San Libero – 233

1 giugno 2004 n. 233

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Gli amici americani. “Chi lo applaude sarà bastonato. Chi lo fischia sarà impiccato”. Un manifesto rivoluzionario a Parigi, ai tempi della rivoluzione. Il re, che aveva tradito, doveva attraversare la capitale. Lo accolse un silenzio gelido, di disprezzo. Non gli gridarono addosso. Lo guardarono semplicemente in silenzio, da quel povero uomo che era.
George W. Bush, presidente (forse: ma i voti non furono mai finiti di contare) degli Stati Uniti d’America, non ha niente in comune con G.I.Joe, con gli americani di allora. Intanto, quelli erano democratici e di Roosevelt e lui è un bigotto fanatico figlio di papà. Secondo, quelli liberavano e lui tortura. Portatelo in via Tasso: è là che lui può fare le sue celebrazioni, e non dalla parte dei torturati. E se proprio è impossibile non averlo fra i piedi, allora non regaliamogli la giornata, non gli diamo importanza. Questa giornata non appartiene a lui, appartiene ai nostri amici americani, quelli che combatterono contro il fascismo – uniti con gli altri popoli, compresi i russi – e lo spazzarono via. Onorare loro è molto più importante che disprezzare lui.
Quella fu una bella generazione. Non insultatela. Non ha nulla a che vedere con voi gente flaccida, torturatori, allevatori di Bin Laden e servi degli sceicchi sauditi.

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Europa. “Un esercito europeo per bilanciare l’egemonia degli Stati Uniti”. Lo dice, tutto tranquillo, in un’intervista il buon Rutelli. L’idea era nell’aria da tempo: per essere arrivata fino a un Rutelli, può ormai essere tranquillamente inserita nel common sense del ceto politico europeo. Non solo a livello di dibattito “alto” ma – aumma aumma . anche di fatti concreti. Tre mesi fa, ad esempio, i responsabili di due Paesi europei si sono incontrati per parlare non un futuro esercito dai tempi più o meno lunghi ma di una piccola e immediata Forza d’intervento rapido, mobilitabile in due settimane, con una forza di circa millecinquecento uomini e un’autonomia di ottanta giorni in qualunque luogo del mondo. Poiché l’incontro (non troppo pubblicizzato) ha avuto esito favorevole, è possibile che la prima forza mobile europea sia già operativa alla fine di quest’anno. I due Paesi sono Francia e Inghilterra: la strategia di Blair, evidentemente, ha un aspetto mediatico ma anche uno nazionale. Particolare orribile (da un punto di vista americano): l’unità in questione sarebbe concepita espressamente per operare sotto mandato Onu. Da un punto di vista politico, i “cattivi” sono Francia e Germania, la Spagna di Zapatero e – l’anno prossimo – l’Italia. Da un punto di vista militare, il nucleo duro parte da Francia e Inghilterra. E’ il principale frutto politico della campagna irachena, ed anche la peggiore eredità che Bush potesse lasciare al suo paese. Il prossimo Clinton, probabilmente, dovrà clintoneggiare più di Clinton se vorrà mantenere amichevole il rapporto con l’Europa.

