San Libero – 241

27 luglio 2004 n. 241

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Antiterrorismo 1. Tredici parenti di Bin Laden, completi di segretari, gorilla, camerieri, cuochi e tirapiedi furono portati al sicuro fuori dagli Stati Uniti dai servizi americani subito dopo l’undici settembre. Questa notizia è nota da tempo (ci si è divertito moltissimo Michjel Moore in Fahrenheit 9/11) ed è uno dei tanti indizi dei rapporti molto amichevoli fra l’establishment repubblicano e – alla faccia del terrorismo – la dinastia saudita. Il primo commercia petrolio, e la seconda lo produce: Riad sta in Texas, e il Texas è in Medio Oriente. Quel che ancora non si sapeva, è che l’operazione salvasauditi non è stata condotta con un aereo qualunque ma con un aereo – identificativo: N521DB – praticamente di Bush in persona. Si tratta infatti dell’apparecchio che di solito viene utilizzato per trasportare i giornalisti al seguito del presidente.
Lo rivela il senatore democratico Frank Lautemberg, New Jersey, che ha ottenuto la relativa documentazione (completa di lista di volo) dai dirigenti del Logan International Airport di Boston. L’aereo, un Boeing 727 della DB Air, partì da Los Angeles con destinazione Riad via Boston, Parigi e Ginevra. A bordo c’era, fra gli altri, Omar Awad bin Laden, nipote del boss e vicino ad Abdullah bin Laden, capo della World Assembly of Muslim Youth, sospettata di connessioni con Al Quaida.

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Antiterrorismo 2. In base alle leggi speciali contro il terrorismo (Patriot Act) l’amministrazione degli Stati Uniti può, fra l’altro, assegnare direttamente e senza gara gli appalti relativi alla sicurezza nazionale. La security dei venti principali aeroporti è stata in particolare assegnata a una serie di ditte di fiducia dell’amministrazione. Fra queste ditte figura la InVision Tecnologies (scanner, check-point, ecc). Si tratta evidentemente di un incarico delicatissimo, che coinvolge direttamente la prevenzione degli attentati e il controllo degli aeroporti, attraverso cui possono transitare non solo i terroristi islamici e non ma anche i trafficanti di droga, i corrieri mafiosi, ecc.
La InVision è stata di proprietà, fino al settembre 1998, di una famiglia italiana, anzi siciliana, e precisamente la Famiglia Rendo. Di costoro ebbero a occuparsi, a metà degli anni Ottanta, diversi protagonisti dell’antimafia di allora: dal generale dalla Chiesa (“I principali imprenditori catanesi vallo alla conquista di Palermo con la tolleranza della mafia”) a Giuseppe Fava (“I quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa”), dal giudice Carlo Palermo (che emise mandati) al questore Luigi Rossi (che propose misure di prevenzione).
Alla fine degli anni Ottanta la Famiglia Rendo, che era stato oggetto di numerose campagne di denuncia da perte del movimento antimafioso (a partire da I Siciliani) dovette praticamente ritirarsi da Catania e ridurre notevolmente le sue attività nel resto d’Italia. In effetti (il comando essendo passato nel frattempo dal vecchio patriarca Mario Rendo al giovane erede Eugenio) la Famiglia aveva investito gran parte delle proprie risorse negli Stati Uniti, dove l’attenzione su questo tipo di vicende era allora molto inferiore che in Italia.
Nel 1990 venne fondata la Invision, attraverso una partnership fra un’azienda della Famiglia Rendo (la Fimai Holding) e una società di elettronica, la Imatron Inc. La nuova società, dotata di ingenti capitali, si sviluppò rapidamente fino a diventare leader nazionale del settore; top manager ne Sergio Magistri, un ingegnere elettronico vicino ai Rendo. La proprietà di InVision transitò successivamente per altre società come la Harax (una finanziaria dei Rendo) o la Kroshagen, intestata a un ignoto avvocato del Lussemburgo.
Così sono passati gli anni. Alla fine, dopo una serie di trasferimenti e operazioni societarie, è arrivato il colpo grosso: per ordine del Presidente, toccherà alla InVision controllare gran parte degli accessi agli Stati Uniti. Uno degli appalti più succosi degli ultimi anni. E anche, probabilmente, il più strategicamente delicato, il più importante. Ai cancelli del Paradiso, come tutti sappiamo, vigila san Pietro. E ai cancelli degli Stati Uniti? La Famiglia Rendo.

