San Libero – 132

A Catania hanno quel maledetto vizio (non dico tutti) di far giornali antimafia: così, quando degli amici mi hanno chiesto di progettargli e firmargli una cosa che si chiama “Controvento”, e che doveva andare in edicola oggi, io disciplinatemente ho obbedito e alla fine – ah, il vizio! – m’è anche scappato di fargli un piccolo articolo su una faccenda di Ciancio. Che è, come sapete, il padrone dell’unico giornale ammesso a Catania (gli altri, compresa Repubblica, non vengono nemmeno esposti), nonchè di altri giornali sparsi in tutto il sud. L’amministratore di uno di questi giornali, un certo Ursino, ha avuto dei guai giudiziari; il giornale di Ciancio li ha nascosti e io – in quell’articoletto – li ho raccontati. Ma adesso abbiate un attimo di pazienza e leggetevi l’articoletto.
< “Appalti. Il Pm: 25 a giudizio”. È il titolo dell’articolo de “La Sicilia” (venerdì 14 giugno 2002, pag. 24) su un caso di giudiziaria catanese: tangenti al Garibaldi, indagini, rinvii a giudizio chiesti dai Pm Marino e Puleio. Il titolo, per quanto povero, è corretto. L’articolo no. Il redattore (anonimo) evita infatti di dare l’elenco dei venticinque personaggi di cui è stato chiesto il rinvio a giudizio, e in particolare nasconde al lettore il nome di Giuseppe Ursino, manager di primo piano nel settore editoriale per conto del gruppo Ciancio, di cui amministra la “Gazzetta del Mezzogiorno”.
Allo stesso gruppo appartengono il redattore che ha scritto il pezzo, il caposervizio che l’ha passato, il caporedattore che ha dato l’ok e infine il direttore: che in questo caso coincide fisicamente col proprietario del gruppo editoriale in questione. Non è la situazione ideale per far cronaca, d’accordo: ma insomma. >
* * *
Letto? Bene. I ragazzi del giornale vanno in tipografia, si fanno stampare il giornale, lo impacchettano e lo portano dal distributore – certo Barone – per mandarlo in edicola. A questo punto, sorpresa: il distributore legge il giornale, si ferma sull’articolo che avete letto un momento fa, sobbalza e dichiara che lui contro Ciancio non si mette: e quindi non distribuisce il giornale.
Ok. Adesso io sono molto incazzato, non per la storia in sè ma perchè speravo che in vent’anni a Catania qualche piccola cosa fosse cambiata. Siccome fra i nostri lettori ci sono, fra gli altri, autorevoli dirigenti del sindacato dei giornalisti, visto che siamo qua segnalo questo caso anche a loro. A Catania, un editore come Ciancio – quello che difendeva i cavalieri e vietava di pubblicare i necrologi delle vittime di mafia – fa ancora quello che cazzo vuole.
Siccome, in quest’episodio, io sono stato personalmente danneggiato, chiedo all’ufficio legale del sindacato di provvedere lui a farmi avere i danni civili dal distributore. E siccome, oltre me giornalista censurato qui siamo stati danneggiati – come cittadini – tutti, chiedo agli amici del sindacato (e agli altri autorevoli esponenti politici che ci stanno leggendo) cosa intendano fare per dare una mossa al monopolio dell’informazione a Catania, che ieri era colluso coi cavalieri e oggi chissà con chi. Aspetto fiduciosamente una risposta.