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Palestina/Israele. Secondo i demografi dell’Ufficio statistico palestinese, e quelli israeliani dell’Università di Haifa, nella Palestina tradizionale (diciamo fra il Mediterraneo e il Giordano: quella che gli ultra-ortodossi definiscono Terra d’Israele) vivono circa 10,6 milioni di esseri umani, di cui 5,4 sono ebrei, contrapposti a circa 3,7 milioni di arabi dei territori occupati e circa un milione di musulmani residenti nei confini ufficiali di Israele. Il tasso d’incremento demografico arabo è molto maggiore di quello ebraico. Secondo le proiezioni, nel 2020 ci saranno 14,6 milioni di abitanti, di cui però solo 6,4 milioni saranno ebrei. Gli ebrei provenienti da altri paesi ormai sono molto pochi: solo 36mila nel 2002, e 25mila l’anno scorso. L’ultimo grande flusso migratorio è stato quello dalla Russia, ai tempi di Gorbaciov; ed ha cambiato molto, e non in meglio la composizione politico-culturale del paese. Per alcuni anni, il governo Sharon ha fatto pressanti appelli agli ebrei della diaspora – soprattutto americana – perché si trasferissero nel paese. Ma i risultati sono nulli.
Dal punto di vista palestinese, o di coloro che gestiscono attualmente questo punto di vista, questi numeri significano che una guerra di logoramento è a favore. Una dirigenza abbastanza cinica da “spendere” i propri nati senza economia, e da puntare su una progressiva acutizzazione degli odi reciproci, può sperare in buone carte da giocare nel 2020. Dal punto di vista israeliano, o di coloro che gestiscono attualmente questo punto di vista, questi numeri implicano la necessità di una pulizia etnica (nel senso serbo-croato: allontanare le popolazioni civili col terrore). Una dirigenza abbastanza cinica da allocare i propri nati nelle zone con più risorse, e da puntare su una progressiva acutizzazione degli odi reciproci, può sperare di sopravvivere in qualche modo al 2020.
Questo quadro, sempre meno politico e sempre più tribale, spiega la semplificazione culturale dei due schieramenti. Da un lato, il gruppo più rappresentativo è diventato Hamas, col 26 per cento dei consensi. Dall’altro, il governo di destra si connota sempre meno come destra politica e sempre più come destra terra-e-sangue e religiosa. Esistono ancora dei laicisti, sempre meno popolari, fra i palestinesi. Ed esiste un forte e bel movimento pacifista e antirazzista in Israele; c’è un 43 per cento di giovani, nei sondaggi, che sostiene il diritto di rifiutarsi di eseguire ordini inumani; poche settimane fa almeno centomila cittadini, di tutti i partiti, hanno manifestato per la pace. Ma sono sempre più schiacciati. Il 58 per cento degli israeliani adultia uspica “una leadership forte, al posto di tutti i dibattiti e le leggi”. Non osiamo pensare cosa desiderano i loro omologhi palestinesi. Il 27 per cento dei giovani israeliani, comunque, “non crede che rimarrà a vivere in Israele”.
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In questo punto del mondo e in questi tempi, si fece una riunione di governo per trarre le somme dell’Operazione Arcobaleno. Spedizioni punitive nei campi-profughi, case distrutte, cortei mitragliati, quaranta indigeni neutralizzati permanentemente – fra loro una bambina di tre anni (danno collaterale) uccisa semplicemente dalla paura. Fra quei generali e politici, gente per lo più anziana, freddi e ragionatori uomini di stato, a un certo punto un ministro mormorò (più a se stesso che agli altri) queste parole: “Ho visto una vecchia donna palestinese frugare fra le macerie della sua casa e mi sono ricordato di mia nonna che frugava fra le macerie della sua casa nel ghetto”.
Un attimo di silenzio, mentre nel cuore dei politici passava (e come poteva non passsare?) qualcosa. Poi hanno ripreso il sopravvento i cervelli, e le parole successive – “Non è morale!” – sono state soffocate dal brusìo. Nessuno, da un lato e dall’altro del confine, ha preso probabilmente sul serio quelle parole. Eppure sono le uniche realistiche, ora, le uniche politiche davvero.

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Tecnologie. Proibito ai marines l’uso dei videofonini in Iraq. A parte quelle già pubblicate (prese per lo più con videofonini), pare che fra i soldati si stia diffondendo l’uso di offrire foto di torture a tv e giornali: o per protestare contro le torture, oppure più semplicemente per denaro. Il divieto comunque è ineseguibile: un videotelefono è troppo piccolo perché non ne sfugga qualcuno. E questo, a modo suo, ha una sua moralità. Per avere una tecnologia (le risorse per farla) possiamo anche essere costretti a torturare la gente: la tecnologia, però, una volta che viene nelle mani della gente comune, viene sostanzialmente controllata dalal gente comune, da ciascuna delle singole persone. Che possono essere sadiche (come s’è visto) ma anche, con maggiori probabilità statistiche, legate tutto sommato ai valori umani. E dunque disposte a usarle, le tecnologie, in direzione opposta a quella desiderata dal generale De Sade. Un paio di mesi fa, d’altra parte, un governo è caduto perché le sue televisioni hanno mentito ma la gente aveva lo stesso abbastanza tecnologia fra le mani da poter collegarsi e compattarsi, e protestare insieme. Le prime manifestazioni anti-Aznar sono nate con un tam-tam di sms, un po’ come da noi le e-mail per i girotondi. Oppure come i fax per i ragazzi della Pantera, quindici anni fa. Oppure come il ciclostile del Sessantotto. Oppure…
Insomma, non mi parlate male delle tecnologie.

