San Libero – 149

Ribrezzo. “Allora: la bomba la fai scoppiare davanti alla scuola, così becchiamo anche un bel po’ di ragazzini”. “Giusto: i ragazzini di oggi sono i soldati di domani”. Ci vuole stomaco a immaginare una riunione così, dei terroristi islamici, eppure sono sicuro di averla azzeccata. Potrei anche inventarmi, con assoluta verosimiglianza, qualche altro particolare: è che mi fa ribrezzo, e farebbe ribrezzo anche a te che mi leggi. E le riunioni del governo? “Buttali in mezzo alla loro città, quei missili. Così, se facciamo fuori un po’ di ragazzini, abbiamo levato di mezzo un po’ di futuri terroristi”. “Giusto: guerra preventiva, senza tante storie”. Anche qui, ribrezzo.

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Ancora. Sull’aereo che riporta a casa il corpo di Maria Grazia Cutuli, d’intrallazzo riesce a infilarsi un giornalista. Un parente di Maria Grazia lo sgama subito: “Ormai lei è qua, e io non posso farci niente. Ma adesso lei mi fa il favore di andare a sedersi là in fondo all’aereo, di non parlare con nessuno, di non dire niente e di non scattare foto. Faccia conto di non esserci. Si muova!”. Il tizio, mogio mogio, ubbidisce. Arrivato in Italia, viene aiutato a sbarcare molto in fretta dai parenti, e se ne va senza dire una parola. Naturalmente, appena torna in redazione, si mette al computer e scrive un commosso resoconto del viaggio “insieme alla nostra indimenticabile MAria Grazia”: quello che ha detto, quello che ha fatto, com’erano commossi i parenti, ecc. Il servizio va in onda regolarmente, e il tizio la mattina dopo continua a guardarsi allo specchio mentre si fa la barba, senza sputare sullo specchio.
Adesso, su Maria Grazia Cutuli, fanno inevitabilmente il film-verità in televisione. Nei film, inevitabilmente, bisogna mettere un po’ di kitsch perché la verità, altrimenti, non risulta abbastanza veritiera. La famiglia non è affatto d’accordo. Ma che importa?

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Fiat. Berlusconi e Bertinotti: “Nazionalizziamo”. Diessini e banche: “Non ci provate”. A Termini, gli operai invocano Berlusconi ma il sindaco, che è di Forza Italia, invece fa appello al sindacato. Grande è la confusione sotto il cielo. Poi però gli operai vanno a manifestare sotto il Palazzo, e il governo pronto gli manda i carabinieri. Tanto per restare nella tradizione.

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Solidarietà. I deputati siciliani, tutti forzitaliani o diccì, eletti a plebiscito, minacciano Berlusconi: se non risolve subito la faccenda di Termini, non gli votano la finanziaria e si astengono per un mese intero dalla cocaina. Crollerebbe l’economia nazionale? Ma a mali estremi, estremi rimedi.

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Sinistra. Non ho capito bene cos’è questa storia di Artemide (dovrebbe essere una specie d’intergruppo, tipo quelli che si facevano fra Potop e Servire il Popolo ai miei tempi) e figuriamoci se capisco cos’è quest’altra faccenda di Apollo che vogliono fare, per contrapporla ad Artemide, adesso. Faccende mitologiche, par di capire. Dopo il regno vegetale (che perlomeno esiste: ulivi, margherite e girasoli sono piante simpatiche, con una loro funzione), adesso la sinistra ha scoperto il regno delle fiabe. Signora mia.

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Danni. I Savoia vogliono i danni dalla Repubblica. Soldi magari per ora no, ma qualche regalo utile (scorte, passaporti diplomatici e roba del genere) non sarebbe sgradito. Ci pensa lei, dottor Bresci?

