San Libero – 302

19 settembre 2005 n. 302

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Informazione 1. Domenico Stimolo, per gli amici “Micio”, non è candidato alle primarie e neanche alle secondarie. E’ semplicemente uno di quei cento o duecento militanti “storici” della società civile siciliana, quelli che ti trovi sempre in azione quando c’è da fare qualcosa e senza i quali potremmo chiudere bottega tutti quanti. E quindi, quando ha saputo della faccenda di Marco Benanti, non c’è stato a pensarci su tanto ma subito ha fatto un appello e ha cominciato a diffonderlo – per solidarietà – fra quelli che conosceva.

L’appello comincia così: “Solidarietà e sostegno a Marco Benanti, giornalista-operaio catanese, estromesso dal suo posto di lavoro a Sigonella”. E finisce così: “Richiediamo il rispetto delle violate leggi italiane, il ripristino della legalità democratica e l’immediata riassunzione di Marco Benanti. Lo impone l’articolo 21 della Costituzione Italiana (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”) e l’art. 1 della Legge n.300 Statuto dei Lavoratori: “I lavoratori, senza distinzione di opinione politiche, sindacale e di fede religiosa, hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”.

Tutto qui. Ma la Costituzione e lo Statuto dei lavoratori, a quanto pare, se li ricordano ormai solo i militanti di base come Stimolo. I grandi politici – i politici nostri – hanno altro a cui pensare. Benanti, un giornalista disoccupato perché non protetto da nessuno, è stato licenziato dal suo ultimo posto di lavoro – un posto di scaricatore a Sigonella perché – a quanto ha formalmente dichiarato l’azienza – ha scritto articoli pacifisti su un sito. Nessuno l’ha difeso. Soru, in Sardegna, ha scatenato casini terribili per molto meno. Ma siamo in Sicilia. E questa è la Sicilia. E questa è la questione morale.

L’elenco dei “personaggi importanti” che hanno manifestato, se non solidarietà, almeno curiosità per questa storia è molto breve, e consta fino a questo momento di quattro nomi: Giulietto Chiesa, Maurizio Chierici, Franco Nicastro ed Enrico Deaglio. Ad essi va aggiunta l’onorevole Elettra Deiana, di Rifondazione, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare sul caso. L’interrogazione contiene diverse importantissime critiche alla politica internazionale degli Stati Uniti, di cui certo Bush non mancherà di far tesoro. Ma del caso specifico e “piccolo” di Benanti, sui nomi e cognomi insomma, nel testo che ci è pervenuto non c’è traccia.

Tralascio, per malinconia e per pudore, di fare ancora una volta l’elenco di coloro che per ragioni d’ufficio, e d’ideologie professate, avrebbero dovuto pubblicamente schierarsi su questo caso. Sindacalisti, politici, parlamentari italiani ed europei. Della maggior parte di costoro – che hanno contribuito così a licenziare Benanti – io non ho una cattiva opinione sul piano personale. Ciascuno di loro, in passato, ha fatto qualcosa di generoso: chi ha lottato per l’antimafia, chi ha fatto inchieste per l’Ora, chi ha fondato associazioni di giornalisti contestatori. Questo però l’hano fatto quando erano ancora poveri e sconosciuti, e non erano stati ancora assunti fra i Vip. E ci fermiamo qui, lasciando il resto del ragionamento al lettore.

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Tornando alle primarie, non voteremo per Stimolo – che nessuno pensa neanche lontanamente a candidare – bensì per il democristiano D’Antoni oppure, se proprio ci andrà bene, per l’Amaro Averna: che i diessini, considerando troppo poco compagno il D’Antoni, intendono presentare come rappresentante della sinistra. Che cosa ci sia di sinistra nell’Averna, dio lo sa; però è un imprenditore e questo, per il Ds d’oggigiorno, risolve tutto.

In Sicilia, naturalmente, grazie a questo modo di ragionare perderemo di nuovo catastroficamente le elezioni. Sul piano nazionale invece – grazie a Berlusconi – le vinceremo. Quel che verrà dopo – per quanto riguarda l’informazione – si comincia a intravvedere da una serie di segnali precisi di cui l’isolamento di Benanti è solo uno. Altri sono l’adozione di Diaco da parte del Ds, l’inciucio Petruccioli e le dichiarazioni di Curzi al Corriere (“Vespa è bravo e garantisce una certa equidistanza”). Naturalmente, la sinistra non è tutta qui. Però, chi è di sinistra davvero, è meglio che si dia una mossa ora, ché dopo potrebbe essere tardi.

Info: dostimolo@tiscali.it

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Informazione 2. Anche questa settimana hanno avuto luogo diverse riunioni cittadine (la principale a Palermo con Addiopizzo, Libera ed altre organizzazioni della società civile) per costruire la rete di reporter di strada che si sta costituendo attorno ad Arcoiris. I motivi per cui stiamo portando avanti questa operazione sono tanti, gli obiettivi e le tecniche sono pure numerosi (e li affronteremo nel seminario di Modena del 24 e 25), ma la ragione fondamentale è che non ci fidiamo più dell’informazione ufficiale e pensiamo che sia tempo di pensare concretamente a costruirne, gradatamente ma con decisione, una alternativa.