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Bavaglio 1. E ora vogliono “pacificare” internet. Dopo il decreto Urbani, la situazione è la seguente: se scarichi musica, vai in galera. Se chiedi il pizzo alla gente e ti chiami Siae, non solo non vai in galera ma lo stato ti batte le mani. Per musica “a scopo di profitto” (“non di lucro”: il ragazzino che s’è fatto il Cd con gli amici) ti danno quattro anni: a Pacciani per lo stupro della figlia hanno dato quattro anni e sette mesi. In Spagna hanno levato l’Iva dai Cd. In Italia, oltre all’Iva e alla Siae, si parla di una tassa in più di 40 cent a giga. Tutti i siti andranno registrati, in doppia copia, negli archivi di stato: diversamente ricadranno nella legge del 1939-XXI sulla… “stampa sovversiva”. Nel complesso, la legislazione anti-internet più repressiva d’Europa: votata alla bipartizan, visto che a votare contro c’è stato solo un oscuro senatore dei verdi.
L’Italia non ha più l’elmo di Scipio per simbolo, ma il bavaglio. Esagerato? Le tv, tutte; i quotidiani, tutti meno tre; il cinema, tutto distribuito o prodotto da Medusa Film (indovinate di chi è); i dvd, li affitta una corporation (Blockbuster Italia) che appartiene allo stesso signore. Adesso capisco perché ce l’hanno tanto coi writers sui muri: si preparano al momento in cui, non potendo fare altro, me ne dovrò andare a scrivere “l’onorevole è mafioso” sui muri con la bomboletta. Il muro, unico media libero se continua di questo passo. E loro, naturalmente, si preparano a imbavagliare anche il muro.

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Bavaglio 2. A proposito di bavaglio: che fine ha fatto la famosa intervista di Berlusconi, quella censurata da Mentana Fede e Lerner e che è costata il posto a Santoro? Fino a qualche mese fa si trovava sui sito di RaiNews (Morrione è stato l’unico non-censuratore della Rai), ma da qualche tempo non la trovo più. Ormai l’unico ricordo che ne resta è la trascrizione sul sito di Censurati.it. Un’altra palata di sabbia su Borsellino.
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Bavaglio 3. Pare che finalmente la gente potrà vedersi “Fahrenheit 9/11”, il film di Michel Moore su Bush che in Europa è stato premiato a Cannes ma in America ha avuto i suoi problemi per essere messo in libera circolazione. Problemi tecnici, naturalmente: negli Stati Uniri non esiste un Ministero della Verità. Semplicemente la Disney, proprietaria della casa di produzione, la Miramax, s’è rifiutata di lasciar diistribuire il film. Poi ha cambiato idea. Poi l’ha cambiata di nuovo. Poi… Alla fine, Miramax è riuscita a comprarsi direttamente i diritti e se non cambiano idea, a quanto pare, hanno deciso di lasciarcelo vedere.

