Numero 1 – Gennaio 2012


Redazione “i Cordai”
Direttore Responsabile: Riccardo Orioles
Reg. Trib. Catania 6/10/2006 no26
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Stampato dalla Tipografia Paolo Millauro,
Via Montenero 30, Catania

Grafica: Massimo Guglielmino

Illustrazione copertina: Ernesto Leone

Foto: Salvatore Ruggieri, Paolo Parisi

Hanno collaborato a questo numero:
Giovanni Caruso, Toti Domina, Marcella Giammusso, Paolo Parisi, Sonia Giardina, Elio Camilleri, Salvatore Ruggieri, Giulio Traversi

Botti di guerra

copertina

Guerra forse no, ma incoscienza stupidità e degrado morale e sociale sicuramente si. I dati venuti fuori il primo gennaio sono inquietanti: 561 feriti da “botti” in tutta Italia (di cui 127 minori), due morti, uno a Napoli e l’altro a Roma.

di Giovanni Caruso e Don Ezio Coco, parroco di San Cristoforo

Eppur si muovono

Più giù del fondo non si può andare, a meno che si incominci a scavare! E così l’Azienda Metropolitana Trasporti (nuova dicitura dal 2011), dopo un deficit di 116 mln di euro accumulati a fine 2010, che sapeva più di voragine che buco di bilancio, dopo tagli al parco autobus e assunzioni bloccate, lentissimamente sembra risalire la china. E a dimostrarlo sembra la velocità commerciale aumentata di qualche decimo di punto percentuale.

testi e foto di Salvatore Ruggieri

Morire in solitudine

Abbiamo parlato di lui nel numero 10 di Novembre 2010 de “I Cordai”. Il signor Grasso Francesco detto Turiddu, nome affettuoso con cui veniva chiamato nel quartiere, una persona molto conosciuta a San Cristoforo. È scomparso alla fine del mese di novembre del 2011, è stato trovato a casa sua morto da circa una settimana.

testi e foto di Paolo Parisi

Carne di cavallo

Tutto cominciò il giorno che Santo Buscemi ritornò a frequentare la scuola dopo un lungo periodo di assenza. Arrivò in ritardo e andò a sedersi all’ultimo banco per osservare bene quello che succedeva in classe. La professoressa stringeva tra le gambe un violoncello e teneva sospeso in aria un archetto con tallone in ebano e crini di cavallo. Solo di cavallo masculo, spiegò la professoressa, perché la femmina urina verso la coda e il pelo sporcandosi diventa una fetenzia.

di Giulio Traversi