San Libero – 324

13 marzo 2006 n. 324

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Destra. Poi c’è quello i cui seguaci, travestiti, andavano a spiare gli avversari alle elezioni sperando di beccarli mentre s’incontravano con l’amante. Incazzato come una bestia per essere stato smascherato, lui se l’è presa (come d’uso) coi giudici, ha sbraitato un altro po’ e poi s’è dimesso. Fortuna per tutti noi, perché la poltrona che s’era fatto dare stavolta (chissà come) era nientedimeno che di ministro della sanità: sessanta milioni d’individui in mano per diversi mesi a uno capacissimo di combattere le  epidemie mandando a spiare microbi e bacilli.

Mi piacerebbe parlare bene della destra, sportivamente: ma come si fa? Un presidente ormai clinico, che a volte dice di essere Gesù Cristo e a volte Napoleone. Un An che dopo dieci anni di “voila la droite chic” si fa beccare così coi polli in mano. Un Bossi che candidamente confessa “se perdiamo voltiamo gabbana senza perdere un attimo”. L’Udc, i più perbene di tutti, che in Sicilia sono indagati per mafia uno ogni tre. Tutti concordi unicamente su questo, che la colpa è dei giudici, communisti del diavolo, pagati per inventarsi reati con cui fregarli, poveri innocenti perseguitati. “A ogni elezione me ne trovano una!” sbraita il capoccia, che in un paese civile (non dico la Danimarca, basta il Perù di Fujimori) sarebbe in galera da un pezzo.

Perseguitato Cirami, perseguitato Taormina, perseguitato Cuffaro, perseguitato il ridicolo (“antiproducente”, si sarebbe detto una volta) Storace. Nessuno di costoro è mai stato in Inghilterra, dove insultare un magistrato porta all’arresto immediato per oltraggio alla Corte: cosa che per fortuna qui non si usa, perché non resterebbe nessuno per fare i dibbattiti e le marchette in tivvù.

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Centrosinistra.  < Il leader del centrosinistra Romano Prodi aprirà in Sicilia la campagna elettorale. Il programma prevede: Visita alla casa di Don Sturzo fondatore del Partito Popolare,  Caltagirone (CT), ore 14.45; Incontro coi leader dell’Ulivo, sul tema “L’Italia riparte dalle donne”, Catania, PalaCatania, ore 18.00; Incontro col giornalista-operaio Marco Benanti, sul tema “La libertà di stampa non si tocca”, Catania, S.Pietro e Paolo, ore 21 >

Mentre finisco di leggere quest’Ansa, mi arriva una mail da Fausto Bertinotti. < Caro compagno – dice – sto scrivendo a te, a Fracassi e agli altri della vecchia redazione di Avvenimenti per pregarvi di riprendere in mano il vostro vecchio giornale. Lo faccio per egoismo, perché così Avvenimenti tornerà a vendere  sessantamilamila copie e non millecinquecento. Scusami se non vi ho scritto prima, ma avevo tanto da fare per cacciare dal partito tutti i banchieri marpioni. Posso chiedervi una cortesia personale? Rimettetevi a fare inchieste di mafia, ché ce n’è un gran bisogno. Saluti comunisti >.

Minchia. Clicco subito su Thunderbird per rispondere al compagno Fausto. Purtroppo, il programma non si apre. Al suo posto compare una schermata con John Lennon, sfuma in papa Giovanni che canta qualcosa, comincia a spaparanzare decine di bollicine iridescenti in ciascuna delle quali c’è l’immagine di me e Antonella vent’anni fa. E alla fine mi sveglio. Forse ha ragione Fini, le canne a digiuno fanno male.

