San Cristoforo, i muri da abbattere

L’abbandono quotidiano nelle periferie

di Giovanni Caruso, foto Alberto Incarbone

“Mi scusi da quanto tempo hanno chiuso il parco?”.
“Almeno u chiurenu da cinque mesi. Vinniru i vigili del fuoco con gli operai del comune e saddanu a porta di ferru unni si traseva. Peccatu, iu ci puttava i picciriddi a jucari!”.

Siamo nell’area verde in via De Lorenzo, realizzata con i finanziamenti europei per “il piano San Cristoforo sud”. Un piccolo polmone verde, un residuo di campagna nel quartiere di San Cristoforo. Da quando l’area è stata realizzata però non ha avuto pace: è stata vandalizzata, sono state smantellate le strutture di servizio ed è stata “occupata” dagli spacciatori della zona. Nonostante ciò, le famiglie portavano lo stesso i loro figli a giocare.

Più volte, questo giornale ha denunciato l’abbandono dell’area in via De Lorenzo e più volte ha proposto soluzioni. Quali? Ad esempio il ripristino dell’area, e soprattutto il controllo giornaliero da parte del comune. Un controllo da parte dei vigili urbani con un presidio attraverso una casermetta. Invece dall’amministrazione Stancanelli a quella di Bianco fino all’attuale amministrazione Pogliese, nulla è stato fatto.

In realtà una cosa sì, è stata fatta. È stata recintata e chiusa l’area verde. Mentre si inaugurano o si recuperano nuovi parchi e piazzette con aiuole nel centro storico, in nome del decoro urbano, nei quartieri popolari si continua ad abbandonare tutto. L’importante è che la città “per bene” non sappia!

Attraverso una piccola fessura nel muro dell’area verde, abbiamo fatto una foto con un forte significato simbolico: un altarino con l’immagine di Sant’Agata, la patrona di Catania. Un vetro spezzato da un proiettile e la Santa con un’espressione addolorata, come se dicesse “Perché abbandonate il popolo degli ultimi? Perché alzate ancora muri e separate la città “buona” da quella “sporca e cattiva”?”.

E mentre Agata urla e piange, l’amministrazione Pogliese tace! Tace sui quartieri popolari e i suoi diritti e bisogni. Parla però l’assessore all’ecologia e al verde pubblico, Fabio Cantarella “Cari compagni e compagne del C. p. o. Colapesce vi ho fatti sgomberare! La pacchia è finita!”. Si dichiara complice della banca Unicredit, proprietaria dell’immobile e della città. L’assessore Cantarella dimentica però che si dovrebbe occupare di monnezza e di verde pubblico, preferendo fare il tirapiedi di Salvini.

Poi c’è il sindaco Pogliese, tutto priato quando annuncia che il programma di Rai1, Linea verde life, è stato a Catania per mostrare a tutti “la città modello del sud”. L’avranno mostrata anche dall’alto con un drone? Che forse sbagliando rotta avrà mostrato anche l’area verde di via De Lorenzo, esibendo ai telespettatori il vero volto di Catania…

La prima municipalità intanto annuncia che per una volta al mese, da settembre, sarà organizzato l’evento cittadino “Porta Garibaldi liberata”, una sorta di festa locale che andrà da porta Uzeda a porta Garibaldi. Ma quando chiedemmo come si poteva risolvere il caso dell’area verde di Via De Lorenzo, molti della prima municipalità non sapevano neanche dove si trovasse.

Tacciono i consiglieri dell’assemblea cittadina, eletti con i voti dei catanesi e delle catanesi, quartieri popolari compresi. Consiglieri di maggioranza e di opposizione si fanno la guerra per una telefonata tra il grillino Giovanni Grasso e il vicesindaco Bonaccorsi, mentre dall’alto del senato urla il senatore Giarrusso “O fate dimettere Bonaccorsi, o non vi faccio inviare i soldi per arginare il dissesto economico finanziario”.

Dissesto che ha messo in ginocchio la nostra città. Di questo dovrebbe occuparsi la politica e i partiti che governano. Figuratevi quanto gliene frega dell’area verde di via De Lorenzo e dei quartieri popolari del centro storico, dove le strade e i vicoli sono al buio da mesi. Dove le microdiscariche “fetono” sotto il sole estivo.

Oppure dei quartieri periferici come Librino dove una fogna a cielo aperto è venuta fuori in viale Bummacaro n.2, mettendo a rischio la salute pubblica della popolazione.