San Libero – 154

Grazia e Giustizia. Allo studio (in Italia) una legge per eliminare le tradizionali tutele giudiziarie nei confronti dei minorenni. In particolare, si pensa di allargare la punibilità ai tredicenni e di rinchiudere i diciottenni nelle carceri per adulti. Questa legge segue peraltro un trend comune a quasi tutti i paesi industrializzati, dove la “paura dei giovani” è ormai un dato costante: a parte gli Stati Uniti (dove i minori non hanno mai goduto delle tutele “europee”), le leggi anti-ragazzini sono state introdotte sia in Inghilterra che in Francia: le iniziative del ministro della giustizia italiano non possono quindi esere lette come un allontanamento dall’Europa. E’ triste, semplicemente, il fatto che questo ministro sia lombardo: la Lombardia, che un tempo dava alla giustizia italiana i Beccaria, adesso dà i Castelli.

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Poste e Telegrafi. Francollo commemorativo delle Poste Italiane per il cinquantenario della morte di Vittorio Emanuele Orlando, lo statista siciliano che fu presidente del Consiglio durante la prima guerra mondiale. Il bollettino illustrativo che accompagna i francobolli “importanti” sarà firmato, in questo caso, da Giulio Andreotti e ciò viene visto come un piccolo gesto di solidarietà delle Poste nei confronti del senatore. Al ministero delle Poste però ignorano, purtroppo, che Vittorio Emanuele Orlando, oltre che per il suo ruolo di poresidente, è celebre fra gli storici anche per un comizio pronunciato a Palermo nel 1919 in cui, per difendere dei colleghi da alcune antipatiche accuse, disse testualmente: “Se mafia è onore, senso del coraggio ecc. ecc., allora anch’io mi onoro di essere mafioso!”. La frase viene riportata da allora su tutti i testi di storia della mafia, e non dovrebbe essere ignota al senatore Andreotti.

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Telecomunicazioni. Aumenta il canone Rai, di circa diecimila lire l’anno. Parallelamente crollano gli ascolti e diminuisce, come programmato, la qualità dei programmi. Probabilmente sarà raggiunto in anticipo sui tempi previsti l’obiettivo, affidato a Baldassarri e Saccà dal management Mediaset, di portare la Rai sotto gli indici d’ascolto di Canale 5 e Italia 11 entro la primavera 2003. L’eliminazione completa della Rai, prevista invece per l’autunno dello stesso anno, procede invece piuttosto a rilento ma il consiglio di amministrazione annuncia opportune iniziative al riguardo.
A parte questo, i dirigenti annunciano il trasferimento di tutte le redazioni dalla storica sede di via Teulada a quella, più periferica, di Saxa Rubra dove la Rai possiede un grande edificio, originariamente progettato come struttura carceraria e successivamente riconvertito ad usi televisivi.

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Inghilterra. Ancora scandalo a palazzo Buckingham: la corgie prediletta dalla regina aveva da quasi vent’anni una relazione segreta con una cavalla del Black Watch Regiment. La rivelazione del tabloid “The Sun” (che pubblica l’intervista esclusiva con lo stalliere) ha diviso gli inglesi: alcuni vogliono abolire senz’altro la monarchia, altri propongono semplicemente di castrare i Windsor, altri ancora di regalarli senz’altro agli italiani che, se si riprendono i Savoia, debbono essere abbastanza di bocca buona. Né corgie né cavalla né regina hanno comunque rilasciato dichiarazioni.

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Malagiustizia. “Badalamenti molto amareggiato non commenta la sua condanna”.

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Carabinieri. Il comando smentisce le affermazioni di noglobal e sinistra sulle presunte scorrettezze dei Ros (il Raggruppamento speciale dei carabinieri, istituito a suo tempo per la lotta alla mafia) che avrebbero “cercato una procura compiacente” cui sbolognare un dossier non attendibilissimo sui noglobal meridionali. Dal comando dei carabinieri, però, noi vorremmo sapere solo perché il capitano Ultimo è stato allontanato dai Ros, e se i Ros sono ancora lì per la lotta alla mafia.

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Bolletta. Riattaccata la luce al museo degli Uffizi a Firenze (non pagavano la bolletta). In pericolo però i musei di Napoli, Venezia e Roma: non ci sono i soldi per pagare la luce e il resto. Per sicurezza, portatevi una candela.

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Onorevoli. Forse non hanno scelto il momento più opportuno, i deputati regionali siciliani, per aumentarsi lo stipendio di 650 euri in più al mese.

