San Libero – 278

5 aprile 2005 n. 278

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Il disgelo. To’, è primavera! Non c’è più Berlusconi!

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Vieni avanti, crrretino. Allora, Vendola era troppo estremista, eh? Troppo frocio? Troppo communista? Bisognava fare la bicamerale con Berlusconi, eh? Bisognava non spaventare i moderati, fare blocco al centro, eh? Coglione!

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Il capo chiuso nella sua stanza, con la testa che gli è tornata improvvisamente pelata. Da basso chi beve, chi litiga, chi canta Giovinezza, chi ficca qualcosa dentro una valigia. In fondo alla sala la nazista lesbica e il tedesco ‘mbriaco che suona il piano.

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Speriamo che la sinistra stavolta non sia troppo di destra.

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L’ultima parte del Signore degli anelli, con Vespa e Saruman che cominciano a dissolversi lievemente nell’aria.

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Alla fine arrivò il communismo in Italia. Il capo era un ciclista bolognese e quella che fece vincere l’elezione decisiva si chiamava Mussolini.

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E’ stato presentato due settimane fa il rapporto sullo stato del pianeta dell’Organizzazione mondiale della sanità. Ci hanno lavorato per cinque anni milletrecento scienziati di un centinaio di paesi. Non è uno di quei materiali – lungo, palloso e per niente divertente – che i giornali amino mettere in prima pagina. Comunque, il succo è che la sopravvivenza della vita umana sulla terra comincerà a incontrare problemi già fra una cinquantina d’anni.

Riscaldamento, effetto serra, ecosistema sfasciato, anidride: non che fra cinquant’anni ci sarà lo sterminio generale, l’apocalisse, ma fra cinquant’anni la soglia di non ritorno sarà stata raggiunta, e da quel momento in poi sarà impossibile tornare indietro. L’estinzione dell’umanità probabilmente avverrà in tempi storici, e non – come si pensava ai miei tempi – sui tempi del sistema solare.

Altri grandi centri di ricerca – il Public Politicy Reserch, The Australia Institute, il Centre for America Progress, ecc. – sono orientati nello stesso modo, differendo solo nei tempi di raggiungimento del punto di non-ritorno, che in genere considerano più vicino nel tempo.

Questo, naturalmente, è catastrofismo.

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Era un catastrofismo tuttavia inimmaginabile il 3 giugno 1963, il giorno dell’altro secolo in cui è morto un altro papa importante, papa Giovanni. Allora, l’unico pericolo per la vita umana in quanto tale era rappresentato dagli armamenti atomici. E questi venivano tenuti sotto controllo, intanto da due classi dirigenti che, avendo sperimentato la guerra, non avevano alcuna voglia di scherzare con l’autodistruzione, e poi da un’opinione pubblica che alla difesa della vita era attentissima, a volte anche allarmistica ma quasi mai distratta.

In Occidente c’era la democrazia – i popoli, in generale, votavano e si sceglievano i governi -, all’Est non ancora ma c’era un deciso processo di disgelo. Nel Terzo mondo, le ideologie occidentali (socialismo o democrazia, o tutt’e due) erano popolarissime fra le élites, che una dopo l’altra si sollevavano cercando di conseguire dei progressi. Non c’erano terrorismi. Non c’erano scontri di religione (le religioni, allora, contavano meno che oggi o nel medioevo). C’erano due imperi, ma si tenevano a vicenda sotto controllo. La speranza di vita per il medio cittadino russo – per esempio – allora era di dieci anni superiore a quella attuale. Le condizioni di vita in Africa progredivano, ed erano superiori a quelle di ora. I ricchi erano meno ricchi, proporzionalmente, di ora. I poveri molto meno poveri. Il mondo, nel suo complesso, si muoveva in avanti e non indietro. I problemi difficili, cinicamente, si potevano lasciar da risolvere alle generazioni future – cioè a te – poiché a quel tempo non si dubitava che ve ne sarebbero state ancora a lungo.