L’Ansa su Prodi in effetti c’è: però il programma prevedeva un incontro non con Benanti (pensa un po’) ma con Ciancio, che ha appena licenziato nove giornalisti su tredici in una tv (il giorno dopo, naturalmente, è andato a salutare anche loro) ed à l’equivalente siciliano di Berlusconi. Quanto al compagno Fausto (che nella realtà è meglio chiamare l’Onorevole Bertinotti) se c’è una cosa che esula dai suoi pensieri è la storia dei giornalisti antimafiosi, e dei loro lettori. Si vendono tremila copie? E pazienza: col tempo si arriverà a quattromila. L’importante è che siano “in linea” e fatte da amici. Quanto ai banchieri, se Atene ha Unipol, perché Sparta non può avere Gardini? Cos’è questo razzismo contro i banchieri? Non olet. E lasciateci fare i politici in santa pace.

Vabbè. Adesso tu mi metti davanti il signor B.: “Guardalo! – mi fai – E’ la stessa cosa di Prodi? Sono uguali? Ti piacerebbe che restasse lui? Qualunquista!”. No, non è la stessa cosa. Prodi è molto meno peggio di Berlusconi, e perciò (mi spiace per Benanti) va votato. Però con Berlusconi ha in comune un sacco di cose, non “politiche” certo ma proprio di cultura. Per esempio, in Sicilia preferisce appoggiarsi a Ciancio e non ai giornalisti antimafiosi. Questo vuol dire un sacco di cose, e più ancora ne vorrà dire in futuro.

E Bertinotti? Accettare le regole del gioco contribuisce a perpetuarle. Questo, come egli sa benissimo, implica fra l’altro il silenziamento di alcuni tipi di giornalisti. Per esempio il mio, e quello di Marco, di Carlo, di Gianfranco, di Fabio e degli altri venti o trenta giornalisti come noi espulsi dal mestiere perché antimafiosi.

Anche così, è preferibile a Berlusconi, a Casini, a Fini, forse anche a Fassino o Prodi: rispetto a questi ultimi non perché sia “più a sinistra” (non lo è), ma semplicemente perché ha meno potere. Ma è sempre un meno peggio. Quando si parla di libertà, a difenderla siamo sempre noi, i compagni comuni. Senza illusioni, orgogliosamente. Dai vip, sinistra inclusa, tutto quel che ci aspettiamo è che non facciano troppo danno.

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Libertà. A Catania:
– Un solo giornale (e tv, e quant’altro).
– Violazione della legge (testate intestate a parenti).
– Repubblica autocensurata (non esce la cronaca, per accordo con Ciancio);
– Imprenditori vigliacchi (hanno fatto chiudere, negandogli la pubblicità, i Siciliani);
– Bavaglio per i giornalisti indipendenti (vedi Benanti);
– Bavaglio anche per quelli più “perbene” (a Telecolor, licenziati nove su tredici).

Però:
– Grandi esperienze di giornalismo libero e professionale (I Siciliani);
– Società civile piccola ma vivace;
– Diversi nuovi giovani giornalisti (soprattutto web) onesti e motivati;
– (Senza contare quelli cresciuti coi Siciliani: per chi avesse il coraggio di ricordarsi di loro);
– Momento favorevole per cose nuove (campagna elettorale, cantieri Borsellino);
– Buonsenso, unità;

E allora: perché non fare una bella giornata di *organizzazione*? Una serata d’incontro fra giornalisti ostinati (“irregolari” o “perbene” è lo stesso) per studiare come:
– Boicottare “informazione” fasulla (Ciancio e Repubblica censurata);
– Chiedere insieme lo sbavagliamento di Benanti, di Ruta e dei 9 di Telecolor;
– Lavorare per sei mesi tutti insieme, anche provvisoriamente, per fare informazione antimafia qui e ora;
– Fare una proposta concreta al prossimo governo regionale (cioè Rita).

