San Libero – 41

Weimar. A Verona, la settimana scorsa, un professore ebreo è stato aggredito a sprangate sotto casa da tre nazisti sulla trentina al grido di “Haider”. L’aggressione era stata seguita da lettere anonime (“sporco ebreo” ecc. ) e svastiche sui muri di casa. La notizia, nell’immediatezza, è stata relegata dai telegiornali fra le minori; sul Corriere, con l’attacco “Un insegnante di religione di origine ebraica ma cattolico”. L’episodio non è stato seguito da particolari reazioni della società civile, nè a Verona (dove il livello civile non è particolarmente alto: “ebreo” e “negro” allo stadio là sono ingiurie ricorrenti ormai da una decina d’anni) nè altrove.
In serata, un gruppo di studenti della sua scuola s’è recato dal professore per esprimergli solidarietà e soprattutto per offrirsi di restare “di guardia” per qualche giorno dentro casa. È soprattutto quest’ultimo particolare a fare esattamente Anni Trenta: i liceali che si offrono, spaventati sì ma determinati a far qualcosa di persona per “non mollare”; il professore che si schermisce civilmente, le rassicurazioni reciproche, qqualche battuta volutamente disinvolta su argomenti di scuola; e poi i sorrisi sulla porta, i passi dei ragazzi giù per le scale e sul portone (resteranno qualche minuto sul marciapiede, prima di darsi appuntamento al giorno dopo: e l’uomo, che ancora sorride, sente le loro voci allontanarsi a poco a poco). Poi c’è silenzio.
Non c’è una volontà ideologica, credo, dietro il silenzio e la sottovalutazione di questo gravissimo episodio. C’è una rimozione. Ma è esattamente la stessa rimozione degli Anni Trenta. Anche le Sa erano “ragazzi”, all’inizio; anche l’olio di ricino era una “ragazzata”. Se non fosse così, se non di “ragazzate” si trattasse, saremmo obbligati a ragionare in maniera molto scomoda: perchè dentro di noi sappiamo benissimo – lo sa Ciampi, lo sa il governo; lo sa persino la destra, forse – dove il ragionamento ci condurrebbe. A prendere decisioni durissime, le uniche che un’esperienza durissima, iniziata esattamente così, può farci ritenere adeguate.
In questo momento, per esempio, Verona dovrebbe essere pattugliata da soldati: si fece in Sicilia e in Sardegna, in anni recentissimi, per allarmi sociali non maggiori. Il segnale non può essere dato dalla solidarietà, in questi casi, dall’enunciazione di valori; ma dall’ostentazione immediata della forza, e se necessario dal suo uso.
L’ideologia della mafia, in alcuni quartieri di Palermo, ebbe anche una sua base di massa, in alcuni momenti; ad essa lo Stato rispose *anche* mettendo in mostra dei mitra. A Verona, è auspicabile, la percentuale razzista – e dunque complice – della popolazione non sarà superiore a quella che era complice della mafia a Palermo: una minoranza, crediamo, anche se consistente. Questa minoranza va intimidita. Ma se persino fosse, a Palermo o a Verona, il centouno per cento, andrebbe identicamente repressa, con estrema durezza e platealmente. Perchè Palermo e Verona, al di là di tutte le chiacchiere da politici, sono in Italia. E in Italia mafia e nazismo non sono ammessi.


Complementarmente all’azione “militare”, gli antisemiti di Verona avevano sviluppato una serie di precise iniziative per ridurre al silenzio il professor Marsiglia, che si era reso impopolare presso di loro per aver organizzato una visita a Dachau dei suoi ragazzi. Queste iniziative, nell’ordine, sono state le seguenti:
1) alcuni studenti “di buona famiglia” hanno protestato per essere stati costretti a perdere il loro prezioso tempo visitanto un ex lager nazista;
2) i genitori (che vengono indicati come esponenti di famiglie particolarmente autorevoli a Verona) hanno scritto alla Curia per chiedere l’allontanamento di Marsiglia;
3) la Curia ha fatto seguito alla richiesta disponendo (nonostante le proteste di tutti gli altri studenti) il trasferimento del professore;
4) questo è stato possibile perchè, essendo Marsigia insegnante di religione, la sua carriera in Italia sostanzialmente non dipende dal ministero della Pubblica istruzione, ma (ai sensi del Concordato) – dalle autorità religiose.
5) sulla base di questo tutto ciò, è stata sviluppata contro il professore una progressiva campagna d’opinione per permettere di presentare come ovvia e inevitabile la prevedibile aggressione.
Il punto 1) concreta un illecito disciplinare. Gli “studenti di buona famiglia” che non avevano il tempo di seguire le attività scolastiche disposte dal loro insegnante sono stati espulsi con perdita dell’anno o continuano a frequentare, da futura classe dirigente, il liceo-bene di Verona?
I punti 2) e 3) concretano dei reati penali, che la Procura di Verona – se a Verona la legge conta più di vescovi e famiglie-bene – ha il preciso dovere di perseguire.
Il punto 4), che riassume gli altri due, è politico e riguarda l’autonomia effettiva dello Stato italiano. Il Concordato, in questo e in altri episodi, lede tale autonomia.
Il punto 5) è un classico degli anni Trenta. Bossi, come i propagandisti degli Anni Trenta, ha proclamato che in questi casi “è inevitabile” che arrivi una “reazione popolare”. Come a Weimar negli Anni Trenta, non è stato incriminato.


