San Libero – 134

Tg2. “Lo volete voiii?”. “Siiiiiiì!”. Sentite? È l’entusiastica ovazione che ha accolto le parole con cui il Capo del Governo ha annunciato ieri, di fronte a una folla oceanica raccolta nell’indefettibile scenario di Piazza Venezia, i provvedimenti testè approvati dal Governo per vieppiù avvicinare alle masse l’opera del Regime. “Andare verso il poppolo – aveva dichiarato il Capo – è l’imperativo dell’ora”. Ed Egli ha mantenuto la promessa.
Ma bando alle emozioni, giustificabili certo nell’ansito categorico del momento, e lasciate che il vostro cronista riprenda fiato un momento per descrivere quali sono in dettaglio le numerosissime provvidenze decretate da quello che formalmente possiamo ancora definire un Governo ma che in realtà è indissolubilmente contenuto nel Genio di Colui che ha sollevato la Patria dal communismo e immarcescibilmente la guida verso un Destino Immortale.
Dunque: ogni lavoratore italiano, d’ora in avanti, lavorerà di meno. Pagherà meno tasse, specie se è povero e disperato, e in alcuni casi particolari – qualora cioè dia lavoro ad altri lavoratori nazionali – non ne pagherà per niente. Dentiere verranno distribuite gratis a tutti i vecchietti, martelli ai contadini e falci agli operai. Tutte le donne nubili di età superiore ai cinquant’anni riceveranno un marito. Tutte le Giovani Italiane regolarmente iscritte al Partito verranno chiamate un sabato ogni due settimane a fare le veline.
Provvedimenti speciali verranno presi per le famiglie numerose (quelle di curdi verranno annegate) e per le masse rurali, alle quali verranno distribuite le nuove sementi modificate che permettono di far nascere indifferentemente pomodori o conigli. Molotov ai poliziotti, per meglio affrontare i pacifisti. Cappucci ai fratelli, bavagli ai giornalisti, lupare nuove ai mafiosi. Industrie alla confindustria, sindaci ai sindacati che avranno dimostrato di lavorare patriotticamente per la riconciliazione nazionale. Corde agli investigatori dilettanti che indagano sui delitti eccellenti. Licenze-premio ai magistrati che avranno già fatto un anno di Capo Marrargiu e non avranno dato adito a lamentele nel frattempo. Ruolo dell’Italia nel mondo, difesa della Civiltà Cattolica, Nizza e Savoia. E vinceremo!
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Nella tarda serata, S.E. il Capo del Governo, Ministro degli Esteri, Maresciallo d’Italia, Responsabile dei Servizi, Comandante Supremo delle FF.AA., sottosegretario alla Cultura ad interim, si è compiaciuto di volere benignamente rilasciarci un’intervista della quale riportiamo qui i passi essenziali.
– Capo, le opposizioni insinuano viscidamente che tutto ciò servirebbe ad allontanare l’attenzione dai retroscena del delitto Matteotti…
“Nelle prossime ore la situazione sarà chiarita su tutta la linea”.
– Capo, dicono che le Vostre accuse a Cofferati e ai giudici potrebbero indurre qualche esaltato a…
“Chi tocca il regime avrà del piombo!”.
– Capo, i parlamentari di sinistra hanno duramente protestato in Parlamento…
“Avrei potuto fare di quell’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Avrei potuto: ma non ho voluto, almeno per il momento!”.
– Capo, la gente si chiede che cosa succederà adesso, con tutti i ministri che si sono dimessi, lo scandalo delle scorte, la Fiat che va a ramengo e i prezzi che in realtà aumentano continuamente…
“Noi tireremo diritto!”.

