che diventano leader anche gli indigeni arruolati. Fra dieci anni, se avrà servito fedelmente e bene, potrà fare domanda al Comando per essere promosso sciumbasci (striscia di lana rossa sul fez, nappina a più colori, quindici lire al mese e un bel paio di scarpe ai piedi). E poi, basta con tutte queste lagne. Che cosa siete, ascari o donnicciole? La prossima volta che fa casino, quindici colpi di scurbasc. Così impara.

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Altamura (Bari). Arrestato con altri politici e malviventi locali (traffico di rifiuti) anche un comunista rinnegato, tale Crivelli. Per costui, che imbrogliava il pubblico facendosi passare per compagno, pena doppia e in Siberia.

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Linux. Sarà in Italia lunedì 27 Richard Stallman, iniziatore del progetto GNU e padre fondatore della filosofia del Software Libero. L’evento, organizzato da GNU/Linux User Group Catania in collaborazione con Freaknet, storico hacklab siciliano, avrà luogo alla Facoltà di Ingegneria di Catania (Aula Magna, ore 9.30). Stallman terrà un seminario sulla storia del progetto GNU e dell’apporto della comunità GNU allo sviluppo di Linux. Seguirà un seminario sui pericoli connessi alla brevettabilità del software e degli algoritmi (argomento molto sentito dalla comunità del Software Libero) preceduto da un breve intervento a cura di LUGCT e Freaknet sullo stato attuale dei diritti digitali in Italia.

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Radio. Nasce – su internet – Cuntra Radio, su iniziativa dell’Associazione Cuntrastamu che da tempo cura uno dei migliori siti dell’antimafia. “Vogliamo provare a fare informazione su realtà sociali, su problemi che vengono affrontati in maniera troppo superficiale dai mezzi d’informazione. Come saprete, non siamo legati a nessun partito politico e finanziamo tutte le nostre attività con i nostri soldi”. Chi collabora? Potenzialmente, tutti. “L’idea è di avere dei referenti in varie parti d’Italia, in particolare con le aree più fortemente interessate dalla presenza della criminalità organizzata”. Se qualcuno si sente in grado può preparare una trasmissione, sui trenta minuti, dove i contenuti siano già selezionati e montati dall’autore. “Anche se è scontato dirlo preferiremmo che gli argomenti trattati abbiano a che fare con il sociale, dando voce a persone che normalmente non vengono interpellate dai mezzi d’informazione”.
Bookmark: www.cuntrastamu.org, blog.cuntrastamu.org
Info: 06.45425873, info@cuntrastamu.org

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Spot. Corso sulla gestione dei beni confiscati. Laboratorio progettuale di apprendimento attivo e auto-formazione con l’accompagnamento di docenti, testimonial e facilitatori. Target: Operatori/Dirigenti con particolare esperienza nel proprio settore e adeguatamente rappresentativi dell’Ente di appartenenza. Massimo 25 partecipanti (non più di uno per ogni ente del Terzo Settore).
Info: palermo@libera.it

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Spot. Catania, 23 marzo, Centro culturale Zo, ore 20.30: “Doppio legame”, di M.P.Regoli e Salvatore Zinna, interpretato da Salv. Zinna. Una testimonianza sorprendente costruita sui verbali del maxiprocesso alla mafia istruito nel 1986 da Giovanni Falcone. Organizzatore: Osservatorio sulla mafia. Ingresso gratuito, prenotazioni 095.533871.

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Enrico Peyretti wrote:
< Sui brutti fatti di Milano. Non è alternativo al fascismo chi si oppone all’esaltazione fascista della violenza con altra violenza. E’ necessario, contro le provocazioni, che in ogni manifestazione democratica, come le prossime contro la guerra, si mostrino a tutti con la massima chiarezza dichiarazioni e cartelli in italiano e in inglese di questo tenore: “Se uno in mezzo a noi fa violenza non è uno di noi”, “La nonviolenza costruttiva è l’azione giusta contro la violenza” >

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Alessandro Paganini wrote:
< Casini: “La gente che incendia le macchine deve stare in galera, non in Parlamento”. E’ o stesso Casini che disse, il 1 Marzo: “Che Berlusconi parli al Congresso degli Stati Uniti deve inorgoglire tutti gli italiani”. Capito? Non statevela a menare con auto e cassonetti; per far strada occorre incendiare qualcosa di grosso, tipo Falluja >

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guido@hyronisti.it wrote:
< Avete pubblicato una (involontaria) imprecisione sul mio conto. Sulla Catena 320: c’è la mia risposta (“Questa non la commento. Noto solo che ha tanto di quel provocatorio in corpo che ci si può fare a cazzotti”) al vostro “Maometto: un intellettuale brillante con una moglie ricca. Padre Pio: un fratacchione intrigante…” ecc. >. Però sembrava che quelle cose le avessi dette io e che foste voi a commentare la mia provocazione. Che poi era scherzosa, letta nel contesto >