________________________________________

Scoop: Cossiga non è pazzo. Al contrario: è uno dei politici più lucidi del momento, forse il più lucido di tutti. Non sta affatto recitando una sceneggiata: sta cercando, freddamente e con precisione, di “sparigliare” un gioco politico che ormai si mette male per il signor B.
Questi era salito al potere in una situazione economica che faceva ragionevolmente presumere anni di vacche grasse. Per colpa o non per colpa del signor B. (io personalmente penso di no: le radici dell’economia sono ormai molto lontane dai governi) queste previsioni non si sono avverate.
La crisi economica bussa sempre più sgarbatamente alla porta, e invece di meno tasse e più ponti di Messina arrivano più inflazione e meno tenore di vita. Questa, naturalmente, non è affatto l’opinione dei commentatori ufficiali: è semplicemente la mia, ma io giro in autobus e compro sulle bancarelle e la cosa che sento dire più spesso è che prima con cinquantamila lire ci si faceva la settimana e ora ci vogliono quasi cinquanta euri.
Ora, puoi essere il migliore ciarlatano – beh, via, diciamo illusionista – del mondo, ma se a metà dello spettacolo si mette a piovere la gente comincia ad agitarsi, a distrarsi, ad applaudire di meno: e alla fine, se appena scivoli un momento, è capace anche di prenderti a urla e fischi.
Questo un professionista lo sa, e indubbiamente il signor B. è un professionista. Sa anche perfettamente quale sarà la scivolata: quando i magistrati di Milano lo condanneranno (nè io nè il signor B. ne dubitiamo un momento) e fra le pene accessorie ci sarà, secondo codice, l’interdizione dai pubblici uffici.
In una bella giornata di sole, il giocoliere raccoglie da terra la condanna, la palleggia un po’ per aria, e se la cava con una battuta felice (con sei televisioni e dieci giornali non è difficile). Ma se invece piove e la gente è ingrugnata per i fatti suoi, col cavolo che bastano le televisioni. Potrebbe addirittura intervenire il capo dello Stato; e potrebbero non esserne troppo scontenti i fidi alleati. Tutto dipende dal tempo che farà in quel momento. Da professionista, il signor B. ricorda perfettamente gli italiani in piazza per linciare i Beniti e i Bettini fino a poco prima entusiasticamente applauditi.
La cosa migliore è dunque disinnescare la mina: mettersi d’accordo prima – ora che splende il sole – sul fatto che una scivolata è consentita: e cioè che in caso di condanna l’opposizione, per fair play politico, non chiederà le dimissioni. Questo accordo c’è già stato: esponenti molto autorevoli sia dell’opposizione politica che di quella diciamo così giudiziaria (nomi e cognomi: la responsabile Giustizia Ds Finocchiaro; il vicepresidente del Csm Verde) hanno pubblicamente dichiarato che non si pretenderanno dimissioni e che si potrebbe addirittura ripristinare l’immunità parlamentare.
Ma questo accadeva prima dei girotondi, prima di Moretti e prima dei milioni di operai in piazza per lo sciopero generale. Adesso, l’impegno di quei notabili è carta straccia: perchè non si sa quanto essi contino adesso e quanto siano in grado di controllare – in caso di vittoria – la loro base. Così, il signor B. si ritrova al punto di partenza.
Ecco, Cossiga arriva a questo punto. Con le sue “dimissioni” (purtroppo respinte) egli minaccia il capo dello Stato, richiama al loro “dovere” i notabili di destra e di sinistra, contrattacca. E richiama esplicitamente – per primo – la faccenda della pena accessoria e delle dimissioni: quel maledetto articolo di codice (firmato da un ministro di Mussolini) è senz’altro un articolo rosso, giacobbino e communista, e communisti in eterno i magistrati che oseranno applicarlo: e vediamo chi è quel communista che ha il coraggio di appoggiare i magistrati, che ora se la prendono con Berlusconi ma domani divoreranno tutti quanti.
Ecco, la partita è questa. Da più di sei mesi scriviamo che tutto gira, in realtà, attorno all’attesa di quel dopo-condanna. Il tempo ora si va accelerando, e non gioca più per il signor B.: che adesso non si trova più davanti solo i notabili con cui facilmente trattava prima, ma orde sempre più incontrollabili di scioperanti, girotondini, votanti cattolici, e chi più ne ha più ne metta. Perchè gratta gratta in fondo all’italiano più qualunquista tutto sommato batte sempre un che d’incontrollabile e piazzaiolo; forse addirittura (orrendamente sospetta nell’insonnia il signor B) di, a modo suo, communista.

________________________________________

Boh. A Genova, i dirigenti della polizia: s’inventarono le coltellate; s’inventarono le molotov. Le prime “ricostruite” con un taglierino, le seconde portate dai celerini dentro il “covo dei dimostranti”. Bene. Per carità di patria, lasciamo andare. A parte queste brillanti imprese, da La Barbera, Gratteri e Canterini vorrei sapere non perchè mandarono in galera tanti innocenti, ma perchè non mandarono in galera neanche un black-bloc.
Questi ultimi, in più occasioni, vennero fotografati insieme a poliziotti (o squadre speciali?) in borghese, sorridenti e con le braccia fraternamente sulle spalle. Di queste foto, ne vennero pubblicate due o tre, e bastarono a fare scandalo all’estero. Ne esistevano, tuttavia, molte più di due o tre: e probabilmente erano custodite, dai capi dei manifestanti, nella famosa scuola Diaz. Se fossero uscite su Le Monde o sul Guardian, avrebbero sollevato uno scandalo molto maggiore. Per questo bisognava a tutti i costi fare irruzione nella Diaz, a costo di inventarsi i pretesti più puerili, ovviamente smascherati dalle indagini dei magistrati.
“Quelle foto debbono saltare fuori a ogni costo” è l’ordine che qualcuno ha dato a qualcun altro. Poco prima il vicecapo del governo era venuto di persona a Genova o per turismo, o per dare ordini precisi.