Carriere/ 1. Continuano gli sforzi di stampa e tivvù per interessare almeno un pochino gli italiani alle soporifere vicende di Grande Fratello. La gente purtroppo è molto meno bestia di quanto bisognerebbe che fosse. C’è un unico personaggio interessante nella baracca, e proprio a lui i bischeri programmatori della cazzata non hanno voluto puntare addosso neanche una telecamera. Peccato, perchè sarebbe stato istruttivo vederlo mentre si guarda allo specchio, mentre si cura le unghie, mentre telefona al datore di lavoro, mentre accenna di sì con la testa, mentre fa una cazziata alla segretaria, mentre – la sera – si fa attraversare per qualche istante dagli ultimi due o tre anni della sua vita.
Dico di Fabrizio Rondolino, l’ex communication man (si dice così?) di D’Alema che adeso è l’uomo di Berlusconi per Grande Fratello. Ogni tanto se ne sente qualcosa su argomenti “nobili” (“La sinistra? Era un ente inutile”, “Berlusconi? No, non voterò per Berlusconi ma per Rutelli”) ma a me interesserebbe vederlo nei momenti comuni e non politici, quando – abbassata la guardia – resta un attimo solo con se stesso.


Carriere/ 2. Enzo Mattina, ex segretario dei metalmeccanici Uilm, adesso è amministratore delegato di Quanta Energia Lavoro, un’azienda (il nome è in neolingua) che si occupa di vendere ragazze e ragazzi, sotto la dicitura di “lavoratori interinali”.
Un’altra azienda analoga (in concorrenza con la prima) è stata fondata recentemente, in società con un altro imprenditore, dall’ex segretario della Cgil Lombardia Dino Cova. Si chiama E-Work International e la sua “mission” è di effettuare le vendite (sempre di lavoratori interinali) direttamente sull’internet. Il leader dei vegetariani ha aperto una macelleria, e la badessa di Sant’Emerenziana un casino.


Carriere/ 3. “Mediocre et rampant, on va partout”.


Promemoria. Nel giro di un anno, secondo l’Istat, l’occupazione è diminuita del 2, 3 per cento. Contemporaneamente, le ore di straordinario dei lavoratori già occupati sono aumentate dell’uno per cento.


Regolamentazioni. Allo studio una legge per la regolamentazione del lobbing, che sarebbe la promozione in sede politica di singoli, e danarosi, interessi aziendali. Un’idea potrebbe essere quella di istituire degli appositi quartieri a luci verdi, dove i lobbisti e i loro clienti potrebbero tranquillamente appartarsi in condizioni di igiene e sicurezza.


Trinariciuti. “Primo premio, viaggio di due giorni a Mosca. Secondo premio, viaggio di una settimana a Mosca… “. I tempi sono cambiati, e adesso il mitico concorso di tesseramento fra gli attivisti lo fa Forza Italia: primo premio gita ad Arcore e colazione col Cavaliere, secondo premio gita ad Arcore e una giornata intera insieme con Berlusconi. (I tempi sono cambiati parecchio, però, e adesso per i tesseratori più produttivi, oltre al viaggio nella Patria del Societarismo, c’è anche la percentuale in contanti sui soldi delle tessere vendute).


