San Libero – 186

7 luglio 2003 n. 186

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Aria-Cola. “Sucks out oxygen to give you that genuine high-altitude feeling in your home! Avoid the risk of coming too close to the hole in the ozone layer…”. E’ la pubblicità dell'”Air Extractor”: un apparecchio a boccagli che si mette sopra la tavola, al posto del lampadario (nella pubblicità il tavolo è occupato da due coppie felici e sorridenti), e serve a “produrre ossigeno da grandi altitudini, evitare i rischi da buco nell’ozono”, ecc. In altre parole, vendono aria: in un mondo in cui comincia a essercene bisogno.
Un paio d’anni fa ci fu il boom (ne inaugurarono uno con gran pompa a Roma) dei “negozi d’acqua”, boutiques specializzate con cento diversi tipi d’acqua minerale. Ovvio: nessuno in Italia beve più acqua di rubinetto. Nel giro di una generazione, è sparito il concetto di acqua come bene comune e naturale. L’acqua è una merce privata come tutte le altre, e viene regolarmente prodotta (e venduta) dal sistema finanziario-industriale. Come le mucche e il grano, è uscita dalla nostra vita per entrare nel mondo fiabesco di DIsney e del Mulino Bianco. “Limpida come l’acqua”, “acqua fresca”, “acqua chiara” non sono più espressioni correnti ma slogan da copywriter.
Adesso tocca all’aria. “Libero come l’aria” per la prossima generazione sarà lo slogan di qualche prodotto di successo: l’Aria-Cola, la SuperAir o roba del genere. L’aria sarà imbottigliata e venduta, esattamente come oggi l’acqua. Nessuno si azzarderà a consumare aria naturale non protetta da un logo. L’acqua, l’aria, il clima, la temperatura, ormai sono dei soggetti industriali come tutti gli altri. Vuoi respirare? Paga.
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Perché l’Enel avrebbe dovuto investire milioni di euri per fare centrali elettriche, quando è così facile trafficare in Borsa, comprare quote Wind e accumulare miliardi senza produrre niente? Che c’entra ancora l’Enel – o qualunque altra grande azienda – con la produzione di energia elettrica, o di trasporti, o di qualunque altro servizio? Ormai il servizio pubblico è semplicemente un pretesto per attività finanziarie da “bolla”, che rispondono solo a se stesse e servono semplicemente a perpetuare la bolla. Ovvio che, in un momento qualunque, il vecchio sistema (che banalmente produceva energia) debba collassare.
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“Aumentano le spese degli italiani ma diminuiscono i consumi. Rischio di stagnazione”. La gente con gli stessi soldi può comprare meno cose. Consuma meno, e dunque produce meno. Per quelle cose che non può fare a meno di comprare (ad esempio le cure private o l’automobile) la soluzione è quella arcaica: cambiali. Il livello d’indebitamento delle famiglie italiane è salito notevolmente, quest’anno: anche questo fa parte (forse ne è il nucleo) del modello americano. Solo che gli americani, per difendere i loro debiti, hanno un sacco di marines e cacciabombardieri, mentre le cambiali del ragionier Fantozzi dovranno prima o poi essere spietatamente pagate.
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Beh, buone vacanze.

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Europa. Cominciato il semestre di presidenza padana. Il signor B. ha preso la parola per un breve intervento. Due ore dopo già venivano spostate flotte e richiamati ambasciatori. Dai tempi di Gavrilo Prinzip nessuno da solo era mai riuscito a produrre tanto casino in così poco tempo in Europa.