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Cobelligeranza. Eh, sarà un casino allearci con l’Afganistan! Come perché: abbiamo deciso di allearci con l’America contro gli afgani, è vero, ma la regola in Italia è che non si finiscono mai le guerre dalla parte da cui si sono cominciate: Cecco Beppe e mr Hitler sono ancora là a protestare. Per cui, a un certo punto ci toccherà di mandare a quel paese Bush e allearci indefettibilmente con lo sceicco Alì-Qualcosa. Solo, che non so che pretesto plausibile potremo trovare. Serve un ministro degli esteri, almeno per risolvere questo problema. (Volendo, l’alleanza con gli afgani potrebbe cominciare già ora: tenendo conto che il nostro presidente del consiglio è socio in Mediaset con il principe Al Walid, ricevuto quest’esatte con tutti gli onori, che Al Walid fa parte della famiglia reale saudita e che la famiglia reale saudita, secondo molti americani…).

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Destra. Nella destra vige la nobile convinzione che “quello là” ci mette i soldi, ma “le idee ce le mettiamo noi”. Errore. E’ il berlusconismo la destra del futuro; la destra nazionale, sociale, ecc. è decisamente obsoleta e non ha altra funzione che quella di fiore all’occhiello della destra concreta, quella nuova. Esattamente come tutti i vari orleanisti, bonapartisti, borbonici e compagnia codina non avevano altra funzione che quella di nobilitare un pò l’immagine della destra moderna (plebiscitaria, efficientista, basata sui ceti medi e sulle regalie ai poveracci) di Napoleone terzo. Che alla fine, tuttavia, finì gloriosamente nella merda.

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Krateia. Una volta c’erano duemila vip. Ora ce n’è mezzo milione. La vippocrazia. Che però non è un’aristocrazia ma una democrazia, che arriva giù fino all’ultima velina. Vip si diventa per nascita, per merito o per prostituzione.

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L’aria che tira. La Boeing ha ricevuto l’ordine dal Pentagono di raddoppiare la produzione delle bombe “intelligenti” Jdam, passando da 700 a 1500 al mese. La Raytheon ha triplicato la produzione delle bombe aria-terra Paveway e dei missili Tomahawk. Sia alle Raytheon che in altre industrie belliche californiane è stato raccomandato ai dipendenti di non prendere ferie per i prossimi 2-3 mesi.
55.000 soldati statunitensi sono già dislocati nella regione, circa la metà in prossimità dell’Iraq. Mediamente 2.000 soldati, per tre volte all’anno, svolgono esercitazioni in Kuwait, nel deserto, a poca distanza dal confine iracheno. Negli ultimi mesi sono diventati 6.000. Altri 2.200 marines hanno cominciato un’esercitazione di un mese in Kuwait. Nell’ambito di “Internal Look”, esercitazione biennale, 600 “pianificatori di guerra” dello Stato maggiore statunitense si trasferiranno a novembre nel Qatar per installarvi una postazione di comando. “Le truppe in area per esercitazioni – comunica il portavoce del Pentagono – possono diventare immediatamente operative per un eventuale stato di crisi”.
La Lincoln ha raggiunto il Golfo Persico. La Washington si trova nel Mediterraneo pronta a raggiungere il Golfo. La Constellation e la Truman sono pronte a unirsi al gruppo. Una quinta portaerei, la Nimitz, dovrebbe raggiungere la regione del Golfo verso la fine di dicembre.
6 bombardieri B2 sono stati dislocati presso la base britannica di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano. Si sono intensificati nelle ultime settimane i bombardamenti quotidiani da parte di aerei statunitensi e britannici, colpendo in particolare la rete di comunicazione e i centri di comando iracheni.
La primavera scorsa una brigata di 6.000 uomini è stata trasferita permanentemente dalla Germania alla base di Diego Garcia. Un’altra brigata, sempre dalla Germania, si sta trasferendo in questi giorni a Camp Arifjan, in Kuwait, presso una nuova struttura militare finita di costruire la scorsa estate.
Ingegneri statunitensi stanno lavorando alla costruzione di piste di atterraggio nell’Iraq settentrionale.
Le azioni delle maggiori industrie belliche statunitensi sono in forte e costante rialzo: nell’ultimo anno Raytheon + 30%, Northrop + 55%, TRW + 75% .