Roma. In occasione della ricorrenza civile e religiosa del Venti Settembre, Sua Santità si è compiaciuta di insignire delle insegne di Cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano S. E. il principe Gian Maria Frescobaldi, Gentiluomo di Camera di S. S. , il Presidente del Circolo Culturale Lepanto marchese Ottavio del Grillo, il presidente del Regno d’Italia S. E. Carlo Azeglio Ciampi, l’Ambasciatore del Paranà don Manuel de Pastrufazio y Toboso e il generale Carmine Crocco d’Altamura inviato personale presso la Santa Sede di S. M. il Re delle Due Sicilie.


Roma. Sono terminati i lavori di ristrutturazione e riqualificazione di piazza del Parlamento, liberata definitivamente dalle auto dei parlamentari che ingombravano la zona. Il programma prevede adesso – a quanto ci par di capire – una ristrutturazione ulteriore con l’eliminazione, nel giro di una decina di mesi, dell’ingombro rappresentato dagli stessi parlamentari; lo spazio occupato dai quali sarà più proficuamente destinato alla costruzione di un nuovo supermercato di Berlusconi.


Rutelli. Preparativi per la cerimonia d’incoronazione a ottobre. Rutelli arriverà a san Pietro in carrozza di Stato a sei cavalli; la cerimonia sarà officiata dal cardinal Ruini, con Veltroni nella parte della regina madre e la Barbara Palombelli in quella della principessa Diana.
Lo staff del neoeletto (da chi?) pretendente al trono ha intanto già cominciato a preparare i manifesti elettorali. Il primo rappresenta Rutelli in vespa con Audrey Hebpurn che gli si stringe alle spalle, sullo sfondo del Colosseo: “Vacanze romane”. Il secondo, Rutelli che si sbraccia a dirigere il traffico, con casco moto Guzzi e occhialoni, sempre sullo sfondo del Colosseo: “Il vigile”. Il terzo, Rutelli martire cristiano nell’arena, stavolta dentro il Colosseo: “Quo Vadis” (= “ma andò vai?”).


Salò. Nessuna novità nelle indagini della Guardia Padana sul grave episodio di pedofilia avvenuto la scorsa settimana in una zona di campagna isolata, alle sorgenti del fiume Po, dove un bambino di dieci anni è stato avvicinato da un individuo che a quanto pare ha cercato di convincerlo a “venire con me a Venezia a portare l’acqua del fiume”. L’uomo è poi fuggito all’approssimarsi di una pattuglia della Guardia Padana al comando del milite scelto Marcovaldo Anzolin. L’abbiamo intervistato per voi. “Mah, eravamo el Gaita el Rodeulf e poi mi, servissio de ronda comandada contro i sbarchi de clandestin, ale volte che i podaria risalir l’Eridano in gomon, all’improviso si vede questo putelo che chianze e quest’omm tuto esaltado… “. “Cosa diceva?”. “No se sentiva ben per via della distansa, capisse, ma l’era veramente rabiado… Brutt, confusional, negher de capei… el sarà staa un marochin certamente. Mi, come caporal, son corso avanti e ho gridà: altolà-chivalà-guardiapadà! Ostia… el se mete a scapar, fiol d’un can, e chi el ciapa è bravo… “. Grazie Anzolin, a voi studio.


Devolution. Il presidente della Regione Basilicata – in relazione alla recente scoperta di idrocarburi in Val d’Agri – ha annunciato la possibile prossima adesione della Basilicata all’Opec, il cartello internazionale degli Stati produttori di petrolio.


Minima moralia. Berlusconi: “Gli italiani preferiscono chi i soldi ce li ha già”. Ah: adesso non è più solo il potere, a logorare chi non ce l’ha.


Acta martyrum. L’onorevole Giovannardi, del Ccd, ha presentato un’interpellanza per denunciare che la regione Emilia Romagna, in mano ai communisti, neanche quest’anno vuol concedere vacanza nelle scuole agli studenti e insegnanti cattolici per il giovedì santo.


Milano. Sensazionale esperimento, all’Istituto San Raffaele, dei professori Vescovi e Cossu i quali, estrapolando delle cellule cerebrali staminali da topi di laboratorio, hanno dimostrato che in determinate condizioni esse possono dar luogo allo sviluppo di tessuti muscolari. (Veramente, questo della trasformazione del cervello in muscolo è un fenomeno che io avevo avuto modo di osservare più d’una volta già prima, e senza bisogno di laboratori).


Sassuolo. Carabinieri richiamati all’ordine dal superiore (il Generale Ottavio Fugano) perchè, nel correre a sventare una rapina, s’erano dimenticati di mettersi il berretto come da regolamento.


