San Libero – 101

Partenze. Partono le navi, partono i soldati, squillano le trombe e sventola il tricolore. Ai marinai e ai soldati, il ministro ha fatto il seguente discorso: “Buon viaggio. Cercate di non rompere le balle a nessuno e di non fare il vostro dovere. Voi soldati dovete piantarla di credervi chissà cosa. E chi vi credete di essere? La verità è che siete dei communisti, anzi dei brigatisti, imbroglioni, tutti d’accordo per rovinare la gente perbene. A proposito, quando sparate state attenti perchè dal fucile vi abbiamo tolto le munizioni. Nei giubbotti antiproiettile ci abbiamo messo bambagia, perchè l’acciaio serve a noi. Le scarpe sono di cartone, e gli elmetti di latta. Andate a fare in culo”.
Così ha detto il ministro, e il Capo dello Stato (che era certamente S.M. Vittorio Emanuele Re d’Italia e Protettore d’Albania) ha annuito gravemente al suo fianco. Poi la tromba ha suonato e i soldati, incoraggiati e resi entusiasti da questo bel discorso, si sono messi in marcia verso il nemico.
* * *
Mio padre è partito così, nel quaranta. Il discorso era un po’ più simpatico, ma le scarpe erano di cartone davvero; e le scarpe, in quei casi, contano più dei discorsi. Ma oggigiorno? Non gli danno le scarpe buone, di questi tempi?
Ai soldati sì. Ma i soldati, in queste guerre moderne, non sono più quelli che rischiano maggiormente. Quelli che rischiano più di tutti ora sono i magistrati. Quanti generali sono morti – a parte Dalla Chiesa: che era qualcosa di più che un generale – per la patria in questo paese? Ma quanti poliziotti, quanti carabinieri, quanti magistrati? I magistrati, al mio paese, hanno rischiato infinitamente di più di un qualunque fighetto folgorino. Ne ammazzavano uno e subito si faceva avanti l’altro, senza esitare un momento, pronto a morire. Hanno avuto una percentuale di perdite da paragonarsi letteralmente non con la Folgore da tivvù e da rotocalco dei nostri giorni, ma con la Folgore decimata di Alamein e del quarantadue.
E come li hanno mandati in guerra questi magistrati?
Vigliaccamente, li hanno mandati: senza le armi per combattere (io mi ricordo ancora quando Chinnici chiedeva almeno un computer) e spesso sputandogli alle spalle mentre quelli erano faccia al nemico. Io mi ricordo un presidente della Repubblica, il grande e spiritosissimo Cossiga, che dava con gran disprezzo del “giudice ragazzino” a uno di questi giudici, Livatino, pochi giorni prima che l’ammazzassero – e tutti sapevano già che l’avrebbero ammazzato. Mi ricordo quando davano del “comunista” a Chinnici, a Falcone, a Costa – e del “professionista dell’antimafia” a Borsellino.
E ora, il duce se ne va in giro per il mondo a proclamare che Caselli è communista e imbroglione, che i giudici italiani ce l’hanno – inquantochè communisti – con lui; Bocchini toglie la scorta a tutti i giudici più minacciati e Farinacci strilla: “Tutti in galera, li voglio!”. Sua Maestà, in silenzio, ascolta e tace.
* * *
Un giorno, probabilmente, sorrideremo di Berlusconi. La paura dei giudici, poveraccio, l’ha gettato nella politica e ancor oggi, probabilmente, non gli è del tutto passata; una paura tale da essere di per se stessa un’attenuante non da poco. Taormina e Scajola, se arriveranno a lasciare ammazzare qualche magistrato, lo faranno senza accorgersene, per automatismo di ruolo; la minorità culturale sarà l’attenuante loro, come per i fascisti alla Starace. Ma Ciampi? Ciampi è una persona di cultura, ha veduto il fascismo di allora, ha uno spessore politico e personale. Oggi è Presidente della Repubblica e Presidente del Csm. Sotto il suo regno vengono pubblicamente ingiuriati, persino durante le visite di Stato all’estero e di fronte ai Capi stranieri, coloro che hanno esposto ed espongono la loro vita per l’Italia, i magistrati; vengono impediti di svolgere liberamente le loro funzioni con dirette e indirette aggressioni personali; vengono minacciati di carcere – per le sentenze emanate – da membri del governo in funzione.
Questa potrebbe essere materia d’intervento per il Capo dello Stato. Il problema gravissimo, molto più che tutto il resto, è che tale intervento non c’è. Vittorio Emanuele III, molti anni fa, trovò diversi motivi giuridici – fondati o meno – per non intervenire. Ma gl’italiani non l’hanno perdonato.
Si può, dopo molti anni, sorridere di personaggi grotteschi come Taormina o Starace, si può – passato il pericolo – scovare un barlume d’umanità persino in un Mussolini o un Berlusconi. Per un re, sia egli coronato o sia repubblicano, invece non si può sorridere ma solo freddamente valutare.

