San Libero – 111

Milano. Sempre più aspro il confronto in Mediaset sul tema del conflitto d’interessi. “È una situazione intollerabile, indegna d’un paese civile – ha dichiarato il leader dei dipendenti, Emilio Fede – Abbiamo un presidente che è contemporaneamente proprietario di un paese di 60 milioni di abitanti. Non abbiamo nulla di personale contro di lui, ma deve scegliere. O si dimette da presidente della Mediaset o cede a qualcun altro il pacchetto di maggioranza dell’Italia. Altrimenti va a finire che prima o poi qui qualcuno potrebbe costringerci a tener conto degli interessi di quei coglioni degl’italiani, tipo dire la verità nei tg e roba del genere. Sarebbe la fine di Mediaset”.
In serata un breve comunicato della Presidenza di Mediaset ha annunciato l’apertura di una non meglio precisata “trattativa” con il magnate australiano Murdoch, che secondo voci non confermate sarebbe disponibile a rilevare il 58 per cento dell’Italia (per il restante 42 per cento sono da tempo in corso sondaggi col principe saudita Al Walil). Murdoch porrebbe però come condizione per l’acquisto il mantenimento a carico del precedente proprietario delle spese di rialfabetizzazione della Brianza e di altre zone degradate del paese.
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Palermo. “Noi non guarderemo in faccia a nessuno. Se Puddu ha sbagliato non può rimanere al suo posto” ci ha detto un autorevole esponente della Commissione di Autodisciplina di Cosa Nostra dopo la scoperta delle intercettazioni telefoniche in cui il nome di Bernardo Provenzano veniva associato a quello del contestato politico Marcello Dell’Utri. “A tutto c’è un limite – ha proseguito il nostro autorevole interlocutore – Errori di gioventù ne abbiamo commessi tutti, e io per primo. Ma da qui ad avere a che fare con un Dell’Utri ce ne corre. Così, fra l’altro, Provenzano si espone al rischio di essere preso addirittura per un mafioso: voi giornalisti fate presto a coinvolgere un poveretto solo perchè ha avuto la disgrazia di fare due chiacchere al telefono con uno di quei…”.
In serata un breve comunicato dell’ufficio legale che cura gli interessi della Famiglia Provenzano ha smentito qualsiasi contatto fra i due ed ha annunciato una raffica di querele “contro tutti quegli organi di stampa che hanno ipotizzato rapporti, a qualsiasi titolo, fra il nostro assistito e il Dell’Utri”.
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Madrid. “Hanno scoperto tutto l’inghippo delle televisioni e ora sta scappando da voi in Spagna!”. “¡Muy bien! Preparamos las manettas! Stavuelta el cabron non ci escapa! Ah ah!”. Il concitato dialogo si è svolto per telefono fra un commisario di polizia italiano e il giudice Garzon, il quale però, eccitato dalla notizia, ha messo giù la cornetta prima che il commissario riuscisse a comunicargli il nome del fuggitivo, che era in realtà Wanna Marchi.
In serata un breve comunicato della procura madrilena ha precisato che “l’encarceracion de la senora Marchi es un factor de optimismo porque demuestra que los italianos cominciaron a encarcerar los telelatrones, y nos esperamos que manana tocquerà a los otros tambien”.
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Roma. “Non sarà visibile fino al due giugno, festa della Repubblica, ma quel giorno avrete una bella sorpresa”: è la risposta che il capo del cerimoniere del Quirinale va dando da diversi giorni ai numerosi turisti che domandano perplessi perchè il presidente della Repubblica, da circa due settimane, non è accessibile al pubblico ma è invece ricoperto da un grande telone di plastica con scritto “lavori in corso”.
In serata un breve comunicato del Ministero dei Beni Storici e Istituzionali ha precisato la posizione ufficiale: “In seguito a segnalazione dell’Autorità di Governo si è valutato che il colore tradizionale del presidente dava troppo sul rosso, anche se pompeiano, e che dunque un restauro era opportuno”. Una manata di vernice e via, a giugno giù il telone ed eccovi un bel nuovo presidente azzurro-celestino.

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Centrosinistra. Ehi, abbiamo un candidato! Dopo tanti anni passati a rincorrere Berlusconi e le sue idee, finalmente abbiamo trovato il leader giusto da contrapporgli. È Wanna Marchi, naturalmente. Televisione lui, televisione lei; imbonitore lui, imbonitrice lei; tutt’e due specializzati a vendere a milioni di coglionazzi il sogno di diventare ricchi. L’hanno messa in galera? E che vuol dire! Anzi! È un complotto dei giudici, naturalmente, dei giudici communisti (anzi, in questo caso, fascisti): facciamo una bella campagna antimagistrati, e vedrete che ci guadagnamo pure.