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Andrea wrote:
< Le Terme di Acireale sono state recentemente privatizzate. Ne è nata una vertenza con molti dei dipendenti, a causa di alcuni disagi della nuova situazione lavorativa, e per qualche giorno gli impiegati dell’Ufficio Tecnico sono stati in assemblea permanente. Ieri hanno annunciato la fine della mobilitazione, stamattina sono tornati al lavoro… e sono rimasti fuori, perché nel frattempo tutte le serrature degli uffici erano state cambiate e nessuno è venuto ad aprir loro la porta. Ma una volta in Italia la serrata non era proibita? >

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dinamitebla wrote:
< “Prima di pensare per chi votare, accertatevi di essere degni di votare…”. Perdona la presunzione, O.: io mi ritengo degnissima di votare. Il problema, non da poco, è che non so quanto lo siano i personaggi che manderò al governo, e mi toccherà votarli lo stesso >

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floriana mantione wrote:
< non sapete fare altro che questo:FATE RIDERE!!!!!!!!!!!!!!!!!! INCAPACI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
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Ma a lei glieli danno gratis i punti esclamativi? :-)

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conques@tiscali.it wrote:
< Dopo il primo confronto, vi dico la mia a caldo. Sostanzialmente, entrambi hanno cercato di fidelizzare e confermare il proprio elettorato; fatta la tara ad entrambi di qualche difficoltà (di caduta di stile, invece, per Berlusconi sulle “signore”), nel finale, Berlusconi ha mandato un messaggio solo al negativo, denigrando l’avversario, e si è dimenticato perfino di ricordare i suoi vecchi sogni; mentre Prodi ha avuto quel colpo di genio sul Paese che deve ritornare a crescere, più unito, ma soprattutto sul diritto alla felicità. che sarà anche demagogico ma che tutti hanno bisogno di sentirsi dire almeno una volta >

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pagiariel@libero.it wrote:
< Pigliatevi Prodi che ha mandato a rovina economicamente l’Italia >

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riccardo.casalegno@tin.it wrote:
< E’ ora di lavorare un po’ per conquistarci cinque anni di accettabile governo. Non è il momento di fare gli schizzinosi: la situazione è  quella che è, i dirigenti sono quelli che sono, ma comunque sono certamente meglio di quelli del centro destra; occorre aver pazienza e andare avanti. Lavorate sugli indecisi e i disinformati >
Bookmark: www.incontriamoci.romanoprodi.it

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redazione@democrazialegalita.it wrote:
< Le preferenze sono state abolite nel 1993. E i listini bloccati ci sono fin da allora. E nessuno fiatò (tranne pochissimi, tra cui noi), perchè preferenze = mafia, ricordi? Perchè nessuno ricorda che le preferenze sono state abolite nel 1993, e che abbiamo votato con questo sistema infame nel 1994, nel 1996 e nel 2001? >

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Marco Tamanti wrote:
< Il dovere è di votare a sinistra non perché è la meno peggio, ma per la speranza di construirci assieme una società come si deve. Dobbiamo noi, in prima persona, farci sentire per fare in modo che quei pochi, che cialtroni non sono, abbiano sempre più peso. Se non siamo ottimisti noi che lottiamo giorno per giorno, come puo’ crederci l’italiano medio? >

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Andrea wrote:
< Il figlio di un messinese che si è beccato la tubercolosi in un campo di concentramento tedesco vi ringrazia per la boccata d’ossigeno che gli regalate regolarmente. Ad majora >

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michcuoc@tin.it wrote:
< Il caso di Antonio Buonpane, il pittore napoletano morto nell’incendio causato dalle candele che usava non potendo pagare la luce, come tanti fatti analoghi è stato trattato dai media in modo distratto con le classiche “due righe in cronaca”. Dall’Ansa originale si deduce che l’uomo fosse persona socievole, generosa (aiutava alcune persone anziane nella propria zona) e di cultura. La notizia però si è progressivamente “ridotta” sino ad arrivare a TG5.com che ha fatto diventare il poveretto addirittura un “venditore ambulante”. Come dire che quello che hai dentro – cultura, idee, sensibilità – non conta nulla se muori povero. Che è poi la morale del nostro tempo. Penso a tanta gente ignorante, rozza e famelica – i vari Storace, Gasparri, eccetera – che magari verranno celebrati come “eminenti personalità della cultura politica”, pur avendo la terza media e un rispetto per il prossimo pari a quello di un alligatore. Mentre il nostro pittore di velieri non ha avuto nemmeno l’onore delle armi , con quel “venditore ambulante” messo lì come ultima infamia >

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ppp wrote:
< Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)