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Tutti i principali parametri socio-economici del pianeta sono regrediti drammaticamente negli ultimi quindici, dieci, cinque anni. Sono regrediti in termini materiali, di divario fra benessere e sopravvivenza, e sono regrediti in termini culturali. Non solo non è aumentata la democrazia nel Terzo mondo, ma è decisamente regredita anche in Occidente. La cittadinanza, quasi dappertutto, è ormai sostituita dal consumo. Non sei cittadino quando fai politica, ma quando compri. La stessa parola “democrazia” ormai indica più una sorta di galateo senza conseguenze che un preciso, e drammatico, sistema di equilibri e diritti. La separazione dei poteri, il parlamentarismo, la stampa indipendente, le costituzioni, lo stato laico, i sindacati, sembrano tutti ormai dei residui, da difendere a denti stretti, di altri tempi.

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Ecco. In tanto sconvolgimento, in un così inumano e immane capovolgimento di tutti i valori e le esperienze in cui siamo cresciuti, tutti noi cerchiamo disperatamente di aggrapparci a qualcosa di eterno e immobile, qualcosa che non ci affatichi spiritualmente e non ci tradisca. Tipicamente, dei guru o una religione. Possiamo usarla per scagliarla ferocemente contro un nemico, oppure per addormentarci tranquilli al suo ritmo rassicurante. Ma in entrambi i casi, noi esseri umani non siamo stati creati per questo. Siamo stati creati per ragionare, riflettere, migliorare con il mondo, senza aspettarci aiuto che dai nostri simili e da noi stessi. Questa è la dignità di noi esseri umani, e questo è ciò che una volta ci faceva sentire civili.

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Non parleremo oggi del papa che è morto – che pure era un uomo simpatico – perché parlarne è impossibile in tutto questo rumore di fondo e in tutte queste ipocrisie. Quasi tutti coloro che ne parlano adesso, in realtà, parlano di altre cose. Quasi nessuno, dei giornalisti e politici che ora piangono commossi, s’è mai lontanamente infischiato della cosa banalissima e semplice – “fate la pace” – che invece gli hanno capito subito i ragazzini. Dei duecento grandi del mondo, che vengono a dar fastidio qua a Roma, forse due o tre (Lula o Walesa, per esempio: due operai) hanno qualcosa a che fare con lui. Tutti gli altri non c’entrano, sono un altro mondo. “Niente nozze di principi, questa settimana, eccellenza: funerale di papa”. “Ah, bene”. E i Vip, docilmente, cambiano l’agenda.

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Non è stato Wojtyla a far cadere il “comunismo”; semmai – ingratitudine dell’Occidente – Gorbaciov; e neanche lui in verità, poiché un edificio marcio, trasformato da patto di liberazione a regime, prima o poi deve cadere per sua natura. Non è vero che egli abbia sempre lottato per la libertà: in Sudamerica, le ha lottato contro. Non è vero che era infallibile: nessun uomo lo è, nessuno. E’ vero che ha avuto l’affetto umano – da papa, da cattolico, da vecchio che ha visto tante guerre: che importa? – di alzare alta e forte la voce in difesa dei bombardati. Nessun altro potente l’ha fatto. Lui sì e per questo noi volentieri, da pari a pari, gli avremmo stretto la mano.

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“La Cina è vicina, signola mia, ma l’Amelica mica schelza…”. Pechino. Qiu Chengwei, 41 anni, è uno delle migliaia di appassionati di “Legend of Mir”, un gioco di ruolo on-line diffusissimo anche in Cina: addirittura, è riuscito a “conquistare” la rarissima “Spada del Drago”, con cui decuplichi la Forza e moltiplichi i Poteri. Da buon giocatore, l’ha prestata al suo compagno di gilda, tale Zhu Caoyuan. Il fellone però, invece di usarla nella Leggenda, se l’è banalmente venduta per settemila yuan (settecento euri), in soldi veri. Quando Qiu Chengwei, incazzato come un Orco Grigio, è andato al commissariato a denunciare il ladro, ha appreso che la legge non punisce il furto di oggetti virtuali. Qiu, ancora nello spirito del gioco, o forse improvvisamente tornato alla dura realtà, s’è procurato un coltello ed ha aspettato il nemico sotto casa. Adesso lo processano per “lesioni intenzionali”.

