San Libero – 374

5 novembre 2008 n. 374

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Di che cosa è fatto un sessantotto

Mah, questo secondo me è un sessantotto. Non è, ovviamente, il ’68 (che a sua volta dichiarava: “Non sono il Quarantotto!”), è semplicemente uno dei tanti sessantotti che periodicamente si verificano, cambiano il mondo in basso e vengono venduti e esorcizzati in alto. Di che cosa sono composti i sessantotti?

1) Arrivano di sorpresa (Asor Rosa: “Rivolte studentesche in Italia? Impossibile. Americanate”. Rinascita, febbraio 68).
2) I giovani, quasi tutti i giovani, ne fanno parte da subito, senza pensarci, con naturalezza.
3) Il governo è fortissimo e quasi senza opposizione. Si crede eterno.
4) I politici dapprima non li vedono, poi cercano goffamente di corrergli dietro.
5) Gli studenti sono presbiti, vedono sfocato da vicino  (nel sessantotto del ’68 il primo slogan è stato “potere studentesco”, adesso si comincia col “siamo tutti studenti”).
6) Però non sono miopi. Hanno le idee chiarissime (e in quel momento “estreme”) sui tempi lunghi. Nei volantini torinesi del ’68 c’è tutto quello che sarebbe successo nei trent’anni successivi, inquinamento e capitalismo selvaggio compresi. E nei documenti della Pantera di Palermo…
7) Non credono nella violenza, e perciò sono molto pericolosi. Il rock è stato molto più esplosivo del terrorismo. I capelloni erano molto più “eversivi” dei maoisti. Del ’68, non a caso, si ricordano i leaderini fighetti e i (pochi) terroristi. Non i consigli di fabbrica e i corsi liberi nelle facoltà di punta.
8) Per fermarli bisogna dunque introdurre la violenza (nel ’68 le bombe di piazza Fontana, nel ’77 i ragazzi sparati da fascisti e servizi deviati).
9) Per venderli e esorcizzarli bisogna far “diventare importanti” alcuni di loro, trasformarli da ragazzi in personale politico.
10) Bisogna cioè offrire loro il modello di organizzazione politica che vige nel sistema. In un sistema di partiti, bisogna indurli a fare partitini (i “gruppi” post-68). In un sistema maschile, bisogna esaltare in loro virtù “virili” (“spranghiamo i fascisti/la polizia/ i comunisti”). In un sistema gerontocratico, bisogna imporgli i linguaggi delle generazioni precedenti (per esempio gli slogan a rima).

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Habemus papam

Va bene, hanno eletto il negro. E allora? Era nell’aria da anni, era ciò che voleva la gente. I media, fatti per imbrogliare, hanno fatto i salti mortali per convincerci che il mondo reale non esiste e che quello fasullo è vero. Ci sono riusciti per qualche anno, spendendoci dei miliardi. Adesso, dalle porte riaperte, entra liberamente la pioggia e il sole. Si comincia a tornare nella vita vera.

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Quanta solidarietà

E Saviano? Passata l’emozione, non se ne parla più. La solidarietà che non s’è fatta, e che si poteva fare:

– Napolitano: chiedere formalmente conto al governo della presenza di Nicola Cosentino, sottosegretario all’economia, chiamato pesantemente in causa dai camorristi pentiti;
– Maroni: fare avvertire discretamente Francesco Schiavone detto “Sandokan”, detenuto nelle carceri dello Stato, che le sue esternazioni nei confronti di Saviano non sono gradite, e potrebbero essere pericolose per chi le fa.
– Del Boca: aprire un’inchiesta dell’Ordine dei Giornalisti sui giornali collusi con la camorra, di cui Saviano ha parlato (e che, in tanta commozione, non sono stati citati da alcuno).
– Veltroni: denunciare l’isolamento dei giornalisti (per lo più emarginati) che fanno antimafia oltre a Saviano, e aiutare concretamente i loro poveri giornali e siti.

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Tutto sommato

A me sembra bene che i compagni “dei centri sociali” ecc., informati dell’attacco ai liceali, siano intervenuti alla svelta e abbiano fatto sgomberare i fascisti, con le buone o no. Alla fine nessuno s’è fatto davvero male e tutto sommato si può anche essere soddisfatti della polizia (che, tutto sommato, non ha fatto un G8), dei compagni (che non si sono spinti oltre la difesa) e persino dei fasci (che tutto sommato non hanno usato armi da fuoco). Rispetto ai tempi miei c’è un indubbio miglioramento. Sei più a tutti quanti.

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Archidiósesis de México (consigli alle donne)

“No uses ropa provocativa. Cuida tus miradas y tus gestos. No te quedes sola con un hombre, aunque sea conocido. No permitas familiaridades de tus amigos o parientes. No admitas pláticas o chistes picantes”.

