San Libero – 26

Assolto Carnevale.


Assolto Andò.


Martinelli, sul Messaggero: “Carnevale si ostinò ad annullare processi che avevano fruttato medaglie al valore a magistrati impegnati in prima linea sul fronte del protagonismo”. Rieccoli: protagonismo, professionisti dell’antimafia, medaglie al valore. I proprietari dell’Italia non hanno mai perdonato, né mai perdoneranno, la paura che gli hanno fatto Borsellino e Falcone.


Carnevale: “Non ce l’avevano solo con me, ma con l’intera Cassazione”. No, questo non è esatto. Però voglio sapere lo stesso che ci fa in Cassazione Aldo Grassi, magistrato catanese che nell’85 se ne andò da Catania dopo che gli ispettori ministeriali avevano accertato i suoi rapporti coi Cavalieri catanesi.


Sei o sette anni fa, all’inizio della restaurazione, i Siciliani titolarono ironicamente. “E ora liberate Totò Riina… “. C’era poco da scherzare. Di avviare “trattative” con Cosa Nostra, e di liberare alla fine chi va liberato, adesso si sta cominciando a parlare sul serio.


Italia. Trionfo di Andreotti al gala della National Italian American Foundation a Roma. C’era Fresco della Fiat, Irene Pivetti, Gianni Letta, Dini. “Gli Stati Uniti non hanno avuto miglior amico di lui in cinquant’anni”, ha detto l’ex ambasciatore americano Secchia. Al quale subito dopo gli italo-americani hanno consegnato un premio intitolato a… Giovanni Falcone


Italia. Angela Argiolas, cinquantasette anni, professione domestica, tre figli. Ore sei meno venti. Sta correndo perché deve prendere il centocinque per Termini (lei è delle parti di Torbellamonaca) e poi da Termini l’altro bus per Monteverde: alle otto deve essere al lavoro. Una mattinata come tutte le altre, ma stavolta lei ha più fretta del solito, o forse è solo più assonnata. Attraversando la strada scivola e cade. In quel momento passa il camion della nettezza urbana che torna dal Casilino. L’autista non riesce nemmeno a frenare.
Il corpo della donna per terra, la folla dei pendolari che s’arresta un momento. L’aurora dalle dita di rosa. E un altro giorno che comincia nella capitale del mondo.


Bologna. Rischia di chiudere (il nuovo Comune, di destra, non vuol più dare contributi) la Casa delle Donne.


Bologna. Il monumento a Vittorio Emanuele, che adesso sta ai giardinetti, verrà spostato in Piazza Maggiore, vicino al Nettuno del Giambologna. Lite fra due consiglieri fascisti (Rocco di Torrepadula e Zechini D’Aulerio) su chi dei due abbia avuto per primo la patriottica idea.


Bologna. Dal giornale – “Piazza Grande” – dei barboni di Bologna. La folle corsa clandestina di auto del 5 maggio, che ha provocato la morte di una ragazza e il ferimento di 15 persone, avrebbe potuto essere impedita dalla volante di pattuglia presente sul luogo della corsa. Ma la volante non poté intervenire perché richiamata in centrale per una “emergenza”. Che emergenza? L’allontanamento di una persona senza fissa dimora che giaceva sul portone di un palazzo in via Massarenti.


Sinistra. L’ex braccio destro di D’Alema, Claudio Verardi, ha fondato una società d’intermediazione e adesso fa il lobbista.


Destra. Federica Rossi Gasperini, capa delle federcasalinghe, vuole la testa del ministro che ha osato definirsi bisessuale. “Perché la donna italiana, sposa e madre… “


Promemoria. Ci siamo fatti vecchi, signora mia. Ci sono dieci milioni d’italiani sopra i sessantacinque anni. Molto meno dei ragazzini.


Si parla di sans-papier – anche in Italia, gli emigranti cominciano a richiedere i loro diritti. Commento di Bolaffi, sul Corriere:
“Chiunque abbia seriamente a cuore la convivenza fra residenti e immigrati, non può non guardare con preoccupazione alla rumorosa mobilitazione di stampo parasindacale organizzata in varie città da gruppi di immigrati senza permesso, sfociata a Roma addirittura in scaramucce di strada con la polizia. In una materia come l’immigrazione è bene che la Sinistra non si faccia prendere la mano dall’estremismo, foriero in questo caso come non mai di pericolose (anche se non volute) reazioni”.
Si parla di grande nord – le regioni di destra cominciano ad organizzarsi come Stato. Commento di Panebianco, sul Corriere:
“Quando Formigoni rivendica una polizia regionale sta certamente dicendo qualcosa di scandaloso per coloro che difendono la causa dello Stato centralista ma sta anche rivendicando competenze che in un sistema federale non appartengono di sicuro al governo centrale. La probabile prossima vittoria del Polo e della Lega non potrà che assecondare e accelerare questo processo. Lo vuole il Nord, e il centrodestra non potrà deludere”.
Il Corriere è la voce istituzionale del Paese che conta, molto più istituzionale della Gazzetta Ufficiale o della Rai: è così da ottant’anni, e adesso mi chiedo se hanno già licenziato Albertini.


