San Libero – 90

Televisione. Caso uno: una guardia svizzera, stressata da una serie di relazioni etero ed omosessuali all’interno del Vaticano, alla fine ammazza il marito dell’amante (o amante suo) e si uccide a sua volta. Dalle prime indagini emergono terrificanti particolari sulle abitudini dei giovani svizzeri vaticani, in confronto ai quali un centurione della guardia scelta di Gomorra è un fanciullo ignorante della vita. Caso due: un anziano vescovo ha una crisi di coscienza e contrae matrimonio con una tranquilla e religiosa signora di mezz’età.
Come trattare il caso uno (indicazioni per il cronista): parlare di inspiegabile delitto, forse incidente; evitare accuramente di parlare dell’ambiente in cui il delitto è maturato (posto che di delitto si tratti e non d’incidente mortale); evitare, pena il licenziamento immediato (e la querela dell’ambasciatore gomorrita) ogni riferimento a Sodoma e Gomorra; evitare ogni titolo troppo popolare; adottare sempre e comunque un tono di pensosa e meditabonda comprensione delle debolezze umane; dopo tre giorni, comunque, abbandonare il caso.
Come trattare il caso due: profonda ri-crisi ideologica del prelato; la donna non è una moglie, ma semplicemente “una donna”; metterla in ridicolo in ogni circostanza; insinuare dubbi sul suo disinteresse e sul suo passato; lanciare a gran voce la notizia di un precedente matrimonio della donna; è falso, ma per un paio di giorni farà effetto; precisare, con tono di sottaciuto disprezzo, che il precedente marito della donna era addirittura un napoletano; quando si sarà costretti a smentire la notizia, insinuare tuttavia che probabilmente a Napoli la donna si era comunque dedicata all’agopuntura, mestiere “strano”, vicino all’estetista e dunque…; quando la povera signora e il suo disgraziato marito, vinti dallo schierameno della più forte multinazionale del pianeta, abbassano finalmente la testa e rinunciano al loro sogno di vivere da persone normali, presentare questa circostanza come una grande vittoria della fede e della religione, oltre che della razionalità, contro i capricci di una donna isterica di cui “la gente è stanca”. E condire il tutto con un disinvolto sorriso postmoderno.

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Il Vaticano, in questa storia, ha agito come Novella Tremila, cercando lo scoop sul passato della signora, passando alle tv l’esclusiva del “matrimonio napoletano” della signora Milingo ecc. Di quest’ultimo scoop la fonte sarebbe, a quanto ha fatto sapere il Vaticano, un “parroco campano” non meglio identificato. Un parroco, dunque, alle dipendenze di quel cardinal Giordano che si trova attualmente inquisito di nuovo (la prima volta fu assolto) per una strana faccenda di finanziamenti nascosti e di fondi neri.

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Mentre tutto questo avveniva, e mentre a una povera donna veniva comunicato, da alcuni milioni di televisioni puntati su di lei, che conrariamente a quanto pensava essa non aveva in realtà né diritti né marito, “papa Giovanni Paolo Secondo è tornato ieri ad esaltare la vocazione e la missione della donna, che ha un ruolo pari a quello dell’uomo…”. Che fa, Santità? Sfotte?


Giornali. Sulla Stampa, una pagina di pubblicità a pagamento per chiedere la scarcerazione, per ragioni di salute, del boss della camorra Aniello Nuvoletta. Il clan Nuvoletta è quello che fece uccidere il giornalista Giancarlo Siani, inviso per le sue inchieste sulla camorra.


Pay-tv. Sospeso d’autorità improvvisamente, su Stream, lo show di Platinette per la presentazione di “Grande Fratello 2”. Il conduttore aveva polemizzato – fino a quando non è stato interrotto – col ministro delle Comuncazioni Gasparri: “Dovrebbe indagare sui conti e gli sprechi alla Rai. Lui si preoccupa di dirci che cosa è educativo e cosa no, ma intanto…” – click.


Trailer per un film in tv. “Nella polizia di Miami le regole si infrangono spesso”. Rumore di colpi, ecc. “Giovedì alle venti e trenta. Non perdetelo! Su questa rete giovedì: Bad Boys”.