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Informazione 1. Chi ha detto che la Lucia Annunziata non si guadagna la paga? Zitta zitta, è riuscita a far fuori le poche trasmissioni radio che si occupavano di immigrazione e di immigrati: “Diversi da chi?”, “Ponteradio” e “Permesso di Soggiorno”. I redattori l’hanno saputo praticamente dai giornali, alla presentazione del palinsesto estivo a metà giugno: “Ma… qua noi non ci siamo… Dev’esserci un errore di stampa…”. Altro che errore: a Radio Padania (il nuovo nome dell’ex Radio 1) d’immigrazione non se ne deve proprio parlare, e chi non è d’accordo se ne torni in Italia, dai communisti. Così ha deciso la Lucia Eridana, presidente “di garanzia”. Se qualcuno di voi non è d’accordo, può mandare un fax del tipo “Preg.ma Dottssa MegaPres LupMann Lucia Annunziata, Rai, Roma. Ci faccia sentire almeno ogni tanto qualcosa sugli immigrati alla radio, per favore! Tanto, a lei che gliene frega di quel che trasmette la Rai? Sia buona, le promettiamo che non lo diremo a Bossi. Grazie!”. (Il fax dell’Annunziata è 06.3611126).

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Informazione 2. Diversi lettori hanno scritto per comunicarci i risultati delle loro ricerche sul “caso Guantanamo” di cui avevamo parlato due settimane fa. Si trattava di una notizia (istituzione di una “camera della morte” nel campo di concentramento) uscita sull’internet ma non sulla stampa italiana. La notizia – secondo le verifiche pervenute – è stata data dalla Bbc e da diversi quotidiani di lingua inglese. In Italia invece non l’ha ripreso nessuno e il giornale più vicino ad averla data è stato un quotidiano svizzero (Le Temps) che ci ha fatto l’apertura. Non era una notizia di prima grandezza, ma era senz’altro una notizia a tutti gli effetti (circostanziata, col nome dell’ufficiale responsabile ecc.) e tecnicamente avrebbe meritato senz’altro un’apertura o un taglio medio di esteri e probabilmente anche uno strillo in prima. Invece è stata censurata tranquillamente. Sta succedendo qualcosa, da un anno in qua, nel giro dell’informazione.

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Informazione 3. Cina, Cuba, Vietnam, Tunisia e Stati Uniti sono i paesi del mondo – secondo Reporters sans frontieres – in cui è in atto un preoccupante giro di vite contro la libertà d’espressione sull’internet. I casi più preoccupanti in Cina, dove decine di persone sono state arrestate per aver criticato il governo via mail, e negli Stati Uniti, dove il “Patriot Act” seguito all’11 settembre viene spesso utilizzato per colpire iniziative contro major discografiche e multinazionali. E’ sempre più diffuso, da parte di governi anche occcidentali, lo lo spionaggio della posta elettronica sia privata che aziendale. E’ sempre più esteso il sistema integrato Echelon che centralizza questo controllo nei paesi di lngua inglese.

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Le dieci leggi del giornalismo

Legge di Lincoln. Non puoi imbrogliarli tutti allo stesso tempo.
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Legge di Voghera. Il lettore medio è meno stupido del suo giornale.
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Legge di Fava. Se non lo dici, è colpa tua.
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Legge di Pulitzer. Nulla cura di più della luce del sole.
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Legge di Bogart. Nessuno può imbavagliare un cronista dotato di coraggio e gin-tonic.
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Legge di Gambino. Vacci.
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Legge di Mirone. Non importa quanta sabbia c’è, se ci scavi abbastanza.
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Legge di Lerner. Censurali, ma da sinistra.
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Legge di Emilio. Nessuno è così complicemente simpatico come una puttana.
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Legge di Coluche. Aboliamo la prima pagina da tutti i giornali.

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Bush. “Euro! Tu m’hai provocato e io te magno!”