Cuore. Appena l’ultimo acuto s’è spento, la ragazzina è balzata sul palco e, timidamente, ha offerto in dono alla famosa soprano l’unico bene che possiede, un piccolo anellino d’argento. L’artista lo guarda commossa, si cava un prezioso anello dall’anulare e sorridendo regalmente lo porge alla ragazzina. Pianti, applausi e commozione generale. Ma chi cazzo le inventa delle notizie così? (La soprano, era Monserrat Caballè).


Dossier dell’esercito statunitense sul comportamento dei soldati Usa durante la guerra del Kosovo. In due unità scelte, l’82ma divisione avioportata e il 504mo reggimento paracadutisti, si sarebbero verificati numerosi episodi di violenze d’ogni genere contro i civili kosovari, per la protezione dei quali i militari erano stati viceversa mandati a combattere. Gli analisti americani – il cui rapporto è stato regolarmente diffuso all’opinione pubblica – indicano in alcuni aspetti dei più recenti sistemi d’addestramento le radici di questa carica di violenza indifferenziata.


Washington. La Cia ha ammesso ufficialmente di aver partecipato alla preparazione del golpe che rovesciò in Cile nel 1973 il governo, regolarmente eletto, di Salvador Allende e dette luogo a una durissima dittatura militare. I servizi statunitensi hanno ammesso in particolare di avere organizzato l’agguato in cui fu ucciso, negli Stati Uniti, il generale Renè Schneider, che aveva dichiarato la propria intenzione di difendere il governo legale di Allende.


Roma. Scarcerato e rilasciato da un giudice italiano, per sopravvenuta prescrizione del reato, l’ex ufficiale argentino Jorge Olivera. L’uomo, uno dei più feroci torturatori negli anni della dittatura miitare, era stato arrestato a Fiumicimo su richiesta della magistratura francese per aver causato nel dicembre 76 la scomparsa della cittadina francese Marianna Erize. Il giudice italiano (su cui si si suppone verrà aperta un’inchiesta del Csm) è stato falso in inganno da un falso documento presentato dai legali dell’argentino.


Cronaca. Una ragazza di venticinque anni, Sabrina B., si è uccisa lanciandosi dalla finestra della sua camera al sesto piano poco dopo essere stata licenziata dal negozio dove lavorava come commessa.


Cronaca. Un bambino di cinque anni è morto a Lamezia Terme travolto mentre stava giocando dal diretto Lamezia-Catanzaro. Il bambino viveva in un campo zingari, che, dopo molto polemiche, era stato costruito a ridosso della ferrovia perchè “nessun quartiere vuole ospitare gli zingari”, come ha denunciato il sindaco del paese.


Il mare col secchio. Secondo MediaMatrix, Napster viene ormai usato almeno dal sei per cento dei navigatori Usa. In sei mesi la sua diffusione è cresciuto di quasi il quattrocento per cento, nonostante il tentativo di chiusura del sito e la megamulta inflitta a favore delle major.


gianluca@pluto.linux.it wrote:

< Ho letto il tuo articolo sul problema di sicurezza del Pgp che hai pubblicato sul numero del 14 Settembre. Sinceramente sono rimasto un po’ deluso dal fatto che non hai neanche accennato all’esistenza di GnuPG, un programma che rimpiazza il Pgp, sviluppato seguendo la metodologia OpenSource e che, soprattutto, non soffre di quella debolezza. >
* * *
Caro Gianluca, hai ragione. GnuPG, il Pgp di Linux, non è toccato dai problemi del Pgp “commerciale”. Più generale, la filosofia di Linux (programmazione estremamente accurada ed “aperta”, distribuzione gratuita, rispetto per gli utenti) crea un mondo completamente diverso da quello windowiano, che vorrebbero farci credere essere l’unico e il solo. A mia discolpa, posso solo dire che: primo, il mondo Windows, per quanto Linux avanzi, è tuttora il più diffuso (grazie alla pubblicità, alle politiche commerciali ecc.) fra gli internettari comuni; secondo, io personalmente sono culturalmente abbastanza arretrato su queste faccende. Per me, istintivamente, l’alternativa a windows (e a tutto ciò che gli sta attorno) è ancora il mondo macintosh, perché io tecnologicamente mi sono formato che erano ancora gli anni Ottanta e allora il vecchio Mac era ancora giovane e pimpante. Perciò siete voi ragazzi che dovete spiegarmi come vanno le cose oggigiorno, non io a voi. (A me, per esempio, istintivamente, verrebbe ancora da ragionare in termini di sindacati e partiti, per quanto ciò sia ormai obsoleto. Faccio una fatica del diavolo per studiare Seattle).

