San Libero – 44

Invenzioni. Ne è stata fatta una importante, l’altra sera, non so se da uno scienziato, da un filosofo o da un programmatore Linux: di certo era urgentissima, e sarebbero bastati ancora pochi anni senza di essa – come poi è stato dimostrato dai fatti – per mandare in malora il mondo. L’invenzione consiste semplicemente in questo: una placida dimostrazione in venti righe, in un linguaggio piano alla Piero Angela ma di una tale evidenza scientifica da essere immediatamente indubitabile, dell’assoluta inesistenza di Dio: di ciascun dio.
Appena ottenuta la formula, agenti motociclisti a sirene spiegate l’hanno portata all’aeroporto. Gli aerei erano già in attesa, con le eliche pronte ad essere avviate. Un’ora più tardi, i primi Canadair hanno cominciato a gennare tonnellate di volantini con la breve dimostrazione, ripetuta in più lingue, a caratteri grassetti. In calce al volantino c’era un disegno a fumetti che illustrava sommariamente ad uso degli analfabeti l’essenziale della formula. Dalle basi dell’Air Force, dalle portaerei inglesi, dagli aeroporti cinesi e indiani, dal Sudafrica, da Aviano e Sigonella, dal Giappone, da tutte le piste del mondo gli aerei partivano verso ogni destinazione. I fogli fluttuavano nell’aria, e venivano presi al volo. Qua una donna ne afferrava uno, si scostava il velo con aria di sfida e lo gettava a degli uomini barbuti e armati di pietre – e gli uomini aprivano le dita e lasciavano cadere le pietre. Là un bambino lo mostrava ridendo a un soldato che già aveva chiuso l’occhio sinistro per prendere la mira – e il soldato leggeva le strane frasi (eppure così chiare) e apriva entrambi gli occhi e guardava con stupefazione il fucile.
Un giorno indimenticabile, il Giorno del Volantino. Stranamente, quasi senza incidenti; c’era sempre qualcuno, nei pochi momenti di tensione, che scrollava le spalle o che rideva. Una strana nostalgia – se la parola è adatta – aveva preso tutti, ma maggiormente coloro che fino a quel momento avevano costruito la loro vita su una qualunque forma di credenza. Così, non destava sorpresa vedere cardinali che invitavano arabi a improbabili cene a base di cuscus e tortellini, militanti islamici che indicavano la via di casa a soldati israeliani sbandati, rabbini col cappello nero e coi ricci che s’accendevano sorridendo una sigaretta canterellando vecchie robe di Broadway, polacchi in là con gli anni che sorridevano d’un sorriso caldo a qualcosa d’assente (“Povero vecchio! Chissà a che pensa”. Lui pensava a una ragazza conosciuta quando faceva l’operaio in Polonia, molte guerre fa. E non si sentiva affatto un povero vecchio, adesso).
Furono pochissimi coloro per i quali la prova scientifica dell’inesistenza del loro Dio (e dire che fino al giorno prima ce n’erano stati tre o quattro, per dire solo di quelli importanti: e, sembra incredibile adesso, la gente si ammazzava per essi) non cambiò granchè nel tran tran ordinario della giornata. A padre Zanotelli, ad esempio, il volantino lo portarono mentre assisteva un bambino in una baraccopoli alla periferia di Nairobi. “Peccato!” sbuffò con impazienza, e si rimise al lavoro. Al mio amico Giobatta lo dissi io, mentre stava bestemmiando come un genovese perchè il cane s’era mangiato una vite. “Guarda che Dio non c’è, l’ha detto ora ora la televisione!”. “E chi se ne fotte! Noi, grazie a dio, sempre atei siamo stati!”.
A sera, quando tutti furono andati a letto, se ne andò a coricarsi anche quello scienziato o quel filosofo, o quel ragazzino programmatore. Spense la luce e, al buio, gli parve di sentire qualcosa. Come se qualcuno gli sorridesse, ma gli sorridesse dentro di lui. Capì d’un lampo. “Ma tu… sei… “. “Ssss… Lascia stare, amico, in questi casi non conviene far nomi. Non conviene a voi, e non conviene a me. Meglio che dormi, adesso”.
E quello s’addormentò tranquillo: come tutto il pianeta, del resto.