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Elezioni 1. L’esponente più autorevole del centrosinistra in Sicilia è l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco. Ha risolto il problema della disoccupazione – perlomeno la sua. E’ arrivato che nessuno lo conosceva, è partito con un bel posto statale: ministro dell’interno. In questa veste ha fatto manganellare i manifestanti pacifisti a Napoli, un anno prima di Genova: ottanta all’ospedale con prognosi varie, salvo complicazioni. Anzi, “manganellare” non è esatto: siccome i vecchi manganelli anni sessanta gli sembravano insufficienti, ha distribuito ai celerini un nuovo manganello scientifico, chiamato “tonfa”, appaltato ad una ditta di Chicago. Lui ora alle europee non si presenta (ha presentato un tizio, tale Latteri, che fino a un mese fa era un pezzo grosso di Forza Italia): è indeciso tra fare di nuovo il sindaco di Catania, sempre del centrosinistra, oppure di nuovo il ministro dell’interno. Non s’è capito se vuol farlo in Italia, dove in fondo quel che doveva manganellare l’ha già manganellato, oppure direttamente in Iraq, dove gli americani di gente che tenga l’ordine ne hanno bisogno. Per sì e per no, ha proclamato che lui è contrario, contrarissimo, al ritiro delle truppe italiane da quel paese: America uber alles, e via col manganello. Non so che ne pensi Prodi: immagino che abbia troppo da fare per occuparsi della Sicilia e dei suoi ulivisti.

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Elezioni 2. Luca Cordero di Montezemolo è stato eletto presidente di Confindustria col 98,5 per cento dei voti. Il suo predecessore, D’Amato, quattro anni fa ne aveva avuto il 91,7. Una volta queste percentuali si vedevano più che altro in Bulgaria.

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Ragazze. Mi sorridono ancora, ma in un altro modo.

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Tenere i bambini lontani dagli oggetti taglienti, e gli uomini dalle religioni

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Diritti. Diffuso il rapporto 2004 sui diritti umani di Amnesty International. In aumento “le violazioni dei diritti da parte dei Governi”. Un mondo “dominato da crescente sfiducia e paura”. Fra i soggetti più responsabili l’amministrazione degli Stati Uniti e la rete terroristica guidata da Osama bin Laden

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Africa. Sarà un ex compagno di scuola di Bush il prossimo signore della Somalia. Abdinur Darman è figlio di un ex ambasciatore somalo che si trovava una quarantina d’anni fa in Cina contemporaneamente al padre dell’attuale presidente Usa, George Bush I. Almeno, è quanto dichiara lui ai vari capi-clan e signori della guerra che da circa un anno va corteggiando con l’aiuto di sostanziosi finanziamenti americani. Il 5 giugno si incontrerà con i rappresentanti delle diciotto regioni (di fatto ormai dei veri e propri mini-stati) in cui la Somalia è divisa. L’insediamento ufficiale dovrebbe avvenire il primo luglio, festa dell’indipendenza.

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Occidente. Allarme obesità in Inghilterra . In venticinque anni è aumentata del quattrocento per cento.

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Torino. Buddenbrok.

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Cronaca. Rissa al ristorante a Madrid durante i festeggiamenti di un matrimonio. Uno degli invitati, tale Savoia Vittorio, ne ha preso a pugni un altro, tale Aosta Amedeo. Alla origini della lite, secondo gli inquirenti, vecchi rancori familiari.

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Concetto vrote:
< Certo una bella idea quella di fare un corteo al seguito di Mr. Bush, mimando i torturati dell’Afganistan e dell’Iraq. Ma la felice trovata potrebbe avere un prezzo salato: se sotto i tipo di manifestazioni, portando con se spranghe e catene di ferro, come la mettiamo? Quali contromisure si possono studiare e tenere in buon conto? >
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Secondo me, la contromisura sarebbe fare il corteo (e il resto) con serietà e senza bambinate: senza incappucciarsi, senza giocare alla rivoluzione, senza “spaventare i borghesi”. Un corteo serve semplicemente a comunicare alle persone – tutte le persone, col linguaggio che ciascuna persona è in grado di capire – le cose che si ritengono giuste e utili per se stessi e per gli altri. Il resto rischia di essere facilmente utilizzabile da governi e blackbloc (a volte soci fra loro) . E anche, fra l’altro, di produrre leaderini scemi e contenti che poi dopo vent’anni ti ritrovi dall’altro lato.