Gladiator. Repubblica: “Dopo quindici secoli, i riflettori si accendono sul Colosseo… “. Per ora, si rappresenta Sofocle. Ma (a parte che veramente i riflettori quindici secoli fa non s’accendevano) prima o poi a qualcuno verrà la buona idea di riutilizzare il Colosseo per ciò per cui era stato progettato. Cristiani e belve no, perché si opporrebbero gli animalisti e d’altronde chi mangerebbe chi stavolta sarebbe tutto da vedere. Ma coi gladiatori funzionerebbe perfettamente: senegalesi contro tunisini (senegalesi col tridente, tunisini con elmo e spada); montenegrini in fuoristrada contro rasta giamaicani con treccine e bazooka. Ventiquattro girls&boys vestiti alla guerre stellari per portar via, fra un match e l’altro, i cadaveri, il Presidente che, mentre sui tabelloni scorrono i sondaggi Abacus, medita se dar pollice verso…
Vedrete che prima o poi lo faranno, possibilmente prima che finisca il giubileo. Gli incontri più importanti saranno messi in rete su Kataweb. Ci faranno pure su un gratta-e-vinci e alla fine la Gladiator 2000 si quoterà in borsa e diventerà una colonna dell’economy.


Federalismo. Sui giornali di quand’ero bambino (ma anche ce ne parlava la maestra a scuola) le foto dei soldati federali, col fucile imbracciato e l’elmetto, che scortavano fra due ali di folla ostile i ragazzi negri dentro scuola. Governatori che dichiaravano – facce efficienti e dure, da padroni – che “il Popolo dell’Alabama”. Primi piani sulla folla dei locali: lineamenti aggraziati, regolari, distorti solamente – ma poco – da ciò che stavano urlando ai negri. È l’ignoranza, diceva la mia maestra, col progresso cambieranno. Ma io a sette anni intuivo con paura, dietro quei lineamenti, la maschera feroce dell’insicurezza e della noia.


Risonanze. La riunione dei leader della “sinistra moderna” mondiale a Berlino. Il “club globale, l’internet taumaturgico, i buoni sentimenti, la polizia globale, la rete. La regina Vittoria, lo zar; i congressi. La locomotiva, il bal Excelsior. Re Leopoldo e la belle Otero, Re Leopoldo e le mani tagliate dei negri che non raccoglievano abbastanza gomma nelle sue piantagioni personali, che coprivano tutto il Congo. La Belle Epoque, insomma.


Pride. Il “casto omoerotismo” rivendicato da Baget Bozzo, il prete che da cinquant’anni fa il consigliere del principe di tutti i potenti italiani, da Tambroni a Craxi, da Craxi a Berlusconi. Che fosse uomo di forti passioni, il Baget Bozzo, s’era capito. Ma insomma.


Governo. Cacciari propone Fazio. Amato propone: “Io”. Napoleone il Piccolo, fra plebiscito dei notabili e stato di necesssità.


Mancano duecento conduttori di mezzi pubblici per l’estate; il comune sta cercando di trovarli “in affitto”, ma finora non c’è riuscito. Bella questa: non si trovano più tranvieri in un Milano.


Telefono grigio. È il telefono azzurro per gli anziani, da poco istituito in una città d’Italia: maltrattamenti dai figli, valium a forza per non dar fastidio, e così via. Ottanta denunce in tre mesi.


Pubblicità. Foto di Andreotti (cupo e sinistro, e orecchiuto: l’Andreotti dei giornali d’inchiesta quando viveva ancora Falcone): “Internet logora chi non ce l’ha”.
Firmato Diners Club International.


Pubblicità. “Voglio bere un mondo/ che somiglia a te”. Poi: “Dirotta su Cuba”. Firmato Coca-Cola.


Epigramma
È andata ancora bene, credi, penna mia cara:
è meglio un calcio in culo d’un colpo di lupara.