Napolitano e le due Catanie

di Giovanni Caruso

Piazza Duomo: “Ma chi è sta cunfusioni?” “Comu, no sapi? Arrivau u’ presidenti da Repubblica!”

I ragazzini e le ragazzine, delle scuole catanesi, sono schierati in bella mostra, agitano le loro bandierine tricolori e urlano: “Evviva il Presidente!”

Una signora ultra ottantenne con le sporte della spesa, dice alla sua amica: “Ta riuordi quannu vinni u’ duci n’do ’37? Erumu vistuti da ‘giovane italiane’ e i masculi di ‘balilla’, macari nuatri aveumu i bandierini”.

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27 febbraio 2014.

L’invito del sindaco Bianco fatto al Presidente della Repubblica Napolitano è stato accolto.

Il Presidente viene ricevuto nel salotto buono della città da una folla “ben addestrata”, lo acclama tra canti e sventolio di bandiere tricolori. Nel Palazzo di città ci sono tutti i notabili, i politici, le istituzioni, gli imprenditori che contano, un incontro del tutto formale ed istituzionale.

Persino la nostra “Santuzza” riceve la sua visita, chissà cosa ha pensato, Lei legata al suo popolo, quello vero, quello che ogni giorno soffre i disagi di sempre.

Ma per dare un volto più sociale il Presidente riceve anche coloro che rischiano i licenziamenti da parte della Microelectronics, parla con questi rassicurandoli, pur sapendo di mentire e che non potrà fare nulla contro la multinazionale elettronica che nel nostro Paese, così come tante altre aziende internazionali, fanno il loro comodo. L’organizzazione dell’evento, tiene ben lontana la stampa, costretta ad assistere alla visita attraverso maxischermi come a dire che l’informazione deve scrivere ciò che loro vogliono.

Ma i politici che amministrano la nostra città si son ben guardati dal raccontare i disagi della popolazione, i disagi dei quartieri popolari e della periferia urbana, e tanto meno il Presidente Napolitano non esprime nessuna volontà di andare a vedere i nostri quartieri, così come fece lo scorso ottobre la Presidente Boldrini che si rifiutò, a dir loro per motivi di sicurezza, di visitare San Cristoforo.

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Ma un’altra città quella stessa mattina, a poche centinaia di metri da piazza Duomo, manifestava contro questa visita urlando slogan sulle ingerenze del Presidente che ha imposto gli ultimi tre governi e di essere l’autore occulto dei governi di “larghe intese” e di approvare la politica dell’austerità imposta dalla troika europea.

Noi eravamo lì, nelle strade del centro storico, ed eravamo la società reale, quella che aveva più diritto di tutti e tutte di essere ascoltata, da chi si definisce il Presidente “super partes”, ma si sa non è così, si preferisce ascoltare chi ormai possiamo definire dei marziani, cioè coloro che per i loro interessi si allontanano dalla società reale. Ma ancora, cosa più grave, che nessun giornale, nessuna televisione nazionale e locale, a parte qualche distinguo, ha raccontato della contro manifestazione, cosa che non ci sorprende, ma ci indigna che molti giornalisti e giornaliste siano stati censurati o peggio autocensurati. Avremmo voluto dire tante cose al Presidente: “Tocca con mano le nostre sofferenze, guarda come sono ridotte le nostre scuole, ascolta i giovani e le giovani che non hanno lavoro, visita e osserva i nostri quartieri lasciati all’abbandono e sotto il tallone dell’oppressione mafiosa”, che è la madre di tutti i mali che controlla comitati d’affari, i territori e quegli uomini politici ben vestiti con la “faccia pulita” che si sono affrettati a stringere la mano al Presidente e a posare con Lui per la foto ricordo. Caro Napolitano se è vero che sei stato un uomo di sinistra e che dici di essere vicino al popolo accogli il nostro invito: “Vieni a parlare con noi e con gli uomini e le donne dei quartieri, forse comprenderai molto di più quello che vive il tuo popolo e chissà potresti dall’alto della tua età cambiare per poi diventare il vero Presidente degli italiani e delle italiane”.