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Iran. Sono state le torture e violenze subite le cause della morte Zahra Kazemi, la fotoreporter iraniana morta in carcere a Teheran. Lo ha detto il medico iraniano Shahram Aazam, adesso in Canada, che l’aveva visitata prima della sua morte nel 2003.

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Impero. Per molti anni il Brasile è stato governato da regimi militari o di destra, appoggiati dagli Stati Uniti. L’ordine nelle favelas veniva mantenuto da “squadroni della morte” di poliziotti in borghese, che oltre ad assassinare chi volevano si arricchivano ricattando le vittime e vendendo protezione. Adesso il governo di sinistra (quello di Lula) ha ordinato un’inchiesta approfondita e un repulisti generale. Alcuni giorni fa una squadra di “agenti speciali” s’è messa in macchina e ha fatto un raid “d’avvertimento” alla periferia di Rio, sventagliando mitragliate sui poveracci per la strada. Quattro morti a Queimados, undici a Iguazù, sei sulla strada fra i due quartieri, altri nove a casaccio qua e là nella zona. In tutto trenta persone, fra cui tre bambini e diverse donne. Tornare alla democrazia non è facile, e non solo in Lettonia o in Ucraina ma anche negli altri imperi.

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Sicilia 1. Archiviata un’accusa di concorso in associazione mafiosa per il presidente della regione Cuffaro. Termini d’indagini scaduti e “elementi raccolti insufficienti”.

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Sicilia 2. Messina. Minacciato di morte un giornalista. Si chiama Farid Adly, è di origine africana, è militante dei Ds, collabora con Corriere della Sera, Radio Popolare e Manifesto. E’ stato affrontato da uno sconosciuto nel centro del paese dove risiede, Acquedolci. Le minacce fanno riferimento alle sue denunce relative alle discariche a cielo aperto nella zona.

Info: anbamed@katamail.com

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Sicilia 3. Dialogo fra Vittorio Zucconi e un ascoltatore siciliano a Radio Capital. Ascoltatore siciliano: “Cosa ne pensa del fatto che l’Italia è in mano alla Lega che ricatta il Governo, stravolge la Costituzione e ubbidisce a un Bossi?”. Zucconi: “Siete stati voi siciliani tra i principali elettori di Bossi e compagnia. E la Lega vi ha ringraziato con la devoluzione che vi bastonas. Continuate a votarla, e resterete cornuti oltre che già mazziati”.

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Privacy. Protesta del sindacato in Mediaset per l’introduzione di tesserini magnetici che permettono all’azienda si sapere in ogni momento dove si trova il lavoratore. “Lo fanno tutti”, rispondono i dirigenti aziendali.

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Servizio pubblico. Un altro aumento di paga, di non so quanti milioni di euri, per il capo-ufficio stampa di Berlusconi, Vespa.

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Foro Mussolini. Secondo la Confederazione Agricoltori, quattro italiani su dieci hanno smesso di comprare frutta, a casa del rincaro dei prezzi. Il foro Mussolini, ai tempi del primo fascismo, era il buco che gli italiani di allora facevano nella cinghia per stringerla ancora n po’.