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Manicomio 1. Sarà una perizia psichiatrica a decidere sul drammatico caso di Imperia, dove un ministro ha improvvisamente e senza alcuna spiegazione buttato a mare le vittime del terrorismo che erano state affidate alle sue cure. Il caso ha destato sensazione nella piccola comunità dei vicini di ministero che giorno dopo giorno avevano vissuto al suo fianco senza accorgersi del dramma che l’uomo maturava dentro di sè.
“Sembrava una persona normale”, “Un politico come tanti”, “Non aveva fatto sospettare nulla”. Solo un sottosegretario racconta, sotto la garanzia dell’anonimato, che pochi mesi prima del drammatico gesto l’uomo aveva manifestato l’intenzione di sparare su un assembramento di dimostranti. “Ma come si faceva a pensare che parlasse sul serio? L’abbiamo presa tutti per una barzelletta”.
Fin qui, la versione ufficiale. Abbottonatissimi, come abbiamo visto, i membri del ministero di montagna fra cui è maturata la vicenda (solo il sindaco ha rilasciato una breve dichiarazione per dire che comunque i communisti sono peggio). Ma è proprio sicuro che nessuno sospettava niente? Abbiamo intervistato il professor De Gubernatis, al quale il tribunale ha affidato il delicato compito di accertare in via preliminare la capacità di intendere e di volere dell’imputato.
“È indubbio che le influenze dell’ambiente circostante – ci ha detto l’illustre cattedratico – non possono essere considerate ininfluenti, specie in presenza di una personalità certamente debole quale era quella dell’individuo in questione. Dall’anamnesi sono infatti emersi diversi casi significativi, tali da autorizzare il dubbio che il soggetto abbia agito come ha agito al fine di adeguarsi alle pulsioni che gli giungevano dal contesto”.
Il professore consulta un dossier: “Ecco, guardi qua. Un viceministro di polizia cacciato perchè difende i mafiosi in tribunale. Un ministro degli esteri che se ne scappa gridando che vogliono restaurare il Lombardo-Veneto. Un giudice costituzionale che dice che Falcone era una bestia. Un sottosegretario alla cultura che perde il posto perchè andava a fare marchette in orario di lavoro. Insomma, lei converrà che se il contesto era questo non possono essere escluse delle patogenie ambientali”.
Ma professore, questo significa che l’incapacità di volere…
“Mi scusi, su questo non posso rispondere. C’è un’inchiesta in corso”.
Bene, qui è tutto da Imperia. Il vuoto lasciato dal ministro S. resta – assicurano i colleghi – immenso e difficilmente potrà essere colmato dal suo pur benemerito successore, un democristiano sardo con l’hobby dell’uniformologia e delle collezioni di soldatini che inizia adesso la sua carriera come ministro dell’interno.

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Manicomio 2. Va bene, una buona occasione per mettere sotto tiro Cofferati, che è vincente e va pure fermato in qualche modo. A pensarci bene, però, il bersaglio vero non era il leader della Cgil, bensì Casini: il quale, guarda caso, era diventato sempre più negli ultimi mesi il punto di riferimento dei malpancisti della maggioranza e in diverse occasioni era apparso abbastanza compiaciuto di questo ruolo. Che in un futuro poteva anche un ruolo politico vero e proprio: non è detto che il successore di Berlusconi sia Berlusconi e il povero Fini (che sta a Berlusconi come Martelli stava a Craxi e Ciano a Mussolini) ha un grave handicap: non è democristiano. Mentre Casini sì.
Un concorrente pericoloso, dunque, da eliminare prima che prenda troppo piede. In altri tempi, la tecnica di eliminazione era più sommaria: accusa di trotskismo, Siberia e fucilazione. Adesso s’è fatta più raffinata, anche perchè quando si hanno tre o quattro servizi segreti a disposizione (più sei tv e una dozzina di giornali) non c’è bisogno di ricorrere a metodi così bruti.
Le ambizioni di Casini – a meno di un vero e proprio ribaltone – terminano per il momento qui. La fronda dentro il regime resta affidata al malleabile Fini, il quale non è democristiano (cioè perfido e furbo) ma delemiano (cioè ingenuo e calabrache). Intanto il duce si mostra al balcone per annunciare al popolo “meno tasse e più lavoro”.
L’assassinio di Biagi, a questo punto, presenta interessanti analogie con quello di Kirov, nell’Unione Sovietica degli anni Trenta. Chi era Kirov e perchè l’hanno ammazzato? Eh.

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Bipartisan 1. I primi responsabili dell’assassinio di Biagi sono i brigatisti. I secondi responsabili sono quelli che l’hanno lasciato senza scorta, probabilmente per incompetenza. Non è facile per i gerarchi fare dimenticare alla gente normale questa verità evidente. Nel polverone generale, tuttavia, essi hanno toccato – probabilmente per rivalità interne – un punto assai interessante: alcuni dei funzionari coinvolti nel caso non sono stati chiamati al ministero da Scajola, ma dal precedente ministro; Scajola si è limitato a tenerseli, trovandosene soddisfatto.
Il principale di essi è il capo di gabinetto Sorge, uomo di fiducia tanto del ministro Bianco (fatti di Napoli, centrosinistra), quanto del ministro Scajola (fatti di Genova, centrodestra). Per Scajola ha curato in particolare l’indagine ministeriale sulla mancata scorta a Biagi, scaricandone le responsabilità su funzionari e prefetti.
Io considero pericolosissima, e potenzialmente eversiva, questa continuità fra due gestioni teoricamente opposte, ma praticamente simili, del ministero più delicato del Paese. La radice degli inciuci è qui, e bisogna starci attentissimi perchè altrimenti, quando se ne andrà Berlusconi e tornerà il centrosinistra (quando? forse già l’anno prossimo) avremo brutte sorprese. Ridete pure di Scajola, ma attenti a Bianco: se in un governo “di sinistra” dovesse esserci di nuovo lui, vorrebbe dire che il Gattopardo ci ha fregato ancora.

