San Libero – 81

Divisione dei compiti. Agli altri mafiosi toccava di ammazzare Falcone. A lui di ammazzare le sue sentenze.


Giustizia. La prima intimidazione ufficiale del nuovo governo contro i giudici è stata portata avanti dal sottosegretario all’interno avvocato Taormina, che ha commentato in termini molto pesanti e minacciosi per i magistrati (“esiste un asse giudiziario Milano-Palermo”; “ora si permetteranno di condannare quel galantuomo di Calò Mannino”) due sentenze completamente slegate fra loro ma entrambe scomode per il potere: la condanna di terroristi fascisti per la strage di piazza Fontana a Milano, e la condanna per associazione mafiosa del “giudice” Corrado Carnevale a Palermo.
L’ultimo precedente di esplicito intervento governativo sulla magistratura risale alle dichiarazioni di Craxi contro le indagini di Carlo Palermo su traffici internazionali di armi e droga, una dozzina di anni fa: allora tuttavia le intimidazioni del governo riguardavano “semplicemente” delle inchieste giudiziarie in corso e non addirittura delle sentenze emesse da un Tribunale.
La sentenza su piazza Fontana, a trentadue anni di distanza dai fatti, ha toccato evidentemente degli interessi ancora vivi e presenti nel paese, per suscitare una simile reazione.
Quanto alla condanna per mafia di Carnevale, a parte il suo valore etico e finale, la sua importanza non consiste solo nel definitivo affossamento di un vecchio arnese che si era insolentemente rifatto avanti ma anche, indirettamente, nel ridare validità al “teorema” giudiziario di Falcone secondo cui Cosa Nostra è una struttura organizzata che si muove organicamente e non una banda di delinquenti ognuno per conto suo.
Esattamente su questo punto, cioè sulla negazione della mafia come criminalità organizzata, aveva dato battaglia – per ordine dei suoi padrini – il “giudice” Carnevale, facendo annullare numerose sentenze di Falcone e rimettendo in libertà i più sanguinari boss mafiosi. Poche settimane fa, il punto di vista di Carnevale è stato ripreso dalla corte di cassazione (in cui i seguaci di Carnevale non sono pochi) in occasione del processo Lima: i boss della Cupola, visto che l’organizzazione criminale unitaria non esiste, sono stati assolti con tante scuse. Questa sentenza, unitamente ad altre in cui l’abbandono del “teorema” Falcone aveva prodotto assoluzioni a tappeto, è il punto più avanzato finora raggiunto dall’applicazione delle teorie del “giudice” Carnevale.
Adesso però risulta giudiziariamente che Carnevale non “teorizzava” affatto per sè, ma in nome e per conto di interessi ben diversi. Le conseguenze potrebbero essere notevoli, e questo crea il panico negli ambienti (non solo siciliani) che dal “garantismo” carnevalesco si sentivano protetti. È facile prevedere che altre intimidazioni seguiranno. Speriamo che siano solo verbali.


Impero. In un determinato momento, all’inizio del Basso Impero, il diritto romano subì un’evoluzione. Fino a quel momento, lo ius era stato applicato egualmente a tutti i cittadini romani senza distinzioni. Da quel momento in poi, una distinzione venne introdotta: fra “humiliores” e “honestiores”. I primi, sudditi di bassa estrazione, erano cittadini sì ma la loro testimonianza valeva solo fino a un certo punto. I secondi, cittadini di censo elevato, godevano di privilegi statuiti per legge e la loro testimonianza, ad esempio, aveva un valore superiore. Di recente, un tribunale della Repubblica (o era già un tribunale dell’Impero?) ha stabilito che fra gli elementi da valutare ai fini delle attenuanti ci sono anche “le attuali condizioni di vita individuale e sociale”: se queste risultano molto superiori a quelle medie dei cittadini, scatta un’attenuante specifica che, nella fattispecie del caso, consente la prescrizione del reato. Aggiornare i codici, e quella scritta ormai ridicola là in alto sopra la Corte sulla parete del tribunale.