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Pubblicità.
“BERLUSCONI TRA I GRANDI DEL SECOLO. In un gioiello editoriale, nella collana della Dino Editore dedicata ai grandi protagonisti della storia, dopo i capolavori biografici che hanno illustrato la vita e le opere di Ronald Reagan, Boris Eltsin, George Bush, Giovanni Paolo II, George W. Bush, esce adesso l’opera di Padre Battista Mondin, il più grande teologo e filosofo vivente, che fa conoscere tutto ciò che non si sapeva sul progetto economico-sociale di Silvio Berlusconi, personaggio tra i più straordinari apparsi sulla scena mondiale. La documentata analisi, che spazia dalla crisi della civiltà occidentale alla necessità di recuperare valori quali verità, libertà, amore, amicizia e pace, ha per titolo “Cultura e valori per una società globalizzata” ed è pubblicata in 999 esemplari irripetibili in puro argento e 99 esemplari in puro oro. Nella foto: uno straordinario dipinto del maestro Dante Ricci, con il volto di Silvio Berlusconi. Un bassorilievo impreziosisce ogni esemplare dell’opera, sbalzato su una lastra di puro argento delle dimensioni 12,5×21 cm”
(Mi piacerebbe averla inventata io ma purtroppo è una vera pubblicità, uscita su “Libero” del 24 giugno)

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Sicilia 1. Sospesi per mancanzza di soldi i presidi ospedalieri per i tossicodipendenti. Il meccanismo è il seguente: la mafia produce droga e dunque tossicodipendenza; i politici aboliscono l’antimafia; la mafia sostiene i politici; i politici rubano sugli ospedali; i malati (fra cui i tossicodipendenti) restano senza cure; i politici promettono aiuto in cambio di voti; i voti rafforzano i politici, che aiutano i mafiosi che aiutano i politici che… Idem per l’acqua, i trasporti, l’occupazione ecc.: prima rubare, poi andare in giro fra i derubati a offrirgli protezione e clientela e prenderne i voti. (Domanda: ma i siciliani sono matti? Risposta: sì).

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Sicilia 2. Continua la persecuzione della magistratura contro il presidente della regione Cuffaro, coinvolto in un giro di politici, mafiosi, ospedali e tangenti. Respingendo sdegnosamente ogni idea di dimettersi, Cuffaro ha invitato la popolazione siciliana a “pregare per lui”.

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Eroi. Che Guevara no, dicono i capi, perché era communista. E i ragazzi di destra sono alla ricerca di un eroe: Bobby Sands, Ezra Pound, Massud. Un patriota irlandese, un poeta americano, un capotribù afgano… Ma non eravamo nazionalisti? Eppure, a pensarci bene, un eroe italiano forse ci sarebbe: da ragazzo nel Fuan, da grande antimafioso, morto per la Patria, palermitano… Ma era giudice, e si faceva anche troppe domande su Berlusconi. Meglio cercarsi un eroe più comodo, in America o fra gli afgani.
(Sfortunati i ragazzi che hanno bisogno di eroi).

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America. Quattro milioni di milionari (in dollari) e due milioni di detenuti. Un carcerato ogni cento abitanti, un milionario ogni cinquanta.

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Russia. Nel 1997 centoquaranta milioni di persone sotto la soglia di povertà (ottomila lire al giorno). Nel 1987 erano quattordici milioni.

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Germania. Abolita la Luftwaffe. Gli ultimi aerei con questa scritta erano quelli destinati al servizio presidenziale. Alla fine, qualcuno s’è accorto che forse c’era qualcosa che non andava e la scritta è stata sostituita con un “Repubblica Tedesca”.

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Cronaca. Randazzo (Catania). Demoliti tre piloni di un viadotto che secondo la sovrintendenza deturpavano il fiume Alcantara, una delle maggiori bellezze naturali dell’isola. I piloni, alti 14 metri, sono stati demoliti con cariche di gelatina. Le spese di demolizione – per la prima volta in Italia . sono state sostenute dalla regione.

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Cronaca. Napoli. Una folla di teppisti (circa un centinaio, guidati dal deputato di Forza Italia Paolo Russo) ha asssalito un campo della Protezione civile a Saviano di Nola. Nel campo erano state installate roulottes per accogliere duecento Rom che da alcune notti dormivano nei giardini della stazione. I teppisti hanno impedito con la forza l’accesso degli zingari nel campo. Il sindaco di Napoli Iervolino ha scritto a Ciampi per protestare contro i teppisti e chi li capeggiava. “Per la prima volta in Italia non è stata portata a termine un’operazione umanitaria della protezione civile. Una sconfitta dello Stato”.

