San Libero – 365

29 maggio 2008 n. 365
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Il mio partito

La politica fa, la politica dice… “La politica”, in Italia, oggi è costituita da circa cinquantamila persone (nomenklatura, Vip, propagandisti, portaborse, qualche intellettuale) che assommano in se stessi i poteri, l’etica, il “dibbattito” e la pubblica opinione. La Seconda Repubblica è stata molto meno repubblicana della prima, popolata da partiti, iscritti, militanti e sezioni che la collegavano direttamente alle rivoluzioni democratiche dell’Ottocento.

Nella Seconda tutto ciò è stato ipocritamente caricaturato: partiti di cartapesta al posto dei partiti veri, militanti la cui militanza s’esauriva in due ore di “primarie”, iscritti col tesserino di plastica senza potere alcuno se non di applaudire.

Nella Terza, che comincia ora, l’ipocrisia è finita: i partiti sono due e obbligatori, l’iscritto può cantare – a scelta – “Io Mi Fido Di Te” o “Meno Male Che Ci sei Tu”, la militanza consiste in riti tribali e c’è la la massima libertà di votare per chiunque, purché sia stato approvato da una Segreteria responsabile e in linea col Partito. Tutto questo ricorda l’Ancient Regime (“mangino delle brioches”) o la Russia prima della caduta del Muro: sfiducia in basso, cecità in alto, e catastrofe finale.

Fra miseria e assenteismo, fra lo sfacelo delle periferie e l’arroganza dei quartieri alti, abbiamo dimenticato, fra le altre cose, come si fa a votare. Abbiamo votato per gente scelta da altri (la legge italiana non prevede la scelta dei candidati), fra una propaganda assordante, con fantasmi e paure artificialmente montate da tecnici della disinformatsija in confronto ai quali Beria o Goebbels erano dei dilettanti.
Abbiamo votato comunque, perché votare è un dovere persino in queste condizioni. Ma le elezioni democratiche sono un’altra cosa. Sono libere, sono personali, sono una scelta concreta non fra un Vip e l’altro ma fra diversi modi di vivere e fra diverse categorie di persone.

Tutto questo per dire che ormai la democrazia va ricercata col lanternino. Forse più nelle piccole che nelle grosse occasioni. Un’occasione piccolissima, un’elezione proprio di serie B, è – per esempio – quella che ci sarà fra un paio di settimane a Catania. In questa città del Sud, come in tutte le altre, s’è votato per tutto (Stato, Regione, Regno e Impero) ed è come se non si fosse votato per niente. Si vota ora per il comune e la provincia, e anche per le piccole circoscrizioni. Nella prima di esse, quella di San Cristoforo, il quartiere più povero e più centrale, c’è una lista politica, finalmente, di politica vera.

E’ quella senza politici, fatta da quella mezza dozzina di donne – Melina, Piera, Francesca, Claudia e le altre – che in questi due anni hanno lottato veramente e dal basso per difendere il loro quartiere, la scuola dei loro figli, la loro vita reale. Io direi di appoggiarle, nella loro piccolissima elezione, come se fossero il centro di tutto, il partito più importante. Contano più di Veltroni e Bertinotti per la sinistra da fare, quella vera. Non solo nel loro quartiere, non solo qui.

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Sua Maestà

Sua Maestà ha firmato i decreti testé decisi da S.E. il Capo del Governo e Fondatore del Partito a tutela dell’integrità politica e razziale del Popolo Italiano. Soddisfazione a Palazzo Venezia. “L’Italia – scrive su La Difesa della Razza Giorgio Almirante – è totalitariamente e con indefettibile fede unita nella difesa dei sacri interessi della stirpe latina”.

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Putin

Soldati, non soldati, chiacchiere, botte, dialogo, pugno duro. Non ci si capisce granché. L’unico particolare illuminante è quello delle “discariche segrete” (finché non arrivano gli spetnatz a presidiarle). Questo non sarebbe venuto mai in mente a nessuno, in Occidente.

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Non-politica/ 1

Un delinquente del quartiere mafioso di Brancaccio, a Palermo, ha tentato di ammazzare con una coltellata il figlio di diciott’anni, con la motivazione che “si vergognava” dell’omosessualità del ragazzo. Una stimabile madre di famiglia marchigiana aveva appena fatto la stessa cosa (v. Catena 364) con la figlia lesbica l’altra settimana. Un ragazzo di Roma, un dj ventiquattrenne, se l’è cavata con una mandibola fracassata: “Devi smetterla di parlare di froci” gli hanno detto i fascisti prima di lasciarlo mezzo morto per terra.
Non so se questi episodi hanno a che fare con la propaganda lapidazionista che vescovi e politici (di destra e d'”opposizione”) portano avanti da qualche tempo. Di certo “non è politica” ma solo cronaca, secondo i tiggì. Fra poco neppure cronaca ma tam-tam.

