San Libero – 150

Leggendo il giornale al bar. In cronaca, fra gli allenamenti della Roma e le polemiche al comune, c’è anche la notizia di un altro bambino zingaro morto nell’accampamento: ha preso fuoco la bombola, e la roulotte è stata avvolta dalle fiamme. “Un altro” lo penso subito, perché un altro di questi casi l’avevo seguito qualche anno fa? Ma sarà il terzo o il secondo, o forse addirittura il quarto. Mah. Pago il caffè, restituisco al cameriere il Messaggero (i bar romani sono straordinari: non ti dicono “la toilette è guasta”, ti chiedono se vuoi zucchero di canna o normale, ti fanno leggere il giornale…) e attraverso pigramente la strada per andare a collegarmi all’internet e fare un po’ di controlli. Fine ottobre è bellissima, qui a Trastevere: due ragazzini insieme alla fermata del tram (ehi, ma sono le nove: e la scuola) con lei che gli tiene la mano teneramente, due donne che chiacchierano, un tizio che porta a spasso il cane. Il Tevere sta qui a pochi passi, e appena finisco questo controllo esco di nuovo e me ne vado a vedere un po’ il fiume. Ok. Vediamo. Un caso l’anno scorso… due… vediamo prima… tre… vediamo se c’e’ qualcosa… Ok, sono circa venti i morti nelle roulottes nei campi a Roma. In cinque anni. Non è una cifra completa, perché ho fatto solo un controllo veloce. Ma più o meno è questa. Ed è anche all’incirca – per strana associazione di idee – il numero dei gay assassinati, in dieci anni, sempre a Roma.
La cronaca, in entrambi i casi, non è mai complicata. “Non c’è stato nulla da fare per soccorritori”. “Il cadavere, che presentava una vasta frattura alla testa…”. “La madre in lacrime…”. “Incontro occasionale…”. Se ne avessi la possibilità, vorrei fare una ricerca archivio del Messaggero per fare una statistica esatta, modalità e tutto. Ma non sono più in una redazione, ed è già tanto poter trovare un po’ di dati in rete. Forse è meglio che vada a fare due passi fino al fiume. Il sole è ancora caldo e la gente gira tranquilla per questa meravigliosa città, la capitale del mondo.

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Il fantasma di Calvi, di quando la P2 non era ancora al governo.

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Aspettando Firenze. Ma com’è, fisicamente, Agnoletto? Io personamente non lo conosco. Ma dai giornali mi figuro un energumeno grande e grosso, scamiciato e sbracato, che se ne va in giro bestemmiando a dare calci nei muri. Poi magari lo incontri, e trovi un signore mite. E’ un capo di delinquenti estremisti, d’accordo. Però se vai a controllare sistematicamente il numero degli episodi “politici” violenti commessi nel corso di un anno trovi molta più destra che agnolettari (i blacblock hanno menato Casarini, non Perugini).
Ma perché i giornali se la prendono tanto proprio contro i no-global e non, per esempio, contro Cossutta o Rifondazione? Questi sono communisti terrificanti, vorrebbero abolire i padroni e dunque il mondo civile, sono al servizio di dittatori sanguinari come Castro e Togliatti, eppure nelle televisioni e sui giornali vengono trattati con tollerante bonomia: ai dibattiti sono fra i più richiesti e dicono cose sagge e civili fra i sorrisi generali.
Invece appena si presentano Casarini e Agnoletto le vene del collo degli interlocutori si gonfiano, le sopracciglia s’inarcano e il tono delle domande sale parecchio.
Il motivo, secondo me, è che mentre i communisti “politici” ce l’hanno, ad esempio, con il politico Berlusconi, i communisti spontanei ce l’hanno proprio con la televisione. Gli uni sottolineano le patologie, ma gli altri la fisiologia del sistema. La tv di Bertinotti sarebbe una tv fatta bene, con Curzi; la tv di Agnoletto sarebbe anzitutto una tv senza pubblicità. L’obiettivo dei “politici” è di far perdere voti a Berlusconi. Quello degli spontanei è di far perdere soldi (e dunque potere) a Mediaset.
Da questo punto di vista, i no-global – che ideologicamente sono più “qualunquisti” – sono molto più pericolosi della sinistra ufficiale, perché . colpiscono più direttamente gli interessi. Quelli che pagano la pubblicità, e in definitiva i media. E mentre è impensabile che una campagna dei “politici” possa condizionare le scelte di Bush o di Clinton, la sinistra spontanea ha imbrigliato più volte terrificanti centri di potere come Nike, Shell o Nestlè.