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Impero. Fra una cosa e l’altra, il governo degli Emirati arabi uniti – una dependance dell’Arabia Saudita, altrettanto feudale – ha deciso di mollare sostanzialmente gli Stati Uniti e allearsi invece con la Russia. E’ forse l’avvenimento più importante di tutta la crisi del Golfo. Gli americani sanno benissimo da che parte sta, in realtà, il governo saudita: non possono dirlo (quest’estate hanno dovuto smentire formalmente l’inchiesta della Rand Corporation sui legami fra Bin Laden e i sauditi) perché non hanno assolutamente nessuno da mettere al posto del clan saudita, il quale d’altra parte è tanto fragile che ogni minima scossa lo manderebbe a carte quarantotto. I sauditi però sanno benissimo come stanno le cose, e a loro volta preparano cautamente le loro mosse. Per questa volta, hanno mandato avanti gli Emirati per vedere che cosa succede se…

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Dune. Circa un miliardo di persone nel mondo, secondo il rapporto dell’Organizzazione mondiale della Sanità, non dispone di adeguate scorte d’acqua potabile. La situazione si sta aggravando in seguito al riscaldamento del pianeta e alla conseguente desertificazione di numerose aree nel sud del mondo. Dell’Amazzonia ad esempio, secondo il rapporto Lawrence, nel 2020 sopravviverà una porzione variabile fra il cinque e il ventotto per cento dell’estensione attuale.

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Sondaggi 1. E’ Giancarlo Gentilini,col 74 per cento dei consensi, il sindaco più amato dagli elettori di destra (fra quelli di centrosinistra primeggia quello di Rimini, Ravaioli). Niente di nuovo: in Germania era popolarissimo Streicher, con le sue campagne contro quelle puttane tedesche che vanno con gli ebrei (venivano portate in giro con un cartello: “sono la troia di un ebreo”, fra le risate della brava gente di Norimberga). Gentilini magari ha ancora qualcosa – non molto – da imparare da Streicher. Ma quelli che gli danno consenso non hanno proprio nulla da imparare dai bravi tedeschi ariani di Norimberga.

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Sondaggi 2. Da un sondaggio Demoskopea (mille intervistati fra i 14 e i 70 anni) risulta che gli italiani si aspettano qualcosa di buono, dalla tecnologia, soprattutto nell’utilizzo domestico: un intervistato su due si dichiara interessato soprattutto a tecnologie di supporto alle faccende di casa.

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Cronaca. A Catania in tutte le scuole distribuiscono gratis il diario scolastico del comune: non si conoscono gli autori né la ditta a cui è appaltato, in compenso sull’ultima di copertina c’è un bel “Non passa lo straniero”. E’ la stessa citta’ in cui il sindaco vuole intitolare una via al tizio che eteneva i contatti fra Hitler e Mussolini, un certo Anfuso. Nel resto della Sicilia, qualche mese fa, la regione distribuiva altrettanto gratis dei volumi a colori prodotti (coi soldi miei, dei cittadini) dalla ditta del famoso prete-industriale di Troina, padre Ferlauto.

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Cronaca. Modena. “Mani in alto questa è una rapina!”. Purtroppo non l’hanno detto in italiano, ma in napoletano strettissimo. Il cassiere, emiliano, è rimasto perplesso: “Scusate, non ho capito. In co cosa posso favorirvi?”. E i due, disperati, se ne sono andati bestemmiando.

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Cronaca. Roma. Massacrato un marocchino da cinque ultras laziali: l’hanno fermato, inseguito, raggiunto e pestato fino a ridurlo in fin di vita. Due sono stati arrestati. “Razzismo? Ma no, gli abbiamo detto solo sporco negro e roba del genere”.

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rocco wrote:
< Catania, dopo essere stata invasa dai graffiti dei loghi della Nike, ora è bersaglio di una campagna pubblicitaria ancora più spegiudicata, quella di Calvin Klein che tappezza il centro storico, di stemmini raffiguranti il marchio del suo nuovo profumo Crave, regalando in giro, scatolette di cartone pubblicitario, con dentro salviette e presarvitivi… >
(Bookmark: http://www.girodivite.it)