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Non-politica/ 2

“Rissa politica all’università”. “Rissa tra giovani di sinistra ed esponenti di Forza Nuova”. Così Corriere e Repubblica titolano l’aggressione fascista, con spranghe e coltelli, contro gli studenti che attaccavano manifesti antifascisti all’università. Al tempo del primo fascismo Repubblica non esisteva ancora, ma il Corriere usava già largamente la parola “rissa” per descrivere le spedizioni armate contro i contadini socialisti.
(L’Italia è fascista o antifascista? La Germania è antinazista, ha fatto delle leggi contro i nazisti e le ha applicate. Da noi il fascismo è un partito come tutti gli altri – vedi Forza Nuova – e la difesa della legalità in questo campo è delegata al coraggio dei singoli cittadini).

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Pais

Licata (Ag). Diciott’anni e gay. Lo insultano a scuola e fuori, lo picchiano abbastanza spesso. L’altra volta ha preso la varechina, ma l’hanno salvato. Adesso ha deciso di denunciare i persecutori,è andato dai carabinieri ma i fascisti (i leghisti, i carfagni, i papalini: chiamali come ti pare) l’hanno inseguito fin lì. “Via, via da Licata – dice ora la madre – Non ne possiamo più. Che gli ha fatto mio figlio? E’ un paese incivile”.

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Eiar

“E’ che da quando c’è questo governo…”. Parla uno degli immigrati aggrediti dai fascisti al Pigneto. Finchè si limita a dire che c’è paura e che non si può andare avanti così, l’intervistatrice lo lascia parlare. Appena comincia a citare il governo, gli toglie bruscamente il microfono dalla bocca e un attimo dopo la regia cambia collegamento. Questo sabato 24, al Tg1 di Riotta.

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L’uovo del serpente

Il clima di Roma non è pre-fascista. No, il fascismo è già nei fatti e monta. Il raid organizzato nel quartiere multietnico del Pigneto è la prova che la democrazia ha fatto un preoccupante passo indietro. Molti si chiedono che cosa sarà la Capitale anche solo tra un anno, quanti atti di violenza avrà alle spalle a quell’epoca, grazie anche all’azione di un governo nazionale che tollera le ronde della Lega e di An, fa ricorso alla violenza indiscriminata a Chiaiano, vara leggi speciali per l’ordine pubblico.
La spedizione del Pigneto, senza che una sola volante della polizia intervenisse nonostante le numerose chiamate dei residenti, fa tornare alla mente un’osservazione del protagonista dell’Uovo del Serpente di Ingmar Bergmann, film ambientato nella Repubblica di Weimar: “Terribile, lo picchiavano e i poliziotti stavano a guardare”. Era il 1923, Hitler intraprendeva il cammino che, dieci anni dopo, l’avrebbe portato “democraticamente” al potere.

Alemanno ha minimizzato: “La politica non c’entra”. Ma “nulla è più politico del vento fetido della violenza di strada”, ha osservato il direttore dell’Unità, Padellaro. E’ che la conquista della Capitale da parte delle destre comincia a dare i suoi frutti marci. Roma rischia di avere – insieme – le ronde private, i vigili armati, squadracce “nazi-fasciste” incontrollate e una polizia alla quale oggi, in caso di scontro, si dà l’ordine di “usare solo i manganelli”, lasciando intendere che tra breve potrà anche sparare ad altezza uomo, come ai tempi del ministro Cossiga. Chiaramente, tutto questo, per la tranquillità dei cittadini. Prima o poi spunterà anche Charles Bronson, il giustiziere della notte. E non è da escludere – qualcuno già pensa alla liberalizzazione del porto d’armi – che prima o poi si debba assistere alla prima strage in una scuola italiana per mano di studenti ammaliati dalla croce uncinata, come accade periodicamente nei college Usa.

