Non lasciamoli soli

L'ingresso della scuola  Andrea Doria (foto Agenzia Liberaimmagine)Eppure, in questi giorni, nel “quartiere dimenticato”, accade che cinquanta donne è madri si ribellano ad una nuova ingiustizia, ad un altro diritto negato.
Accade che un “gruppo” di lavoratori onesti della scuola decidano di scioperare ed occupare il loro “luogo di lavoro” per difenderlo da un potere ottuso e cinico.
Accade che cittadini e cittadine, insieme alle associazioni della “società civile”, si diano appuntamento in via Cordai per urlare, con una sola “voce”: “Giù le mani dalla scuola Andrea Doria”.
4 aprile in via Cordai, il sole è freddo, il vento pungente. La strada ferita dalle ultime pioggie è stretta e a malapena contiene le tante persone. Chi sono? Perchè si sono dati appuntamento sotto la scuola Andrea Doria? Sono le tanti madri e donne che vogliono difendere quella speranza di un futuro per i loro figli e figlie.
Sono i lavoratori di quella scuola, unico presidio di democrazia, e difendono un diritto costituzionale, il diritto allo studio e alla formazione. Sono uomini e donne della “società civile”, che per solidarietà,  e per “amore” di giustizia sociale, affermano, insieme a quelle “donne e madri”, insieme a quei lavoratori della scuola, e lo chiedono con la forza della ragione, che la scuola a San Cristoforo “non è un ramo secco, che si taglia con un vergognoso sfratto per morosità”.
E’ con queste parole, dette da una professoressa, che si apre l’assemblea, dopo lo scongiurato sfratto. Un’aula piena di uomini e donne che si confrontano in libertà e democrazia.
Chiede la parola Francesca: “Secondo me il comune ha speso un sacco di soldi in cose inutili, che non avevano la priorità assoluta, mentre credo che le scuole hanno questa priorità; così come credo che il comune voglia che i nostri figli rimangano ignoranti, che non conoscano i loro diritti, in modo che siano più ricattabili, soprattutto quando vengono a chiedere i voti”.
Ma la richiesta più forte è quella di non sciogliere i “comitati”, sia quello dei genitori che quello dei lavoratori della scuola. Perchè scongiurato lo sfratto, rimangono gli altri problemi del quartiere di San Cristoforo.
Poi una “donna madre” lancia un appello al signor Maimone, assessore alle “politiche scolastiche”: “Invece di farci sapere le sue decisioni attraverso i giornali e le televisioni, perchè non ci viene a trovare qui, nel nostro quartiere, qui all’Andrea Doria, in una di queste aule, per discutere e decidere insieme, sulla nostra scuola, su San Cristoforo”.
OTTIMA IDEA!!! Rilanciamo questo invito alle istituzioni:
Signor Scapagnini, Signor Maimone, se non lo sapete questa si chiama “DEMOCRAZIA PARTECIPATA”.

 

Giovanni Caruso