San Libero – 329

11 aprile 2006 n. 329

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Non si poteva cominciare meglio di così: Provenzano in manette, più o meno nello stesso momento in cui Ciampi diceva: “Elezioni tese ma regolari”. La gente ad applaudire i deputati del’Ulivo (a Roma) e i poliziotti (a Corleone); e i giovani palermitani, a centinaia, che vanno a festeggiare – i ragazzi di Addio Pizzo in testa – davanti alla questura.

Chi comanderà – o comanda già – in Cosa Nostra adesso? Quale sarà – o qual è già – il nuovo rapporto mafia-politica, dopo quello “paesano” dei tempi di Andreotti e quello “culturale-politico” dei tempi di Dell’Utri? Dove andranno adesso i miliardi dell’ecomafia? E i voti della mafia? E…

Ci sarà tempo per rispondere. Intanto, è chiaro che la mafia si può distruggere, che si poteva distruggere anche prima. C’è una mezza Sicilia – come una mezza Italia – che è pronta a convivere con essa, come con qualunque altra cosa. Ma c’è l’altra mezza Sicilia (a volte minoranza forte, a volte maggioranza di poco) che lotta senza perdere colpi ormai da ventotto anni. E’ il partito di Falcone e dei ragazzini, quello del Pool di Palermo e del Liceo Meli, di SicilianiGiovani e di Giuseppe Fava. Tante volte sconfitto, tante altre volte in piedi, e anche ora eccolo qui, a festeggiare.

Questo non è un bel film, non è la Piovra. E’ la vita reale, dove si vince e si perde, dove ti giochi ogni volta – se non la vita intera – anni di vita. Eppure…

Qui, nel paesino siciliano – uno dei tanti – gira un altoparlante sopra una macchina: “Tutti in piazza stasera! Festa per Provenzano, festa per le elezioni!”. Intanto, dentro la sede, i ragazzi preparano i manifesti per Rita: qua la campagna elettorale ricomincia ora, mafia contro antimafia, una cosa molto più seria, qui, di questa appena conclusa (che qui in Sicilia è stata condotta a mezza botta, senza troppa convinzione: a Catania, ad esempio, la testa di lista dell’Ulivo comprendeva un ex senatore di Forzitalia e un politico filmato mentre chiacchierava amabilmente con un mafioso. Ora però, con  Rita Borsellino, sarà tutto differente)

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Elezioni. Risultati definitivi: in Ita vince la sinistra col cento per cento dei voti. In Lia, cento per cento alla destra.

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E adesso governiamo. Niente inciuci e niente compromessi: benissimo ha fatto Prodi a smentire subito Angius dei Ds, che già voleva dividere le presidenze “istituzionali” con la destra. Governiamo così, duri, uniti un po’ dall’alleanza ma molto più dalla destra che incombe. Il giorno che non ci riuscissimo più, elezioni. E’ la stagione del muro-contro-muro: non siamo stati noi a cominciarla,  ma c’è. Da una parte, la destra non s’è sfasciata (gli unici possibili disertori sembrano i leghisti, con la loro buffa appendice dei leghisti siciliani), dall’altra Prodi ha bloccato subito ogni ipotesi di agreement fra moderati e ha dichiarato battaglia. E va bene così.

Come faremo a stare insieme? “Moderati” e “estremisti”, Bertinotti e Rutelli, Mastella e Di Pietro? Come facevamo nel ’43. Non è più questione di sinistra e destra: oggi – con queste cifre davanti – è Comitato di Liberazione.

Parecchie delle cose che ora ci dividono, d’altra parte, verranno liquefatte in pochi anni dai problemi nuovi. Che incalzano a un ritmo mai prima immaginato. Protezionismo o no, contro la Cina? Ma prima – ecco il problema nuovo – c’è l’emergenza degli industriali italiani che sbaraccano qui e se ne vanno ad aprire fabbriche in Cina. Via subito, dall’Iraq, o aspettare ancora? Ma qua ormai ormai non si parla più di restare in Iraq ma d’invadere pure l’Iran, magari a colpa di bombe H. Precari sì, precari no? Ma in Francia i precari hanno già spazzato via il ministro che li voleva schiavizzare. Convivere con la mafia, inciuciarsi pro bono pacis con gli amici di Dell’Utri? Ma in questo stesso momento i ragazzi di Palermo in festa stanno ballando davanti alla questura, festeggiando insieme ai magistrati communisti e cattivi la cattura – ecco come comincia il governo nostro! – di Provenzano.