Devoluscion. Sicilia. Ordine dell’assessorato regionale all’istruzione: d’ora in poi, i bambini siciliani dovranno andare a scuola col grembiulino, come i loro nonni. Vebbé…


Governo 1. Qualche mese fa l’Autority competente scoprì che tutte le principali compagnie di assicurazioni italiane si erano messe d’accordo fra loro per concordarsi scambievolmente le tariffe e imbrogliare gli assicurati, che senza saperlo venivano a trovarsi in un regime di monopolio, perdendo ogni controllo sul servizio offerto. Scoppiò lo scandalo, e alla fine le compagnie asicuratrici furono condannate a pagare una multa di parecchi miliardi: che naturalmente non pagarono mai, poiché come sempre, a buriana cessata, intervenne il Consiglio di Stato con un cavillo. Ma insomma: la mala figura l’hanno fatta.
Ma non dimenticata. Il ministro Frattini, in un’intervista, annuncia che ci sono troppe Authority, in Italia: bisogna abolirne qualcuna. Da quale cominciamo? Ma da quella delle assicurazioni, naturalmenete.


Governo 2. Bisognerebbe far pagare il biglietto, per guardare Bossi mentre fa il ministro. Gratis, è concorrenza sleale.


Stoccolma. Gunnar Staalseth, un autorevole membro del comitato Nobel, ha scartato la candidatura del papa per il Nobel per la pace. Il problema è la campagna del Vaticano contro l’uso del preservativo in funzione anti-Aids. “Non prenderemo in esame questa candidatura se prima non cambieranno idea sui preservativi” ha dichiarato Staalseth al segretario delle Nazioni Unite Annan.


Cronaca. Trento. Liberato dallo zoo, e investito poco dopo da un’automobile, un orso bruno ormai totalmente addomesticato.


Cronaca. Capo d’Orlando. Un bellissimo airone rosato è stato ucciso dai cacciatori mentre sorvolava la provincia di Messina. Una scarica di fucile a pellettoni l’ha fatto precipitare al suolo sulla vecchia statale 113.


Cronaca. Santo Donato. Nu lupo stavolta s’è magnato altre cinguanta pecurelle e nui simme stanch’e patire angora sta storia che lu lupo è naturale e nun se tocca. A lupoooo! Magnate l’ambientaliste, n’artra vorta!


Linux ne combina un’altra. A Singapore è uscito il primo palm-book per Linux. è un aggeggetto da pochi grammi, non particolarmente accattivante da vedere, che però è in grado non solo di effettuare le normali operazioni di un palm-book ma anche di fare da contenitore tascabile per stiparci dentro foto, musica e filmati: in particolare, i file (pesantissimi) acquisiti mediante telecamera digitale.
Dov’è il trucco? Nel fatto che il Teramin (come si chiama il mini-coso che va a Linux) possiede un hard-disk miniaturizzato da ben dieci Giga: per essere un palmare, non è uno scherzo. Il sistema operativo è un Linux molto ridotto: ma, essendo il Linux un sistema a strati, basta che ci sia il kernel-base perché tutte le funzioni essenziali siano assicurate senza troppe complicazioni.
A dieci anni dalla nascita, dunque, il sistema operativo open-source non solo si allarga sempre più nel mondo dei computer tradizionali (nei server per l’internet è già predominante da un pezzo) ma va a fare concorrenza al monopolio Microsoft anche nei settori di frontiera. Da tempo, infatti, i produttori di sistemi operativi (che in sostanza sono tre: Gates, il proprietario di Microsoft e il detentore di Windows) cercano di espandersi in tutti i settori tecnologici in cui comunque sia presente un processore; per i palmari, Microsoft aveva elaborato una versione ridotta di Windows che adesso viene messa in pericolo dall’arrivo di Linux anche in questo settore.
Domanda: quanto tempo ci vorrà prima di sentir parlare di Linux anche a proposito di telefonini? Perché con l’aria che tira…


In netta controtendenza rispetto allo standard attuale, la Procter & Gamble ha deciso di mettere a disposione della comunità dei ricercatori la maggior parte degli oltre ventimila brevetti esclusivi cui è in possesso. Di questi brevetti, solo tremila circa vengono utilizzati dalla P&G (che fattura oltre quaranta miliardi di dollari in farmaceutici, prodotti per l’igiene ecc) nei propri cicli di produzione; tutti gli altri restano praticamente inutilizzati. Il management della società ha quindi stabilito – dopo un acceso dibattito interno durato letteralmente alcuni anni – di mettere a disposizione del pubblico scientifico tutti i brevetti con più di cinque anni di vita.
La decisione non ha mancato di suscitare polemiche da parte di altre che vedono ora indebolita la loro posizione di assoluta intransigenza rispetto ai brevetti. La pericolosità (per loro…) dell’iniziativa della P&G è data non solo dalle dimensioni multinazionali dell’azienda, ma anche dal fatto che P&G opera in uno dei due settori (l’altro è quello dei computer) in cui la politica dei brevetti è più dura.