Se ne potrebbe parlare il 21, giornata dell’antimafia: perché l’antimafia incomincia dall’informazione (e questa dalla memoria). Niente Federazione della Stampa (a meno che non venga da fuori, perché in Sicilia ha tradito) e niente politici (abbiamo già dato). Benvenuto Giulietti (si è reso scomodo ai suoi baroni) e benvenuta (c’è bisogno di dirlo?) Rita. Unica discriminante: tutti i partecipanti dovranno esporsi onestamente e pubblicamente: “Io sono contro Berlusconi”(ormai facile), “Io sono contro Ciancio” (e qua vi voglio, colleghi. Ma proviamo).

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Italia. E il pittore napoletano, pittore di battaglie navali e di marine, che aveva sessant’anni e ovviamente non un lavoro stabile e neppure una lira. Gli avevano tagliato la luce sei mesi fa, perciò dipingeva di giorno oppure – la sera e a notte – a lume di candele. Finché s’è addormentato senza spegnerle, è andata a fuoco la stanza e lui c’è morto carbonizzato dentro, con tutti i suoi velieri che a uno a uno prendevano fuoco e neri s’accartocciavano nella cornice. Coi soldi che un ragazzino spacciatore prende in un pomeriggio, o un politico con mezza telefonata, la flotta di Buonapane (l’artista si chiamava così) navigherebbe ancora,

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Pianeta. C’è già un paese del mondo in cui la gente passa più tempo su internet che davanti alla tv. E’ l’Inghilterra, lo stesso in cui sono nati i primi giornali.

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Blog & bytes. Il blog probabilmente è una fase di transizione fra qualcosa che non c’è più (l’informazione industriale) e qualcosa che non c’è ancora (l’informazione in rete). L’informazione industriale, quando ancora non s’era trasformata in infotainment, prevedeva un tecnico specializzato (il giornalista) che nel blog manca completamente. Pertanto la credibilità del singolo blog è inferiore a quella del singolo giornale; le eccezioni (per esempio www.macchianera.net sul caso Calipari) implicano presenza di professionisti “vecchi” all’interno del blog. Tuttavia, la somma dei blog possiede una credibilità superiore a quella della somma dei giornali. Un singolo fax è meno efficiente di un singolo tam-tam, ma una rete di fax è molto superiore a una rete di tam-tam.

Il blog, culturalmente, ha una superiorità nettissima sul giornale: è interattivo. L’interattività del blog è sempre parziale (il lettore può partecipare solo fino a un certo punto) ma resta molto superiore a quella del vecchio giornale (in cui l’unico momento di interattività era dato dalla pagina dei lettori: non a caso, più “importante” sui giornali inglesi). E’ superiore anche a quella dei web-forum (Repubblica, Diario, ecc.) in cui il peso della testata marginalizza il dibattito “dal basso”, anche quando il forum prende l’aspetto di un blog). E’ inferiore a quella dei newsgroups della prima fase di internet (in cui non esisteva ancora il “signora mia”).

Il blog è caratterizzato dalla notizia, non dall’inchiesta. Alcuni siti (per esempio www.linkati.com) ritengono di poter sostituire l’inchiesta con un’abile articolazione di notizie “pure”. L’inchiesta, tuttavia, resta insostituibile: implica una scelta cosciente di direzioni di ricerca, e dunque un approccio soggettivo ma non arbitrario alla realtà (per esempio: www.censurati.it) che in un certo senso costituisce la “linea politica” di un giornalismo maturo. Mancando questa, la “linea” tende a diventare arbitraria, legata alle singole soggettività personali. La “linea” dei blog, in generale, risulta estremamente “datata” da una serie di culture di nicchia (ceti medi urbani, ecc.), di solito “simpatiche” ma raramente espansive. Perciò la cultura del blog è ancora quella del circolo, più che quella dell’agorà. La stessa – significamente – del protogiornalismo del Settecento (Tatler, Spectator, ecc.).