Ancona. Il presidente della Confapi marchigiana invita – accogliendo l’esortazione del cardinale Biffi – a non assumere in fabbrica arabi o ebrei.


Firenze. Sciopero al Mc Donald contro i maltrattamenti dei lavoratori. Una ragazza punita con tre ore in piedi sull’attenti davanti alla macchina per timbrare il cartellino. Un ragazzo punito per aver bevuto un bicchier d’acqua senza chiedere permesso. Un altro perchè sorpreso a succhiare caramelle sul lavoro.


Spot. Un gruppo di operai in casco di plastica giallo, un distinto professionista che, capitato chissà come in mezzo a loro, si affretta a munirsi di casco rosso. Voce fuori campo: “La sicurezza è importante!”. E subito dopo: “La sicurezza dei vostri denti”. Difatti è la pubblicità di un dentifricio, trasmessa nel paese europeo col massimo numero di morti ammazzati per mancanza di sicurezza in fabbriche, campagne e cantieri.


Polonia. Cinquantuno per cento a Kwaszniewski (sinistra) , quindici per cento a Kazakiewski (destra) e solo l’uno per cento a Walesa. La verità è che i polacchi il voto lo danno in base a quanto è difficile da pronunciare il nome.


Zagabria. La nazionale di calcio croata protesta contro il nuovo governo democratico, accusato di “alto tradimento” per aver aperto indagini su militari autori di crimini di guerra.


Londra. Distruggere una coltivazione transgenetica, se lo si fa per proteggere una coltivazione adiacente, non è reato.


Mosca. Più di due terzi delle nascite in Russia sono segnate, secondo il servizio sanitario nazionale, da complicazioni. La drastica diminuzione dei parti “normali” viene attribuita al generale declino del livello sanitario negli ultimi dieci anni.


Cronaca. Roma. Un giovane di ventitrè anni, nel quartiere perbene di Prati, si è arrabbiato con la mamma che non l’aveva svegliato a mezzanotte, come le era stato detto chiaramente. Alle due e mezza il giovane, destatosi per conto suo e resosi conto di essre in ritardo alla festa, ha cominciato a inveire contro la madre e alla fine (dopo averle detto tutto ciò che pensava di lei) l’ha buttata giù per le scale. I vicini hanno chiamato il centotredici. Un’ambulanza ha portato la donna all’ospedale (trenta giorni salvo complicazioni) e la bestia al commissariato. I giornali non ne fanno il nume, per tutelare – suppongo – la privacy del tenero virgulto.


Lotta continua. Messina. “Una decina di camionette della polizia per sgomberare un centro sociale in via Terranova 162”. “Lo sgombero del centro, che sorge in un’area di proprietà privata, è cominciato quando nei locali vi erano poco più di dieci persone. Gli agenti hanno dapprima presidiato la zona e poi, verso le 14, hanno fatto allontanare gli occupanti accompagnandoli uno per uno all’uscita”. “Nel tardo pomeriggio, quando la maggior parte dei poliziotti si era allontanata, una quindicina di occupanti sono tornati alla carica, entrando nell’area e tentando di forzare i sigilli che erano stati posti a un capannone che copre un campo di bocce. Nuovo intervento degli agenti che hanno allontanato gli occupanti e posto i sigilli al cancello. Ma gli occupanti non si danno pace e sono intenzionati a continuare nei prossimi giorni la loro lotta per difendere il loro unico punto di ritrovo in un quartiere di 50mila abitanti che fra gli altri problemi, come fa notare il parroco Vittorio Bernardi, conta un morto per droga la settimana… “.
(Nota del redattore: il più giovane degli occupanti ha sessant’anni. Quello che difendevano era un centro sociale per anziani).


Massa Carrara. Si sono uniti in matrimonio il sottotenente di vascello Andrea Faucci e il capitano di corvetta Lucia Rappelli.


Totò. “Sono un uomo di mondo, ho fatto il militare a Cuneo”. Adesso gli fanno un monumento in piazza. A Cuneo.


Louise Michel < oulou@lacomm. hum> wrote:
< La raison tonne en son cratere… >