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Daniele Conti wrote:
< Non è vero che il Pci non ci credesse molto nel referendum sul divorzio. In quel periodo io militavo nella sezione “Monti” di Roma, in centro, e mi ricordo che prendemmo la piantina del territorio e la dividemmo in tanti settori e per ogni settore formammo una squadra che avrebbe battuto il settore casa per casa. Alla fine della campagna ogni casa aveva ricevuto almeno una visita da una coppia di attivisti. Quello che mi ricordo di quella campagna è che quasi tutti aprivano la porta, accettavano il materiale di propaganda e si fermavano qualche minuto a parlare. Da quel che mi risulta anche le altre sezioni di Roma si erano organizzate allo stesso modo e tutte traboccavano di militanti divorzisti, anche non comunisti, che si erano rivolti al Pci per poter dare un contributo perchè era l’unico partito che aveva un’organizzazione adeguata a far lavorare tanti cittadini. Io ero uno di questi. La tessera la presi dopo il referendum. Se così non fosse come hanno fatto poi ad arrivare le regionali del ’75 e le politiche del ’76 (PCI al 33per cento)? >

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Paola wrote:
< Jail job. Ho letto l’articolo su pane-rose. Forse ti è sfuggita la notizia che al carcere di San Vittore di Milano c’è un call center Telecom… Non ho idea di quanto paghino i detenuti. Purtroppo, l’America non è lontana >

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Angelo Abbate wrote:
< Eh, no, per la precisione il titolo è “Stairway to Heaven” (maiuscolo, non per la natura del luogo ma perché in inglese i titoli si scrivono con l’iniziale maiuscola, tranne le preposizioni che possono essere minuscole). Volendo continuare la disquisizione, trovo interessante anche la confusione fra “Starway” (una “strada delle stelle” che però in inglese non mi risulta esista) e “Stairway” (semplicemente, “scalinata”)

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Luko wrote:
“Al signor G. viene rubato il portafoglio…” .Sicuramente è una notizia falsa. Ho letto sul sito antibufala di attivissimo qualche info in più: www.attivissimo.net/antibufala/scippo_eliminato/non_denunciabile.htm. buona correzione >