________________________________________

Bar Sport. “Sono fasulli, ecco che cosa sono. Fasulli. L’arbitro era cornuto sì, ma quelli sono fasulli”.

________________________________________

Buone azioni 1. Gravi difficoltà economiche per le autorità ecclesiastiche inglesi; si pensa di mettere sul mercato alcuni Zurbaran (oli su tela, soggetti religiosi, XVI secolo) per ripianare il passivo. La crisi è nata in seguito ad alcuni sfortunati movimenti di Borsa e in particolare al crollo dei titoli Vodafone su cui i vescovi avevano investito oltre ottanta milioni di sterline. (Cattolici o anglicani? L’agenzia non precisa).

________________________________________

Buone azioni 2. Lanciata dai Ds una campagna di sottoscrizione sotto la forma di Opa. Materialmente, si tratta di titoli obbligazionari in tagli da cinque, dieci, venticinque e cinquanta euro. “Faremo delle feste dell’Unità le nostre Piazze Affari”, si compiacciono di dichiarare i dirigenti, evidentemente spaventati dai successi elettorali conseguiti e quindi assolutamente decisi a riportare il partito nella sua “moderna” collocazione di circolo di bempensanti sempre meno votato. (Quoteranno il marchio in Borsa, prima o poi, I suppose).

________________________________________

Buone azioni 3. All’esame della Conferenza Episcopale la possibilità di chiedere dei biglietti d’ingresso per le chiese di particolare valore artistico, vale a dire quasi tutte. Il provvedimento è già in vigore a Santa Maria Novella e sarà esteso a giorni a Santa Croce. Non è invece per il momento prevista la quotazione in Borsa degli immobili suddetti. “Cinque paternostri, dieci avemmaria e dieci euri”. “Penitenza?”. “No, ticket”.

________________________________________

Giornalismo. Sono 44 i militari italiani reduci dai Balcani affetti da forme tumorali di vario genere. Di essi 27 hanno servito nell’esercito, 2 nell’aeronautica, 1 nella marina, 4 nei carabinieri.
Questa notizia, evidentemente di secondaria importanza, è stata giudicata meritevole di tredici righe e mezzo su una pagina interna qualunque di un numero qualunque di Repubblica. Che almeno, a modo suo, l’ha pubblicata.

________________________________________

Regio Esercito. Ordine del giorno. “Passeggiando scopo turistico in libera uscita per il centro della Capitale, notava un gruppo di individui intenti a smontare l’artistica Fontana di Trevi (XVII sec.) per caricarne i pezzi su un furgone ivi parcheggiato. Dato tempestivamente l’allarme e allertata una pattuglia di RR.CC. che trovavansi poco lontano, metteva in fuga i malviventi con beneficio del Patrimonio Nazionale nonchè del Prestigio delle Istituzioni.
P.Q.M. conferiscesi: Encomio Solenne
a: Allievo Ufficiale di Complemento Ciampi Azeglio Carlo.
Firmato, colonnello Einaudi cav. Luigi”

________________________________________

Fratelli d’Italia. Niente arresti domiciliari per Angelo Sanza (Forza Italia) e Antonio Luongo (Ds), incriminati per una serie di gabbole e tangenti architettate insieme in Basilicata. La Camera, nel respingere quasi all’unanimità la richiesta dei giudici, ha anzi decretato l’apposizione nella Sala Lapidi di una nuova iscrizione: “Non li divise la politica/ non li separò il valsente/ Fraternamente unirono/ Cuori e grimaldelli”.

________________________________________

Sgarbi. Oddio, purchè ora non se ne venga nel centrosinistra. Noi siamo abilissimi (Cossiga docet) a prenderci i rifiuti di Berlusconi.

________________________________________

Londra. Verrà aperta una “ambasciata musicale” del Regno Unito in America per aiutare il pop britannico a superare la crisi che lo colpisce da qualche tempo. Fra i primi cento titoli più venduti negli Stati Uniti non figura infatti più nessun brano di artisti inglesi; i top ten di quest’anno sono tutti made in Usa. Si calcola che che il mercato discografico attuale muova circa diecimila milioni di dollari fra America ed Europa. una volta anni fa la Gran Bretagna aveva il trenta per cento per cento di questo mercato, mentre ora è scesa allo 0,2 per cento. Lontani i tempi della swinging London, dei baronetti capelloni, dell’Inghilterra giovane e spregiudicata.