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Centrodestra. Sgarbi se la prende con la Merlin. Giustamente.

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Centrosinistra. Allarme per le dichiarazioni di D’Alema a Repubblica: “Il centrosinistra si ritrovi oppure finirà come i Balcani”. Vuol dire che D’Alema vuole bombardare – dopo i Balcani – anche il centrosinistra?

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Centrodestra. Usare la bandiera italiana per pulire la parte più nobile di se stesso (come, in un pubblico comizio, aveva annunciato di voler fare Bossi) non è certamente una bella cosa, ma insomma bisogna essere elastici: mica vogliamo litigare per così poco? E poi lui, pur non scusandosi affatto, ha detto che oggi probabilmente non lo rifarebbe: che volete di più? C’è bisogno di lui, per conservare le poltrone. Così tutti i fascisti (quasi tutti) hanno fatto finta di credergli, zitti e buoni. Io non ho particolari culti per le bandiere: quella con cui Bossi però voleva pulirsi il cervello è la stessa che, mi diceva quarant’anni fa il compagno Tindaro La Rosa, “nuiautri ‘a puliziammo in montagna e voi carusi la dovete rispettare perchè è nostra come la bandiera rossa”.

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Centrosinistra e centrodestra. Agnelli scarica Ruggiero, Fini scarica Mussolini, Bossi scarica la Padania, Ciampi scarica la concertazione, l’Ulivo scarica D’Alema…

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Avvocati. Ci sono tanti modi di fare l’avvocato. Si può fare l’avvocato per “garantire” Previti e Dell’Utri, ci si fanno i miliardi e si fa carriera. E si può fare l’avvocato senza parcella per garantire i diritti di tre poveracci qualunque, tre pastori delle Madonie, incarcerati innocenti. Per loro non ci sono campagne di stampa, non ci sono politicanti che fanno casino: marciscano in galera, i pecorari, e non rompano le scatole alla gente. L’unico che s’è battuto per loro, fra tanti “garantisti” pelosi, è stato l’avvocato Alfredo Galasso: che non per un giorno, ma per anni e anni ha raccolto materiali a discarico, ha fatto appelli, ha presentato prove, finchè infine è riuscito a farli scarcerare: innocenti; e adesso arriverà il risarcimento dello stato.
Galasso, per la cronaca, è stato il principale avvocato antimafioso siciliano, quello che i politicanti accusavano di essere “antigarantista” e giacobino. Io in questo momento me lo ricordo nell’istante preciso in cui sta interrogando Andreotti sul banco dei testimoni, con Andreotti che mente e lui che immediatamente “Chiedo l’incriminazione del teste – scandisce col suo accento palermitano – per falsa testimonianza”. Ricordatevi di Galasso, quando farete la storia delle garanzie e della giustizia.

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Massomafia. Arrestati a Catania esponenti di cosche mafiose e logge massoniche che operavano insieme; fra loro un commissario di polizia e un esponente del clan Santapaola. Non sembra che la stampa se ne sia accorta, a parte un articolo di Claudio Fava sull’Unità. Il gruppo svolgeva “attività diretta a interferire sull’esercizio di funzioni di istituzioni e amministrazioni pubbliche per conseguire profitti e vantaggi territoriali”. Commenta Fava: “L’intesa strategica fra mafia e massoneria non è un ottuso teorema degli ani ottanta. È un fatto. Oggi come ai tempi della P2. Oggi, come allora, uomini di Cosa Nostra ed esponenti dello Stato si procurano, dietro un reticolo di logge coperte, l’occasione per un patto criminale che garantisca protezioni e impunità, che serva a procacciarsi cariche pubbliche e assoluzioni, che sappa fare della violenza (mafiosa) un micidiale deterrente. Lo scandalo: non lo ha scritto nessuno”.

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Memoria. Turbata da diversi incidenti (insulti agli ex-deportati, rivendicazioni antisemite ecc.) la Giornata della memoria indetta per commemorare il ricordo delle vittime dell’Olocausto in Italia. Assenti dalle celebrazioni gli esponenti governativi. In diverse città, i gerarchi locali hanno organizzato in alternativa manifestazioni per commemorare esaltandole le attività delle formazioni nazifasciste.