Diverse multinazionali hanno provato a fare dei simil-blog a fini pubblicitari (“The Zero Movement” della Coca-Cola, il “Lincoln Fry” di Mc Donald’s, il “Pepsi Girl” della Pepsi), ma senza grande successo; questi tentativi restano nella storia del “brothering” (la penetrazione pubblicitaria nel mondo delle sub-culture marginali e giovanili) ma non in quella del blog in quanto tale. In effetti, la cultura del blog (la cultura che produce il blog) è difficilmente omologabile a quella del mercato; le aziende possono abilmente “utilizzare” lo strumento-blog, ma sempre occasionalmente, un mordi-e-fuggi più che un insediamento reale. Neanche la cultura di Gutenberg, d’altra parte, era omologabile col “mercato” di allora; con la tipografia puoi vendere meglio bibbie e opuscoli, ma non vetrate di cattedrale.

Come strumento tecnico, il blog ha ormai raggiunto una piena maturità e autosufficienza. E’ facile da usare, possiede una sintassi definita, è riconoscibile, tende ad approfondire i contenuti più che il mezzo. Ci sono “fughe in avanti” tecnologiche (il videoblog, il blog-tv) che però hanno un successo molto parziale (e tendono a riempirsi di contenuti “aziendali”) a causa dell’incompatibilità di fondo fra la cultura televisiva e quella dell’interattività.

Come si svilupperanno i blog? Domanda da centomila conchiglie (euri e dollari, in questo campo, non funzionano bene) perché equivale “come sarà l’informazione”. Immagino che, nei prossimi due anni, si allontaneranno sempre più fra di loro i blog-signora-mia e i blog-newsgroup e che, da questa divaricazione, prima o poi nascerà una nuova forma di professionalità, e quindi di nuovo giornalista. Immagino che questo nuovo giornalista farà la fame (o peggio lavorerà da dilettante) per alcuni anni, fino a quando non si sarà inventata una nuova forma di “denaro” (vale a dire, di economia) compatibile col mondo del dopo-internet, che è un mondo di informazioni e non di merci.

La cosa più straordinaria di tutte, infatti, è che ancora pretendiamo di “pagare” in quantitativi di bronzo (o equivalenti, dal siclo fenicio all’euro) cose che ormai si misurano in quanta-di-energia e roba del genere.

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Solidarietà. Un gruppo di famiglie bolognesi ha deciso di condividere con altre persone il “baby-bonus” di 1000 euro ricevuto per i loro figli neonati. “Il crollo del nostro potere d’acquisto – si legge nel loro comunicato – e i tagli ai servizi pubblici per le famiglie ci obbligheranno a spendere cifre molto più alte di 1.000 euro per i nostri bambini e bambine. Abbiamo l’impressione che ci sia stato tolto 10 e ci venga regalato 1, propagandando questo scippo come un aiuto”. Come se non bastasse, i figli dei residenti immigrati, nati in Italia, i cui genitori pagano tasse e previdenza come tutti, non hanno avuto diritto al “gentile omaggio” erogato dal governo. Per questo motivo cinque famiglie bolognesi hanno annunciato di volersi incontrare pubblicamente con altre famiglie di migranti per “conoscerci, per dividerci equamente il “regalo” e per brindare insieme al futuro comune dei nostri figli”. L’unico dubbio è che questo gesto possa essere fagocitato dalla propaganda elettorale: “Ci terremmo che questa nostra iniziativa non venga bollata in alcun modo siamo cittadini che fanno un gesto da cittadini, non da sostenitori di questo o quel partito. Sarà difficile?”. La Caritas e il settore immigrazione della Cgil sono state chiamate in causa per realizzare un servizio di segreteria organizzativa, per mettere in rete altre famiglie che grazie al potere della comunicazione vogliono trasformare una elemosina di stato in una risorsa condivisa. In questa campagna elettorale urlata, dove è forte la tentazione di staccare la spina e mandare tutto al diavolo, non saranno le facce consumate dei politici a darci speranza in un domani migliore, ma i piccoli e umanissimi gesti di dignitosa civiltà che nessun Talk Show avrà mai voglia di raccontare. Per fortuna c’è l’email. [carlo gubitosa]
Info: martanicotra@gmail.com

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Ossimori. Banchiere comunista. Destra moderata. Sinistra imprenditoriale. Razzisti cristiani. Tv indipendente.