________________________________________

Ritorni. Torna D’Alema. Alè! Per quanto, non si capisce bene a far cosa. Chiudere l’Unità, l’ha chiusa. Perdere Bologna, l’ha perduta. Lasciare Botteghe Oscure, le ha lasciate. Salvare Berlusconi, l’ha salvato. Praticamente non gli resta più nessuna riforma ancora da fare. (Magari chiamo mio nonno, che è pensionato. Tanto per dar qualcosa da fare a D’Alema).

________________________________________

Auditel. Quanto tempo passa un italiano medio davanti al televisore? Quattro ore al giorno, cinque giorni al mese, due mesi all’anno, undici anni della nostra vita. Undici anni in cui potremmo chiacchierare, annusare, andare in bicicletta, corteggiare, abbracciarci, spettegolare, andare in giro, imparare, cantare, tastare libidinosamente, leggere, viaggiare, correre, scopare, e che invece regaliamo coglionescamente ai brunivespa e ai berlusconi.

________________________________________

Metalmeccanici. Calogero Gasparazzo (lo conoscete?) è nato dalle parti di Bronte, in provincia di Catania. Da molti anni lavora in una grande fabbrica del Nord. Parecchi anni fa sono venuti degli studenti, davanti alla fabbrica, e gli hanno detto che si poteva fare la rivoluzione. Invece non c’è stata rivoluzione, ma solo un gran casino. Molti di quegli studenti Gasparazzo li sta rivedendo ora alla televisione: chi è direttore di giornale, chi è un’autorità governativa, chi fa il ministro di Berlusconi. Hanno un’aria profondamente compresa della loro importanza, e dicono che la storia che Gasparazzo voleva fare la rivoluzione in realtà era una grandissima cazzata e che invece bisogna aspettare che i padroni e i fascisti risolvano i problemi a modo loro. Ascoltandoli alla televisione, Gasparazzo ha capito benissimo perchè in realtà non c’è stata alcuna rivoluzione.
Ogni anno Gasparazzo è tornato in Sicilia, in tutti questi anni, e si è accorto che negli ultimi anni qualche cosa è cambiata. “Bacio le mani a voscenza” non s’usa più. Alcuni addirittura (cosa che nei tempi di prima non s’usava) si permettono di parlare in piazza, a voce alta, degli affari di don Totò. Una volta Gasparazzo è stato anche alla manifestazione antimafia, giù in Sicilia, ma poi è dovuto ripartire. Alla manifestazione c’erano anche molti studenti, quel giorno, gridavano abbasso la mafia con la faccia sorridente. Gasparazzo spera tanto che non facciano la fine di quelli là.
Bene, Gasparazzo adesso è uno che non si fida più dei discorsi delle persone importanti, o che lo potrebbero diventare domani. Ma quella faccenda di cambiare tutto (allora si chiamava la rivoluzione, e adesso chissà), quella lui non se l’è dimenticata. Ogni tanto gli torna in mente all’improvviso, in una fabbrichetta di Catania o al reparto fonderie di Milano. E allora Gasparazzo pensa che ha una gran voglia di fare qualcosa.

________________________________________

Texas. Riprendono le esecuzioni capitali dopo il breve ritardo imposto dalla guerra. Emerson Rudd, trentun anni, avrebbe dovuto essere ucciso l’undici settembre ma grazie alla morte di seimila concittadini ha guadagnato più di un mese di vita. Invece di essere grato per questa fortuna, quando sono venuti a prenderlo s’è barricato nella cella urlando che non voleva morire. L’hanno stanato coi lacrimogeni, l’hanno strascinato fino al lettino, e finalmente l’han potuto ammazzare in santa pace.

________________________________________

Cronaca. Roma. Una ragazza nigeriana di venticinque anni, immigrata clandestina, è morta precipitando da una finestra mentre cercava di sfuggire ai poliziotti che aveva intravisto nel cortile e che, ne era sicura, venivano per prendere lei.

________________________________________

Cronaca. Milano. Rimesso in libertà un imprenditore accusato di aver riciclato in Isvizzera circa settantacinque miliardi provenienti dal narcotraffico. In base alla nuova legge sulle rogatorie sono stati considerati non validi i documenti probatori forniti dalle autorità elvetiche. Un mazzo di fiori e un breve messaggio di congratulazioni sono stati consegnati, all’uscita del carcere, al narcotrafficante da due carabinieri in alta uniforme a nome del Governo Italiano.