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Non è solo l’Italia a vincere – faticosamente – in questi giorni. Altrettanto e forse di più vince Parigi, dove uno spontaneo e “disordinato” movimento popolare riesce, nel giro di tre settimane, a nascere, a contarsi, a coinvolgere la maggioranza della società (nonostante i “casseurs”, e contro di essi), a unire sindacaati e studenti e infine a vincere sul tema più importante, quello del precariato. Ecco: i problemi che dovremo affrontare domani saranno proprio questi. Su di essi la società reale, in Europa, non è più rassegnata: non tutto sarà delegato ai palazzi, non saranno facili i compromessi e gli inciuci fra i vari notabili e le varie nomenklature.

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Vinciamo infatti – di questa vittoria faticosissima, spaccata, sublimazione incruenta di guerra civile -non grazie a Fassino e Rutelli, ma nonostante loro. I Ds, in queste elezioni, vincono nettamente dove c’è ancora l’anima del vecchio “popolo comunista”; stentano altrove. Chi ci ha portati fin qui? Cofferati, Moretti, le suorine “no-global”, il  movimento per la pace… E’ come un Quarto Stato profondo, nato generazioni fa – Papa Giovanni, Di Vittorio, don Milani – cresciuto per fiumi carsici, di vita quotidiana, e infine emerso qui, irresistibilmente. Alla testa del corteo, spaesati e sorridenti, don Camillo e Peppone.
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Eh, mica l’avete cacciato voi il signor B, cari compagni Vip, margheritari e diessini, segretari e imprenditori. Se si aspettava voi… Ma ora prepariamoci a controllarvi, a tenervi le zampe addosso anche dopo. Il primo vostro manager che sgarra – ad esempio –  una bella raccolta di firme e via a casa.

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“…Gol! Goool! E’ gol! Italia quattro, Germania tre!”… Vi ricordate? :-)

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In Sicilia, le elezioni sono andate nettamente male. Le liste del centrosinistra erano pessime: a Catania, per esempio, si aprivano con Bianco, Latteri e Crisafulli, cioè un super-trombato, un ex-forzitalista e uno che chiacchiera amichevolmente coi mafiosi. E’ stato un gesto suicida: da un mese i sondaggi davano il centrosinistra al quarantatre-quarantaquattro per cento contro Berlusconi, ma al cinquantadue-cinquantatrè per Borsellino contro Cuffaro. Esiste cioè una fascia di siciliani che non è disposta a mobilitarsi per il centrosinistra classico, ma è disposta a farlo contro la mafia.

Qualunque dirigente politico appena un po’ sveglio avrebbe puntato su di essa, avrebbe dato un forte carattere antimafioso cercando di utilizzare – diciamola rozzamente – la popolarità della signora Borsellino per guadagnare voti anche alle politiche. Non l’hanno fatto. La Margherita ha cacciato Orlando e il Ds ha messo in testa alle liste Crisafulli: “Non spaventiamo gli elettori!”, “Non insistiamo sulla questione mafiosa!”. Così, per l’ennesima volta, hanno perso – per loro colpa – le elezioni e hanno messo in pericolo anche la (probabile) vittoria di Rita alle regionali.

Adesso, bisogna far capire alla gente che Rita è tutta diversa da loro, per serietà, per correttezza, per impegno e per tutto quanto. Non deve più accadere che nel bel mezzo d’un’assemblea ti arriva, tutta tronfia e vanagloriosa, una che ha appena portato il Ds della sua città al quattro per cento dei voti, che da vent’anni è a far danno là, sulla stessa poltrona, e che ora pretende di comandare ancora per grazia d’investitura divina. Alcuni esponenti diessini – per esempio Bottari di Messina: ma è solo uno dei tanti casi – potrebbero dare un aiuto enorme alla causa della sinistra dimettendosi immediatamente se andando a fare un corso di buddismo zen, in qualche monastero del Tibet, per qualche anno. Ma è dubbio che lo faranno spontaneamente e dunque dovremo aiutarli noi, a cominciare da quelli di noi che sono iscritti a partiti.

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Nella zona della Sicilia dove sono ora la sinistra ha guadagnato voti (tutta)s, circa il dieci per cento in più, perché si sono visti pochi vip e molti volantini e comizi contro la mafia, nomi e cognomi. E’ un buon esempio. Con la superbia e coi notabili si perde, con l’umiltà e col coraggio si va avanti. Qui stiamo cercando di farlo. Prodi a Roma a fare senza se e senza ma il presidente del popolo, noi compagni di base a tener duro qui e dappertutto, e vediamo se alla fine non si riesce a rifare ‘sto Paese.