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Tante pubblicità fanno una propaganda.

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Estate. Ancora una persecuzione a danno dei milanesi. Dopo la Milano-da-bere, il Brianza-uber-alles e la Caccia-al-tranviere un’altra trovata dell’Ufficio Rinco per convincere i milanesi di essere gente realizzata e felice: sabbia, sdraio e ombrelloni all’Arco della Pace, in piena (orribile) città. Alegher, alegher…

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Politica. L’alleanza “communisti-cattolici” (chiamiamola così) è il dato centrale, però non è più quella dei tempi di Berlinguer e Andreotti. Sono talmente mutati tutt’e due, da meritarsi a stento i rispettivi appellativi. Nessuno dei due è più un’area compatta e manovrabile da un apparato. Entrambi portano valori più ampi di se stessi e potenzialmente trasversali. Roma, da questo punto di vista, è la città dove quest’alleanza è diventata common sense, fusione, ma ciò non sarebbe stata possibile, o lo sarebbe stato solo a un livello molto politichese, senza le bandiere della pace. Sono queste ad aver sparigliato tutto e a fare di rispettabili politici come Veltroni dei simboli d’unità popolare.
Personalmente, sospetto che dietro questo tipo di situazioni ci sia anche il crescere di una nuova classe sociale, una specie di nuova borghesia metropolitana, che in Europa pesa molto; e fra le città italiane, da un punto di vista strutturale, Roma è una delle più “settentrionali” (mentre Treviso è una tipica cittadina del sud, con le sue zolfatare tecnologicamente arretrate e alimentate a “carusi”).

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Società. La Sicilia è una società talmente spaccata in due (ricchi e poveri, “galantuomini” e “cappeddi”: mica tanto diversa dall’Ottocento) che la gente riesce a percepire solo dei progetti politici molto radicali. Quando li trova, li prende seriamente in considerazione (il fronte popolare nel dopoguerra; l’antimafia dei primi anni novanta); quando non ne trova, o li riscontra fasulli, rifluisce nel suo povero ma rassicurante clientelismo. Da questo punto di vista, Claudio Fava è più emblematico di Crisafulli o Cocilovo. A differenza di costoro, infatti, ha avuto una fase “radicale” (in cui ha vinto) e una fase “politica” (in cui ha perso): gli stessi elettori l’hanno prima premiato e poi punito; per tornare infine a premiarlo nel momento in cui, a torto o a ragione, ha dato l’impressione di esser tornato “radicale” e comunque apertamente ostile al potere.
In questo, ci sono elementi di arretratezza prepolitica (i siciliani hanno il concetto di “re-buono”, non quello di politica collettiva) ma anche, tutto sommato, di una certa lucidità complessiva: fra Garibaldi e i Borboni, meglio Garibaldi che forse ce la fa; fra il (liberal) duca della Verdura e i Borboni, meglio tenersi buoni i Borboni che almeno danno farina e feste.
Nel caso di Fava (e di Orlando, Pintacuda, ecc.) c’è l’aggravante di avere emarginato la giovane classe dirigente alternativa che aveva cominciato a crescere attorno all’antimafia e che era la vera speranza “politica” di quegli anni. Questa classe, per quel che le resta da fare (che non è poco) deve imparare a contare esclusivamente su se stessa, senza mai più affidarsi a re buoni o cattivi che siano, a sviluppare una cultura unitaria e non da setta, a viversi come cittadini e non come seguaci. A civilizzarsi, insomma.

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Economia. Straordinario successo della Kodak, che annuncia un aumento dei profitti di quasi il quaranta per cento (da 112 a 154 milioni di dollari nel giro di un anno). Per festeggiare l’evento, la Kodak ha annunciato il liceziamento di milletrecento lavoratori.

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Sante parole. Fassino: “Non vogliamo un Berlusconi e se in passato abbiamo pensato di poterne avere uno anche noi abbiamo sbagliato”. Meglio tardi che mai.

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Antimafia. Incendiati i terreni della cooperativa Libera Terra di Corleone, proprio nelle giornate in cui si preparava la trebbiatura del grano. La cooperativa, che è intitolata all’eroe antimafioso Placido Rizzotto, è una delle poche ad aver ottenuto in assegnazione terreni confiscati alla mafia (solo duecento su quasi cinquemila beni confiscati).