Bruxelles. Ancora problemi per Gates in Europa. Dopo la decisione delle autorità tedesche di togliere Windows dalla maggior parte computer statali, stavolta è la Commissione europea ad avviare un vero e proprio procedimento a carico della Microsoft, accusata (per la seconda volta) di violare le norme europee sulla concorrenza imponendo agli acquirenti del proprio sistema operativo di acquisire anche il proprio browser multimediale.


Smallville Cambia look Superman: dopo anni di richieste, il povero supereroe ha ottenuto dagli sceneggiatori di poter finalmente buttar via quel ridicolo costume blu e rosso e di potersene andare in giro vestito da ragazzo normale. Non cambia invece il target della missione assegnata dal pubblico americano all’americano più bravo di tutti: niente lotta alla fame nel mondo o roba del genere, ma semplicemente polizia di strada contro la criminalità urbana. Che evidentemente è l’unico problema a cui gli americani riescono ad appassionarsi veramente.


www.corleone.it. è l’indirizzo dei figli di Totò Riina, i giovani Giuseppe e Maria Concetta che, in società con un loro amico esperto di informatica, hanno aperto un portale per gestire la commercializzazione di macchinari agricoli (venduti dalla Agrimar di Corleone). Nella home-page non manca il pulsante “chi siamo”: un gruppo di giovani imprenditori “all’avanguardia e altamente professionali”. In passato, i ragazzi Riina hanno suscitato qualche polemica per i presunti rapporti con ambienti non lontani da quelli paterni.


Archeo. Non so: non è del tutto da escludere che gli antropologi futuri, col loro vizio di catalogare le ere storiche dal nome di una località particolarmente significativa (Neanderthal, Cro-Magnon, ecc.), finiscano per classificare la nostra come “epoca di Seattle” citando, a sostegno della loro scelta, tre dati emblematici di tutta la civiltà classificata.
Seattle, diranno dunque, è stato il luogo in cui la “tecnologia” (come la chiamavano nel Duemila) dell’umanità ha fatto un salto significativo, passando dalla vecchia produzione di masse metalliche (aeroplani, in quel caso) ad una completamente immateriale come i software Microsoft; a quel tempo, aggiungeranno, quasi tutto il software del pianeta veniva proodotto in un unico luogo, che era appunto Seattle.
In secondo luogo – sempre secondo gli antropologi del Tremila – a Seattle è nato il primo movimento post-politico di quell’era, e prese anche lui il nome da quella città; per quanto i feudatari dell’epoca (nel Duemila il pianeta era diviso in un’infinità di “governi”, città-stato, multinazionali, corporazioni, dittature e chiese, che ne facevano un luogo piuttosto complicato da vivere) abbiano cercato allora di stroncarlo sul nascere con tutti i mezzi il movimento, come sapete, si è sviluppato attraverso una serie di tappe fino a raggiungere il word-human-oriented-web (WHOW) nel quale viviamo oggigiorno.
Seattle – concluderanno infine – è anche il luogo in cui è avvenuto l’episodio più significativo antropologicamente della società urbana del Duemila: un episodio banale, ma che noi che studiamo quell’epoca abbiamo preso ad archetipo (un po’ come per le cacce al mammuth del Pleistocene) di tutta una civilizzazione.
Si tratta della storia banalissima di un giovane essere umano, di sesso femminile che, per una serie di circostanze sfavorevoli che non è questo il luogo di analizzare, decide di gettarsi da un ponte che attraversa la città; il ponte, e le “autostrade” che vi conducono, sono affollati di “automobili” (“usavano le automobili!” – sghignazzate) contenenti ciascuna un “pendolare” (v. dizionario) che si reca a “lavorare” (v.dizionario).
Il giovane essere umano, tuttavia, all’ultimo momento decide di non gettarsi immediatamente dal ponte, e resta per alcuni minuti ferma sul posto in attesa di maturare una propria scelta. Dopo circa ventinove secondi, le automobili ferme sul ponte dietro di lei cominciano a strombazzare, e quelle dietro, e quelle più dietro ancora.
Nel giro di tre virgola cinque minuti prima si forma uno strombazzamento generale, che si estende per nove virgola cinque chilometri dal ponte in poi, e infine (tempo dall’inizio del fenomeno: nove primi e quaranta secondi) lo strombazzamento si muta in un coro di “buttati! – che aspetti? – devo-andare-a-Lavorare!” che convince la donna a buttarsi giù.
Noi archeologi pensiamo che un episodio del genere avrebbe potuto verificarsi (e molto probabilmente si sarà verificato) in una qualunque delle terrificanti conglomerazioni urbane in cui la popolazione viveva, in quella maniera barbarica, prima del Whow. Perciò c’è sembrato appropriato collocarlo, assieme alle due considerazioni precedenti, fra i motivi che ci hanno indotto a dare il nome di “era di Seattle” al periodo compreso fra le Grandi Deflagrazioni Idiote e i primordi dell’epoca del Whow. Bambulé.