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Prima di pensare per chi votare, accertatevi di essere degni di votare.

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“Pranzo essere servito!”. “No, guarda. Si dice: il pranzo *è* servito. Comunque bravo, fai progressi”.
Chi dice che noi leghisti siamo razzisti?  E’ un mese che stiamo addestrando un indigeno a fare il maggiordomo e bisogna riconoscere che, nonostante sia siciliano, a poco a poco qualcosa impara.  Dai, Raffaele! Un’altra volta. Ecco: ora tu entri col vassoio e dici…
“Pranzo essere servito, buana!”.

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Da: “Canti e inni della Rivoluzione Leghista”:

< Faccia di tolla
bel siciliano
aspetta e spera che già il voto s’avvicina
noi voteremo
tutti per te
e ti daremo la Padania pure a te >

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Pera: “Sono l’unico ad avere un rapporto davvero intimo con Ratzinger”. Vabbé, che c’è di male? Siamo uomini di mondo, signora mia.

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Prendere appunti. Rita è al convegno degli industriali a Messina, si siede in un angolo e comincia a prendere appunti. “Ma guarda che roba – fa un imprenditore al vicino – Almeno quelli di destra avevano le idee chiare. Questa, neanche una parola: prende appunti come una ragazzina”.

Grazie agli abili industriali messinesi, Messina in questo momento è al novantanovesimo o al centesimo posto della classifica imprenditoriale in Italia. Figurati se gente del genere può apprezzare un politico che viene a “prendere appunti” invece di sbraitare slogan e assegnare appalti.

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Ecomafia. Nell’estate 2004 il dottor Alfredo Mazza, ricercatore del CNR, ha pubblicato sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet Oncology” un suo agghiacciante studio sull’incidenza tumorale in Campania. Ci si riferisce ad un’area di 12 comuni, compresi tra Acerra, Pomigliano d’Arco, Nola e le falde settentrionali del Monte Somma. In quest’area vivono oggi circa un milione di persone. Statistiche alla mano, Mazza mostra come l’indice di mortalità per tumore al fegato ogni 100.000 abitanti sfiora il 35.9 per gli uomini e il 20.5 per le donne. La media nazionale è 14.
E’ noto da anni che nell’area è presente un numero imprecisato di discariche illegali, senza alcun controllo, dove viene scaricato nottetempo di tutto, soprattutto scarti di lavorazioni industriali. Su questa attività di scarico abusivo c’è da sempre l’ombra lunga della camorra. Recenti analisi chimiche dei terreni hanno evidenziato alte concentrazioni di diossina, mercurio, arsenico, amianto. Migliaia di persone sono esposte a sostanze tossiche per decenni. Tutto è contaminato: gli agenti inquinanti nell’aria, nell’acqua e nei prodotti della terra sono ben al di sopra dei livelli consentiti.

La Campania detiene oggi il primato dell’ecomafia, spesso legata all’abusivismo edilizio, dove cave abusive diventano facilmente discariche abusive e poi palazzine abusive. Il giro di affari dell’ecomafia nel napoletano si aggira su cifre dell’ordine dei seicento milioni di euro (stime 2004) e, ovviamente, si parla solo delle discariche scoperte e sequestrate, senza quindi inserire nel conteggio i proventi del fitto sottobosco illecito e mai scoperto.
Bookmark:
www.altrenotizie.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=383

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Legalità. Esposto al Garante per la Concorrenza di un’avvocata catanese, Lina Arena, per  denunciare “l’aiuto indebito che da comune e provincia di Catania viene fornito all’unico editore della zona con l’assunzione di giornalisti legati all’editore”.

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Elezioni. La Commissione Elettorale di Cosa Nostra si è pronunciata negativamente sulla ricandidatura dell’on.Grillo nell’Udc, per sospette connivenze con l’antimafia.