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I dirigenti della Lega delle cooperative in Sicilia incriminati per rapporti con i mafiosi. Vale per loro, come per tutti gli altri, la presunzione d’innocenza, specie per quelli che non sono stati incriminati ma semplicemente raggiunti da avvisi di garanzia. Per i politici coinvolti – Gianni Parisi in particolare – io mi auguro che l’innocenza sia dimostrata al di là di ogni dubbio, perchè sarebbe molto grave che un segretario del Pci siciliano possa avere avuto a che fare con mafiosi.
In ogni caso è già gravissimo, e disonorante, che ipotesi di collusione con mafiosi possano essere seriamente avanzate, nei confronti di gente che s’è fatta chiamare “compagno”, da magistrati seri e onesti come quelli di Palermo.
Al di là del caso attuale e a prescindere dai casi di vero e proprio reato, io sono assolutamente convinto che per molti anni molti dirigenti della Lega delle Cooperative in Sicilia (ma con la complicità e l’avallo di dirigenti nazionali) abbiano fatto carne di porco degli ideali e delle lotte per cui decine e decine di militanti antimafiosi (in massima parte comunisti) sono morti in Sicilia.
Quindici anni fa, eravamo noi dei Siciliani, del Coordinamento Antimafia e del Centro Impastato a denunciare le collusioni fra alcune cooperative e gli imprenditori mafiosi; non molti, nella sinistra perbene, ci stavano ad ascoltare. Io personalmente ricordo ancora un incontro di Carmine Mancuso ed Angela Locanto (dirigenti del Coordinamento Antimafia, e comunisti) con uno dei massimi dirigenti nazionali del Pc: li vedo mentre spiegavano puntigliosamente le alleanze e gli affari, e vedo il viso perbene e incredulo del “continentale” mentre prendeva appunti e prometteva “provvederemo”.
Ricordo le promesse di solidarietà della Lega delle Cooperative al mio giornale, I Siciliani (che formalmente faceva parte, come cooperativa di giornalisti, della Lega); noi impegnavamo le nostre vite e le nostre povere proprietà, lavorando gratis, per fare uscire il giornale e loro, nel frattempo, facevano alleanze e accordi con gli imprenditori collusi. Non credo che abbiano commesso reati formali, i dirigenti della Ravennate, in quegli anni; di certo, facevano gli appalti coi cavalieri catanesi. Lanfranco Turci, oggi dirigente politico e allora presidente nazionale della Lega, ha ancora le mie lettere di quegli anni, a cui rispondeva col “niente sacciu” e col “prendetevela coi compagni siciliani”.
Allora, a questi grandi politici siciliani e romani (passando per Ravenna e per Bologna) sembrava sana politica “badare al sodo”, non farsi invischiare – con che guadagno? – nelle battaglie di quattro giovani esaltati. Ora che si tirano le somme, risulta che i giovani esaltati, con la loro battaglia “utopistica” e maleducata, erano andati vicinissimo a conquistare la maggioranza in Sicilia; i notabili del “sano realismo”, dopo avere perduto da incompetenti tutte le battaglie possibili, dopo essersi impantanati nelle alleanze più suicide e nelle paludi più vischiose, dopo aver gettato via a pezzi, un anno dopo l’altro, un consenso elettoralo e una base organizzata che c’erano volute tre generazioni per mettere insieme, alla fine hanno lasciato che i mascalzoni disonorassero, grazie alla loro futilità e trascuratezza, le nostre stesse bandiere e il nostro nome.
Sarà difficile dappertutto, ricostruire una sinistra degna di questo nome. Ma in nessun posto sarà così difficile, e così degno d’elogio, farlo come lo sarà in Sicilia.


Catullo valrs@liber.rm > wrote: < Viviamo, Lesbia, e amiamoci e i sussurri
pettegoli dei vecchi brontoloni
non curiamoli un soldo. Cade il sole
e ritorna di nuovo: ma noi, quando
il nostro breve lume sarà spento,
noi attende una perpetua, unica notte.
Ma dammi mille baci, ed altri cento,
ed altri cento ed altri mille ancora:
e dopo tanti e tanti e tanti baci
dimentichiamo il numero per sempre
– che nessuno malevolo c’invidi
sapendo tanti baci fra di noi. >