________________________________________

War not love. Secondo un rilevamento della American Sociological Association il sesso fra teenagers tende a diminuire. Su un campione di diecimila studenti (maschi) delle scuole superiori americane, il numero di coloro che hanno rapporti fisici con coetanee è sceso di quasi un decimo rispetto ai dati dei primi anni Novanta.
Questo comportamento, coerente con altri trend non solo americani, viene spiegato dagli autori della ricerca con una maggiore selettività delle partner adolescenti, che adesso tenderebbero a consentire rapporti fisici solo nell’ambito di una stabile relazione di coppia.
Questo a sua volta si spiegherebbe o con una più forte individualità personale delle ragazze (versione ottimistica) o con una più precoce adesione dei giovani alla morale sessuale tradizionale (versione pessimistica); oppure, probabilmente, con tutt’e due.
Da non sottovalutare il peso delle mutazioni culturali indotte dall’Aids, ormai presenza stabile da diverse generazioni: il rapporto sessuale conserva il suo aspetto “avventuroso” e di formazione più nelle categorie “estreme” che in quelle “normali”, dove tende a essere assorbito nella stabilizzazione adulta dei ruoli.
La gioventù come fase intermedia fra adolescenza e maturità, anche sessuale, tende insomma a scomparire, erosa ai due estremi. Le scelte sono sempre più fra “ragazzo” ed “adulto”, senza fasi intermedie e senza mediazioni che non siano in buona parte indotte e commerciali. La scoperta del proprio corpo tende a coincidere con la sua valutazione – in senso ampio – sul mercato; la scoperta della propria personalità con la sua capacità di produrre sicurezza e integrazione.
Un diciottenne è un adulto con pochi anni. Un trentenne, un ragazzo con molti.

________________________________________

Cronaca. Una città qualunque: tanto, ormai… I giudici del tribunale (presidente Marco Canepa) hanno assolto, perchè il fatto non costituisce reato, Pasqualino Leone (assistito dall’avv. Gianluca Gulino) ritenuto responsabile di falso in bilancio. Il 28 gennaio del 2000 altro collegio giudicante lo aveva condannato a un anno e sei mesi di reclusione.

________________________________________

Cronaca. Giardini (Messina). Costringevano i compagni di scuola (media) a pagare il pizzo consegnando soldi o merendine. I giovanissimi estortori sono stati denunciati e riconsegnati alle famiglie.

________________________________________

Cronaca. Roma. Ancora una innovativa sentenza della Corte di Cassazione, l’organizzazione romana capeggiata fino a poco tempo fa dal giudice Carnevale. Stavolta Hanno annullato l’ordine d’arresto per i presunti terroristi Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi, entrambi sotto accusa per la strage di piazza Fontana.

________________________________________

Palermo. Abolita provvisoriamente dal prefetto la costituzione italiana. Il testo, che bizzarramente prevedeva la libertà di manifestazione, è risultato in contrato con le più elementari esigenze di ordine pubblico, e in particolare con la libertà di parlamentari, assessori, arcivescovi ecc. di svolgere regolarmente le proprie funzioni senza essere infastidite dalle grida di folle vocianti e potenzialmente sovversive. Il problema a Palermo si pone soprattutto per quei mascalzoni di senza-casa che, col pretesto di non avere una casa dove andare, hanno preso l’abitudine di passare le giornate a gridare “casa-casa” sotto i palazzi del comune e della regione. Perciò, d’ordine del Regio Prefetto, è vietato fino a nuovo ordine assembrarsi sotto i palazzi suddetti nonchè (par condicio) la cattedrale. Attivamente ricercato Mazzini.

________________________________________

Mea culpa. < Caro Riccardo, invece della storia di Scordia hai raccontato quella di Bronte. Perchè in realtà il famigerato Turi Leanza è stato eletto sindaco a Bronte con i voti di Dell’Utri al quale ha donato in cambio tre assessorati. A Scordia invece, per fortuna, non è andata male. Al ballottaggio sono andati due candidati del centrosinistra e alla fine tra l’altro ha vinto una donna (appoggiata da Margherita, Rifondazione, Comunisti Italiani e Sinistra Ds). Tuo Antonio>
Questa è solo una delle sei lettere arrivate per rimproverarmi la cazzata in cui sono incorso l’altra settimana, confondendo due diversi paesini e attribuendo all’uno ciò che invece era successo all’altro. <A Milano o a Bologna – rinforza Sebastiano – può non fregargliene niente di una confusione del genere, ma in Sicilia sì>. <SBAGGHIASTI!> rinterza Biaggio, giustamente incazzato. E mi risparmio gli altri tre.
Sbagghiai, è vero e non ci sono scuse. Meritata vittoria della sinistra a Scordia, affermazione di un chiacchierato ex-“socialista” a Bronte, e netta sconfitta del vostro presuntuoso cronista, colto in castagna.