Qualora tutto questo non bastasse, il sindaco di Roma giudica urgente intitolare una via a Giorgio Almirante, fascista doc, non neo, né post. Anzi, fucilatore di Salò. È vero che, quando morirà, ad Andreotti dedicheranno strade e scuole, sale consiliari e biblioteche, tante che i Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Giuliano, Terranova, Chinnici, Mattarella, La Torre, Insalaco, Livatino, Scopelliti, Montalto, Montana, Cassarà e Antiochia neanche si sognano, ma – come ha detto Bocca – l’iniziativa di Alemanno è “la provocazione di chi si sente vincitore e può fare quello che vuole”. L’opposizione, “melliflua” l’ha definita Alessandro Robecchi su il Manifesto, sta pressoché muta. Lo “sdoganatore” Violante e la Finocchiaro urlano come aquile quando devono dare sulla testa a Travaglio. Se c’è da fermare fascisti vecchi e nuovi non fiatano.
[riccardo de gennaro]

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Gulag allora no

Non si chiameranno più Cpt. Indetto un concorso per il nuovo nome, che deve contenere la parola “campo” ma all’interno di una frase che elimini ogni possibile equivoco (“Morto di polmonite, senza soccorsi”, “Filo spinato tutt’intorno”, “Processo? Che bisogno c’è di un processo?”) con altre omologhe istituzioni straniere.

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Indirizzo italiano

Fra piazza Mangano e via Vallanzasca (di fronte ai Magazzini Eichmann).

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Magnifica

La professoressa Cristiana Compagno è il nuovo rettore  dell’Università di Udine, succedendo al prof. Honsell (dimessosi per fare il sindaco). Dov’è la notizia? La professoressa Compagno è la prima e unica donna che sia mai riuscita a diventare rettore universitario in Italia.

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Bufale senza fili

Internet senza fili fa male alla salute? Per provare a rispondere a questa domanda, “Report” ha ripescato una inchiesta della BBC vecchia di un anno, che già a suo tempo aveva suscitato polemiche più per la forma allarmistica (non sappiamo se fa male, quindi può far male, quindi siamo tutti a rischio) che per le evidenze raccolte (i valori misurati sono a norma, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che non c’è pericolo, ma i suoi consulenti possono essere comprati dalle compagnie telefoniche).
Prima che il panico ci faccia buttare via tutte le nostre antennine domestiche, proviamo a leggere lo studio realizzato dall’OMS sulla presunta pericolosità del Wifi, nel quale risulta che “non ci sono prove scientifiche convincenti di effetti nocivi sulla salute da parte dei deboli segnali RF delle stazioni base e delle reti senza fili”. Lo stesso studio rivela che “il corpo assorbe fino a cinque volte più segnale dalla radio FM e dalla televisione che dalle stazioni base”.
Secondo Paolo Attivissimo, esperto di tecnologie e disinformazione, “per essere coerenti, prima di occuparci della pericolosità del wifi dovremmo bandire i trasmettitori radio e TV”. Va bene tenere sotto controllo le sorgenti elettromagnetiche, ma bisogna controllarle tutte, e a cominciare dalle più potenti (radio e TV) e dalle più vicine (telefonini).

Se il giornalismo non diventa una conversazione, capace di coinvolgere il pubblico nella costruzione delle notizie, c’è il rischio di perdere delle grandi occasioni. Tutti i tecnici e gli esperti che hanno contestato su basi scientifiche il lavoro della BBC, sdoganato in Italia da Report, avrebbero potuto essere dei consulenti preziosi “a priori”, aiutando la redazione a produrre dei contenuti più seri e meno sensazionalistici di quelli confezionati dai colleghi inglesi: magari per una volta sarebbe stata la BBC ad attingere dalla televisione italiana anziché il contrario.
Morale della favola: quando si accende la TV, è meglio non spegnere il cervello e verificare tutto e tutti: è più pericoloso l’allarmismo diffuso in buona fede dalle fonti credibili e autorevoli delle bufale costruite ad arte dai professionisti della disinformazione, dai quali siamo abituati a difenderci.
[carlo gubitosa]

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Servi dello Stato/ 1

Dimissionato Massimo Romano, che dirigeva l’Ufficio Redditi sotto la Repubblica.

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Servi dello Stato/ 2

Ucciso da un’auto mentre prestava soccorso a due automobilisti l’appuntato Francesco Deias, sardo, sulla 131 vicino Dolianova.  Lascia la moglie e un figlio.

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Unità

Torna ai sardi, con Renato Soru, il giornale di Gramsci e Berlinguer. Lo gestirà una fondazione. Se era per gli italiani, a quest’ora la dirigeva Feltri.

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Padroni e schiavi

Lainate (Milano). Niente visite, doccia una volta al mese, niente acqua calda, un pezzo di sapone per bucato la settimana, acqua di rubinetto, cibo scarso, tante botte e nemmeno una lira. “Non ti meriti altro, che sei rumena!”. La padrona è una tranquilla signora di 75 anni, con un tanti soldi da parte. La schiava una donna di 54 anni. Alla fine l’hanno liberata i carabinieri. La vecchia non è in galera, nè ai domiciliari. I vicini (“non ne sapevo niente”) nemmeno.