“milioni di italiani intanto sono rientrati dalle ferie” (dai telegiornali)

Calogero Gasparazzo (lo conoscete?) è nato dalle parti di Bronte, in provincia di Catania. Da molti anni lavora in una grande fabbrica del Nord. Parecchi anni fa sono venuti degli studenti, davanti alla fabbrica, e gli hanno detto che si poteva fare la rivoluzione. Invece non c’è stata rivoluzione, ma solo un gran casino. Molti di quegli studenti Gasparazzo li sta rivedendo ora alla televisione: chi è direttore di giornale, chi è un’autorità governativa, chi fa il ministro di Berlusconi. Hanno un’aria profondamente compresa della loro importanza, e dicono che la storia che Gasparazzo voleva fare la rivoluzione in realtà era una grandissima cazzata e che invece bisogna aspettare che i padroni e i fascisti risolvano i problemi a modo loro. Ascoltandoli alla televisione, Gasparazzo ha capito benissimo perché in realtà non c’è stata alcuna rivoluzione.
Ogni anno Gasparazzo è tornato in Sicilia, in tutti questi anni, e si è accorto che negli ultimi anni qualche cosa è cambiata. “Bacio le mani a voscenza” non s’usa più. Alcuni addirittura (cosa che nei tempi di prima non s’usava) si permettono di parlare in piazza, a voce alta, degli affari di don Totò. Una volta Gasparazzo è stato anche alla manifestazione antimafia, giù in Sicilia, ma poi è dovuto ripartire. Alla manifestazione c’erano anche molti studenti, quel giorno, gridavano abbasso la mafia con la faccia sorridente. Gasparazzo spera tanto che non facciano la fine di quelli là.
Bene, Gasparazzo adesso è uno che non si fida più dei discorsi delle persone importanti, o che lo potrebbero diventare domani. Ma quella faccenda di cambiare tutto (allora si chiamava la rivoluzione, e adesso chissà), quella lui non se l’è dimenticata. Ogni tanto gli torna in mente all’improvviso, in una fabbrichetta di Catania o al reparto fonderie di Milano. E allora Gasparazzo pensa che ha una gran voglia di fare qualcosa.


Epitaffi

Qui giace Emilio Fede, ma giurando ai coglioni
Che invece è ancora vivo, grazie al gran Berlusconi

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Qui giace Lerner, che censurò Borsellino.
Ora è molto stupito d’aver Fede vicino.

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Qui giace il buon Mentana, ma subito precisa
che “giacer”, nel suo caso, è parola eccessiva:
resta quaggiù o se ne va? Non è deciso

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Qui giace Lino Jannuzzi
gratis

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E qui giace Ferrara, finalmente
sazio e silente.
Terra, d’essergli lieve non curar, se vuoi:
non fu egli lieve a te, e nemmeno a noi.

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Qui giace Feltri, per errore
del becchino e dell’autore.
Questi lo mise coi giornalisti, essendo lui un’altra cosa.
Quegli, l’affossatore, lo seppellì tardi e male,
da farne uno zombie orridamente banale.

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Fui Merlo catanese io che qui giaccio:
il corpo qui, ma l’anima da Ciancio

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Qui giace il giornalismo che fra Villa Serena
e il bar del porto ormai si barcamena
da troppo tempo. Quando va a marchette
nasconde il suo mestiere e il triste andazzo
per tema che sentendolo arrossisca il ragazzo