San Libero – 158

“Buon Natale, signora! Oggi tutti in famiglia, eh?”
“Eh sì! Ogni tanto, se Dio vuole…”.
“Ogni tanto ci vuole, un po’ di pace! Non si campa più, oggi!”.
“Ha visto il Bigazzi? L’hanno rapinato fin dentro la villa, l’hanno!”.
“Sicuramente albanesi… Buon natale, ingegnere!”.
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(Ansa. Un gommone con 24 clandestini a bordo, uno dei quali cadavere, e’ stato intercettato da una motovedetta della Guardia Costiera al largo delle coste di Lampedusa…)
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“Io se fossi al governo…”.
“Beh, il governo ci prova… ma ci vuol altro, con quella gente…”.
“Io la ricetta ce l’avrei… Buon Natale, avvocato!”.
“Grazie! Ma il natale col mitra, ci vorrebbe! Sa cos’è successo a mia figlia, l’altro ieri?”
“Cosa?”.
” Le stavano portando via il telefonino! Una zingara! a due passi dal Duomo!”.
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(FrancePress. Peschereccio con 120 clandestini africani naufragato al largo della Libia a causa del maltempo. L’alto numero dei corpi non ancora ritrovati rende per il momento impossibile un esatto bilancio della sciagura. L’imbarcazione sarebbe stata travolta da una tempesta poche ore dopo aver lasciato la terraferma. Le 120 persone, spiega una nota del ministero, erano “dirette verso l’Europa e forse più precisamente verso l’Italia”. Finora la Guardia costiera è riuscita a portare in salvo 52 immigrati).
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“Stavamo dicendo appunto….”
“Eh, ha ragione quello là… Cannonate nella pancia mentre sono ancora sulle navi!”.
“Evvia niente politica! E’ Natale!”
“Ha ragione, signora! Mi scusi tanto…”.
“No no, ci mancherebbe… Ma oggi almeno…”.
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(Reuter. Naufragio sulle coste di Amgriwe (40 chilometri a nord di El Ayun, il capoluogo del Sahara occidentale) dove i corpi di 32 clandestini sub-sahariani sono stati ripescati dalle autorità marocchine. Non si conoscono nè le cause della tragedia nè la nazionalità delle persone annegate, i cui corpi sono stati trasferiti all’obitorio di El Ayun).
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Buon Natale.

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Bavaglio 1. A rischio di chiusura PeaceLink, la più antica (dal ’91) rete pacifista italiana. Un tizio ha chiesto cinquantamila euri di danni per la pubblicazione di un appello pacifista (già largamente diffuso in rete) nel quale, per errore, era messo fra i firmatari. Ma è così vergognoso firmare un appello pacifista? Non basta una smentita? Mica è un appello di pedofili o di mafiosi. Il signore in questione, però, è un consulente italiano di enti governativi americani (e, mi pare di capire, anche di enti non estranei al complesso militare-industriale di cui parlava Eisenhower nei lontani anni Cinquanta) e dunque per lui essere messo fra i pacifisti è un insulto sanguinoso. E dunque pretende un provvedimento “esemplare”, anche per rassicurare i suoi datori di lavoro americani sulla propria completa dedizione.
Sarebbe una storia grottesca, se non fosse una storia di bavaglio. Quasi tutti i giornali e tutte le televisioni ormai parlano (o non parlano) a nome di una ventina di persone: resta solo l’internet, per noi comuni lettori. Ma un’isola non controllata evidentemente non è ammessa. Perciò, chiudiamo Peacelink e portiamo l’informa-unica anche sulla Rete.
Info e solidarietà (urgente):
http://www.peacelink.it/emergenza
c.gubitosa@peacelink.it
Carlo Gubitosa 349.2258342

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Bavaglio 2. Sotto tiro anche la rivista “storica” dell’anticamorra, la Voce della Campania. Da loro vogliono 150 milioni di vecchie lire e le vuole – sentendosi “diffamato” – direttamente il cardinal Giordano. Costui, nell’agosto 98, sulla stampa cattolica internazionale veniva descritto come segue: “Italian police on Saturday searched the offices of Cardinal Michele Giordano of Naples in connection with a probe into his brother’s involvement in organized crime” (Catholic World News). La Voce della Campania si limitò invece a descrivere i risultati delle inchieste giudiziarie sul cardinale: assolto per alcune di esse (ma solo in primo grado, poiché la Procura ha fatto appello) e condannato per altre.
Condanne e assoluzioni a parte, risulta incontestato che l’Arcidiocesi di Napoli è proprietaria di una consistente quota dell’Interporto Campania spa (pari, per la precisione, a 95.544 euri): il pubblico ha diritto o non ha diritto a sapere una cosa come questa? O deve per forza credere che Sua Eminenza vive di pane e pesci, predicando agli uccelli e disprezzando i beni di questo mondo?