Genova. Ci costa sessantacinque miliardi l’affitto della European Vision, la supernave da crociera su cui verranno ospitati i principi e granduchi che parteciperanno al G8. È stato ritenuto assolutamente indispensabile che la nave fosse dotata di piscine tropicali, ristoranti tipici, bistrot, Casino Lido, club inglese, bagno turco, sale per l’aromaterapia, beauty farm per il viso, campo da golf e soprattutto parete artificiale per scalate sportive con diversi gradi di pendenza e difficoltà. La mancanza di una sola di queste attrezzature, pagate dai contribuenti italiani (alcuni dei quali verranno manganellati nel corso degli spettacoli) sarebbe assolutamente esiziale per la salvezza dell’economia mondiale, e soprattutto per la salvezza dell’economia dei Paesi poveri alla quale è rivolto lo sforzo principale dei partecipanti al convegno.
Intanto si moltiplicano le voci (comunicate in gran segretezza ogni mattina ai giornali dai servizi segreti) sugli attacchi terroristici organizzati dai vari Nemici Pubblici Numero Uno (e due, tre, quattro, ecc.).
Il famoso Bill Laiden sarebbe incaricato di terrorizzare il presidente Bush in persona, emergendo da un sommergibile armato di scimitarra; Blair verrebbe affrontato da Luthor, Chirac da Fantomas e Berlusconì da Diabolik (rispettivamente: gas caprini da dirigibile, bomba al camembert, falso mandato di cattura presentato con la maschera di Garzon).Scendendo scendendo (Nemico Pubblico n° 2427/bis) il ragionier Ugo Fantozzi si occuperà di neutralizzare il commissario Caccavallo Gennaro del Terzo Celere con una potente zaffata di valpolicella rafforzata all’aglio.


G8. Ma perchè non lo fanno a Sigonella, ad Aviano, in qualche posto loro e sicuro, invece di spendere solidi e di creare casino in una città? Perchè in realtà non c’è nulla da decidere: c’è soltanto da farsi vedere. “Facciamo quel che ci pare”, il messaggio politico è questo.
E mentre i Vip, a spese della gente normale, si affannano a “riunirsi” e a “discutere” per decidere sui destini del mondo, del vero organismo mondiale – le Nazioni Unite – nessuno si cura più. La rielezione del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, sulle pagine dei giornali prende non più di una decina di righe fra le notizie brevi.
Qualcosa del genere era successa negli Anni Trenta, quando a un certo punto si decise che la Società delle Nazioni dava fastidio e non serviva più.


Sindaci 1. Il sindaco di Roma, colto da appendicite, si deve operare. A Roma ci sono diversi ospedali pubblici di ottimo livello, ma il sindaco preferisce farsi operare in una clinica privata del Vaticano, il Policlinico Gemelli, lo stesso in cui normalmente si ricovera il papa. L’operazione è andata benissimo (sarebbe andata bene anche al San Camillo comunale) ma il sindaco, al quale si augura felice convalescenza, ha perso un’occasione per ricordare ai cittadini – e a se stesso – che cos’è l’uguaglianza.


Sindaci 2. Il sindaco di Milano, che personalmente non ha nessun rancore contro l’industria automobilistica e lo smog, viene infastidito da un gruppo di cittadini (fra cui un Premio Nobel) che chiede, ai sensi di legge, un referendum cittadino per tutelare la salute pubblica contro l’inquinamento da automobili. Il sindaco, consultatosi coi suoi avvocati, tira via la faccenda più a lungo che può: alla fine, visto che è obbligato, indice sì il referendum, ma senza mettere manifesti e senza avvisare i cittadini. A votare si presentano in quattro gatti (il tre per cento degli aventi diritto) e il sindaco trionfalmente annuncia che il referendum è fallito. Tutto a senso di legge: ma il sindaco, al quale si augura felice estate in qualche bella villa senza smog, ha perso un’occasione per ricordare ai cittadini – e a se stesso – che cos’è la democrazia.


Ministeri 1.Il nuovo ministro dell’Agricoltura si è presentato a palazzo con prete e chierichetti al seguito e ha fatto benedire stanza per stanza tutto il ministero (il ministro di prima oltre che senzaddio e communista era stato persino omosessuale). Il prete in testa, in tonaca lunga nera, Sua Eccellenza, solenne e imperativo, a fianco, e in coda il piccolo drappello dei camerati, con l’aria religiosamente compunta e il calcolo dei nuovi emolumenti in testa. “Arriba Espana”, “Cara al sol…”, “Dios y Nacion…”.