________________________________________

Cronaca. Roma. Il viceministro alla Cultura Popolare, onorevole (già condannato per truffa) Vittorio Sgarbi ha ordinato di recintare con una cancellata er muretto der Pantheon, onde evitare l’indecoroso spettacolo di ragazzini mano nella mano con ragazzine, all’uscita di scuola, seduti sul suddetto muretto. La guardia papalina è stata incaricata di far rigorosamente rispettare l’osservanza del decreto.

________________________________________

Cronaca. Napoli. Incresciosa gaffe di due militari della Guardia di Finanza che, andati per arrestarlo a casa di un noto truffatore, incriminato per associazione a delinquere e truffa aggravata, si sono sentiti rispondere che nel frattempo il truffatore era stato nominato senatore e godeva dunque dell’immunità parlamentare (teoricamente abolita qualche anno fa ma di fatto più che mai vigente). Ai due finanzieri non è rimasto che scattare sull’attenti e fare dietrofront-avantimarch-march. Un mazzo di fiori e un breve messaggio di scuse sono stati consegnati, al rientro in senato, al truffatore da due carabinieri in alta uniforme a nome del Governo Italiano.

________________________________________

Cronaca. Roma. In edicola “Italianieuropei”, la rivista “del riformismo moderno italiano ed europeo” fondata da Massimo D’Alema. Il primo numero contiene un fondamentale carteggio fra lo stesso Massimo D’Alema e Giuliano Amato.

________________________________________

Cronaca. Treviso. Il sindaco Omar bin Gentilini, proprio all’inizio della Quaresima (il periodo di digiuni e preghiere, iniziato in questi giorni, previsto dalla religione cristianista) ha chiuso d’autorità l’unica chiesa cattolica fin qui tollerata nella capitale del Nordestistan. Alle obiezioni di alcuni mullah meno integralisti “Non voglio infedeli a profanare – ha risposto bin Gentilini – il sacro suolo della mia città”. E, dopo un istante, ha aggiunto: “Per Allah!”.

________________________________________

Cronaca. Ostia. Al self-service notturno, in via della Marina, il solito automobilista s’è fermato, ha chiamato il solito ragazzo polacco che si fa qualche mancia dando una mano con la benzina, gli ha allungato diecimila lire ed è rimasto a guardare mentre il polacco armeggiava con la pompa. A un certo punto il ragazzo s’è voltato e ha allargato le braccia: le diecimila erano rimaste incastrate nella fessura. Allora l’automobilista ha aperto lo sportello, è sceso dalla macchina, ha afferrato il polacco, l’ha preso a cazzotti e gli ha sbattuto bestemmiando la testa contro il marciapiede. Poi è risalito in macchina e se n’è andato. Il ragazzo è rimasto per terra con la testa sanguinante davanti alle dieci o quindici macchine in coda davanti alla pompa. Nessuno dei quindici automobilisti ha detto o fatto niente. Era solo un polacco.

________________________________________

Cronaca. Roma. Vittoria della lista di destra alle elezioni studentesche nell’università di Tor Vergata.

________________________________________

Valpiana<azionenonviolenta@sis.it> wrote:
<Il comizio del Presidente in piazza si è concluso con la frase “Dio benedica l’Italia”. La folla ha applaudito. Io ho avuto un attimo di smarrimento. Poco dopo sono entrato in una chiesa a controllare: Dio era sempre là, inchiodato ad una croce, sanguinante, fustigato, nel volto l’espressione di un povero cristo che ha paura di morire, che chiede aiuto ad un’umanità che l’ha deriso, tradito, abbandonato. Non mi sembrava avesse l’intenzione di benedire nessun esercito, nessuna bandiera; stava solo promettendo il paradiso ad un condannato a morte come lui. Mi sono rassicurato e sono uscito: la folla stava ancora applaudendo.>

________________________________________

Will<sksp@uk.gay.com> wrote:

<Quel tempo in me vedere puoi dell’anno
che niente foglie, o poche sparse, stanno
sui rami ormai gelati dove vanno
d’estate a cantar lievi gli uccellini.
In me vedi il crepuscolo del giorno
che il tramonto dissolve a poco a poco
mentre la notte inghiotte tutto intorno
nell’ombra e nel silenzio senza scopo.
Tu vedi in me faville di quel fuoco
di gioventù finita, incenerita,
di vita consumata come un gioco
da ciò che amò, da ciò che l’ha nutrita.
Questo tu vedi, e l’amor tuo s’accresce
amando chi fra poco se ne esce.>