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“DA: CORPO ITALIANO DI LIBERAZIONE COM.DO ROMA. AT: SOTTOTENENTE COMPL.NTO CIAMPI AZEGLIO CARLO. ORDINE  VIGILARE ATTENTAMENTE CONFINI  REPUBBLICA STOP BANDE NAZIFASCISTE SEGNALATE AT VICINANZE STOP BUONA GUARDIA CHIUSO”.

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“Porco giuda!”. Non più. Secondo un papiro di duemila anni fa, ritrovato l’altro giorno da Indiana Jones o qualcun altro, il povero Giuda non ha affatto tradito Gesù Cristo. O meglio l’ha tradito sì ma solo su espressa richiesta – per fini imperscrutabili – di Lui. Una buona notizia per Bondi, Capuozzo, Diaco, Ferrara, Liguori, Majolo, Mattina, Miccichè, Panella, Ritanna, Rossella, Telese (mi fermo qui per non sovraccaricare la Ram del computer): non hanno affatto tradito la sinistra, né si sono venduti per denaro: si messi con Berlusconi solo per suscitare, col loro puttanesimo, un’ondata di schifo tale da travolgere Berlusconi e tutto il resto. Altro che traditori: patrioti. (E i trenta denari? Beh, quelli li hanno presi lo stesso. Anche il Vangelo di San Giuda, del resto,  ammette che i soldi Giuda se li prese).

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Bavaglio. Antonella Serafini, giornalista, dirige Censurati.it, uno dei più seri siti giornalistici italiani. Si è occupata, fra l’altro, della strana vicenda di Alessandra Marsili, una giovane donna di Pescara ribellatasi al padre-padrone, aggredita per strada, ecc. Una vicenda pesante in se, ma resa ancora più strana che tutto l’establishment locale – palazzo di giustizia, forze dell’ordine, giornali, ecc. – ha massicciamente e inspiegabilmente ignorato il suo caso. Il signor Marsili è uno dei più importanti imprenditori della città e possiede fra l’altro l’appalto per la maggior parte delle costruzioni di massima sicurezza del ministero di grazia e giustizia.

Antonella (che si occupa per l’appunto di cittadini “censurati”) ha seguito diligentemente il caso. L’altra settimana era a Palazzo di Giustizia, a Pescara, a prendere appunti durante una delle tante udienze del processo.  La richiama il Pubblico ministero: “Lei, cosa sta facendo?”. Si avvicinano gli avvocati del padre-padrone. “Ma questo è taccuinaggio illegale! Ma lei chi è? Ora chiamo i carabinieri!”. Lei chiude il taccuino e se ne va.
Dopo qualche giorno, ecco una lettera dal tribunale. Alla signora Serafini Antonella, ecc. ecc. Le si notifica che è stata aperta a suo carico un’indagine per il reato di “interruzione di pubblico  ufficio” e la si invita a nominarsi un avvocato.

Che cos’ha di tanto pericoloso, da non poter essere nemmeno seguito da una giornalista, il caso Marsili? Perché tanto silenzio attorno a una modesta vertenza familiare? Perché il giornale di Pescara, il “Centro”, non se ne occupa? A Pescara, è vietato prendere appunti in tribunale? E i politici democratici, di fronte a queste stranezze, non hanno niente da dire? E chi sono gli “amici di Antonella” che chiamano i suoi genitori per  chiedere premurosamente “dove abita lei ora?”.

Bookmark: www.censurati.it

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Si apprende da un piccolo incidente elettorale (il signor B., al seggio, che indica all’anziana signora per chi votare) che madre di Berlusconi si chiama Rosa. Strano. Anche quella di Mussolini, che pure lui la citava spesso e volentieri.

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Il comico Grillo (non Beppe Grillo, che è una persona seria: il senatore Luigi Grillo, commissione Lavori pubblici di Forza Italia) è sotto indagine per lo scandalo delle banche: “concorso in aggiottaggio”. I giudici l’hanno detto solo dopo le elezioni, per non sfavorirlo elettoralmente nei confronti dei candidati onesti.

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Notizia breve. “In serata l’esercito ha effettuato un raid aereo su Rafah, nella striscia di Gaza: sono stati uccisi cinque militanti dei comitati di resistenza e una bambina”.