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Bipartisan 2. Festa nella modesta abitazione di Claudio Velardi, già delfino di D’Alema e dipendente di Berlusconi, attualmente proprietario di una società di lobbing per conto terzi e rappresentante ufficioso dei Ds (a cui non è più iscritto) iin molti ambiti Rai. Erano presenti Marco Minniti (sinistra), Francesco Storace (destra), Franco Bassanini (sinistra), Paolo Bonaiuti (destra), Irene Pivetti (per ora sinistra), Lucia Annunziata (per ora destra), Stefania Craxi, Enrico Mentana, Mauro Mazza e Roberto D’Agostino (spia). Alla fine del banchetto i convenuti, un po’ brilli, hanno fraternamente cantato in coro vecchi canti bipartisani (“E che ce frega/ e che c’importaaaa…”) concludendo con un “Lavoratoooriiii… tiè!” alla Alberto Sordi.

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Caso Catania. Il giudice Marino andrà all’Ecomafia, dove non potrà fare tanto danno. Voci di scambi fra intrallazzi di destra e di “sinistra”. Ancora silenzio sulla stampa nazionale. A Catania, qualche dibattito con vecchi marpioni riciclati (Alfio Caruso è venuto a presentare un suo libro “sulla mafia”: applaudito). Per il resto, tutti litigano con tutti. E Ciancio è ancora lì che regna.

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In Italia. Un po’ meno di prima le isole Eolie: i cittadini italiani adesso sono infatti obbligati a pagare una (modesta) tassa per mettervi piede.

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In Sicilia. Sospesi a causa di irregolarità negli appalti i lavori alla diga Garufi, i cui lavori erano stati sospesi nel ’96 e brevemente ripresi un mese fa.

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Uomini. A vent’anni avevano bisogno, per trovarsi una donna, di andare, insieme ai vecchi manager, a comprarsi puttane. E come volete che riuscissero a comportarrsi da uomini coi coreani?

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Meno male. Sgarbi annuncia che farà il consigliere personale di Berlusconi. Sospiro di sollievo. Temevamo di ritrovarcelo ministro in qualche prossimo governo di sinistra.

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Fuga di capitali. Diminuiscono, secondo l’Ocse, gli investimenti degli imprenditori italiani in Italia. Mentre gli investimenti dall’estero nel nostro Paese sono fermi a 14,9 miliardi di dollari, gli investimenti all’estero del capitale italiano sono balzati dai 12,3 miliardi di dollari dell’anno scorso ai 21,5 miliardi di ora.
Poichè anche il tasso di investimenti italiani in Europa si è fortemente contratto, bisogna pensare che gli industriali italiani preferiscano investire in paesi privi di garanzie legali che ne impaccerebbero i profitti: in attesa, naturalmente, di far diventare “estero” – da questo punto di vista – anche l’Italia.

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Suicidio di capitali. I 170 miliardi di euri bruciati nelle varie borse europee in seguito al crollo della Vivendi, la multinazionale francese finita dei casini per la sua allegra e truffaldina amministrazione.

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Capitale dei capitali. New York, dove gli analisti non riescono ancora a calcolare il costo esatto – in termini di denaro bruciato e di licenziamenti – della serie di scandali che hanno coinvolto, l’una dopo l’altra, le principali società di controllo finanziario americane.

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Europa. Vietati i pantaloni per le studentesse di diverse scuole private inglesi: sminuiscono la femminilità, ed è pertanto obbligatorio l’uso della gonna (non mini, naturalmente). In Francia il governo Chevenement-Arlette (il socialista rinnegato e la “trotskista” che hanno reso possibile la vittoria della destra) ha deciso di applicare il carcere preventivo anche ai ragazzini di tredici anni; saranno raddoppiate le prigioni per minorenni. Per i bambini di dieci anni sono invece allo studio “sanzioni educative”.

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Vaticano. Arruolato il primo alabardiere non svizzero nella Guardia fondata nel 1506 per assicurare la sicurezza e il relax dei cardinali. La nuova recluta, un giovane di origine indiana, è stato introdotta dai commilitoni agli usi e costumi del Corpo e prenderà immediatamente servizio appena rimessasi dallo choc iniziale.