Ministeri 2. Per la mia amica, addetta-stampa di un ministro del governo passato, questo è l’ultimo giorno di lavoro: domani si passano le consegne alla gente del governo nuovo. Abbiamo appuntamento al solito bar sotto il ministero, quello coi camerieri tanto simpatici e col padrone che premurosamente si affaccia: “Tutto bene?”. Siccome lei ritarda, mi siedo al tavolino, carico la pipa e apro tranquillamente il giornale. Dopo un minuto arriva severo il cameriere: “Aspetto la signora”, “Sì, ma intanto deve ordinare”. Dopo qualche minuto arriva lei, si siede, e immediatamente arriva il padrone: stiamo occupando un tavolo per quattro, ma siamo solo in due; dobbiamo cambiare tavolo, per quanto il bar sia ancora quasi completamente vuoto. “Va bene, ma le sembra il modo – sorride lei – con una cliente abituale?”. Il padrone si stringe nelle spalle e fa un sorriso finissimo, in cui c’è il ministero vecchio e quello nuovo, e tutta la filosofia millenaria del bottegaio di Roma.


Ministeri 3. Trombato e a rischio d’esclusione, lui non s’è perso d’animo: ha telefonato d’urgenza al compagno di night, che è genero d’un famoso industriale, e l’ha pregato di fare intervenire il Suocero: il quale ha telefonato personalmente al Duce e la poltrona è saltata fuori, se non proprio ministeriale almeno quasi. Adesso, senza vergogna, racconta tutto questo ai giornali, precisando che come sottosegretario farà i comodi suoi in quanto il ministro titolare è un vecchio bonaccione che lo lascerà sbizzarrire a suo piacere e questa è una soluzione di buonsenso per la quale – sorride ancora – va reso atto all’acume del Suocero e all’eccelsa politica del Duce.


Cambiamento. A Milano i governi, a Roma gli scudetti.


Vacanze 1. Record degli incidenti automobilistici (più di seimila morti all’anno) all’inizio della stagione. Il bilancio dei primi week-end delle vacanze equivale a quello di un bombardamento. Particolarmente a rischio le province emiliane e – in questi mesi – le obsolete autostrade del sud. Fra le grandi città, quella con meno incidenti è Napoli.


Vacanze 2. Allarme ozono (incremento di calore più smog) nel cielo delle principali città).


Do ut des. Le mani della Fiat sulla Montedison, un mese dopo l’appoggio della Fiat a Berlusconi.


La fine dei dittatori. Fucilati contro un muro al culmine della rivolta, impiccati alla meno peggio in una città bombardata, appesi a un distributore di benzina a testa in giù. Il dittatore è un mestiere a rischio, ed è bene che lo sia. Nel caso di Milosevich, che ha distrutto il suo paese – la vecchia Jugoslavia di Tito – fomentando odi tribali e rinnegando una convivenza civile faticosamente costruita, ci sentiremmo di augurargli tranquillamente una qualunque di queste sorti, a sua scelta, o un’altra qualunque ancora, purchè esemplare e violenta. Purtroppo, gli è toccata l’unica fine che in qualche modo ne farà una persona perbene di fronte a una parte almeno dei suoi seguaci: di essere venduto per denaro. Meglio Dongo.


Russia. In ossequio alle disposizioni del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale, dopo ottant’anni verranno finalmente ripristinati a livelli europei gli affitti delle abitazioni e il pagamento del consumo di luce e gas. La temperatura invernale in alcune zone del paese raggiunge i cinquanta gradi sotto lo zero. Il reddito medio attuale di un cittadino russo è di duecentomila lire al mese. In Russia, l’aspettativa di vita è attualmente inferiore di cinque anni rispetto a quella degli anni 80.