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L’università a casa mia. A Villa San Giovanni un certo signor Ranieri s’è fatto un pacco di carta intestata, ha affisso un’insegna al neon fuori di casa, ha messo sua figlia alla reception a raccogliere le iscrizioni (cinquemila euri l’anno) e ha annunciato al mondo di avere aperto la Libera Università di Villa San Giovanni. Il governo gli ha immediatamente dato il riconoscimento ufficiale, così adesso la laurea della Libera Università del signor Ranieri vale esattamente quanto quella dell’Università di Bologna. Il Rettore dell’Unversità di Calabria,quella vera, qando gliel’hanno detto prima s’è messo a ridere, poi ha telefonato al governo, poi s’è dimesso, e infine l’hanno visto sul parapetto del lungomare di Reggio, indeciso, con una pesante pietra attaccata al collo.

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Sconfiggere. Il nuovo presidente della Banca Mondiale, Wolfowitz, dichiara che “sconfiggerà la povertà”. No, signor Lupoviz, la lasci in pace: è già abbastanza guai così, senza bisogno di essere anche bombardata.

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All’asta. Fra l’entusiasmo degli imprenditori, i primi lavoratori europei cominciano a mettersi all’asta sull’internet, in un sito “trovalavoro” di nuova concezione: il posto viene annunciato in pubblico, e assegnato al lavoratore che accetta la paga minore. Oppure, il lavoratore si offre “spontaneamente” a un bassissimo prezzo, e se non arriva qualcuno più disperato – e dunque economico – di lui, ha qualche probabilità di trovare un padrone che lo prende. Marx, Keynes, stato sociale: adesso ad essere obsoleto è pure Lincoln, maledetto antischiavista radicale.

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Cronaca. Un giovane rumeno, D.U., è stato arrestato con l’accusa di furto aggravato per aver tentato di portar via di nascosto dei volumi da una libreria di via Appia Nuova. I commessi, allertati dall’atteggiamento impacciato del ragazzo, hanno chamato la polizia, l’hanno fatto perquisire e gli hanno trovato i libri addosso. Non è stato comunicato che titoli esattamente avesse tentato di rubare. Calvino? Montalbano? Leopardi? Cento colpi di spazzola? Bruno Vespa? Se io fossi il giudice, per prima cosa vorrei sapere proprio questo.

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Spot. Torna il Mantova Musica Festival. Dal 1 al 5 giugno un nuovo, grande appuntamento con la musica, lo spettacolo, la letteratura, l’impegno civile, nel segno della Festa della Repubblica, della Costituzione, della pace. I musicisti che desiderano partecipare hanno tempo fino al 15 aprile per presentare la loro candidatura.
Info:www.mantovamusicafestival.it

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alessandra_dipietro@yahoo.it wrote:
< “ll Parlamento italiano, quanto a presenza di donne, e’ al settantatreesimo posto nella classifica mondiale, dietro al Lesotho e al Ruanda…” Forse perchè sono neri non possono insegnarci niente? in Ruanda le donne hanno preso in mano il potere politico per due ragioni: la prima è che sono le più istruite e le famiglie investono su di loro. la seconda è che dopo il genocidio mancavano proprio le classi dirigenti maschili. le donne avevano i numeri per diventarlo e l’hanno fatto. senza lagnarsi delle quote >

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A.F. wrote:
< Non ho parole per quanto accaduto ieri sera (dalle 23:15 circa), quando mentre su tutte le principali emittenti nazionali (sia “pubbliche” che “commerciali”, e cioè Rai2, Rai3, Rete4, Canale5 e La7) si aprivano edizioni straordinarie per l’aggravarsi delle condizioni di salute del papa, su Rai1 andava in onda la puntata di Porta a porta, con ospite il presidente del consiglio… bah… non ho parole… >

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Filippo wrote:
< Si va bene a Toaff senatore a vita… Va bene. Ma la Palestina è occupata dal 1967 (1967): quando la liberiamo? E il muro? le colonie? nunca mas… Buon lavoro >

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kap@rdn.it wrote:
< Un comunista omosessuale che vince le elezioni in Puglia? Capita una volta ogni morte di Papa… >