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Foglio di disposizioni

“Linea dura contro chi aizza la massa”.

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Predator

“Questo velivolo – ha assicurato il capo di Stato Maggiore dell’aeronautica – ha notevoli capacità di controllo del territorio e credo che potrebbe essere impiegato con grande efficacia nel controllo die clandestini. Anche da un punto di vista normativo ormai tutto è pronto”.

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Gerarchie

Bertolaso fa dichiarazioni credendosi Brunetta
E Brunetta parla come Di Pietro
E Di Pietro si crede Veltroni
E Veltroni si crede D’Alema
E D’Alema si crede il cardinal Bertone
E Bertone si crede il Papa
E il Papa si crede presidente della Repubblica
E il Presidente si crede Berlusconi
E Berlusconi si crede il Padreterno.
[aldo vincent]

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Mai più

“Non solo ho perso queste elezioni, ma voglio perdere le prossime e poi le altre ancora”. L’ha dichiarato, in sostanza, il Capo dell’Opposiz. on. Veltroni, annunciando che l’esperienza dell’Unione (che ha vinto due elezioni) è brutta e cattiva e di centrosinistra unito non se ne parlerà mai più.

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Maria Rosa P. wrote:

< Nella Pubblica Amministrazione esiste una stratificazione di fannulloni che da qualche anno non produce nulla, pesa sulle tasche degli Italiani e compromette il futuro del paese. Questi fannulloni non possono essere cacciati e le armi per indurli al lavoro sono spuntate. Hanno alle spalle sindacalisti molto agguerriti che li difendono a spada tratta arrivando persino ad accusare i nemici storici di questa genia di fannulloni qualora questi pretendano un minimo d’impegno.
Di chi sto parlando? Della scuola. I fannulloni ahimè sono gli allievi, da compiangere per l’abisso di maleducazione e ignoranza in cui rischiano di finire, spinti incoscientemente dai loro sindacalisti: i genitori che si schierano al loro fianco incondizionatamente e combattono soprattutto i docenti seri, quelli che cercano ancora di fare il loro mestiere e magari pretendono educazione, attenzione e, orrore, persino impegno e studio.
Sempre più spesso, se un genitore si lamenta, vengono inquisiti dai dirigenti scolastici e messi in condizione di doversi difendere dall’accusa di essere troppo severi. Perché il dirigente fa così? Perché il cliente ha sempre ragione e la famiglia è il cliente della scuola. Perché le famiglie sono diventate così? Probabilmente sono sole, disorientate, senza strumenti culturali, troppo ricche o troppo povere. La conclusione è però che il mondo si è rovesciato, siamo nel paese di Lucignolo, il Gatto e la Volpe hanno l’approvazione delle famiglie e Pinocchio resterà per sempre un burattino  >

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Franco Mistretta wrote (a: finocchiaro_a@posta.senato.it):

< Già ai tempi della condanna di Andreotti alla Corte d’Appello di Perugia ero rimasto sconcertato per il suo commento “sentenza politicamente sbagliata”. Immaginavo però che poi, ripensandoci, avesse capito l’enormità che aveva detto. Ora leggo la sua veemente difesa di Schifani (per la dignità della seconda carica, immagino, e non per stima verso il personaggio). E anche il bacio sarà stato sempre alla seconda carica, piuttosto che per l’avvenenza del senatore. Liberissima lei dei suoi comportamenti politici. Libero io di prometterle che non solo non voterò più per la sua formazione, ma che impegnerò tutte le mie residue forze fisiche e intellettuali, e il piccolo credito che la passata militanza mi ha fruttato, per combattere lei, i suoi colleghi di partito e la disgustosa filosofia alla “Molotov-Ribbentrop” che ancora caratterizza la vostra cultura. Se è lecito paragonare le piccole alle grandi cose >

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Gomorra

Lacocio <lacocio@gmail.com> wrote:

< c’è chi pensa che abbiamo un problema rom
veda Gomorra
c’è chi pensa a vedere il consumo dal davanti e no da dietro
respiri Gomorra
c’è chi pensa che lo stato sia troppo presente
tocchi Gomorra
c’è chi pensa che vada già bene non essere né pro né contro
mastichi Gomorra
c’è chi pensa a non guardare
ad occhi chiusi, ascolti Gomorra
c’è chi pensa “tanto non è qui”
cerchi Gomorra nella sua città (la troverà)
c’è chi non pensa o non vuol pensare
incappi in Gomorra
c’è chi pensa ai bambini tutti uguali
giochi a Gomorra
c’è chi pensa a infinite possibilità
scelga a Gomorra >

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www.ucuntu.org

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)