Non pensiamo alla solita “controinformazione” di nicchia ma a un circuito composto da più soggetti e operante su diversi media, immerso nella società civile ma prestigioso sul piano professionale, secondo le vecchie esperienze di Avvenimenti o dei Siciliani. Questo pone problemi grandissimi di professionalità, di tecnologia e di organizzazione e anche “aziendali”; ma qui pensiamo che, gradino dopo gradino, con pazienza e serietà i problemi si possano affrontare tutti.

Bookmark: www.arcoiris.tv
Info: riccardoorioles@gmail.com

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Tempi a venire. Il Pentagono ha allo studio – secondo un documento del generale Richard Myers, pervenuto il N.Y. Times – un aggiornamento della dottrina del “first strike”, o primo colpo atomico. Secondo la dottrina tradizionale, risalente alla Guerra fredda, un attacco nucleare preventivo sarebbe stato giustificabile solo in caso di estrema necessità e urgenza e di fronte a un attacco avversario praticamente già in corso. Secondo la nuova teoria, invece, l’uso di armi nucleari contro uno “stato canaglia” sarebbe possibile anche in caso di fondato sospetto della presenza di armi di sterminio nel suo territorio. Nel 1966, in altre parole, per scatenare una guerra nucleare c’era bisogno del Dottor Stranamore. Nel 2006, invece, basterà un rapporto dei servizi segreti (“Saddam ha le armi di sterminio!”) per procedere senz’altro all’operazione Hiroshima.

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Palestina-Israele. La nuova fase comincia con un incendio di sinagoghe. Va bene: sconsacrate, esca di Sharon, rabbia dell’occupazione; tutto vero. Resta che la gente, spontaneamente, non ha trovato di meglio per manifestare i propri sentimenti di liberazione. Non sarebbe successo vent’anni fa, nè con Arafat; l’antisemitismo, allora, era una malattia europea e la lotta per la liberazione della Palestina era, per l’appunto, una lotta di liberazione. Non uno “scontro di civiltà” nè una crociata religiosa.
Di chi è la colpa, adesso? Di Pera, di Hamas, di Sharon, di Bin Laden, della Fallaci? Chi ha cominciato per primo, fra i politici del passato tempo civile, a “buttarla in religione” per accaparrarsi fanatici a basso prezzo? Adesso, alla porta bussano di nuovo gli Anni Trenta.

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Skyline. A Barcellona, inaugurata dal re la Torre Agbar, nuova sede di Aguas de Barcelona (la società idrica della città) di Caixa, il maggior gruppo bancario catalano. Presenti il presidente della Catalogna e il sindaco, entrambi socialisti. La torre – cilindrica a pianta ovoidale, 142 metri di altezza, 31 piani, 440 finestre e 60000 lamine di vetro trasparenti illuminate – è costata 130 milioni di euro. A molti ricorda una grande supposta fosforescente.
“E’ il loro modello di città – commenta un attivista di Architetti senza frontiere – Amministratori e imprenditori si celebrano attraverso edifici imponenti e vistosi, realizzati dalle grandi firme dell’architettura-spettacolo. Di solito, a opporsi sono piccoli gruppi, soprattutto nel centro storico; collettivi informali, con pochi mezzi, ma combattivi e radicati”. L’ultima iniziativa del coordinamento contro la speculazione, con l’aiuto di Asf, è una serie di cartoline che illustrano i punti della città dove è in corso un conflitto tra istituzioni e abitanti, da compilare e spedire al sindaco. [luca rossomando]

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Privacy. Tutelarla? Non sono affari miei, dice l’Europa. Nel giugno 2004 la polizia sequestrò le chiavi di crittografia della posta di circa 5000 utenti e 500 mail-list di autistici.org e inventati.org., i cui messaggi riservati divennero da quel momento – al’insaputa di chi li inviava – cartoline aperte. Pochi giorni fa Viviane Reding, il commissario europeo per le questioni relative alla societa’ dell’informazione, ha risposto ad una interrogazione di Vittorio Agnoletto affermando che queste faccende non rientrano nelle materie regolamentate dal trattato dell’Unione in quanto “attinenti la pubblica sicurezza. Per cui basta osservare i siti che fanno attività sgradite, aspettare che dicano qualcosa di sbagliato, trovare un pretesto giudiziario più o meno attinente alla pubblica sicurezza e finalmente possiamo controllare le email di chi ci pare, facendoci beffe della Costituzione che tutela la riservatezza della corrispondenza. [carlo gubitosa]