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Germania. Condannato a sette anni di carcere – ma non andrà in galera – l’ufficiale SS Fiedrich Engel, il “boia di Genova” che ordinò l’eccidio della Benedicta nel ’44. Nonostante questo e altri massacri di italiani innocenti, compiuti con l’assistenza dei fascisti locali, i nazisti non riuscirono tuttavia a vincere, nelle montagne della Liguria, la loro guerra.
Sottoposti a una continua e durissima pressione da parte dei garibaldini che operavano nella zona, furono alla fine costretti ad arrendersi – molto prima dell’arrivo degli angloamericani – ai comandanti partigiani “Bisagno” e “Marzo”: il primo cattolico e ufficiale del Regio Esercito, il secondo rivoluzionario di professione e comunista. Genova non è mai stata un posto facile, per quella gente.

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Afganistan. Ma non era tornata la democrazia? Ma non era oramai tutto a posto? I capi delle varie tribù “democratiche” da mesi si ammazzano fra loro, nel silenzio della stampa occidentale a cui oramai non interessa più niente di ciò che accade in quel lontano paese, buono solo come scenario per bombardamenti tecnologici e “intelligenti”.

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Washington. Non sono per il momento operativi i piani preparati dagli esperti militari degli Stati Uniti per eventuali interventi al confine canadese (nel caso di un’eccessiva permeabilità di quest’ultimo al terrorismo internazionale) e nel territorio del regno d’Olanda (nel caso di un’eventuale detenzione di militari Usa presso la Corte internazionale di giustizia).

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Pakistan. Amore (illegale) fra un ragazzino di famiglia povera ed una coetanea appartenente ad una casta superiore. Per ordine del tribunale islamico, tanto il ragazzo quanto sua sorella (responsabilità familiare) sono stati condannati ad essere stuprati davanti a tutto il villaggio.

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Gerusalemme. Lacrime al Muro del Pianto. Secondo alcuni è il dio che protesta per il sacrilegio operato, con la loro residua presenza, dai palestinesi. Secondo altri, invece, la protesta è contro il massacro degli stessi. Secondo altri ancora, s’è rotta una conduttura. In ogni caso è interessante che l’idea del “miracolo” (fin qui tipica delle religioni ecclesiastiche o pagane) cominci a prendere piede anche in Israele. Dove evidentemente l’antica religione è in crisi, e la gente comincia a interpretarla in modo sempre meno profondo e sempre più “cattolico”.

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Cronaca. Palermo. Condannati per associazione mafiosa sette imprenditori che si erano accordati coi mafiosi per spartirsi tangenti e appalti. Fra essi rappresentanti del gruppo Ferruzzi e di alcune cooperative ravennati.

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Cronaca. Palermo. Appello di don Meli, il combattivo parroco dell’Albergheria, contro la scarsa solidarietà del Comune nei confronti degli emigranti.

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Cronaca. Roma. Ancora una vittima dell’uranio impoverito fra i militari. È morto un altro soldato reduce dal Kossovo. Sarebbe il diciassettessimo, secondo le associazioni dei familiari.

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Cronaca. Mazara. È stato dichiarato ufficialmente disperso il marittimo 56enne colato a picco col peschereccio Prometeo la settimana scorsa. Era di nazionalità tunisina, come gran parte dei marinai di Mazara dove una foltissima comunità magrebina contribuisce da generazioni al benessere della città siciliana. Nessun caso di mafia è mai stato segnalato al suo interno, nonostante la vasta diffusione di cultura e organizzazione mafiose nell’ambito della popolazione locale.

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Spot. < “Giubileo degli oppressi”: tutti gli aggiornamenti sul sito http://www.giovaniemissione.it. Grazie per l’ospitalità. Padre Mosè, missionario comboniano>.
Di niente, padre.

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Mimmo Lombezzi wrote:
<Il concetto di “ADUNATA SEDIZIOSA” in Italia si sta estendendo a qualsiasi manifestazione di dissenso. Al Palavobis anziane signore della borghesia meneghina che chiedevano un po’ di rispetto per la giustizia vennero definite “terroriste”… ma in Afghanistan è anche peggio. Nella “seconda fase” della Guerra al Terrorismo qualsiasi adunata è di per se stessa sediziosa. Perciò viene coraggiosamente bombardata da 5000 metri d’altezza. L’ultima era un matrimonio. La prossima potrebbe essere il funerale dei partecipanti al matrimonio… >