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Spot. Per incentivare i commercianti ad aderire alla campagna, uno spot del comitato Antipizzo è stato lanciato sulle tv locali siciliane (TRM, Telesud, Telerent, Switch, CTS, TSB, TV7, Teleoccidente). “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”, col numero del comitato (091.333467) e il link al sito dove lo spot è disponibile anche in digitale.
Bookmark: www.addiopizzo.org

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< Caro prof. O., giovedì al Liceo Mamiani di Roma gli studenti della IV E hanno invitato il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso, don Luigi Ciotti e l’avv. Alfredo Galasso per parlare di principio di responsabilità fra etica, politica e giustizia. Le racconterò. Betta IV E >

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A.P. wrote:
< “La casa è un diritto di tutti”, dicono i manifesti di Casini. Curiosamente questo interminabile governo si è mosso in maniera OPPOSTA: la precarizzazione ha reso impossibile a molti accendere un mutuo, i prezzi delle case sono raddoppiati e gli stipendi no, poiché il paniere dell’inflazione non comprende la casa (!). Tra i motivi della speculazione immobiliare, il rientro dei capitali sporchi (scudo fiscale), che ha reso paperoni pochi speculatori, e la casa inavvicinabile per tanti. Sicuramente l’onorevole è in buona fede, il fatto è che vola alto, ai massimi livelli: il suocero è Caltagirone, un gruppo da 2 miliardi di euro di liquidità, con interessi immobiliari, fra gli altri. Diciamo che hanno un altro punto di vista.

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Serena Tinari wrote:
< Vi segnalo due inchieste che ho realizzato di recente a proposito di farmaci e farmaindustria. Una è sulla beffa del Tamiflu (era sul manifesto dell’8 marzo) e l’altra è un reportage (trasmesso dalla tv svizzera, su Falò) sul ritiro dal mercato di Aulin in diversi paesi.
Bookmarx:  italy.indymedia.org/news/2006/03/1012364.php
www.rtsi.ch/trasm/falo/welcome.cfm?idg=0&ids=888&idc=8560 >

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G.P. wrote:
< “Ringraziamo il presidente Casini per il principio morale che intende applicare al suo partito. Speriamo farà pulizia ad Agrigento di persone impresentabili quali il senatore Sodano, che ha totalizzato: una condanna definitiva a un anno e 8 mesi per aver favorito l’abusivismo edilizio nella Valle dei Templi in cambio di sostegno elettorale; una condanna a 3 anni e 4 mesi in Tribunale per gli appalti truccati del depuratore del Villaggio Peruzzo e delle opere di urbanizzazione di Favara ovest; una condanna a un anno in Tribunale per la gestione illegale dell’acquedotto municipale; ed è ancora imputato per la sua villa abusiva nella valle dei Templi e per aver truccato l’appalto della nettezza urbana. Totale: quattro condanne per un totale di 6 anni di reclusione e due processi in corso” (manifesto di Giuseppe Arnone, di Legambiente)

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faqpost@email.it wrote:
< In rete sta girando questo messaggio da inoltrare alla redazione de LA SICILIA, affinchè dia la dovuta copertura alla vicenda dei loro colleghi di Telecolor e sollevi la questione in modo da poter informare la gente della situazione dei 9 giornalisti e dei sette tecnici. Il messaggio è questo: Il sottoscritto nome e cognome esprime la propria solidarietà ai giornalisti ed ai tecnici di Telecolor licenziati. Occupatevi anche voi dei vostri colleghi, altrimenti vergognatevi >

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Certo. E poi bisogna chiedere a Monica Lewinsky una firma contro la pornografia.

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Don Primo Mazzolari wrote:

< La primavera incomincia con il primo fiore,
il giorno con il primo barlume,
la notte con la prima stella,
il torrente con la prima goccia,
il fuoco con la prima scintilla,
l’amore con il primo sogno >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)