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Bavaglio 3. Si sono dimessi i componenti superstiti (Di Miglio e Provvisionato) del Comitato di redazione del Tg5. Motivo: l’imposizione da parte del direttore Mentana di mandare in onda un tg crumiresco nonostante l’adesione della maggior parte dei redattori allo sciopero indetto dal sindacato giornalisti. “In questa redazione non c’è alcuna agibilità sindacale” hanno scritto Provvisionato e Di Miglio”. E quindi, inutile far finta che ci sia un Cdr.

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Terrorismo. La Nestlé, una delle massime multinazionali mondiali dell’alimentazione, minaccia il governo etiopico di mettergli sotto sequestro i beni se non le verserà al più presto sei milioni di dollari che le sarebbero dovuti – secondo lei – come rimborso di una fabbrica espropriatale nel ’75 dal governo di allora. L’Etiopia è uno dei paesi più poveri del mondo, con milioni di persone – secondo la Fao – in sato di deuutrizione per le gravi carestie di quest’anno.

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Grappoli. Secondo Human Rights Watch nel corso delle “operazioni di polizia” in Afganistan sono state sganciate 1.228 bombe a frammentazione (le “cluster bombs”, o bombe a grappolo) che hanno rilasciato 248,000 miniordigni uccidendo o ferendo un numero imprecisato di civili sia durante che dopo gli attacchi.
(Info: fabiocchi@inwind.it)

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Regali di Natale. Dal 31 dicembre saranno abolite le tariffe elettriche agevolate per le fasce meno abbienti.

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Altri regali di Natale. Diminuita dell’uno per cento la produzione industriale in Italia – secondo Eurostat – nel mese di ottobre. Inflazione al 2,5 per cento (secondo il governo) oppure al 6,6 per cento (secondo le associazioni dei consumatori).

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Dipendenze. All’università di Palermo, scuola di specializzazione in psichiatria, hanno fatto uno studio sulle nuove dipendenze. Pare che una delle più pericolose sia il sesso. Ne sarebbe affetto il 5 per cento degli uomini e il 3 per cento delle donne.

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Culle. E’ nato un nuovo movimento o partito destinato a rappresentare i lavoratori e altresì a rinnovare la sinistra italiana. Si chiama “Lavoro e Libertà” (da non nonfondersi con “Libertà e Giustizia” del proprietario di Republica) e ne è esponente autorevole Cesare Salvi, noto finora alle cronache come esponente della sinistra moderata dei Ds e come collezionista di auto d’epoca con le quali partecipa, ogni anno, al remake delle Mille Miglia.

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Il presidente della Commissione parlamentare sull’affaire Telekom-Serbia, on. Enzo Trantino, ha nominato consulente della Commissione il collega Domenico Calabrò. Entrambi sono catanesi. Trantino, prestigioso avvocato, ha difeso in tribunale vari boss mafiosi. Calabrò, caporedattore di uno dei giornali di Ciancio, non è annoverato in città fra i giornalisti più ostili alla mafia, nè fra quelli particolarmente versati nel caso Telekom.

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Sui muri di Roma. “Si a rave legale, W la tecno, no alle strumentalizzazioni politiche, W i fattoni”. I fattoni, mi spiegano, sarebbero quelli che una volta erano “i coatti”. Peccato: coatto era una bellissima e antica parola, che risaliva direttamente al vocabolario giudiziario pontificio. “Fattone” (colui che si fa) è molto più immediato e tecnico, senza particolari risonanze, come del resto quasi tutte le parole nuove della “ggente”.

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Donne. Aumentato del venticinque per cento il numero di quelle assassinate “per onore” in Pakistan: i “comportamenti immorali” così sanzionati comprendono adesso non solo l’adulterio ma anche il generico incontrarsi con uomini, l’aver subito violenza sessuale, l’aver disobbedito per una ragione qualunque al marito.

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Poveri. Il divario coi ricchi, statisticamente, tocca le punte massime negli Stati Uniti. Subito dopo viene Israele, dove secondo un rapporto parlamentare il numero dei poveri sarebbe aumentato del 250 per cento in quindici anni.