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Numeri/ 1

Gli infortuni sul lavoro di operai extracomunitari in Italia nel 2007 sono stati (Inail) 141mila, di cui 174 mortali. Gli operai extracomunitari nel 2007 hanno versato all’Italia 3 miliardi e 749 milioni di euri di tasse e hanno prodotto (Unioncamere) il 9 per cento del Pil italiano.

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Numeri/ 2

Secondo un’indagine dell’Associazione Contribuenti Italiani il 58% degli yacht di lusso, barche a vela e automezzi di grossa cilindrata è intestato a prestanome nullatenenti.

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Il bersagliere

E’ morto, vecchissimo, il bersagliere ciclista Delfino Borroni. Era l’ultimo soldato italiano della guerra 15-18. Era sfuggito agli austriaci, al general Cadorna (680mila soldati uccisi nelle trincee o negli attacchi frontali), ai carabinieri appostati dietro le trincee (350mila soldati arrestati, 235mila in carcere, 7mila fucilati, di cui cinquemila scelti a caso dopo Caporetto) e anche alle “celebrazioni” di tutto ciò fatte, novant’anni dopo, da ministri che non hanno mai visto una trincea nè una baionetta.

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Grillo vs Facinorosi

A Bologna gli studenti si vedono arrivare nel corteo Beppe Grillo con giornalisti, operatori, supporter, ecc. “Basta! – strilla qualcuno – Non abbiamo bisogno di primedonne!”.
Il commento di Grillo: “Va bene, però a contestarmi sono stati solo una ventina….”. “Una ventina chi?”. “Gli esponenti dei centri sociali…”.

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Ottocento

A Catania la vecchina vede sfilare il corteo dal suo balcone: sorride, prende i gerani dal vaso che ha davanti e comincia a gettarli, con ampi gesti benedicenti, sui ragazzi. A Venezia invece il corteo arriva lungo la ferrovia, sul ponte: i macchinisti dei treni azionano la sirena e lo salutano così, all’ottocentesca.

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Slogan

“Mercato crolla,  sale il movimento “, “Il futuro deve tornare a essere quello di una volta”, “Il futuro siamo noi”.

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Toccare col mouse il muro della vergogna

Quando i muri di cemento incontrano i bit fatti di idee, possono accadere cose incredibili. Come l’iniziativa lanciata dal gruppo di creativi olandesi Palo Dutch Concept Factory (PDCF), che ha promosso la nascita di un servizio di scritte murali “on demand”. Visitando le pagine di www.sendamessage.nl basta spedire 30 euro e il testo che vogliamo veder apparire sul “muro della vergogna” allestito dal governo israeliano per ricevere tre foto in alta risoluzione della nostra scritta, realizzata con lo spray dai ragazzi coinvolti nel progetto. È incredibile osservare i risultati dell’incontro tra le esigenze di una popolazione immersa in un conflitto e le competenze di comunicazione messe a disposizione della popolazione palestinese da questo gruppo di pubblicitari e addetti alle pubbliche relazioni.

Grazie al contributo della Ong olandese ICCO, la Concept Factory continua a realizzare workshop a Ramallah raccogliendo le idee più creative e fantasiose. Il denaro raccolto grazie alla spedizione delle fotografie viene utilizzato per finanziare le iniziative sociali, educative e culturali delle Ong palestinesi che partecipano all’iniziativa. I membri della PDCF raccontano che “le chiacchiere, le risate e il brainstorming realizzati negli anni passati hanno prodotto molte idee davvero ispirate.
Tutto partiva dal nulla, senza fogli di carta o un programma prefissato. Solo un gruppo di pubblicitari professionisti olandesi e ragazzi palestinesi molto svegli. Credeteci o no, dopo un po’ di silenzio le idee hanno cominciato a spuntare come funghi”.

E sul sito www.palodutch.nl le tracce di questi progetti nel cassetto sono ancora fresche: passeggiate virtuali realizzate da olandesi con telecamera al seguito guidati a voce da ragazzi palestinesi che indicano cosa vogliono osservare e dove puntare la telecamera, per esplorare virtualmente il mondo fuori dalle barriere; realizzazione di un fotoromanzo sulla storia di una coppia di olandesi che vuole campeggiare a Ramallah e si scontra con i divieti polizieschi vissuti quotidianamente dai palestinesi; realizzazione del più lungo graffito murale del mondo, battendo l’attuale record dell’Iran (5 Km); trasportare in Europa un albero di Natale raccolto a Betlemme, coinvolgendo le città presenti lungo il tragitto. Per cambiare la realtà, a volte bisogna partire da sogni come questi.
[carlo gubitosa]

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Pronto, Ordine? Vi informiamo…

Finalmente un esponente del giornalismo istituzionale, Franco Abruzzo, si accorge che a Catania la deontologia è calpestata (“La Sicilia” di Ciancio, con lo scandaloso editoriale/lettera del boss Vincenzo Santapaola) e fa una proposta concreta:

“I Consigli dell’Ordine sono chiamati dalla legge professionale e dalle sentenze della Corte costituzionale a vigilare sulla condotta degli iscritti che, con i loro “omissis”, minano i principi della buona fede e della lealtà verso i lettori nonché il rapporto di fiducia che deve esistere tra stampa e cittadini. Il giudice disciplinare amministrativo è l’Ordine regionale”.