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Comunicato. <Le bande di Giuseppe Garibaldi. energicamente attaccate dalle Reali Truppe presso Calatafimi, sono state messe in piena rotta lasciando sul campo di battaglia le loro bandiere e un gran numero di morti e feriti>.

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Investimenti. Sette milioni di dollari su una serie di opere di Andy Warhol: secondo gli investitoriè un buon investimento. A farlo sono stati i manager che curano gl’interessi di mr Gunther, un pastore alsaziano al quale la sua padrone ha lasciato in eredità, un paio di anni fa, circaduecento milioni di dollari. Dicono che se la passi bene.

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Pinocchio. Mah. Fastidioso Benigni quando toscaneggia. Come se Tomasi di Lampedusa avesse riempito di beddematri il Gattopardo. Non poteva limitarsi a fare il toscano, che invece gli viene così bene?

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No, l’Ulivo no! Non chiedermi come va a finire fra Rutelli e Fassino, che intenzioni ha D’Alema, perché ora se la piglia con Cofferati, se faranno il partito del centrosinistra oppure quello del centro-sinistra oppure uno di centro e uno di sinistra, ma in questo caso dove andranno i centristi più di sinistra, e chi è il centro della sinistra posto se Fassino è di destra e il correntone di sinistra… Parliamo di Berlusconi invece, che è così divertente.

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Informazione. A Catania c’è stata una mezza crisi al comune, il sindaco ha buttato fuori un assessore (Fiumefreddo) impegnato a costruire un altro polo con l’ex ministro Bianco, la maggioranza (di destra) è ai ferri corti, probabilmente si andrà alle elezioni. Non è granchè come storia, d’accordo: ma per Catania è importante, e forse i cittadini di Catania avevano voglia di saperlo. A Catania, però, tutti i giornali e tutte le televisioni appartengono alla stessa persona, Cianco: così chi ha voluto saperne qualcosa si è dovuto sintonizzare su una remota emittente di provincia, TeleD, che è l’unica che non appartiene a Ciancio. E qui approfondimenti, interviste, notizie di ora in ora sulla situazione. Sulla stampa ufficiale, sei o sette righe di comunicato ufficiale, e poi tutti a letto. Per dire che non c’è solo Berlusconi, e che l’informazione a una voce sola, prima di arrivare al centro, s’è fatta le ossa in provincia.

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Palestina-Israele. Per la prima volta i soldati israeliani hanno cercato di bloccare seriamente un gruppo di coloni ultraortodossi, che come molti altri si sono insediati nelle terre ufficialmente riconosciute ai palestinesi e rifiutano categoricamente di abbondonarle. Lo scontro coi militari, a Hawat Ghilad, ha causato diversi feriti. Sarebbe bello se questo episodio rappresentasse un’inversione di tendenza (l’occupazione delle terre da parte dei coloni è alla radice dell’intera crisi), ma probabilmente è dovuto solo all’iniziativa dell’ufficiale che comandava le truppe localmente. Per il resto, le solite stragi di bambini.