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Roma. Si è costituito un comitato (formato da parlamentari d’opposizione; il portavoce è Nando dalla Chiesa) dallo strano nome “La legge è uguale per tutti”. Vediamo cosa dicono:
<La legge è uguale per tutti. Noi crediamo che questo principio sia fondamento della libertà dei cittadini. Scolpito nei tribunali, esso viene oggi calpestato da chi ha il governo del Paese. Vengono fatte leggi per salvare i potenti dai processi, si intimidiscono i giudici, si progetta il ritorno all’immunità parlamentare. Per difendere quel principio, perchè la giustizia sia al servizio dei cittadini, garantisca i loro diritti e non dia spazio ai furbi, noi ci costituiamo nel comitato “La legge è uguale per tutti” e invitiamo tutti ad aderirvi e a manifestare con noi il 2 febbraio a Roma”.
(“Una volta un giudice giudicò chi aveva dettato le leggi. Prima cambiarono il giudice; e subito dopo la legge”. Fabrizio de Andrè, Sogno n.2)>

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Firenze. Manifestazione dei professori dell’università in difesa della magistratura. Cartelli con pensieri di Kant e Socrate. Molta gente si accoda. Sul Corriere della Sera, violento attacco di Francesco Merlo contro i professori: “scimmie che scimmiottano i giovani di quarant’anni fa”. Andare a rileggersi cosa scrivevano i giornalisti fascisti contro Benedetto Croce.

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Roma. “Me ne frego”: è il commento del ministro della giustizia alla notizia che l’Onu ha deciso di inviare degli osservatori per indagare sull’amministrazione della giustizia in Italia. Secondo le Nazioni Unite i tribunali ordinari, in Italia, in Bolivia e nel Burundi, rischiano di essere esautorati dal potere politico ed è opportuno che la comunità internazionale ne accerti le effettive condizioni di funzionamento.

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Palermo. Tolto anche l’unico agente di scorta a Olga Capasso, già pm a Palermo. Aveva fatto condannare all’ergastolo sessantadue boss mafiosi.

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Gerusalemme. Cinquantotto soldati riservisti hanno diffuso una lettera aperta in cui rifiutano di prestare servizio militare per “occupare e opprimere” la popolazione palestinese: “Vogliamo servire e difendere Israele, ma i territori occupati non fanno parte di Israele”.

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Mosca. Chiusa d’autorità l’ultima televisione indipendente, TV6: la sua frequenza è stata assegnata a un canale sportivo. Adesso sono due i paesi occidentali in cui le uniche televisioni disponibili sono quelle del governo.

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Hollywood. Nuda l’attrice, scappa – per motivi religiosi – l’attore. È successo sul set di Angel Eyes.

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New York. Non era il capofila degli intrallazzatori, ma era l’unico manager interno che avesse già denunciato le frodi dell’azienda. Non è affatto certo che si sia suicidato, ma potrebbe essere stato ucciso con un colpo di calibro trentotto. A parte questi due piccoli particolari (a cui la stampa italiana ha dato poco o nessun risalto) non ci sono novità nelle indagini sulla morte di Clifford Baxter, il vicepresidente della Enron, la società legata a Bush catastroficamente e truffaldinamente fallita la scorsa settimana.

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Cronaca. Roma. Un uomo di settantadue anni che dormiva sotto i portici di Tivoli vicino Roma è stato torturato la notte scorsa con alcune decine di colpi di temperino e di coltello sulla schiena. Ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di San Giovanni. L’aggressione, secondo le prime indagini dei carabinieri, sarebbe stata determinata dallo stato di noia di un gruppo di ragazzi bisognosi di un diversivo.

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Cronaca. Roma. Blitz dei carabinieri nei recinti di Casa Luce, all’Ostiense, un canile privato dove venivano custoditi in condizioni terrificanti alcune centinaia di randagi raccolti per le strade. I militari hanno trovato resti di cuccioli sbranati dai compagni di prigionia, lasciati senza cibo. Su ordine della magistratura, gli animali sopravvissuti sono stati tolti alla gestione privata e affidati ad associazioni di volontari coordinate dal comune.

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Cronaca. Ostia. Due malviventi hanno tentato di investire un agente di polizia con l’auto – carica di prosciutti – sulla quale fuggivano dopo aver svaligiato una salumeria in corso Duca di Genova. Si sono successivamente dati alla fuga a piedi; uno dei due è stato arrestato poco dopo mentre l’altro viene attivamente ricercato.

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Aguzzate la vista. I leader latino- (o euro-) americani elencati in basso hanno alcuni piccoli particolari in comune. Quali?
I leader: Fujimori, Menem, Berlusconi, Cavallo.
(La soluzione sul prossimo numero).

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Francesco <guicc@nonlibero.it> wrote:
<Quasi sempre in Firenze, per la dapocaggine degli uomini, quando uno ha fatto con violenzia uno scandolo publico, non si è fatto pruova di punirlo, ma cercato a gara di deliberargli la impunità, pure che deponga l’arme, e non ne faccia più; modi non da reprimere gli insolenti, ma da fare diventare lioni gli agnelli.>

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gioachino<pasq@libbero.va> wrote:

< Sta scopa nova, ch’entranno al governo
Sce voleva arricchì ttutt’in un botto,
Per urtimo cudino der cazzotto
Mó cce bbuggera a ttutti in zempiterno. >