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Lev wrote:
< Si, Riccardo, è troppo lungo quello che scrivo.
Ma è da quando avevo 16 anni che sono in lista per parlare, ho 33 anni e nessuno ancora mi fa parlare. Fai finta che ci siano gli arretrati di 17 anni , che ti stia parlando un ragazzino di 16 anni che cresceva in un ORRIBILE settentrione negli anni 80. Perché non lo avete mica capito come fosse. No, tu non puoi capire. Non puoi capire Perché hai 25 anni più di me. Non che io sia giovane, ma tu hai 25 anni di troppo.
Vedi, tu hai passato l’adolescenza nel 1968. Eri grande nel 1977. Ai tuoi tempi la gente era schierata di qui o di là, dalla parte giusta o da quella sbagliata. Ognuno sosteneva qualcosa, giusto o sbagliato ma tutti sostenevano qualcosa. Tu parlavi di politica con i tuoi coetanei. Tu ti chiedevi Perché insieme a loro.
Io sono scresciuto nei ruggenti anni 80 della provincia settentrionale. Cazzo, quanto li ho odiati. Tu non sai cosa significhi. Non sai cosa sia vedere tutto schiacciato sotto l’immane pressione dì.non so neanche cosa.
I miei coetanei passavano gli anni delle superiori sognando di arrivare a scuola con un’alfa 33 rossa, accompagnati da una foemina mula pittata, quam badile grezza, coscia ignuda et gumma masticans. Intorno a me, il sogno era una pettinatura alla ivan drago. Gli idoli erano Rambo e Diego Abatantuono ed Edwige Fenech. Minchia , che bbona.
Non so cosa leggevate ai tuoi tempi. Magari vi ponevate dei problemi tipo che so la guerra in vietnam o mao tse tung. I miei compagni discutevano della cervice uterina di Moana Pozzi. Si chiedevano se quell’umido fosse un pò scivoloso e caldo, piuttosto che in filo appiccicoso, ad infilarci le dita. E vai con l’ esegesi di Mese Le Ore, la patristica di Caballero. E i vescovi del porno anni 80 che fanno il concilio di Onan nei cessì..
Io crescevo lì in mezzo.
Non so, negli anni 70 magari gli adulti intorno a te opponevano qualche ragione contro le vostre richieste. Intorno a me , no. C’erano soltanto uno tanti Dall’ Olio che si comprano il millessei Perché i Balboni hanno il milleccinque, c’era solo uno dei tanti Fedozzi che si fanno la camera degli ospiti firmata Perché se la sono fatta i Liverani. C’era uno dei tanti Finessi che mangiano caffelatte per farsi la settimana bianca come i Rossi, c’era in erba lo Sgarbi che va in Tv a dire che le malelingue parlano male di lui Perché hanno invidia “Degli Sgarbi”, quasi fossero una genia di nobili. C’erano quelli che scrivevano “P.I” davanti al nome sul campanello, che oggi si iscrivono al cepu per farsi chiamare dottore e non ragioniere. C’era uno di quelli che “sai quanto prende al mese”, di quelli che “per me si è gonfiata le tette”. C’era uno di quelli che “si è fatto la barca, oh!”, c’era uno di quelli che “guarda che culo che ha quella li!”.
Gli adulti dei tuoi tempi si leggevano Montanelli oppure che so Vespa. I miei adulti si compravano “sopravvivere”. Ricordo ancora la pubblicità in TV “e se un giorno fossi braccato” E se un giorno ti dessero la caccia “Sapresti sopravvivere”. E la Zollia che si fa il corso di sopravvivenza.
Me la immagino, la parrucchiera popputa del paese in mimetica, che si nasconde braccata nel Bosco di Mesola. Che va a caccia di cinghiali invece di comprarsi la piadina al chiosco. Con le zanzare al posto degli elicotteri, che si lancia col coltello su un suino che grufola. ECCHECCAZZO FAI, SEI SCEMA, MI HAI FATTO MALE! Non era un cinghiale erano due che volevano scopare in pace, essì lui ha del cinghiale ma che ci può fare uno se ha i peli sulla schienà
E loro che mi guardavano tutti seri quando li prendevo in giro, e ‘”zitto, che la sopravvivenza è una cosa seria”, e che tu “della vita non sai niente, che ne sai” , e che “può succedere anche a te, non ti credere”. E “mai più prendere in giro gli adulti”, che sono stati la megglio gioventù si direbbe oggi.
Oh, certo, c’era la sinistra. C’era la politica. A me sapeva di sequel. Sai cos’è un sequel? È quando fanno Rambo I e la gente si emoziona, poi fanno Rambo II e la gente pensa che ha chiuso i conti col vietnam, poi fanno Rambo III e “…beh, Gionny Rambo è un pò uno scemo di guerra e andrebbe curato, eh” La critica lo liquida con “per amanti del genere”. Ecco la tua politica di oggi, un sequel per amanti del genere.
