San Cristoforo ha una biblioteca popolare

Grazie a tutti e tutte per essere intervenuti all’inaugurazione della biblioteca popolare del GAPA dedicata a G.B. Scidà.

Tutti conoscete ciò che l’uomo e il magistrato ha detto su questa città, infatti parla di una città che pur di garantire privilegi e benessere a pochi non esita ad abbandonare e privare dei benefici quella parte della della popolazione più disagiata, e i quartieri come San Cristoforo e i quartieri della prima municipalità e quelli periferici come Librino e Monte Po’.

È da questa consapevolezza, dalla presa d’atto che Catania è una città divisa da un invisibile e invalicabile muro che nasce il nostro impegno, dalla consapevolezza che nessuno sviluppo, civile, democratico ed anche economico può esistere per Catania se la miseria di molti continua a nutrire il benessere di pochi.

Per questo noi siamo qui, per questo abbiamo cercato di oltrepassare quell’invisibile muro che si snoda su via Plebiscito. Comprendendo, studiando e agendo.

Nei ventisette anni di attività tante sono state le cose che abbiamo fatto, oggi abbiamo una sede accogliente che ci dà la possibilità di fare sia doposcuola che palestra, sartoria e danza.

Nel nostro percorso spesso abbiamo avuto vicino Titta Scidà. Come nell’estate del ’92, quando dopo la strage di Capaci, decidemmo di abitare nel quartiere. Scidà partecipava alle iniziative e alle cene, tessendo insieme a noi relazioni con il popolo del quartiere, oppure nel 2002 quando il comune voleva sgombrarci dalla sede dell’Andrea Doria in via delle Calcare.

Oggi inauguriamo la nostra biblioteca popolare, un progetto che da tempo ci portiamo dietro, un progetto che fu per la prima volta messo sulla carta in occasione del saluto al presidente del Tribunale dei minori che andava in pensione: il regalo dei colleghi destinato ad un fondo per la nostra biblioteca. Oggi finalmente siamo riusciti a realizzare questo progetto e ci sembra naturale che la biblioteca porti il suo nome.

Ma come sarà questa biblioteca, un posto silenzioso e severo?

No, non di certo, sarà accogliente, colorato, capace di connettersi e supportare tutte le altre attività del GAPA.

Immaginiamo bambini che colorano, scrivono, “giocano” con i libri, poi in altri momenti studenti che studiano, giovani che consultano il nostro “centro di documentazione”. Momenti di cultura collettiva, corsi di autoscrittura. Un posto insomma che faccia venire appetito di storia, sogni, conoscenza, voglia di imparare. Un luogo che aiuti i bambini di oggi a diventare consapevoli cittadini di domani, che li aiuti a praticare la solidarietà e non disposti a cedere sui diritti né a delegare sulle scelte importanti per Catania.

Per questo sulla targa della biblioteca abbiamo inciso una frase che spesso Titta diceva: “Abbiamo una grande ambizione, essere cittadini e cittadine e non sudditi”.

Un ruolo importante avrà quindi anche il “centro di documentazione” che raccoglierà tutto il nostro archivio e produrrà materiale mettendo a disposizione di tutti la nostra pratica dell’antimafia sociale, e diventando uno strumento utile per la cultura, la comprensione e la crescita della città di Catania.