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Cronaca. Torino. Protesta degli emigranti sbarcati a Lampedusa e rinchiusi nel Campo d’accoglienza di corso Brunelleschi a Torino. Il Campo è una struttura, delimitata da reti alte quattro metri, con pavimentazione in cemento e container. Il caldo di questi giorni ha arroventato il cemento rendendo inabitabile la struttura, da cui tuttavia nessuno (ai sensi della Legge sulla Razza) è stato autorizzato a uscire.

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Cronaca. Treviso. Finalmente due notizie umane dalla città del gauleiter Gentilini. La prima: manifestazione di quattrocento persone (ciascuna accompagnata dal proprio cane) per protestare contro la barbara uccisione di un cagnolina, morta impiccata per mano del suo padrone. La seconda: l’estrema gioia di vivere di due ragazzi trevisani (facevano l’amore tutto il giorno, e lei non riusciva a farlo senza gridare) ha provocato le proteste dei vicini. Il giudice, a tutela della quiete pubblica, ha decretato il divieto di gioia per i due ragazzi dalle ore 23 alle 7 del mattino (a meno che non riescano a farlo senza gridare).

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Spot. “Se ce l’ho fatta io, ce la possono fare tutti”. Su “Cuntrastamu” di questa setttimana intervista a Marco Caniglia, l’agricoltore di Scordia (Sicilia) che ha deciso di resistere alla mafia. “Se ne devono andare loro, io sono di Scordia e rimango qui”.
Bookmark: http://www.cuntrastamu.org

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Lina wrote:
< Non condivido il Suo parere sui ragazzi di Teheran. Non sono compagni, sono ammiratori degli americani e sono filoamericani. Ormai, credo sia inutile fingere od illudersi: quale sistema può mai garentire un briciolo di benessere? Quale sistema ha realizzato un briciolo di progresso ivi compreso quello scientifico? Alla domanda non può non far seguito una risposta: il capitalismo americano è il migliore dei mondi possibile. Anch’io ho avuto dimestichezza con la sinistra e ne seguo tutt’ora la stampa ed i libri. Non credo che si siano fatti dei progressi sul piano delle alternative proponibili. E proprio in considerazione di queste deficienze, Silvio è condannato a governare sino alla fine dei suoi giorni >

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nexus71@libero.it
< Ciao R., mi serve la tua attenzione per una cosa urgente e alquanto importante. Mi chiamo Massimo e sono un talassemico, una malattia del sangue che non ha cure, l’unico rimedio sono periodiche trasfusioni di sangue. Tranne questo “particolare” cerco di vivere la mia vita, ho un lavoro, una ragazza e cerco di divertirmi, ma in questo periodo la mia vita non può essere normale, tremo al venire di ogni estate! Perché?.Semplice, in estate l’italiano medio oltre a lasciare i cani sulle autostrade prima di andare in vacanza smette di donare sangue, le donazioni calano a picco, così aspetto… aspetto la telefonata che mi dica ci sia disponibilità di sangue e mi permetta di non lasciarci la pelle. Qui a Napoli il centro trasfusionale del Cardarelli, uno dei più grandi ospedali del sud, ogni anno puntualmente arriva all’emergenza estiva impreparato come se l’estate non dovesse tornare ogni ann: all’arrivo del caldo collassa, senza scorte di sangue e senza un piano organizzativo e mette a rischio 250-300 pazienti come me. Scusa la foga e la forma poco ortodossa, ma credimi è dettata dalla rabbia e dall’avvilimento, ti prego anche con Clarence promuovete una campagna di sensibilizzazione per la donazione del sangue e ti saluto affettuosamente, mentre aspetto da quasi una settimana di essere trasfuso, ciao! >