________________________________________

markstwain@hotmail.com wrote:
< Ovvia, signor O., non mi faccia così il malinconico, con quel finale dei tre ragazzi “traditi, dolcissimi”! Quelli là erano solo tre sfigati senza prospettive, incapaci di costruirsi un futuro concreto, basato suI solidi principi delle tre “i” berlusconiane.
Ma li guardi i veri giovani, quelli felici di vivere, coscienti di sapere dove stanno e cosa fanno e faranno. Li guardi dalla De Filippis e in tutte le trasmissioni clonate da quella. Li guardi, quei giovani e butti via tutta la sua retorica sulla Pantera e i valori traditi e i siciliani che scendono in piazza per la villa del sindaco di Agrigento. Demagogia, populismo, veteromoralismo sinistrorso.
Si inorgoglisca, invece, perchè i siciliani veri stanno, poco a poco, rimuovendo anche le tracce di quelle brutte pagine della loro storia. Quando figli della Sicilia, servitori dello Stato, tutto fecero per infangare la loro terra, cercando di criminalizzare uomini d’onore e politici loro amici. Quei due – nemmeno li voglio nominare! – erano serpi in seno alla Sicilia che tentava di mantenere salde le proprie tradizioni, i propri valori, primo fra tutti quello della famiglia e dell’onore.
Dorma tranquillo, signor Orioles: la Sicilia è in buone mani, mani che presto restituiranno ai loro cari i detenuti politici vittime del precedente regime forcaiolo. In quanto ai 65.000 miliardi dall’Europa: magari, se lei la smettesse di rompere i coglioni, ovvia, qualcosina le potrebbe anche toccare, non crede? Magari si fa su il suo bel ponticello anche lei, per andare a dormirci sotto. >

________________________________________

Devan wrote:
< Intitolare un parco ad Almirante? Non è una cattiva idea: come è giusto perpetuare il nome dei personaggi nobili, così sarebbe un peccato lasciar cadere nell’oblio quello dei bastardi, tanto per ricordare che lo stronzaggine non è solo prerogativa dei politici attuali. Un parco poi mi sembra l’idea più adatta per ricordare un personaggio del genere: dal letame nascono i fiori. >

________________________________________

Persone. Non credo che abbiate mai sentito parlare del professore Giuseppe d’Urso, a meno che non siate lettori di vecchia data, o che non abbiate fatto antimafia in Sicilia quando l’antimafia si faceva. È morto sei anni fa di questi giorni; è stato fra le venti persone che hanno più contribuito alla lotta contro i poteri mafiosi e all’individuazione dei loro rapporti reali. Fu il primo, in tutta Italia, a descrivere con precisione il legame organico fra mafie e massonerie e ad analizzarne le strutture. Il termine “massomafia” venne coniato da lui.
Nell’82 denunciò pubblicamente, per primo, i cavalieri catanesi. Nel gennaio dell’84, dopo l’assassinio di Giuseppe Fava, aderì ai Siciliani e fondò l’Associazione I Siciliani, un vero e proprio Cnl antimafia che, col Coordinamento Antimafia e il Centro Peppino Impastato, fu allora il primo esempio in assoluto di politica militante fuori dai partiti. Nel ’90 fu fra i ventiquattro fondatori della Rete, nata non come un partito ma come un movimento unitario di liberazione: ne organizzò i primi passi dal letto in cui già era inchiodato, contribuendo in maniera determinante alle sue prime vittorie. In seguito, le ambizioni personali vi presero il sopravvento sugli ideali originari. Ma già allora, e non casualmente, egli ne era stato emarginato.
Gli ultimi anni, di lunga malattia, li sopportò virilmente, ragionando fino all’ultimo. Una sera, quando una diagnosi dei medici gli dava poche settimane di vita, mi avvertì pacatamente che non avrebbe potuto, non per sua colpa, far fronte ad alcuni impegni organizzativi predisposti. Me ne espose il motivo. Mi dette cortesemente alcune istruzioni per continuare in sua assenza. Il resto della serata fu speso in una conversazione su alcuni punti controversi del pensiero di Benedetto Croce.

________________________________________

E il tuo dolce calore e le tue mani

E il tuo dolce calore e le tue mani
Così gentili ai polsi e così offese
E il tuo corpo che dorme e le tue labbra
nel sogno inconsapevole e il sorriso
che le fiorisce tenero e il tuo viso
nella luce amorosa del mattino