Il diritto alla democrazia partecipata


Dalla Val di Susa a Catania

di Paolo Parisi

Sono circa 20 anni che sentiamo parlare della TAV (Tunnel Alta Velocità) tunnel che si dovrebbe realizzare in Piemonte per collegare due grandi città, una italiana Torino e una francese Lione. Per congiungere queste due città si dovrà realizzare una galleria di 57 Km perforando le Alpi, montagne ricche di amianto ed uranio, quindi si può immaginare il danno che gli abitanti della Valle di Susa subiranno durante la costruzione dell’opera. Questo progetto è stato ideato 22 anni fa prevedendo uno scambio in notevole crescita di passeggeri e merci fra l’Italia e la Francia. Invece passati questi 20 anni le linee di collegamento già esistenti fra i due stati hanno avuto un calo di oltre il 50% di viaggiatori e di scambi commerciali. La popolazione della vallata protesta da 20 anni perché ritiene tali lavori dannosi per la salute degli abitanti e una spesa inutile. Queste proteste sono state sempre più frequenti e numerose e adesso stanno coinvolgendo altre regioni italiane perché siamo tutti convinti che sarà una cattedrale nel deserto. Siamo stanchi di vedere continuamente sprechi di danaro pubblico. Per realizzare quest’opera oggi si prevede una spesa di circa 20 miliardi di Euro, ma noi tutti sappiamo come in Italia le previsioni dei lavori pubblici solitamente sono state sottostimate, e alla fine delle opere i costi si sono raddoppiati o triplicati. In un momento di crisi come adesso è assurdo sprecare così tanto danaro dei contribuenti. La gente chiede un referendum in modo tale che si realizzi la TAV se i cittadini la desiderano e non costruire un’opera soltanto per gli interessi economici di pochi. La popolazione italiana chiede con maggiore insistenza di partecipare alla gestione pubblica invece di vedersela cadere dall’alto e subirla sulle proprie teste. In sostanza avere una democrazia partecipativa.

Così come sta succedendo a Catania con il completamento dell’asse viario di viale Alcide De Gasperi, via parallela, ma con una quota più alta, del Lungomare (viale Ruggero di Lauria). Tale strada era destinata ad area di sicurezza in caso di terremoto, ma con un project financing presentato da un gruppo di imprenditori, la strada è stata trasformata a copertura di un Centro Commerciale che va da piazza Europa a via del Rotolo. Questo si realizzerebbe su una lunghezza di 1200 metri a 10 metri sul livello del mare con una superficie 56 mila metri quadri di area commerciale e 48 mila mq di parcheggi a pagamento collocati su un’area che doveva essere una via di fuga antisismica. La concessione ad un gruppo imprenditoriale avrebbe la durata di 38 anni.

La strada perderebbe quindi le sue finalità a servizio della sicurezza in caso di terremoto per diventare una via di accesso o di avvicinamento al sottostante Centro Commerciale ed ai vari parcheggi, alcuni interrati.

In tal modo in quella zona si incrementerà il traffico veicolare ed il flusso di persone. Pertanto in caso di eventi sismici si snaturerebbe la destinazione del viale Alcide De Gasperi.

Tenendo presente che la nostra terra è ad alto pericolo sismico e ricordando il terremoto di Messina del 1908 che è stato seguito da un maremoto, cosa potrebbe succedere in caso del ripetersi di tale evento? Ad esempio chi avrebbe mai previsto in Giappone che costruire una centrale nucleare vicino il mare sarebbe stata così rischiosa? Il maremoto ha superato ogni immaginazione.

Inoltre le attività commerciali del lungomare e delle aree limitrofe verrebbero danneggiate da questo grande Centro Commerciale rendendo vani gli investimenti effettuati dai tanti commercianti nelle zone di Corso Italia o Via Gabriele D’Annunzio, distruggendo una economia consolidata negli anni. Il gruppo di imprenditori che ha elaborato il progetto si sta appropriando di spazi pubblici per i propri interessi privati.

Purtroppo la maggior parte della popolazione catanese, presa dai problemi giornalieri di primaria importanza per sbarcare il lunario, è costretta a subire decisioni prese dall’alto e ad essere esclusa da ogni forma di partecipazione. Mentre una democrazia partecipativa renderebbe protagonista la popolazione. In questo modo attirerebbe l’interesse della gente alla gestione della vita pubblica, avvicinandola alle istituzioni.

Gli abitanti della Val di Susa non intendono subire i provvedimenti presi dall’alto ed insieme alle proprie istituzioni stanno lottando ad oltranza contro la realizzazione del tunnel con qualsiasi forma di protesta, senza arrendersi.

 

Il project financing “Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo”

Il project financing “Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo” ha ad oggetto il completamento del Viale Alcide De Gasperi per collegare piazza Europa al Rotolo, chiudendo al traffico veicolare il Viale Ruggero di Lauria (il cd. “Lungomare”) e portando ad un livello più alto la strada per il transito dei veicoli.
L’intento del progetto è in definitiva quello di spostare il transito veicolare su una strada ritenuta al riparo dal rischio tsunami, rischio al quale risulterebbe invece esposto il sottostante “Lungomare”.
Negli anni duemila l’opera venne pertanto inserita tra quelle di “emergenza sismica” dall’allora Sindaco Umberto Scapagnini, in qualità dei suoi poteri di commissario straordinario per l’emergenza traffico e la prevenzione sismica, conferiti dal Governo.
Al fine di realizzare l’opera con il meccanismo del project financing, il Sindaco/Commissario Scapagnini associò alla viabilità di scorrimento per motivi di protezione civile una vasta area commerciale come dettagliatamente descritta nell’articolo a firma di Antonio Condorelli, pubblicato sul Quotidiano di Sicilia dell’8 luglio 2009: “400 mila metri cubi di sbancamento a 10 metri sul livello del mare, 56 mila metri quadri di centro commerciale e 48 mila mq di parcheggi a pagamento spalmati tra una strada che doveva essere una via di fuga antisismica e un pezzo di costa lungo 1200 metri, in concessione per 38 anni ad un gruppo imprenditoriale”.
Il progetto è attualmente sospeso in attesa dell’esito di un contenzioso amministrativo tra i privati aggiudicatari del medesimo ed il Comune di Catania. 

Mirko Viola