Sì, ma se l’Ordine regionale non interviene?

“In caso di inerzia – precisa Abruzzo – il Consiglio nazionale, informato, potrebbe decidere di affidare il procedimento a un altro Consiglio regionale”.

Quanto a informarsi, immagino che il Consiglio Nazionale non abbia difficoltà: noi siamo qua. Se vorranno ascoltarci, ci mettiamo formalmente a disposizione.

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Appuntamenti. Giovedì 6 novembre a Castelvolturno l’avvio della Campagna contro la camorra di Sd “Facciamo neri i camoristi”. Lotta alla camorra, alle mafie e al razzismo. Paolo Beni (Arci), Roberto Natale (Fnsi) e Claudio Fava.

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Libri. Umberto Santino, “Breve storia della mafia e dell’antimafia”, Di Girolamo Editore.
(Info:  347.186342-339.1956128)

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“Una barbarie”

Peppe Sini <nbwac@tin.it> wrote:

< La decisione dell’amministrazione comunale di Viterbo di impedire a chi è nel bisogno di chiedere un minimo aiuto ai passanti, decisione analoga a quelle già prese da altre amministrazioni locali in varie parti d’Italia, mi colpisce per la sua crudeltà.
Invece di prendere iniziative per aiutare chi è nella povertà e nel disagio, si impedisce loro finanche di chiedere l’aiuto del prossimo.
C’è un modo di dire, “chiedere la carità”, che con la forza del linguaggio evoca ciò di cui stiamo parlando: la carità, che è una delle forme dell’amore, ovvero dell’umana convivenza.
Proibire la carità è una barbarie.
Sono un cittadino di Viterbo, chiedo che quel disumano provvedimento sia revocato >

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“Ai margini del vostro mercato”

“Ultimi” (gruppo capitano ultimo) wrote:

< Non siamo violenti, anche se conosciamo la violenza del vostro denaro, quello che usate per comprare ogni cosa. Noi non amiamo la proprietà privata se non in quanto svolge una funzione sociale, e vediamo la pura avidità con cui accumulate e recintate case e palazzi e città. Non siamo razzisti, e vediamo le vostre distinzioni tra bianchi e neri, ricchi e poveri, regolari ed irregolari, sudditi e clandestini. Noi non vi combattiamo con la violenza che legittima la vostra reazione, noi non vi combattiamo con la superficialità e l’ opportunismo che legittimano il vostro nepotismo.
Noi cerchiamo di costruire ogni giorno, nelle piccole cose quotidiane, un mondo che si allontana dalla vostra prigione, dove gli esseri umani nella loro semplicità sono autentici, dove l’uguaglianza significa uguaglianza, dove la solidarietà significa solidarietà, dove la dignità significa dignità. Queste parole sono un sentiero su cui cammina la gente piccola, quella che vive ai margini del vostro mercato. Ci perdonerete se non amiamo la vostra violenza, ci perdonerete se non amiamo i vostri soldi, la vostra arroganza, la vostra competizione truccata.
Non siamo eroi, non siamo niente, il fatto è che semplicemente il vostro mondo vuoto ci fa schifo >

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“Tutti ma proprio tutti”

Bianca wrote:

< Nella mia scuola, il Boggio Lera, alla notizia che era stato approvato il decreto, siamo usciti tutti, ma proprio TUTTI (gente che non era mai stata a un corteo in tutta la sua vita). Via Vittorio Emanuele era bloccata e – scusate – noi del Boggio Lera eravamo il doppio di quelli dello Spedalieri .-) e domani sono intenzionati a venire al corteo in molti >

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Poesie della Seconda Repubblica

Mimmo Lombezzi wrote

< Il manganello Tonfa,
che ruppe molti denti,
Fa finta di dormire,
pronto per gli studenti.

Dai tempi del G8,
è quasi sempre appeso.
Liscia schiene di negri,
cose di poco peso…

Ma ora sente la brezza
di un altro autunno caldo,
e una mano accarezza
quel manico ben saldo…

Avviso ai naviganti:
“Okkio al cranio ribelle!
Se restate occupanti
vedrete ancor le stelle.

Cercando gli infiltrati
delle Brigate Rosse
Potreste esser coinvolti
da presunte percosse… >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)