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alessandro.paganini@cheapnet.it wrote:
< Leggo su Asian Times che:
1) Il presidente Karzai non durerà oltre giugno senza il supporto di nuove truppe US/NATO.
2) Il generale Dostum, il più potente signore della guerra afghano, è stato nominato capo della Afghan National Army.
3) La produzione di oppio in Afghanistan giunge nel 2004 al record di 4950 tonnellate >

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albyxx82@libero.it wrote:
< Ciao, sono uno studente di 22 anni e ti scrivo sperando di non rubarti del tempo prezioso. Ho letto la notizia riguardo le “botte tra scout” a Genova e essendo scout mi sono inquietato, anche se meno rispetto a quello che ho provato nel luglio 2001, forse il riferimento è un po’ eccessivo… >

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profeti@val.it wrote:
< Purtroppo i giornalisti prendono una notizia e la trasformano un po’ come vogliono….. e questo è uno di quei casi… per fortuna degli scout, che a Genova eran tra quelli che le han prese… Purchè anche tu non incorra nell’errore di diffondere false notizie… >

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auteur wrote:
< Informarsi prima di scrivere errori è difficile, eh??? Quella di Genova, come riportato anche dal Corriere della Sera, non era una lite fra scout. Bensì è stata l’aggressione di un gruppo di teppisti agli scout accampati >

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f-costa@email.it wrote:
< Tanto per chiarire quello che all’inizio anche a me era stato riferito come “rissa fra scout” e che avrei continuato a credere se non mi fossi informato… Buona strada >

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Carlo Gubitosa wrote:
< Da ex-scout ti chiedo una rettifica ai sensi della legge sulla stampa :-) >

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Va bene, ho scritto una cazzata. A Genova non c’è stata nessuna rissa fra scout (in realtà, un gruppo di scout è stato aggredito da un gruppo di altri ragazzi che con gli scout non c’entravano niente). La notizia errata era stata data dall’Ansa. E’ stata smentita poche ore dopo ma intanto la Catena era già partita con la versione sbagliata. Meno male che gli scout sono pacifisti perché altrimenti – a giudicare dal numero di lettere incazzate che sono arrivate – rischiavo di prendere un fracco di legnate.

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Articoli I-XII.

La Città

La nostra è una Città in cui si lavora:
a comandare, è il popolo e la Legge.
Ciascuno di noi tutti ha dei diritti,
quand’è insieme con altri, e quando è solo;
ciascuno di noi tutti ha dei doveri.
Nella Città non c’è uomo nè donna,
miscredente o fedele, bianco o nero.
I cittadini sono uguali. Tutti
vivano nella loro dignità,
nè miseri, nè troppo ricchi: a ognuno
fraterna dia il suo aiuto la Città.
Chi pensa, chi produce, chi lavora,
ognuno dia una mano alla Città:
lei vuole che nessun rimanga fuori
per la pigrizia o per la povertà.
È una la Città, ma il cittadino
è diverso un dall’altro, al suo paese,
nel suo nord, nel suo sud, nel suo dialetto:
la Città non ci vuole fatti a schiera.
Legge di dei non è legge civile:
qui, ciascuno rispetti il dio d’altrui.
I boschi, l’aria libera, i poeti,
i maestri che insegnano, il sapere
sono il nostro tesoro: la Città
per tutti loro è vita e libertà.
Non barbari, ma uomini civili
noi rispettiamo ogni altra città.
Ma chi fugge dai barbari, qui trovi
casa fraterna, asilo e carità:
guai a chi lo scaccia! Offende tutti noi.
Non sia guerra fra umani, uomini!, mai.
Ragionate piuttosto: noi vogliamo
essere i primi a ragionare, e andiamo
nel mondo in amicizia e libertà.
Nei giorni duri, abbiamo una bandiera
che ci ricorda: siamo una Città.

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)