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Ebrei. Ma Woody Allen, che è ateo, è ebreo? Che cos’è un ebreo? Una religione? Una razza? Ma nel duemila, con tutto quel che sappiamo di Dna e roba del genere, è un tantino ridicolo parlare ancora di razze.
Come popolo, gli Ebrei – qualunque cosa siano ora, e qualunque cosa siano stati allora – arrivarono molto presto a basare la loro vita su una qualche forma di etica. “La legge morale dentro di me…”. L’Europa è arrivata solo due o tre secoli fa a mettere al centro di se stessa – almeno ufficialmente – questo concetto. Gli Ebrei l’adottarono, sia pur rozzamente tre o quattromila anni prima. Non è affatto un concetto religioso (anche se una religione lo veicola) ma intellettuale. E confina con altri atteggiamenti intellettuali che vanno molto al di là (e senza) rispetto alla religione. A giocare intellettualmente coi numeri, per esempio, nel mondo antico furono solo gli ebrei e i pitagorici: pastori seminomadi e raffinati intellettuali arrivarono pressocchè insieme alla stupefazione gioiosa di chi scopre costanti rapporti numerici dell’universo. Una visione strutturalmente laica del mondo: tanto laica in sè da farsi perdonare i misticismi cabalistici e gli esoterismi più o meno stralunati. E da raffinare persino gli antichi totem tribali, i Templi e le Arche primordiali che alla fine danno luogo a una sofisticata immagine di un dio inteso come presenza. Un dio che al limite potrebbe anche non-esistere senza che debba cambiare – sostanzialmente – niente; e che nel mondo moderno fu il dio – per esempio – di uno come Marx, che lo chiamava Storia, o di uno come Einstein, che non gli dava un nome (tanto Marx che Einstein, uno ateo l’altro agnostico, erano ebrei).
L’ebraismo della storia europea è una cultura, non una religione. Sarà stata una religione alcuni millenni prima, e in tale veste si sarà rapidamente dissolta come tutte le altre religioni primordiali; ma, dalla distruzione del Tempio in poi, è stata una cultura – sia pur muscolata da sovrastrutture religiose – infinitamente più complessa e umana di qualsiasi religione. Una cultura rafforzata e resa coesa da esperienze inenarrabili e da una costante fede, attraverso i medioevi e gli imperi, nella ragione umana; una fede che nei momenti più bui era l’unica che sopravvivesse in Europa.
Così, quando i preti attribuivano eventi per loro incomprensibili come l’illuminismo o l’Ottantanove a vaste “congiure ebraiche” non avevano tutti i torti. Solo che la “congiura” consisteva semplicemente nel ragionare, nel non perdere l’abitudine al ragionamento attraverso le generazioni, nel rimanere in qualche misura razionali in mezzo al dominio buio della non-ragione. E la razionalità è contagiosa, si ramifica ciclicamente come un frattale.
La religione, in tutto questo, c’entra poco. Un cristiano che smette di credere in Dio non è più un cristiano. Un ebreo invece può benissimo permettersi il lusso di non avere più un Dio perché nella “religione” ebraica il dio personalizzato non è che un particolare, per quanto imponente. Così, Woodt Allen non ha alcun bisogno di avere una credenza religiosa. La sua ebraicità consiste essenzialmente nella sua differenza rispetto a Banfi o a Sordi e nella sua parentela – artistica, non religiosa – con Charlot e (passatemi la fantasia) con quell’attore judaicus, di cui non ricordo o non è stato tramandato il nume, che era popolarissimo a Roma ai tempi di Vespasiano.
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Esisterà ancora una religione ebraica, fra vent’anni? Sì, certamente. Non è difficile mantenere in vita una religione. Ma, fra vent’anni, esisterà ancora un ebraismo? Questo, non lo so. Le cronache di questi due anni mi lasciano ben poco da sperare. Sopravviverà la cultura occidentale senza l’ebraismo? Israele come soggetto politico è ancora in Occidente? Israele è ancora ebraico? A queste domande, non oso avere risposte.