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Cristiano wrote:
< Sono un po’ perplesso sul tuo sfogo contro Treviso, anche se capisco la rabbia. Per mia fortuna abito in un territorio non “padanizzato” (Torino), e mi sento profondamente insultato ogni volta che la cricca leghista pretende di rappresentare gli interessi del nord, rischiando di far credere all’esterno che chiunque abita qui sia in sintonia con il loro razzismo, la loro ignoranza indecente, il loro perbenismo. Ma tu sai che non è così. E anche a Treviso, dove la Lega incassa un sacco di voti, più di un terzo della popolazione ha votato contro di loro. Io non vorrei rassegnarmi a espellere Treviso dall’Italia, così come non vorrei calciare via la Sicilia dallo stivale, perché conservo la speranza che, in entrambi i posti, esistano ancora persone non rassegnate al trionfo del verbo padan-razzista o berlusconian-mafioso >

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Giovanni wrote:
< Leggo su “La Sicilia” che dopo oltre sei ore di interrogatorio il Presidente della Regione Sicilia ha rilasciato queste dichiarazioni: “Grazie alle preghiere dei siciliani” – parole testuali di Cuffaro – “tutto è stato chiarito… sono sereno e non mi dimetto”. Il suo “avvocato d’ufficio” Tony Zermo ora indaga per sapere chi è il vero colpevole. Chi accusando Cuffaro ha tradito i siciliani ? “Un vero e proprio giallo” secondo Zermo. Speriamo che il mistero venga risolto al più presto, perché io comincio a non dormirci la notte! E se non dormo ho l’irrefrenabile desiderio di pregare per Cuffaro >

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umberto wrote:
< “In questo stesso momento, da qualche parte del mare, un essere umano agonizza nell’acqua come sotto lo Ziklon-B…”. non ti sembra che questo fiorire di paralleli con lo sterminio nazista siano un po’ troppo disinvolti? anch’io penso che sia orribile l’indifferenza di fronte a una tragedia umana ma non credo che paragonarla alla shoa giovi alla causa. ti ricordo che gli italiani – non so quanti anni tu abbia o che cosa abbiano fatto i tuoi genitori o i tuoi parenti all’epoca – assistettero indifferenti alla discriminazione prima e alla deportazione poi di loro connazionali >
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Non paragono nulla alla Shoa. Ma neanche essa avrebbe mai potuto aver luogo, se non fosse stato per l’immensa e vile acquiescenza dei milioni di persone “normali” di cui gli Hitler e gli Himmler non furono che gli esecutori. “I volenterosi carnefici”, “la banalità del male”; gli atti del processo Eichmann, i suoi “io obbbedivo agli ordini”, la sua stupefatta “innocenza”. Io non credo che sia blasfemo ricordare, per i massacri di oggi, quelli – ancora più orribili – di prima. La madre della Shoa è ancora gravida; la Shoa non è un fulmine improvviso ma il punto di arrivo di un processo lento e graduale, di un’autoassoluzione di massa, di un “abituarsi”, che stavolta bisogna stroncare subito, prima che ridiventi senso comune. Può darsi che sia un errore gridare troppo forte; ma non gridare sarebbe un delitto. E quanto agli italiani: oggi, bisogna essere Perlasca.