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Cronaca. Palermo. Mehdi Tahiri, marocchino, di professione tennista, arriva in Sicilia per disputare alcuni tornei challenger. Proprio in quei giorni la polizia sta cercando un terrorista di Al-Quaeda, Mohammed Mehdi, pure lui marocchino. “Documenti!”. Acchiappano il tennista e se lo portano dentro. I compagni di squadra, per fortuna, hanno la buona idea di avvertire laFederazione tennistica marocchina, che mette in moto l’ambasciata. E così dopo un poco, con grande sorpresa dei poliziotti (per i quali un Madhi vale l’altro: un po’ come confondere Giordano Bruno col cardinal Giordano) arriva l’ordine di scarcerazione. Meno male che faceva il tennista e non l’idraulico o il muratore. Sennò, a quest’ora, era già a Guantanamo.

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Cronaca. Roma. Pensionato decide di organizzare – alè! – un festino a luci rosse a casa sua. Una botta di vita!”. E recluta due ragazze: che però, al momento del dunque, prima si mettono a litigare fradi loro su chi ha le tette più belle e poi, quando il tizio interviene per cercare di metterle d’accordo, si rivoltano contro di lui e se ne vanno indignato. Alla fine, il pensionato si accorge che gli sono spariti un paio di orologi, di non grande valore.

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Cronaca. L’Aja. Rubati un diadema e due collier prestati dalla famiglia reale per una mostra su “Il taglio dei diamanti: storia e rarità” organizzata dall’Associazione Gioiellieri. I preziosi sono misteriosamente spariti nella notte, nonostante la presenza dei più moderni sistemi di sicurezza. I guardiani, al loro risveglio, hanno dichiarato di non essersi accorti di nulla. L’ispettore Gimko indaga.

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Cronaca. Bourgheroulde. Colpo con scasso in un negozio di elettrodomestici, rubati tv, stereo e computer. Prima del colpo i banditi avevano apposto dei lucchetti alla locale stazione della Gendarmeria, chiudendo dentro i poliziotti che dovuto impiegare alcune ore per uscire dal commissariato e accorrere nel negozio.

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Vincenzo <carnazzo@cs.unibo.it> wrote:
< Tutt’ad un tratto, mentre leggevo tutt’altro (un manuale di boicottaggio), mi e’ venuto un dubbio: dov’erano i giovani prima degli anni ’60? E mi e’ venuta voglia di fare una piccola ricerca in merito, per cui se conoscete libri “giovanili” pre60 (in stile “Il giovane Holden” per intenderci) mi dite autore e titolo? Inoltre, fissato che “La storia insegna che la storia non insegna nulla”, vorrei documentarmi su vecchie lotte, anche dei ’60. Tra i fini quello di fare delle canzoni in merito (con o senza i Power Toyz, a seconda di cosa ne pensano loro…). Il testo di una canzone c’e’ gia’ (grazie a mio padre): “Saru Fama’” (la trovate nel mio sito: www.ufic.cjb.net, alla sezione “Musica”), sulla costruzione della Centrale Elettrica a Milazzo. In particolare mi interessano le lotte pacifiste fatte nei ’60 a Comiso>

