San Libero – 6

Fa freddo a Roma. Stamattina alle sei è morta Elvira Lupeanu, aveva quindici giorni ed è morta di freddo dentro una roulotte nel campo zingari di Casilino 700. Sua madre, Speranza Petrakle, diciannove anni, nata a Severin in Romania, era accanto a lei in quel momento. Il padre, Nicolae Lupeanu, ha venticinque anni e non si sa dove sia. È stato espulso dall’Italia due settimane fa. Inquinava il Belpaese.
L’ultima morte di bambini, al Casilino 700, risaliva al cinque agosto. Un mese fa i muri di roma erano tappezzati di manifesti dei fascisti: “ai romani distruggono le case abusive, e agli zingari intanto il comune regala le ville”. Ci sono settemila zingari Rom, a Casilino 700. Rappresentano un grosso problema per la popolazione ariana della zona, per il sindaco – di “sinistra” Rutelli, per il capo dei picchiatori fascisti Bontempo, per Berlusconi, per D’Alema e per Fini e – forse – anche per te e per me. Almeno Elvira, adesso, non è più un problema per nessuno. Non ci sarà bisogno di espellerla, né di rastrellarla in una “brillante operazione di Polizia e Carabinieri”, né di organizzare manifestazioni contro di lei. Celebreremo il Giubileo in santa pace, e il Dibattito sulla Sinistra, e l’Entrata in Europa e il Nuovo Liberismo.
Non so se leggerete questa notizia, sui giornali di domani. C’erano i poveri “giornalisti” di strada, a guardarsi attorno fra le roulottes col taccuino aperto e gli occhi sbarrati. Poi, nella tarda mattinata, è arrivata una mercedes con l’autista ed è sceso un giornalista del Corriere.


Ma il compiuter fa uscire matti? Tutti i giornali hanno parlato della storia di quel ragazzino di Torino ricoverato d’urgenza dopo alcune nottate passate alla playstation. Alla fine si credeva un supereroe pure lui. Voleva andare in Giappone, dove c’è la fabbrica delle playstation, per farsi scrivere un videogame basato sulle avventure sue e della sua famiglia. È colpa del computer, è colpa dei giapponesi. E quale doveva essere la trama del videogame? “Una lotta fra marocchini e italiani, ambientato a Porta Nuova”. Maledetti giapponesi, maledetto compiuter.


Huntsville (Texas), 16 novembre – Condannato a morte si è opposto con tutte le sue forze all’esecuzione capitale. Desmond Jennings, 28 anni, si è ribellato con ogni mezzo e, per trascinarlo fino alla camera della morte del penitenziario texano di Huntisville, cinque agenti hanno dovuto ridurlo all’impotenza, stordendolo con uno spray.


Giornalista onesto, dunque disoccupato, caporedattore, art director, esperto dtp, progettista web, militesente bella presenza no stranieri, ecc. ecc. ecc. esamina offerte – e non è uno scherzo.


A volte la “ggente” riesce a far rimpiangere la piccola borghesia.