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Giornata della Memoria, bisogna ricordare ed essere sempre vigili

di Marcella Giammuso

Il 27 gennaio 1945 i carri armati dell’esercito sovietico sfondano i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Lo spettacolo che si presenta ai soldati ha dell’inverosimile per le atrocità commesse in quel luogo. Le violenze, le torture e gli assassini che erano stati compiuti in quel campo di sterminio, come in tanti altri campi sparsi per l’Europa, erano la dimostrazione dello sterminio che aveva attuato la Germania nazista con la collaborazione dei fascisti dei vari stati europei e con il consenso di tutta quella parte di popolazione tedesca che sapeva ma taceva.

Il razzismo e la discriminazione verso gli ebrei, gli zingari, omosessuali, o semplicemente verso uomini che avevano idee politiche diverse da quelle di chi era al potere aveva portato alla deportazione e all’uccisione di milioni di donne, uomini e bambini dopo avere annullato la loro dignità di esseri umani. A tal proposito ricordiamo il nostro conterraneo Carmelo Salanitro, professore di latino e greco presso il liceo Cutelli di Catania, che per avere divulgato la verità sull’olocausto fu deportato al campo di concentramento di Mauthausen dove fu ucciso in una camera a gas tra il 23 ed il 24 aprile 1945.

Dal giorno della liberazione di Auswchiz, il campo di sterminio è diventato il luogo simbolo della discriminazione e della vergogna. Il 27 gennaio di ogni anno con La Giornata della Memoria vengono ricordate le vittime dell’olocausto, ma non soltanto. Serve a ricordare che bisogna essere sempre vigili, che quello che è avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale può ripetersi. Purtroppo oggi nel mondo assistiamo ad atti ed eventi discriminatori che non sono molto diversi da quelli avvenuti 80 anni fa quando Hitler iniziò la persecuzione di milioni di persone. Il divieto agli ebrei di frequentare luoghi pubblici, scuole, bar, cinema, mezzi pubblici etc. fu solo l’inizio della persecuzione che divenne più evidente e feroce con la ghettizzazione e la deportazione nei campi di sterminio.

Attualmente le notizie che ci arrivano dai giornali e dalle televisioni sono quelle di migliaia di immigrati che abbandonano le loro terre per fuggire alle guerre causate dai paesi occidentali, alle violenze, alle torture, alla fame. Durante le traversate muoiono a centinaia fra bambini donne e uomini. E mentre i paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo cercano di salvare quanta più gente possibile con le loro flotte, gli stati del nord Europa cosa fanno? Costruiscono muri e fili spinati allo scopo di tenere lontane tutte quelle popolazioni che fuggono da una morte certa.

Assistiamo anche alla follia di un uomo come il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che arrivato al potere sta mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale fondate sull’esclusione dalla nazione degli immigrati. Ha già emanato l’ordine esecutivo che impedisce l’arrivo negli Stati Uniti di cittadini provenienti da sette paesi mussulmani: Siria, Iraq, Iran, Yemen, Somalia, Sudan e Libia. Gli immigrati, anche se in possesso del permesso di soggiorno, sono stati immediatamente fermati e bloccati negli aeroporti. Sono notizie che riguardano tutto il mondo e che ci debbono mettere in allarme.

E’ vero che ci sono state molte contestazioni a queste vicende da parte di gente comune e uomini illustri di tutto il mondo, ma noi non possiamo stare a guardare e rimanere nella zona grigia, una zona della nostra mente tra il bianco e il nero, tra l’innocenza e la colpevolezza. Noi tutti abbiamo il dovere, anche nel nostro piccolo, di fare il possibile affinchè non ci siano più guerre, discriminazioni, violenze, torture ed assassini.

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