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Iran. Niente atomica. Sollievo. Se n’era parlato per tre giorni, sui giornali americani ma alla fine Bush ha smentito: niente nuova Hiroshima. Come se il governo tedesco, dopo tre giorni di indiscrezioni sulla stampa, avesse alla fine dichiarato: i giornali si sbagliano, non riapriremo più Dachau.

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Banche. Dodici miliardi di euri – sessantasei per cento in più che nel 2004 – i profitti delle undici principali banche italiane nel 2005.

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La natura si ribella. Giappone. Aliscafo contro un grosso oggetto in movimento sotto il pelo dell’acqua, cento feriti. Una balena, dicono: ma nessuno l’ha vista. E se fosse Mozilla?

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Operai. Cinquanta lavoratori intossicati da una nube di iacido cloridrico nella centrale Enipower di Archi vicino Milazzo.

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Dice che il trenta per cento degli italiani fra i 18 e i 35 (secondo un’indagine di studiosi) sarebbe disponibile a dar sesso in cambio di carriera. Il ventitré per cento lo farebbe anche stabilmente e – stranamente – fra le categorie più disponibili non ci sarebbero i giornalisti ma gli impiegati.

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akilis@otenet.gr wrote:
< Dichiarazione di voto di un coglione ateniese: “Qui ad Atene noi facciamo così. Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi e per  questo è detto democrazia. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando  attende alle proprie faccende private. Ma in nessun caso si occupa delle pubbliche  faccende per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così, ci è stato  insegnato a rispettare i magistrati e c’è stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle  leggi non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell’universale sentimento di ciò che è  giusto e di buon senso. La nostra città è aperta ed è per questo che noi non cacciamo mai  uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così”. (Pericle, Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.) >

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Alessandro Paganini wrote:
< a) Sta partendo la borsa petroli iraniana denominata in Euro. Saddam è stato attaccato esattamente con le stesse accuse, false, delle armi di distruzione di massa, proprio dopo che aveva iniziato a volere pagamenti in Euro per il petrolio;
b) La Fed ha deciso di non rendere più pubblica M3, la quantità di dollari emessa; in pratica potranno stamparne a piacimento, finché i creditori li accettano;
c) L’Euro sta sostituendo il dollaro come valuta di riserva, e la svalutazione del dollaro, in atto da due anni, potrebbe accelerare rovinosamente. Essa. aggraverebbe ancora i deficit Usa, e sarebbe catastrofica per Cina, Giappone e tutti gli stati che detengono enormi quantità di dollari che perderebbero rapidamente valore >
Bookmark: www.europe2020.org/en/section_global/150206.htm

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Michele Cuoccio wrote:
< Bruciarsi in pochi mesi almeno 10 punti di vantaggio è una cosa che solo Prodi e il suo centrosinistra senza spina dorsale potevano fare. Sono dei generali mediocri che vincono le battaglie di stretta misura (se le vincono) solo grazie a convergenze favorevoli >

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Jole Garuti wrote:
< L’arresto di Provenzano riporta in primo piano la lotta alla mafia, dobbiamo pretendere che il centro sinistra non rifaccia gli errori della legislatura precedente, quando hanno rallentato l’attività antimafia con la motivazione che ormai non era più un’emergenza, essendo loro al governo (detto da Violante) >

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Massimiliano Coccia, Pres. “Io sto con Falcone”, wrote:
< La gente è  stanca di Berlusconi, ma non è entusiasta di un certo centrosinistra che nicchia troppo su temi in cui ci  sarebbe da andare giù pesanti, uno su tutti la lotta alle mafie, che si limita in tantissimi casi alle commemorazioni. Ma essere contro la mafia  significa avere un’etica ed una ragione di vita in più, significa essere contro le lottizzazioni, essere concreti e realisti, parlare senza sputare sentenze ma cercando di  capire la complessità che ci circonda. Abbiamo votato, com’era giusto, per il centrosinistra perché la priorità era di mandare a casa la banda Berlusconi, ma credo che l’impegno di tutti debba ricominciare ora. Bisogna essere inflessibili per cancellare la pochezza e la falsità che regna del  centrosinistra, perché il presente è nostro e il nostro tempo è già iniziato >

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Comunicazione di servizio. In lavorazione il primo numero del mensile Casablanca, in Sicilia. Contattateci.
Info: riccardoorioles@gmail.com

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Un detenuto del carcere di Turi wrote:
< Voi avete distrutto l’Italia, a noi toccherà ricostruirla >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)