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Solidarios. “Sono passati esattamente dieci anni da quando, era il 23 settembre 1995, un gruppo di ragazzi insieme ad alcune famiglie del povero quartiere di Librino a Catania recuperavano una bottega incendiata per destinarla ad attività autogestite di natura sociale. Apriva così il Centro Iqbal Masih, dedicato alla memoria di un giovane lavoratore che aveva appena pagato con la vita il proprio desiderio di sognare una vita più dignitosa non soltanto per se stesso ma per tutte le persone vittime di sfruttamento e di ingiustizia. Il 23 settembre 2005 festeggeremo in viale Moncada 5, dove si trova il Centro. Vi invitiamo ad esserci, dalle 19 fino a mezzanotte…”.
Info: iqbalmasih@tiscali.it

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liardom@tin.it wrote:
< Sono rimasto perplesso leggendo sulla Catena la solita storia dei Suv che creano l’effetto serra. Io ne ho uno che uso per lavoro (geometra, vado in giro per cantieri e trazzere varie) e, dalle tabelle dei valori di emissioni, sono in regola con la legge più di un possessore di una vecchia e poetica “127. Posso capire che, ad esempio, un ragazzino di 22 anni, studente e sfaccendato alla guida di un fuoristrada in centro possa far pensare ad un uso improprio e spropositato del mezzo, ma con questo non possiamo criminalizzare una categoria di mezzi utili ad altri utenti! Dato che sei tra i pochi a scrivere senza essere foraggiato da lobby o potentati vari, perchè non ne approfittiamo per sputtanare chi inquina davvero, fornendo i dati corretti delle emissioni di tutti i dispositivi in circolazione? >

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Vella2 wrote:
< Ti prego, lascia stare notizie come quella su chi dovrebbe stampare moneta. Non sta nè in cielo nè in terra!! Qualsiasi studente di economia la prenderebbe per una barzelletta (o una dichiarazione di Maroni) >

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Nat wrote:
< Perchè insieme alle riflessioni intelligenti e acute come sempre, anche lei stavolta mi casca “ai piedi” di Tonga? Ma le sembrava una notizia così importante? A livello delle altre? Ne valeva la pena? Ma come c… funziona l’informazione? C’è qualcosa che non capisco… mi sembra a volte una catena di santantonio, non di san libero…>

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Giancarlo wrote:
< Lui non si fermerà davanti a niente pur di continuare a rimanere al governo, soprattutto perché teme di essere chiamato a pagare per quanto fatto anche da imprenditore. Perciò aspettiamoci veramente il peggio, anche un golpe alla cilena. Bisognerebbe organizzare manifestazioni per dire “noi siamo e saremo qui a difendere le regole democratiche contro chiunque” >

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Daniela wrote:
< Ho letto i giornali e ho avuto un sussulto… Anch’io ho pensato la stessa cosa del pericolo che corriamo tutti e adesso ho capito anche le parole del mio capo (nel lavoro) “può succedere di tutto”…. Il Nano Malefico non mollerà tanto facilmente l’osso >

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saxfi@tiscali.it wrote:
< “humana ante oculos foede cum vita iaceret
in terris oppressa gravi sub religione
quae caput a caeli regionibus ostendebat…
(lucrezio,de rerum natura, I) >

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Sandro wrote:
< “Non possiamo piu’ tacere sulle leggi vergogna, fatte per tutelare gli interessi di qualcuno, sugli investimenti per il Ponte sullo Stretto quando non ci sono le condizioni, sul diminuito senso di legalita’ in questo paese, sulle scorciatoie. Tutti dichiarano di combattere le mafie, ma poi queste dilagano e prosperano, perche’ c’e’ un gran dire e poco fare”. l’ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera alla presentazione della Carovana internazionale Antimafie parte il 20 settembre. “Questa – ha scandito Ciotti – e’ una carovana di speranza, ma anche una carovana della vergogna e della rabbia. Negli ultimi 10 anni ci sono stati 2.500 morti per mafia, come le Torri Gemelle, ma nessuno ne parla”. Ma perchè ‘ste cose deve dirle un sacerdote e non un segretario di partito o almeno un candidato alle primarie? >

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pino nicotri wrote:
< “Che devo fare?”. Pubblicare tutto, ovviamente. Per avere la schiena dritta a volte c’è da pagare un prezzo, magari salato. Sempre meglio che fare i servi >

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grayburst wrote:
< C’è una specie di qualunquismo esistenziale, nell’amicizia, nell’amore, nei rapporti, che mi sembra peggiorato nell’ultimissimo periodo. Non so se è perché sto invecchiando, o perché tutto sommato non sto invecchiando proprio per niente >

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Trilussa (by f.mantero@libero.it) wrote:

< “Che succede laggiù? fanno li giochi? –
chiedeva er Pettirosso a la Beccaccia
– E’ tanta ormai la gente che va a caccia
che daje e daje resteremo in pochi”.

“Embè, che ce voi fà? Nun c’è riparo!
– rispose la Beccaccia – Capirai,
oggi de schioppi ce ne stanno assai
e c’è un fottio de porvere da sparo.

Bisogna pazzientà fin’ar momento
che quarche legge non distinguerà
chi ce fucila pe necessità
da chi ci ammazza pe’ divertimento”. >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)