Avete fatto il sessantotto I, poi il sessantotto II, e poi adesso volete il sessantotto III, e diciamolo sembrate un pò scemi di guerra. Se siete amanti del genere vi piace, certo. Gli amanti del genere si sorbiscono Rocky XIV che sale sul ring con le varicose e l’ Adriana-sciura-mezzamericana che trema mentre il marito le prende dàdal fratello muscoloso di Bin Laden, di Saddam Hussein, di chì
Voi, amanti del genere, siete capaci di tremare ancora guardando lo Squalo XXII , che divora infermiere in ospedale dove era ricoverato per una stronza che faceva il bagno con le tette al silicone, che per poco non ci lascia il fegato poverino.
E siete capaci di menarla coi Gino Strada, con gli Agnoletti, con i Casarini, con i niu globbal. Cheppalle, ‘sti sequel. Cheppalle sti sequel: nuntereggoppiù, ‘a Sylverster!
Mi capisci, dici. No, non mi capisci. E non insistere, Perché non c’è niente di più OSCENO di un adulto “ggiovanile” che crede di capirti. No, bello, i Pantera coi Rolling Stones non c’entrano un cazzo. Devi fartene una ragione, saì
Per te è una cosa epistemologica, basta pensare per capire. Io ci sono cresciuto, per me la differenza è ontologica. Tu avevi una guerra verticale, a destra i pezzi di mmerda e a sinistra i bbuoni. La mia battaglia era orizzontale, tutti sotto le tette dei film Vanzina, schiacciati dal peso di Carmen Russo e di drive in.
E l’ Heavy Metal. Oppocatroia, l’heavy metal. Me lo ricordo. Per me era un modo per dire di no senza essere nessuno. Per non mettersi “il moncler”, per non avere “le timberland”. Copiavamo Master of Puppets su cassetta e lo davamo in giro come fosse il Vangelo, ci sentivamo apostoli che diffondevano il verbo.
Che cos’è oggi l’Heavy Metal? Stilemi e Morfemi ISO9000. Ortodossia della ribellione. Marilyn Manson ha coniato un’espressione per questo: “keep flowering dead flowers”, continuare ad innaffiare fiori morti.
Keep Flowering dead flowers, e i metallica citano per danni i loro fans che si scaricano gli mp3. Keep flowering dead flowers, e la vergine di ferro si fa ricucire l’imene in ghisa e torna con un altro cantante. Che guardi la povera mummia eddie sulla copertina e pensi “ma chi cazzo te lo fa fare a farti segare, squartare, cibertronizzare per le case discografiche”. Povera mummia. Keep watering dead flowers, keep watering dead flowers, KEEP WATERING DEAD FLOWERS che la fede va tenuta viva, metal never die e punk is not dead….
Il tuo fare politica era dare per scontato che le persone esistessero, senza ragione, da sole, come le stelle. Arrivavi tu e ci facevi le costellazioni. Il mio cielo, negli anni 80, era vuoto. Niente stelle. Le stelle, i miei coetanei, si sono spenti davanti ai miei occhi , intorno a me, in un settentrione assurdo ed orribile.. E tutti questi politici che fanno costellazioni sul nulla, vedono le loro asticine bianche cadere dal cielo Perché nulla le sostiene, le guardano per terra e non capiscono Perché.
Non ci sono più le stelle, il cielo è vuoto.
Per gli amanti del genere è impossibile capire che Che Guevara IV non riempia più i cinema. Eh, chi non si è visto il primo, e vede i sequel, beh… chiaro che non li capisce.
Certo, tutti gli intellettuali sono d’accordo. Tra amanti del genere vi capite. In democrazia potete fare anche questo, se siete felici divertitevi.
Ma non mi rompere i coglioni con la meglio giuventù, Perché la meglio gioventù è stata una delle peggiori classi di adulti, di genitori, di insegnanti, di politici.
Forse è anche per questo che la menate tanto con la meglio giuventù: siete degli adulti di merda, e non vi va di ammetterlo.
Keep watering dead flowers, keep watering dead flowers, KEEP WATERING DEAD FLOWERS!
Tu guardavi “La voce della luna” e hai magari pensato che “è una grottesca caricatura”, io guardavo la voce della luna e vedevo una fotografia perfetta, nitida, particolareggiata, FEDELE, della realtà settentrionale!
Quello che scrivo è troppo lungo.
Come tutti i diari.
Mi dispiace >