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Mani Pulite: ricominciamo?. Al via la raccolta di adesioni dei parlamentari per sottoscrivere un disegno di legge sul sequestro cautelativo e preventivo dei beni dell’indagato per corruzione nella pubblica amministrazione, estendendo in pratica la legge antimafia 109/96. Alla proposta, avanzata da Cittadinanzattiva in collaborazione con Libera e Quelli del 118, finora hanno aderito Cgil, Cisl, Movimento di Difesa del Cittadino, Movimento Consumatori, Lunaria, Legambiente , Confconsumatori, Federazione Italiana Superamento Handicap, Movimento del Volontariato Italiano, Unione Nazionale Consumatori, Fondazione Cesar, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia e Coldiretti.
Bookmark: www.cittadinanzattiva.it

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Cronaca. Messina. Attirava i gatti di strada con dei bocconcini, poi cominciava a bersagliarli con arco e frecce. Sorpreso da una volante, è stato arrestato e condannato: purtroppo a soli dieci mesi di arresti domiciliari e non, come sarebbe stato più equo, a qualche po’ di galea con annesse nerbate. Il ragazzo si chiama Rosario Magrì ed ha quarant’anni.

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Persone. Alcuni vedono più lontano degli altri, e così Otello Urso, che è stato un compagno siciliano. Non giocava in squadre importanti e presuntuose ma da semplice mediano, nell’Arci, il primo pezzo della sinistra “ufficiale” a credere decisamente – dalla stagione dell’antimafia, quasi vent’anni fa – non più nelle burocrazie di partito ma nella società civile. Come una pianta su un terreno difficile, ma che alla fine è cresciuta. Non so come la chiameranno alla fine, questa forma moderna di democrazia. Comunque dentro di di sè avrà anche un pezzetto di lui.

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avv. Linarena wrote:
< Non ricordo se in passato abbiate segnalato il caso di uno strano “stagista” di nome Marco Benanti che ha lavorato per sole 150.000 al mese in un ufficio Ansa di Catania (annesso se non incorporato con l’edificio de “la Sicilia” di proprietà del vicepresidente dell’Ansa Mario Ciancio). Il buon Benanti, quando è stato cacciato via dopo essere stato spremuto alla perfezione, ha avuto la cattiva idea di fare causa per chiedere almeno il pagamento dei compensi maturati negli anni di servaggio. Il lavoro all’interno dell’Ansa e per conto dell’Ansa è stato svolto dal Benanti con la promessa di una definitiva assunzione da parte della stessa Agenzia. Promessa che non è stata mantenuta. Intanto le varie amministrazioni del Comune e della provincia hanno dato vita a uffici Stampa conferendo gli incarichi a giornalisti legati con il potente Ciancio. Il Benanti è rimasto fuori da ogni incarico perchè non gradito al potente della città? Giudicate voi. Non risulta che vi siano stati giornalisti locali che lo abbiano difeso. Sono stati tutti proni.
Questo strano stagista non ha ottenuto nulla e nessun giornalista a Catania ha alzato la voce. Il bavaglio lo hanno tutti e ben stretto. Il nostro giornalista per vivere e non morire di fame è stato costretto a cercare un posto di scaricatore a termine, presso l’azienda “Algese 2” (carico e scarico degli aerei a Sigonella. La sinistra locale pur godendo di nomi illustri, tipo la Finocchiaro e Fava, non muove un dito. Non riesce a dire nulla. E’ muta, incapace >

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Alleanza Nazionale, Coordinamento Catania, Ufficio Stampa, wrote (non a noi, ovviamente):
< Dibattito tra il vice ministro alle Attività produttive, Adolfo Urso, e i giornalisti Nino Milazzo (direttore del Tg di Telecolor) e Tony Zermo (inviato speciale de La Sicilia), giovedì 22 luglio alla Terrazza del lido Bellatrix a Cataia. L’incontro sarà presentato dal parlamentare Fabio Fatuzzo. Alla manifestazione prenderanno parte anche i rappresentanti delle categorie produttive, degli ordini professionali e diversi esponenti istituzionali della provincia di Catania >