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Valori. Circa cento milioni di lire quello di un bambino morto sotto il terremoto. E’ la somma offerta dalla Ras (l’assicurazione delle scuole) alle famiglie di San Giuliano.

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L’Asse. “Sintonia di visione fra Italia e Germania”, “unità d’intenti sui Balcani”, “consultazioni bilaterali prima di ogni futura decisione”, “totale accordo fra Roma e Berlino”. Sembra andato bene l’incontro berlinese fra Berlusconi e Schroeder. Questi (socialdemocratico di destra, salvato alle ultime elezioni dall’inaspettato successo dei Verdi) sarà prossimamente accolto a Roma da Berlusconi, che ha già dato ordine di rifare la stazione Ostiense per degnamente accogliere l’alleato tedesco.

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Progresso. Agenzia: “Un’azienda americana, già da tempo impegnata nella clonazione, annuncia di essere adesso in procinto di procedere, in laboratorio, alla creazione di nuclei di sostanza vivente”.
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Al principio Dio creò il cielo e le stelle… Ma il settimo giorno, un giorno di cinquant’anni fa, ai luminari creati dal Signore l’uomo ne aggiunse uno nuovo, creato dall’uomo e destinato a roteare con tutti gli altri per sempre. Si chiamava lo Sputnik (Quasimodo ci fece su una bella poesia illuminista) e la gente guardava in cielo con ottimismo e forse con orgoglio. Tempi di ricostruzione, di dopoguerra: il mondo, diviso in due, sembrava tuttavia volersi reincontrare a poco a poco; a tutte le creature, la parola guerra faceva ancora orrore. Due vecchie facce di contadini e una baldanzosa di ragazzo – Krusciov, Kennedy, papa Giovanni – mostravano un volto umano del Potere.
Il giorno dopo il settimo, a differenza di Dio, l’uomo non si riposò. Continuò freneticamente a lavorare, sospinto da qualcosa. E alla fine, l’uomo creò l’uomo.
Non c’è più bisogno di Dio, oramai, né per creare le stelle né per l’uomo. Da soli, possiamo dare il soffio della vita; questa è la novità. D’ora in avanti, Dio potrà servire forse da portafortuna per le nostre guerre (God bless America, Allah akbar, Gott mit Uns), ma per il resto è inutile. Siamo gli dei di noi stessi, artificiali.
Oh come tutto questo – a chi non è già impazzito – fa paura. Giovani e ingenui, cinquant’anni fa, ci congratulavamo da pari a pari col vecchio Dio, noi uomini, tutti insieme. Adesso, grandi e vissuti, spingiamo da parte il vecchio con uno strattone e ci guardiamo attorno ferocemente alla ricerca degli altri creati insieme a noi. L’ultima generazione umana creata da un dio e non da un database commerciale.

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E il Giappone? Non c’è più un giapponese, a Roma, che non sia perlomeno biondo. I giapponesini d’antan, quelli a plotoni di cento in grisaglia e sorrisi e con la bandierina dell’hotel in testa, ormai si vedono solo a San Pietro o al Pantheon e sospetto molto che in realtà siano reclutati per motivi d’immagine dal Comune. Tutti gli altri ormai sono ragazzi “occidentali”, fra i venti e i quarant’anni, rigorosamente trendly e con la plasticosa soavità facciale d’un cubista di Rimini. Occhiali neri (trendly anche quelli) nelle belle giornate: i giapponesi di Andrea Pazienza, se mai Pazienza ne avesse disegnati. Si muovono come se volessero dimenticare qualcosa.
Molti eoni d’anni fa, probabilmente, un’impressione simile dovevano farla, a Tebe d’Egitto o a Stonehenge, coloro che provenivano da Atlantide (per lavoro, per studio; chi lo sa. Atlantide a quei tempi era il posto più techno del pianeta) e anch’essi si muovevano con la medesima malinconia disinvolta, la stessa mimesi inconsapevole di chi aspetta, ormai senza troppa emozione, la notizia dell’inabissamento del proprio mondo. Un giorno sulle banchine di Tebe approderà una trireme e ne sbarcherà la notizia “Atlantide non c’è più. Abbiamo navigato sopra un oceano”. E l’atlantideo, ormai egizianizzato nel costume e nei gesti, ascolterà la notizia stringendo appena appena (da tempo metabolizzati i sentimenti) gli occhi.
Qualcosa di simile ora. Giappone, misteriosa Atlantide dei tempi nostri. Uscire da una guerra nucleare, niente risorse e credito, niente di niente. Reinventare le tecnologie e il mercato (il patron della Sony, poeticissimo, che abbozza i marketing con la spietata levità di chi stia componendo un haiku), giapponesizzare – culturalmente – vasti scantinati del mondo. La Qualità Totale, lo Stato-Azienda, il Partito-camera-di-compensazione (ma senza mai uno sbandamento, mai un Di Pietro). Tenere a galla ogni giorno, per tre generazioni successive, quattro isole e ottanta milioni d’abitanti a pura forza di maestria e di volontà. E infine un giorno accorgersi, improvvisamente, che tutto sta franando (e potrebbero, se lo volessero, calcolarne esattamente il giorno e l’ora e il momento) perché, nella modernizzazione generale, non ci si era curati di modernizzare il pilastro che stava sotto a tutto e reggeva tutto quanto. Le banche.
Le banche del Giappone sono tuttora banche medievali, soggette al potere politico (e spesso alle yakuza) e da costui manovrate in cento logorantissime fazioni. L’industria è in mano alla banca, la banca è in mano al suo debitore (politico o yakuza o altro) che non potrà pagarla mai, e il tutto gorgoglia e ribolle nelle profondità come un vulcano. “In calo la borsa di Tokio…” è la prima notizia, da parecchi mesi, della giornata. Il giapponese di Roma o di Milano, ascoltandola sul suo hi-fi ultimo modello, sa benissimo che cosa questa notizia significhi, e che cosa significherà – inesorabilmente – un giorno o l’altro. E si ossigena i capelli.
(Spero che tutto questo basti a soddisfare il tizio che quasi ogni settimana, noiosamente, mugugna: “Bene, amico. Ma, e il Giappone?”).