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giorgio.gallina@libero.it wrote:
< Franco Trincale da decenni canta nelle vie e nelle piazze l’arroganza del potere. E’ il testimone di un’epoca, è la memoria collettiva (dal bandito Giuliano a Berlusconi, dalle rivolte dei contadini siciliani a quelle degli operai del nord, dall’antimafia a Man Pulite…) che in tanti cercano di cancellare. A Trincale la giunta Albertini non permette più di lavorare per le vie di Milano, accusandolo di provocare scontri dopo che alcuni ragazzi di destra lo hanno assaltato e picchiato spaccandogli la scenografia in piazza Duomo. Un pezzo di cultura, di idee, di musica sono a rischio, ma soprattutto un uomo è solo davanti all’arroganza dei potenti. Leggete il suo appello e la sua richiesta di potere lavorare, la voce di un grande siciliano e italiano. >
* * *
MA COME PENSATE CHE IO FINO AD OGGI HO CAMPATO, e possa continuare a campare?… Io, fino ad oggi, sono stato libero di cantare quello che la mia coscenza mi detta, perchè ho riscattato il compromesso col denaro cantando nelle strade, nelle piazze, in quegli “spazi liberi” ( solo assoggettati al potere “politico-amministrativo) senza mai prostituirmi.
La gente, il pubblico, cioè voi, spece quelli che mi seguite, che mi avete veramente ascoltato,e aspettate il mio rientro nella piazza, nelle isole pedonali in Duomo a Milano, da sempre avete premiato, e premiate questo mio nobile e antico mestiere di Cantastorie, non donandomi “un obolo”, ma prendendo i miei CD, le mie Musicassette, con lo scambio dell’ offerta, di quel “dare” e “avere”, perchè Voi, pubblico della strada, siete gli “sponsor” della mia libertà, di quella libertà che ora mi viene tolta dal potere “politico-amministrativo” della giunta di Albertini e De Corato.
HO BISOGNO DI SOLIDARIETA’ CONCRETA e non di parole..parole, io stò raschiando il fondo del barile e finito questo, non sò cosa mi aspetta…, non ho riserve “auree”, come forse, li possono avere i Santoro o i Biagi, ed è per questo che il mio grazie alla vs solidarietà, è di gratitudine, e nasce dal profondo del mio animo , ma naturalmente vanno infinitamente i miei ringraziamenti a tutti coloro che in questo momento, che io non posso lavorare mi fanno pervenire inviti a cantare in spazi di emergenza. Questa è una concreta solidarietà VITALE.
Io posso VENIRE A CANTARE ANCHE IN CASA di coloro che, possedendo magari qualche saloncino potrebbero organizzare “UN INCONTRO col CANTASTORIE”, farmi trovare una ventina di amici, ai quali posso offrire le mie canzoni in “diretta” e magari discutere di come si può “convincere” Albertini e De Corato a levare questa ordinanza e a regolamentare l’uso dell’amplificazione, per tutti gli artisti della strada.
CHIAMATEMI per CANTARE, costo pochissimo.
Grazie, un abbraccio a tutti
02.4223741-338.9990576
fratrinc@tin.it

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(A Milano il Comune ha rifiutato una sala anche a una messa in scena teatrale della vicenda di Licia Rognini vedova Pinelli raccolta vent’anni fa, da Piero Scaramucci (“Una storia quasi soltanto mia”, Mondadori 1981) e ora sceneggiata da lei in una sorta di oratorio a due voci narranti, entrambe femminili, che sommessamente raccontano i giorni di piazza Fontana ).

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kurtenkraft@msn.com wrote:
< D’Alema e Rutelli a scartare caramelle, del governo ce ne occuperemo noi rozzi qualunquisti dei movimenti… parole tue… e Casarini dove lo metteresti? agli esteri? all’istruzione? al welfare?… e Agnoletto, dove..alla difesa? alla sanità? Questo governo di Berlusca sta facendo molti danni, ma un paese “governato” dai disobbedienti di Casarini farebbe danni ancora maggiori… ci porterebbe all’età della pietra. Quali strategie ha il movimento per il rilancio dell’economia? e per la crisi della Fiat? il movimento de movimenti, vuole stare in Europa? o in Africa? Casarini crede davvero che spaccare le vetrine di Mc Donald e di qualche banca aiuti a risolvere al fame nel mondo? Invece aiuta solo il governo Berlusconi ad etichettare tutta la sinistra come no-global e casinista, e a fare credere agli Italiani che la sinistra è tutta così… Berlusconi dovrebbe pagare Casarini per i servizi che gli rende >
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Agnoletto, che è uno scienziato con trent’anni d’esperienza nel settore medico, alla Sanità. Casarini a un dicastero di cui lui tutto sommato lui almeno s’intende, e di cui c’è un gran bisogno in Italia: il Ministero della Dignità.