Nuova Guinea. Il primo ministro della Papua Nuova Guinea ha ordinato il coprifuoco nella capitale dopo gli incidenti dei giorni scorsi, quando gli scontri fra polizia e manifestanti hanno causato tre morti e tredici feriti. I dimostranti, per lo più studenti, protestavano contro le restrizioni economiche concordate con il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale.


America. Washington. Chiude il General Hospital, l’ultimo ospedale pubblico della città. Da ora in poi, tutti gli ospedali cittadini saranno privati e a pagamento.


Norvegia. Non si farà il Grande Fratello norvegese. Dopo parecchi mesi di ricerche, infatti, i Velardi locali non sono riusciti a trovare abbastanza candidati da poter fare la trasmissione. L’idea era di piazzarli a coppie su uin’isola deserta e poi stare a vedere, in diretta, come andava a finire. Ma s’è presentata solo una decina di giovanotti, insufficienti anche solo per avviare la selezione: e il progetto è stato chiuso.


Giappone. Il tasso di disoccupazione aumenta del 4,9 per cento. Il governo annuncia un incremento degli stanziamenti per la difesa e una nuova politica di riarmo. “Smettiamola d’essere ipocriti. D’ora in poi chiameremo le nostre forze di difesa con il loro vero nome: esercito”.


Appello. Claudio Riolo, Umberto Santino e diversi altri studiosi dell’economia mafiosa rischiano condanne pesantissime per le querele di esponenti politici (Calogero Mannino, per esempio) che si sono sentiti diffamati dai fatti esposti nei loro studi. L’attuale regolamentazione della materia, specie in tempo di restaurazione, rischia di mettere un bavaglio definitivo agli studi sui rapporti fra mafia e politica e mafia ed economia.
Le associazioni e le riviste dell’antimafia (Libera, il Centro Impastato, Segno, ecc.) fanno appello alla difesa della libertà di stampa in questo delicatissimo settore.

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Cronaca. Senzacasa cinquantenne aggredito per strada e ferito da due naziskin minorenni.


Italiani. Marco Salzano, pompiere napoletano. Il vecchio palazzo di via Arenella (speculazione edilizia dc degli anni Cinquanta) sta per crollare: lui se ne accorge in tempo e si mette a correre pianerottolo per pianerottolo: “Via tutti, via tutti!”. Ha appena portato giù in istrada l’ultimo inquilino, un vecchietto di settant’anni (“Faciteme tornare ‘ncoppa no momento, guagliò, chè m’aggio a cangià li pantaloni”) che il palazzo comincia a tremare e viene giù con un polverone e un boato. Un quarto d’ora prima là dentro c’erano più di cento persone. Il pubblico ministero ha aperto un’indagine per crollo colposo. Il responsabile della protezione civile ha sollecitato un’inchiesta sugli edifici a rischio degli anni 50, in tutta Italia: questa avrebbe potuto essere la terza strage con decine di morti dopo quelle di Foggia (viale Giotto) e Roma (Portuense).


Italiani. Sarr Gaye Samba Diouf, operaio. È intervenuto per difendere il fornaio della pizzeria notturna, a Rimini, aggredito da quattro teppisti locali. “Smettetela, siete ubriachi”. Quelli reagiscono a coltellate e l’ammazzano con ua ventina di colpi. Col cadavere steso per terra, i clienti continuano a far la fila per le pizzette: ci vuole l’arrivo del magistrato per dare l’ordine di chiusura.
Il corpo di Samba Diouf, che lavorava in Italia da circa dieci anni, è stato riportato nel suo paese d’origine in Senegal da una colletta fra gli operai immigrati. Il comune non ha provveduto ai funerali, nè proclamato il lutto cittadino. Il presidente della Repubblica, impegnato in cerimonie più importanti, si è dimenticato di concedere la medaglia al valor civile a questo ragazzo italiano, morto per difendere un concittadino.
Ufficialmente, in questa storia, gli italiani doc sono i quattro assassini, vittime – come i loro avvocati dimostreranno – del disagio sociale e dunque in libertà fra pochi mesi.


Isole – II

Al lampo di un fiammifero il tuo viso
ho strappato alla notte e già scompare
Sola voce nel buio l’indifferente
mormorare del mare – e già è lontano
il tenero coraggio dei tuoi occhi