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Bookmark:
– La mafia dietro il deragliamento del treno in provincia di Messina. Gli appalti ferroviari mafiosi e gli interessi di Cosa Nostra. Inchiesta di Antonio Mazzeo su: http://www.terrelibere.it.
– Chi ha mandato in galera. Due magistrati di destra, gli unici a non scioperare il giorno dello sciopero dei magistrati; uno dei due avrebbe omesso delle indagini sugli abusi edilizi nella sua zona. Inchiesta di Shining su: http:// www.girodivite.it
– Bandiere rosse e lavoro. Professionisti di sinistra sfruttano giovani disoccupati facendoli lavorare in nero e senza diritti. Inchiesta di Gianluca Ferro su: http://www.erroneo.org.
(i tre siti indicati sono in procinto di fondersi per dar vita a un nuovo grande portale siciliano).

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Persone. Trent’anni dalla morte di Ennio Flaiano, siciliano a Roma e collega.

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Carmelo Intersimone wrote: <Caro Orioles, non è mia abitudine condannare prima della magistratura: mi piacerebbe vedere però la tua faccia se un Caruso qualsiasi entrasse in casa tua, ti impedisse di farti il caffè, di lavare per terra e di usare la tv, dipingendoti scritte demenziali sui muri. E uscendo dichiarasse alla RAI “questo è un atto di guerriglia di comunicazione”. Mi piacerebbe ancora vedere la tua faccia se un Casarini qualsiasi entrasse in casa tua e segasse le porte dicendo che “lui è contro la barriere”. E ancora, mi piacerebbe vedere come reagiresti se fossi dentro una Land Rover coi vetri rotti a sassate, con una pistola in mano, con davanti un “povero ragazzo” incappucciato che brandisce pacificamente un estintore (anch’ io viaggio sempre tenendo un estintore sopra la testa, tu no?), mentre dietro uno cerca di colpirti con una trave… >

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Mimmo Lombezzi wrote:
< Gli applausi scroscianti che hanno accolto il Papa in Parlamento cioè nel Tempio laico della Democrazia nascevano forse dal timore che fosse venuto a scacciare i Mercanti o a esorcizzare i demoni che infestano l’aula. Per la prossima visita il Papa sarà accompagnato da un confessionale mobile dove potrà ascoltare e (in alcuni casi) assolvere la più alta percentuale di inquisiti che sia mai stata eletta. La domanda “Da quanto tempo non ti confessi?” sostituirà una pratica giudiziaria – la Confessione – da tempo caduta in disuso, specie fra i rei-confessi. >