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Mimmo Lombezzi wrote:
< Monica for President. La proposta di raccogliere firme perchè Monica Lewinsky entri nel Cda Rai è sacrosanta per quattro ragioni:
1) L’ingresso di Monica colmerebbe (anche fisicamente) quel vuoto – soprattutto di contenuti – che si è creato ai vertici dell’azienda.
2) Se Cicciolina la pornostar entrò nell’aula sorda e grigia del Parlamento non si vede perchè Monica la Stagista non possa entrare nell’aula ovale e tutta orecchie del Cda.
3) La presenza della Lewinsky consoliderebbe l’immagine internazionale della Rai e la sua collocazione “atlantica” nell’imminente battaglia contro l’Iraq.
4) In una tv in cui vengono banditi giornalisti e domande “alla Sciuscià” la Lewinsky è un testimonial autorevole dell’unico tipo di intervista ancora consentita dai politici italiani: l’intervista orale.
Queste considerazioni trovano una conferma nel fatto che l’uscita di Monica da “Domenica in” e da “Porta a porta” ha riscosso, da parte dei vertici della tv , molte più dichiarazioni e molta più attenzione dell’uscita di Biagi dalla Rai. >
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Nella categoria, nel frattempo, il metodo Lewinski si diffonde. L’altro giorno, alla conferenza di un politico importante, un giornalista fa una domanda scomoda su un paesino terremotato. E quello s’incazza: “Lei non è un giornalista! Lei è un mistificatore! Si vergogni!”. Mentre il portavoce del politico comincia a chiedere in giro chi è questo ragazzo che ha fatto incazzare il capo, la conferenza continua tranquillamente: qualcuno sorride imbarazzato, qualcun altro va avanti con le domandine di rito facendo finta di niente. Nessuno si alza e se ne va. Lewinsky rules. (r.o.)

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Teofrasto <caratteri@eleuteros.el> wrote:

Il Furfantesimo in realtà è una religione. Perché qualcuno, c’è poco da fare, la simpatia per i furfanti ce l’ha nel Dna. Non è colpa sua. Gli amici suoi sono gente che ha subito condanne in primo, in secondo e in terzo grado, fino alla Cassazione inclusa; più condanne hanno avuto, e più furbo lui si sente (e più tenuto) a tenerseli accanto. “Vabbè, l’hanno fatto tutti…”, “Nessuno è perfetto”, “In fondo s’è sacrificato”. Li giustifica in ogni modo. Ma la verità è che gli piacciono come sono. In parlamento o in tribunale, perciò li difende a spada tratta: “Giudici communisti!”, “Persecuzione giacobbina!”. Il fatto è che la propensione per i furfanti è sorella della furfanteria. “Simile tende a simile” dicevano, non a caso, gli antichi.

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Miguel<saavedra@hidalguia.es> wrote:
< In un lugar della Sicilia de cuyo non mi ricordo il nombre viveva un hidalgo di quelli con la lancia nel portaombrelli, un vecchio scudo, una vecchia centoventisette e un cane. L’età del nostro cavaliere rasentava i cinquant’anni: era di complessione robusta, asciutto di corpo, magro di viso, molto mattiniero e amante delle escursioni. Un piatto di surgelati, un’insalata la sera, trippa il sabato, lenticchie il venerdì, qualcosa di più la domenica, consumavano tre quarti della sua pensione. Il resto se ne andava tra un cappotto scuro, un abito per i giorni festivi e uno più andante per tutti i giorni. Si dice che avesse il soprannome di Quisciada o Quesciada (gli storici specializzati non sono tutti d’accordo), per quanto si possa arguire, in base a certi indizi, che in realtà si chiamasse il signor Quisciana. Ma questo interessa poco la nostra storia: l’importante per noi è raccontarla senza allontanarci minimamente dalla verità.
Bisogna dunque sapere che il nostro gentiluomo, nei momenti in cui non aveva niente da fare (che erano la maggior parte del tempo) si dedicava a leggere libri di politica con tanta passione e diletto che arrivava a dimenticarsi totalmente di tutto il resto… >

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AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:

Partenza

< Le grandi valigie degli uomini
le piccole mani dei bimbi
le rotaie con chiazze d’olio
a terra acqua di fontanella
io parto >

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Un compleanno

< E venivano i giorni
in cui il silenzio magro
c’imponeva di non guardarci
negli occhi
Pasta bollita e amici ormai lontani
balbettavi qualcosa
e ti puntavo addosso occhi sperduti
di chi sa come verrà la sera
Due principi o mendicanti
comunque esiliati
combattevano con i topi
le fratte, i frizer straghiacciati
e con il cuore sepolto.
Per non farti troppo male ti dicevo vattene
ti associerò a questo male
vattene
e tu sfottente
ti facevi odiare
sapendo che a volte
anche di odio l’amore si deve camuffare.
Venivano i giorni che
incoraggiavo il gas:
“su dai non spegnerti
proprio oggi che è il suo compleanno”. >

* * *

Per la chiara A

< Per la chiara A voglio una nuvola
e un gufo per compare U
per l’allegra I un vestito d’arlecchino
e per la O meravigliata un grande cielo
la E da brava mediatrice brillerà
negli occhi dell’onesto rigattiere
e una L gentile la prenderà per mano >