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28 ottobre. Marcia su Roma. I fascisti più fessi oggi fanno la caricatura della marcia; c’è anche Borghezio della Lega, idealmente ci sono il Bossi e il Gentilini e tutte le signore-bene di Treviso, a labbra strette al pensiero di tutti questi negri e terroni che non sono riusciti a rispedire a Napoli o a Dakar o ad Auschwitz: ci hanno provato, nell’altro secolo, ma non gli è andata bene. “Stop all’immigrazione, no alla società multietnica”. Ma gli “stranieri” in Italia (stranieri? Ma Ronald o Rudi o Costantino sono molto più italiani della signora Fallaci, che ormai è americana) sono ormai più di tre milioni, e lavorano e vanno avanti. Quasi metà dei nuovi italiani, secondo la Charitas, sono donne: è un popolo che ha radici, è un Quarto Stato, è un Veneto in Argentina
(I fascisti più seri, purtroppo, la marcia non la fanno su Roma ma da Roma: secondo me, i più pericolosi sono loro).

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Rocco write:
< Il Comune di Roma sta per accettare la sponsorizzazione della Nike che “dona” gentilmente a 20 scuole di Roma i campi utilizzati per il torneo Scorpion K.O. (le famose “gabbie”). Il Coordinamento Cambia lo Sponsor ha preparato una lettera da inviare al sindaco per chiedergli di non accettare questa sponsorizzazione. >
(Bookmark:

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Francesco Russo wrote:
< Il reggente nazionale di Azione Giovani, Nicola Calderone ha scritto a suo tempo: “Se un no-global scende in piazza a Torino, il Corriere della Sera ne parla in prima pagina e la Rai si mobilita, mentre se Azione Giovani fa una grande manifestazione a Roma contro la droga non ne parla nessuno”. (Nicola Caldarone, reggente nazionale Azione Giovani”.
In base alla campagna antidroga presente sul sito istituzionale di Alleanza Nazionale ed alle tristi vicente legate all’ex collaboratore del Ministro Alemanno Nicola Caldarone, accusato di possesso di cocaina e coinvolto nello scandalo Martello, ci chiediamo che tipo di esempio possa dare la Destra Nazionale alle nuove generazioni ed alla base elettorale. Un simile episodio merita il massimo della severità e della intransigenza, anche se si tratta di uno stimato ed impegnatissimo militante come il Caldarone. Ci deve essere un segno evidente che all’interno di Alleanza Nazionale la qualità morale e la coerenza con le iniziative governative e di partito sono qualità imprescindibili. Per tanto riteniamo opportuna la radiazione da Alleanza Nazionale di Nicola Calderone con la conseguente revoca di ogni incarico dirigenziale. Per il bene della stessa Destra di Governo. >

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Sandro <compagno@quirinale.it> wrote:
< Questa Repubblica che non ci è stata donata su un piatto d’argento, ma ce la siamo conquistata noi dopo una lunga lotta di vent’anni contro il fascismo e dopo due anni di guerra contro il nazifascismo. Dietro ogni articolo della carta costituzionale, amici che mi ascoltate, stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza, quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi. Ma dobbiamo difenderla anche dalla corruzione. La corruzione è una nemica della repubblica. e i corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà. E dare la solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti.>

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Qui comincia il quarto anno della Catena. Grazie a chi ha avuto la pazienza di starle dietro finora. E grazie a chi mi ha aiutato a farla. (Lorenzo, quando ho cominciato, non aveva ancora tre anni: adesso è quasi un giovanotto, l’anno prossimo andrà a scuola e con questo entrerà nel paese dei grandi, che ora come ora non è granchè ma insomma si può migliorare, o almeno si può provare a farlo).

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Will<sksp@uk.gay.com> wrote:

< Tempo feroce, che rodi l’artiglio del leone,
che alla terra spietata dai in pasto i figli suoi,
che disarmi le zanne della tigre
e bruci nel suo sangue la fenice

e alterni gioia e dolore alle nostre stagioni,
fà tutto ciò che vuoi, Tempo Corri-Veloce,
a chi vuoi tu, a tutto il mondo se vuoi:
ma un delitto ti vieto, il più feroce.

Non segnare la fronte del mio amore,
non scrivervi le ore con la tua penna oscena:
lascia che alla tua corsa sopravviva
la sua bellezza, luce agli uomini futuri.

Fà pure il peggio, vecchio Tempo: a tuo marcio dispetto
giovane per sempre vivrà nei miei versi il mio amore >