Biblioteca Scidà: una realtà per il quartiere

Nasce a San Cristoforo la biblioteca popolare

di Ivana Sciacca

Una serata, il 22 novembre, che ha racchiuso anni di speranze, lotte e lavoro. Un altro gradino in più scalato con la stessa gioia di chi, scalando una montagna, sa di non essere ancora in cima ma sa anche che sta provando ad avvicinarsi.

L’inaugurazione della Biblioteca Popolare “Giambattista Scidà” è stato un momento di aggregazione importante, a tratti persino toccante, perché simbolicamente pregnante di mille significati.

Toccante non solo perché erano presenti tanti di coloro appartenenti a quella che nel 2002 (in occasione del tentativo di sgombero dalla scuola “Andrea Doria”) fu tacciata dall’amministrazione comunale dell’epoca come una “sedicente” associazione: associazione che ancora oggi vive con la stessa passione di allora.

A tratti sembravano esserci tutti, ma è complicato stabilire quante anime siano passate da qui in ventisette anni, quanti abbiano seminato qui la loro volontà di poter cambiare anche solo di poco ciò che di misero ci circonda… Ma una cosa è certa: tutti hanno lasciato una traccia che continua ad esistere nel flusso di volontari che continuano ad operare a San Cristoforo. Perché come ha detto qualcuno quella sera “Il GAPA è San Cristoforo”.
Anche se poi dietro le quinte qualcun altro con lo sguardo commosso ha aggiunto che “No, il GAPA non è San Cristoforo. E’ l’elite di San Cristoforo”. Non per fare discriminazioni, è chiaro, ma per la semplice coscienza che il quartiere non è affatto solo “GAPA e fiori”. Tutt’altro.

Ciò che viene denunciato attivamente da anni su questo giornale di quartiere ma anche attraverso incontri e dibattiti è la prova di quanto ci sia sempre tanto da fare in un quartiere abbandonato a sé stesso da più di trent’anni, e forse addirittura da sempre…
La disoccupazione, l’abbandono scolastico, lo spaccio, i mille volti della criminalità, le miserie che costellano le viuzze di questo vocioso quartiere hanno un solo nome: INGIUSTIZIA SOCIALE.

E si scrive così ma si legge “ASSENZA DELLO STATO”.

E la risonanza che assume in un posto del genere una biblioteca popolare è tagliente ma non farà male a nessuno perché i libri sono conoscenza, sono altri mondi possibili cui si può accedere, rappresentano uno strumento fondamentale per poter cambiare ma anche per potersi difendere da uno Stato che si ostina a fare il forte con i più deboli.
Uno Stato che sotto la bonaria veste democratica continua ad esercitare trucemente una tirannia crudele verso i sudditi.

Ed è proprio qui il punto: dedicare uno strumento così potente come la biblioteca a un magistrato come Scidà, personalità di spicco tra i simboli dell’antimafia catanese e maestro per l’insegnamento che ci ha fornito con il suo coraggio e il suo operato di Presidente del Tribunale dei Minori, è come gridare all’unisono che siamo, vogliamo essere, è nostro diritto costituzionale essere cittadini e non sudditi!

Fu proprio Scidà a donare i primi soldi per questa biblioteca. Ci sono voluti ben tredici anni per racimolare il resto, e chissà quanti altri ce ne vorranno per curare ogni dettaglio. Ma questo conta poco: l’esperienza insegna che la volontà è la forma più pulita di potere per costruire qualcosa di buono.

A San Cristoforo a volte ci si sente dei Don Chisciotte che combattono contro i mulini a vento ma poi segue sempre un momento in cui ci si accorge che se nessuno lottasse tutto rimarrebbe ben peggiore di quanto già non sia.

Qui sembra un mondo possibile come quello che potrebbe essere contenuto in un libro: c’è la possibilità di prendere coscienza che la delinquenza non è l’unica via percorribile ma ne esistono tante altre: dallo sport al teatro, dal giornalismo alla sartoria al semplice “stare insieme”… Tante strade che possono condurre a un’esistenza meno buia.

E in serate come quella del 22 novembre dove ci si ritrova a inaugurare una biblioteca popolare nel quartiere e a condividere la cena e le emozioni, dove ci ritrova a giocare e a ridere con i giocolieri e i personaggi fiabeschi di Gammazita, in una serata come questa dove qualcuno prima di andar via dice “Ha vistu chi bella sirata ha statu!”, in momenti così ci si accorge che un mondo possibile è sempre a disposizione: volendolo…