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Alessio wrote:
< Nord Etiopia, Lalibela, la cosiddetta Petra d’Africa, una città interamente scavata nella roccia. Oggi vado via, devo raggiungere il Kenya, via terra ed il più presto possibile, perché mi sta per scadere il visto. Oltretutto ho speso quasi tutti i soldi: saltando qualche pasto mi basteranno appena per raggiungere il confine con il Kenya. Ho comprato il biglietto ieri, Lalibela-Addis Abeba: 2 giorni di viaggio infernale su strada sterrata, con pecore e galline tra i passeggeri; a finestrini chiusi, visto che gli Etiopi credono che anche il minimo spirare di vento porti conseguenze cliniche: raffreddore, influenza etc etc, che qui ovviamente hanno un altro peso. Si viaggia tutti sudati e boccheggianti per 10-12 ore e non c’è verso di argomentare che così è peggio. Ed ogni tentativo del faranji (cioè l’uomo bianco) di alzare anche di poco il finestrino viene accolto da cori di protesta, con gente che si copre di sciarpette, mamme che avvolgono i bambini nei lunghi sari, e l’arzillo vecchietto di turno che si alza e dinoccolante viene a chiudere il finestrino. Borbotta ed in uno sguardo ti dice che anche se sei ricco ed hai studiato non capisci proprio nulla.
Non esiste un momento in cui “tutta la gente” è salita, ci sarà sempre un cordone di gente che spintona per salire. A un certo punto l’autista preme l’acceleratore, sgomma e parte. Poi passa il controllore. Quando arriva a me mi dice “Yellem! Yellem!” indicando il biglietto. Vuol dire No! No! Cerco di capire cosa c’è di no nel mio biglietto. Lui spiega a parole ed a gesti… ma non lo capisco. L’unica persona che spiccica un po’ di inglese sulla corriera, una donna sulla trentina coperta da un lungo mantello bianco, si avvicina e mi dice “You you you, Faranji, ticket no good”. Dico che non è vero, l’ho comprato da un suo collega il giorno prima, decine di persone hanno assistito all’evento, sembrava una persona fidata etc etc ma non c’è verso di convincerli: “You you, faranji buy ticket again” Tutti annuiscono sull’autobus. Giusto, il faranji è rich e deve comprare il ticket again.
Spiego ad alta voce di modo che possano sentire tutti gli oramai spettatori del mio spettacolo “Faranji no money, faranji finish money”.
“Yellem yellem, faranji buy ticket again!” risponde il controllore con l’inglese appena imparato.
La gente mi guarda sospettosa, perché il faranji non compra il ticket? Il faranji è per definizione ricco sfondato e scialacquone. Spiego che sono uno studente squattrinato, che sono in Africa da quasi 6 mesi per la tesi, devo ritornare in Kenya in pochissimi giorni, i soldi mi bastano a malapena per raggiungere il confine. E poi cavolo, mi hanno imbrogliato, il biglietto l’ho pagato! Spero che la gente insorga e chieda all’autista di fare un eccezione per il “povero faranji”.
L’interprete dice qualcosa in amarico a tutti i passeggeri e poi si gira verso di me “Faranji, we pay for you”. Vogliono pagare per me. No, vi prego, no, una soluzione si trova, dico imbarazzato. “You are our guest”, sei il nostro ospite.
Vedo pastori con mantelli un tempo bianchi oramai marroni e sudici, mendicanti senza neanche i sandali o gente con dei pezzi di copertone a mò di sandali, un giovane studente con gli occhiali tenuti insieme da filetti di scotch… tutti scostano il mantello e infilano le dita nella borsetta dei soldi. Chi qualche centesimo, chi qualche soldo, più o meno tutti tirano fuori qualcosa… una colletta! Gli abitanti del terzo paese più povero della terra fanno una colletta per me! Affondo nel mio sedile e mi vergogno come un ladro.
L’interprete si avvicina trionfante: “Faranji! This is all we can give!” e porge i soldi al controllore. Poi abbassa la testa e mi sussurra, sorridendo, in inglese “Guarda che me l’hanno detto che anche nel vostro paese con gli stranieri si fa così”… ed affondo ancor di più nel mio sedile. >

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Paolo <silenziario@palatina.el> wrote:

Le labbra nelle labbra, sconfinati,
insaziati d’amore, corpi uniti
e cuori uniti, penetrati, presi
dall’eros. Lui, un ragazzo-dio;
lei, con la gonna candida rialzata,
una dea luminosa – e già le labbra
s’univano di nuovo nell’amore.
Più facile disciogliere radici
d’un albero che quei corpi annodati.
Oh tre volte felice chi è legato
dalla Forza strettissima – ma noi
bruciamo irraggiungibili, lontani.

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)