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Alessandro Paganini wrote:
< L’informatica è la punta di diamante del consumismo più sfrenato e idiota. Esempio (sono un informatico) per i non addetti ai lavori:
Aquisto una casa di 100 metri quadrati, di cui 10 sono il bagno. Dopo due anni voglio (o mi convincono a) cambiare i sanitari. Ahi, i nuovi sanitari non sono compatibili con: salotto, camera da letto, impianto elettrico. Inoltre se li installo non potrò più usufruire del pianerottolo, e per parlare con il vicino dovrò telefonargli. In compenso i nuovi sanitari possono sopportare pesi di 1200 kilogrammi (peccato che io ne pesi solo 72). Quindi devo cambiare anche salotto, camera da letto, impianto elettrico, e comprare un prodotto di una terza parte che mi garantisce l’accesso al pianerottolo. Mi consigliano di cambiare casa del tutto, tra l’altro è uscita l’ultima versione di casa automatica, sempre più potente e facile da utilizzare. Mi indebito per comprarla, passando per tutte le traversie del trasloco. Poi, dopo due anni, si ricomincia.
L’informatica è una truffa. Fate i conti per bene, e non lasciatevi impressionare dal gergo e dal marketing! >

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Teofrasto <caratteri@eleuteros.el> wrote:

L’Informato. “Di dove vieni? – fa – ma non lo sai, che è successo?”. Riflette un attimo: “Eh – aggiunge – certo, qui non lo potete sapere…”. E qua ti cita uno che è tornato fresco fresco da Pergamo o ha il cugino al ministero o lavora alla Rai,. Mica gente qualunque: autorità. E comincia la cronaca: Poliperconte ha vinto, il re ha fatto un’altra battaglia, Cassandro ha perso e non si sa dove sia. “Ma tu ci credi?” gli fai. “Beh, sai, con le mie fonti…”. Del resto, aggiunge, lui di politica se ne intende: basta che veda Antigono in tivvù, e già dall’espressione della faccia capisce che cosa sta maturando. “Ma tu non dirlo a nessuno! Lo sto raccontando solo a te!”. E già sta scappando per correre all’Ansa. Di solito, difatti, fa il giornalista.
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Il Leccaculo. Contegno indecoroso in sè ma vantaggioso per chi lo pone in atto. Se il principale apre bocca per dire qualcosa, il leccaculo invita gli altri a far silenzio, e poi, quando quello sta per concludere, applaude fragorosamente; se racconta una barzelletta si contorce tutto e si caccia in bocca il lembo del mantello come se non riuscisse a frenare le risate. Quando quello deve andare a trovare qualcuno, lo precede di corsa e dà l’avviso: “Sta per arrivare a casa tua”. Poi torna indietro a dire: “Ecco, ho avvisato”. Capace di correre su e giù, senza respirare un momento, per fargli le commissioni.
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Il Coatto, anzi Er Coatto, è – diciamo così – scurrile. Non è cattivo, è solo che segue la moda. Scherza pesante, tocca i culi, applaude da solo, oppure – nella scena più lacrimosa – fischia gli attori. Si fa silenzio? E lui, giù un rutto. Passa uno che non conosce, a Campo dè fiori. “Aho, indò vai? E fermete!” gli sbraita dietro, così, tanto per far cagnara. L’altra volta, all’uscita del Palazzaccio, ferma uno che sta uscendo tutto ingrugnato (e capirai: appena persa una causa da un milione). “Aho, sor paino! – gli fa – tutto bene?”. Miracolo che quello non chiama il socio siculo per farlo incaprettare. Si serve, senza permesso, nelle bancarelle. “Bbone ste cilieggie! – fa a bocca piena – sor mae’, ne volete? “. Una parruccheria: lui s’affaccia alla porta: “A pischella! Stanotte, prima me sbronzo e poi ciaddivertemo!”.

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Kosta<kavafis@koine.el> wrote:

<Ma poco prima di morire, disse:
“mamma”, “casa”, “papà”. Nessuno ha idea
di dove fossero i suoi vecchi, dove
la sua città: soltanto, che era greco.
Lo seppellimmo qua, sotto il suo remo.
Da qualche parte, chissà dove, stanno
aspettando il ragazzo che ritorni. >

* * *

< In quella stanza sporca, malfamata,
sul vicolo, fra grida d’osteria,
là in quel letto di poveri io ho avuto
il dolce corpo e la bocca amorosa
– sì che ancora ne sento l’allegria
mentre che sto scrivendo, vecchio e solo. >

* * *

< Non volevano, no. Ma fu la vita
a separarli: America, emigrare
e vedersi mai più. Certo, da un pezzo
l’amore s’era smunto a poco a poco.
Ma separarsi no, non l’avrebbero fatto.
Fu colpa della vita. O forse il caso
fu buon regista dividendo, prima
che si spegnesse tutto, il loro amore.
Cosi sono rimasti le due belle creature,
giovani insieme entrambi nel ricordo:
nè vecchiaia li potrà disamorare. >