Numero 4 – Aprile 2017

Redazione “i Cordai”
Direttore Responsabile: Riccardo Orioles
Reg. Trib. Catania 6/10/2006 no26
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Stampato dalla Tipografia Paolo Millauro, Via Montenero 30, Catania

Grafica: Max Guglielmino

Foto: Alessandro Romeo, Bruna Vittordino, Daniela Calcaterra, Mario Libertini

Hanno collaborato a questo numero:
Giovanni Caruso, Toti Domina, Marcella Giammusso,
Paolo Parisi, Bruna Vittordino, Daniela Calcaterra, Ivana Sciacca, Mario Libertini, Matteo Iannitti

Ladri di bambini

Undici anni. Alle dieci di sera, non so se solo o in compagnia, ha “schiavettato”, rotto il bloccasterzo e portato la mia moto da piazza Università a via Dusmet, prima in sella e poi a spinta. Appena ha visto la polizia si è fatto prendere dal panico, ha abbandonato la moto ma è stato comunque raggiunto da quei grandi uomini in divisa. La moto era molto ma molto più grande di lui.

Diritto alla cittadinanza: le scuole di San Cristoforo non ne hanno

Già mentre ci si arriva, la cornice della spazzatura, del degrado e dell’anarchia per le strade danno un quadro chiaro dell’abbandono da parte delle istituzioni che qua continuano a non venirci come se non fosse città. Ma per accorgersi della delinquenza giovanile e darle il peso che ha, bisognerebbe avere il coraggio di guardarli negli occhi questi bambini – e chi continua a rubarceli.

È il primo passo che genera il cambiamento

La gente che invece s’incontra in piazza Federico di Svevia ha solo un obiettivo, camminare, perché è sempre il primo passo a generare il cambiamento, che poi è la semplice voglia di riscoprire il piacere di stare bene con se stessi e con gli altri,  ma soprattutto raccontarsi mentre si percorrono le strade buie che  d’improvviso si aprono alla luce di un quartiere che non vuole perdere la speranza.

A Catania il mestiere di pescatore è “misteri ca mori”

“Giovane! Sì sì, proprio tu! Tu ca mi facevi i foto no mentri ca travagghiavu, i fotografasti i me manu? U viristi comu su? U sali si manciau tutte”. Sabato, porticciolo di Ognina. Sono passate da poco le nove del mattino e i pescatori tornati dalla notte cominciano a vendere masculini. “Masculina da magghia” li chiamano, per la caratteristica di imprigionarsi con la testa nelle maglie della rete che ogni mattina devono essere ricucite.