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Giovani Colombo (Rosa Bianca) wrote:
< Il progetto della scuola Agnesi di Milano di istituire una classe speciale riservata a studenti islamici egiziani è giustamente naufragato. La buona volontà dimostrata dal preside e dagli insegnanti nel tentativo di assecondare l’istanza dei genitori e di frenare l’abbandono scolastico si è spinta troppo in là, scivolando in una soluzione inaccettabile. Il ghetto è sempre uno sbaglio, sia quando viene imposto come un’infamia sia quando viene preteso come un diritto.
Gli islamici accettino dunque di entrare nella scuola pubblica, di diventare compagni di banco di cattolici, ebrei, atei, agnostici, di fare lo sforzo di confrontarsi con la cultura della nazione in cui hanno deciso di vivere. Attraverso la contaminazione dei diversi nasceranno pure nuove sintesi per il futuro. Siamo infatti tutti in viaggio verso l’inedito, verso mondi spirituali e culturali ancora sconosciuti e le fatiche che sperimentiamo sono le doglie del parto >

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redrage wrote:
< Le minacce e gli occhi torvi, i capelli corvini del compagno a me vicino, il sangue per la manganellata, che gli scende dalla fronte, sangue intriso di sudore e di trascinamento sull’asfalto: una scena apocalittica di una manifestazione, per i divieti di potere accogliere gente inerme: popoli di altri e grandi culture. Le bandiere e gli slogans sono rotti da urla di imprecazione, chi afferra le aste, a chi si stringe il petto in un respiro affannoso, 10 100 1000 avremmo dovuto essere, in tanti, invece solo poche decine, soprattutto donne. Non sono clandestini, né containers di rifiuti che viaggiano per mare in cerca di un porto per essere scaricati, così dice Lori, romana, laureata il 6 di luglio in sociologia. Sono stati accerchiati e incarcerati e chi li ha salvati da morte sicura è stato inquisito e oltraggiato >
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Articolo 136: “Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione”. Articolo 96: “Il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione”.
Il ministro dell’Interno Pisanu, avendo ordinato di non tener praticamente conto della sentenza della Corte costituzionale che invalida la Bossi-Fini, si è reso responsabile di un preciso reato ministeriale, per il quale è punibile ai sensi di legge. Non potendo manganellare gli articoli della Costituzione che puniscono la sua fellonia, il ministro ha dato ordine di picchiare almeno i giovani siciliani che protestavano contro di essa.

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Zonker wrote:
< Da un po’ di tempo la solita, insistente vocina tra la panza e la coratella mi ripeteva: “Baghdad! Baghdad! Baghdad!”. Ho dovuto cedere. Come sempre, quando si prepara un viaggio importante, cominciano a grandinare le coincidenze. E chissà quanto sono segni e quanto le provochiamo noi. Ancora una volta, prima di partire, mi sono sdraiato sotto le stelle, nella Romagna dei miei nonni e della mia infanzia, in cima a Monte Bora, sulla terra notturna ancora calda del sole di luglio. La terra, sotto, mi riscaldava il corpo. La brezza, sopra, lo rinfrescava. Lucciole, profumo di fieno tagliato, il canto di milioni di grilli. E’ qui che da piccolo studiavo spagnolo su un libro trovato in soffitta. E’ qui, davanti a un piatto di tagliatelle, che tre anni fa si è fatta sentire la solita vocina che ripeteva: “Colombia, Colombia, Colombia!”… >
< Caro R., sono in partenza per Baghdad: da qui cercherò di raccontare un po’ di quello che i giornalisti di solito non raccontano. (O magari me ne starò dieci giorni nella piscina del Palestine, chi lo sa). Se ti va, puoi invitare i tuoi lettori a dare un’occhiata al mio, a iscriversi alla mia newsletter (basta inviare una mail vuota a: enzob-subscribe@yahoogroups.com ) o a visitare il mio blog. Un abbraccio!>
Bookmark: www.balene.it/enzo, bloghdad.splinder.com

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AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:

< Libertà, libertà, libertà,
sei il cielo, sei il mare,
sei lo spazio infinito che l’occhio
non controlla.
Libertà, libertà
i capelli narrano i volumi,
ancora soffici
dove il vento dondola spirali.
Libertà, quello che non ho.
La lacrima trafigge il petto,
sefardita.
Ti amo, libertà,
ti inseguo nel silenzio della notte.
Libertà,
mia sfinge >

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rafael <monserrat@libre.it> wrote:

< Se mai perisse la mia voce a terra
voi me la deporrete in riva al mare
presso la sabbia, dove l’onda è lieve
e la nominerete Capitana.

O mia voce, decorata
con le insegne marinare!
Porti un’ancora sul cuore
sopra l’ancora una stella

sobre la estrella el viento
y sobre el viento, alta, una vela >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)