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Anonimo wrote:
< Orioles, Orioles, Orioles! Lo trovi qui, sul Barbiere della Sera, su Itacanews … che ppalle! C’ha un cazzo da fare, costui?! Lei, poi, signor Neri di Clarence, lo mette lì insieme a gente come Luca da Montezemolo e Ciancio (che non ho il piacere di conoscere, ma saluto con ossequiosa riverenza). Quei due sì che sono signori di tutto rispetto, gente che lavora, produce lavoro e non fa perdere tempo agli altri con le sue fregnacce. Già uno che fa il giornalista … di sinistra, poi! La peggio categoria, i giornalisti di sinistra!
Capaci solo di vomitare addosso alla gente per bene la loro invidia e gelosia perchè non sono riusciti a sfondare nella società. Cosa sono tutte quelle storie sui giornali a Catania? Se Orioles si decidesse a lavorare, una buona volta, non avrebbe tempo per andare a zonzo a controllare cosa espongono gli edicolanti.
E poi, c’è o no la libertà di esposizione? Se gli edicolanti di Catania (che non conosco, ma stimo e saluto con rispetto) hanno più coscienza civica di quelli del resto d’Italia, bene fanno a non esporre le locandine della Repubblica. Non si deve far propaganda ai giornali che raccontano balle per infamare onesti cittadini e uomini di rispetto. Ciancio fa bene a non pubblicare i necrologi delle vittime di mafia: servirebbe solo a diffondere il panico tra la popolazione, dal momento che la mafia non compare su alcuna enciclopedia medica quale causa di morte.
Ma tagliamo la testa al toro: se il Montezemolo che è uomo di fiducia dell’Avvocato che è amico di Berlusconi che è amico di Dell’Utri che conosce bene la Sicilia, decide di fare da concessionario alle attività editoriali di Ciancio, ci sarà pure un motivo, no?! Quella è gente che ha il pallino degli affari e le palle per farli. Orioles voleva forse sostituire il bel Luca!?
Quindi: di qua abbiamo, con Ciancio: Agnelli, Berlusconi, Luca di Montezemolo. Di là: Orioles e lei, signor Neri. >

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Robbie wrote:
< Ma le piacerebbe che le persone alle quali spedisce le sue elucubrazioni le leggessero integralmente? Le interessa davvero? o parla da solo? secondo me entrambe con prevalenza della seconda. >

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T, da Catania, . wrote:
< Oggi io e G. abbiamo portato un po’ di giornali ad alcuni edicolanti. C’è curiosità in giro. Un cliente ne ha preso subito una copia e l’ha divorata. Guardava con attenzione soprattutto la pagina sui consiglieri comunali. (…). Ieri ho fatto un sogno strano. Te lo racconto perchè c’eri anche tu. Eravamo in campagna, in tanti. Dovevamo andare via da una stanza. Ma, improvvisamente, nella stanza si materializzavano due uccelli: uno nero, quasi un piccolo corvo, e uno più piccolo, forse un passero, che era una specie di controfigura. Tu, prima di andare via, volevi per forza dare la libertà al corvo. E facevi una cosa che io facevo da piccola: andavi in terrazza, mettevi il corvo nel palmo aperto della mano e cercavi di farlo volare. Ma lui non poteva: aveva un’ala spezzata.
Allora, a malincuore, mettevamo gli uccelli in una gabbia di legno e li portavamo con noi. Arrivati (non so dove), ci accorgevamo che la gabbia aveva un’apertura molto grande. Se avessero voluto, i due uccelli avrebbero potuto scappare. Ma non l’avevano fatto. E noi eravamo meravigliati, non capivamo il perchè.
Fine del sogno. Scusa se ti ho raccontato una cosa che forse non ti interessa. >

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Archiloco<arkl@oplis.el>wrote:

< Voglio vederti in mezzo ai cavalloni
e poi mezzo annegato sulla riva
al freddo, nudo, e arrivino i banditi
a farti schiavo e a fartela pagare.
Tutto coperto d’alghe, a denti stretti,
faccia a terra, da bestia, sulla riva,
così vorrei vederti: tu, l’amico
che “fidati-di-me” e poi m’hai tradito >

* * *

< Aveva un vestituccio da due soldi,
un anello di legno, e per grembiule
il copertone d’uno scudo vecchio.
Girava assieme a serve e marchettari
facendo soldi a forza d’intrallazzi
(e prese in piazza, nudo, gran nerbate
da levargli la pelle e i quattro peli).
E ora gira in carrozza, riverito,
gioielli d’oro, ombrello – una puttana >

* * *
< Quando t’ubriachi sembri la bufera
che sbatte sulla riva e fa casino
e tutto questo per un po’ di vino >