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g.c.abba <abba1860@mille.it> wrote:
< Ma in un canto dell’accampamento, legato mani e piedi, vestito alla siciliana con certa eleganza, custodito da alcuni Picciotti, stava un uomo grande e forte, di viso cattivo. Guardava sprezzante e taceva. I garibaldini che andavano a vederlo, sentivano dire che aveva principiato a correre la campagna con alcuni ribaldi, rubando le casse pubbliche e assassinando gente. Aveva fino incendiato il villaggio di Calamina. I Siciliani che dall’esiglio erano tornati nell’isola con Garibaldi, dicevano che colui doveva essere “Maffioso”; e spiegavano ai compagni la natura d’una tenebrosa società, che aveva le sue fila per tutta l’isola, nelle città, nelle campagne, dappertutto. Piace rammentare che i continentali scusavano l’isola, narrando che anche da loro vi erano state compagnie di malfattori; e dicevano che quelli erano passati e che sarebbe passata anche la Maffia. >

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Milena Mosci, “Direzione Operativa Lista Unitaria”, wrote:
< Leggo sul vostro sito che il nostro candidato Luigi Cocilovo è stato inserito nella lista dei 10 da non votare perchè coinvolto in una vicenda giudiziaria inerente una tangente di 350.000.000 di lire. Il vostro redattore scrive che il candidato è stato assolto grazie alla legge sul giusto processo, in questo modo ingenerando il dubbio che l’esito del processo sia dovuto ad un mero cavillo legale e non all’assenza di colpevolezza dell’imputato. Questa ricostruzione è inesatta, poichè il sig. Cocilovo è stato assolto con formula piena: le indagini svolte hanno dimostrato l’assenza di qualsiasi riscontro contabile o documentale delle accuse a lui rivolte, accuse che non sono state neppure confermate nel corso del dibattimento da chi le aveva mosse. La sentenza, chiara sul punto, non è stata appellata dalla Procura ed è ormai passata in giudicato. Il candidato messo alla gogna è assolutamente innocente e non per un cavillo.
Vi invito pertanto a togliere il nominativo di Luigi Cocilovo dalla vostra lista dei 10 candidati da non votare. Distinti saluti >
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I “dieci da non votare” sono una vecchia tradizione de “I Siciliani”, il giornale dell’antimafia fondato da Giuseppe Fava, che dura da una ventina di anni. I nomi sono stati sempre scelti sulla base di valutazioni etiche e non politiche, relativamente in particolare al maggiore o minore impegno dei candidati in esame nella lotta contro la mafia. Queste valutazioni non hanno mai dato luogo a querele o azioni legali – ai “dieci da non votare” non venivano e non vengono contestate azioni illegali, ma semplicemente modi di operare non conformi all’etica democratica e antimafiosa comunemente riconosciuta dalla società civile isolana.
Sia io che il collega Gulisano, autore del pezzo in questione, siamo stati dall’inizio alla fine redattori dei Siciliani. Quest’anno, fra i nominativi che giudichiamo non congrui per gli elettori antimafiosi, compare in signor Cocilovo. E’ un nostro giudizio: morale e non politico, e ovviamente non giudiziario. Abbiamo tutto il diritto – e il dovere giornalistico – di darlo, come a suo tempo l’ha avuto, su “MicroMega”, Marco Travaglio.
Sia noi che Travaglio infatti non diciamo affatto che il signor Cocilovo debba essere perseguito ai sensi di legge per reati che volentieri riconosciamo non aver egli commesso. Diciamo semplicemente che il signor Cocilovo dev’essere liberamente e serenamente valutato, nella loro totale e insindacabile facoltà di scelta, dagli elettori. E che questa valutazione dev’essere – a nostro avviso – negativa, non per ragioni giuridiche – che sono di competenza della Magistratura – ma proprio per ragioni etico-politiche, che in un regime democratico sono esattamente quelle su cui sono chiamati a giudicare i cittadini.
Resta politicamente significativo che in questa lista, dopo due decenni di esponenti di partiti dalla storia ben diversa, compaia un esponente autorevole dell’Ulivo. Su questo i dirigenti del centrosiniista isolano, reduci da una lunga serie di terrificanti sconfitte (l’attuale governo si regge con i 61 parlamentari siciliani del centrodestra) farebbero forse bene a interrogarsi. In questo momento, per bocca della “Direzione Operativa”, essi si schierano contro una tradizione ventennale di giornalismo libero e antimafioso, rappresentata qui e ora da me e da Gulisano. Immagino che questo sia “di sinistra”.
Riccardo Orioles

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AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:

< Era così piccola
la sua mano.
Era così lieve
il respiro.
Era così sola.
Nessun Angelo venne,
ed era una piccola bambina,
così piccola >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)