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enrico wrote:
< Stamattina leggo sul Corriere il titolo: “Pellegrinaggio alla cascina degli orrori”. Catenaccio: “Lunghe file di curiosi sul luogo dove è stata uccisa Desiree”.
Mi viene una mezza idea, memore di qualcosa di strano che ero sicuro di avere visto da qualche parte. Così faccio due passi per corso Buenos Aires, con un fotografo. Poco dopo, difatti, nelle edicole trovo quello che cercavo. Nuovissimi DVD in vendita, con la scritta in bella evidenza: “Stupri”. Alla prima edicola riesco a fare la foto. Alla seconda, dopo che il titolare (un ripugnante individuo che pare il sosia di un attore sulla copertina del DVD) me ne tira fuori altri “sul genere”, appena vede la macchina fotografica li fa sparire. Insisto: “Ma perché si vergogna? Non le vende lei?”. “Niente foto”. Gli spiego che basterebbe comprargliene una per fotografarla con calma. Niente. Gli chiedo: “Ma non si pone il dubbio che in qualche mente bacata, che so, facciamo uno su cento dei clienti che le comprano ‘sta roba, possa scattare l’idea di tradurre la fantasia in realtà?”. “Ma no, gli stupri li fanno quasi solo gli extracomunitari, ormai, e quelli non hanno nemmeno i soldi per comprare questa roba…”.

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Francesco Mantero wrote:
< Tutto bene quello che dici sulla Chiesa e sui papi del passato, ma non scordiamoci che anche questo gira in fuoristrada corazzati, benedice Pinochet, aiuta la destra “liberale” in Italia per qualche scuola privata e qualche crocifisso e poi si lamenta dei mali della società, fa santo un pilastro del franchismo e fa tanta, tanta “immagine” più che sostanza: in Africa molti missionari fanno notare, (come possono, c’è la censura vaticana! ) che la maledizione papale dei preservativi favorisce milioni di morti per AIDS. C’è tanta distanza da un papa cristiano, ammesso che ci sia mai stato… >

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Giovanni Bachelet wrote:
< Grazie dell’ultima catena sul Concilio. Il cardinale era Siri >

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Persone. “Qua finisce che c’imbavagliano tutti”. “Questo Craxi e questo Andreotti…”. “Eppure, le cose che stanno succedendo nel mondo…”. “Gorbaciov…”. “L’antimafia..”. “Gli studenti…”. “Dovremmo fare un giornale”. “Sì, ma con quali soldi?”. “Li chiederemo ai lettori”. “Sei matto!”. “Vedrai, funziona”.
E funzionò. La prima riunione di Avvenimenti, il giornale felice dei primi anni Novanta, si tenne a casa di Beppe Gnasso. Ora, tu puoi benissimo non sapere chi era (oggi che la memoria ricorda solo i sottomessi), ma Beppe Gnasso era un giornalista. E un gran giornalista, anche. Era uno dei tre – gli altri erano Piero Pratesi e Sergio Turone – che, dall’alto di un’esperienza inossidabile e di una liberà’ pasoliniana, ci fecero da maestri allora. Maestri nel senso letterale della parola, perché Avvenimenti nacque proprio da un corso di giornalismo, non una di quelle scuole fighette e costosissime di oggigiorno ma una scuola vera: il mestiere di giornalista.
Piero è quello con la cravatta e il vestito all’inglese, che mai alza la voce e ti spiega – ci ha dedicato una vita – come funzionano i meccanismi del potere. Quello che sta sogghignando, con un sorriso beffardo, è Sergio: guai a Craxi o Andreotti, quando gli capita di capitare in un corsivo suo. E Beppe? Eccolo là, il romanaccio. Lui è quello che per esempio, quando faceva il caporedattore al Messaggero, scatenava la campagna per il divorzio, contro i preti e i fascisti che ci vogliono baciapile come loro (dopo la vittoria la folla dei manifestanti si fermò sotto le finestre del Messaggero al grido di “Viva il libero pensiero!”). Aveva fatto in tempo, da pischello, a vedere i tedeschi a Roma, e a fare la parte sua.
Communista di quelli tosti, Beppe, non iscritto al partito ma più compagno di un oste di San Lorenzo. Sergio no, lui era radicale di quelli antichi, “capitale corrotta città infetta”, di loro portava in dote l’ironia, l’eleganza e la stupefazione schifata di fronte alle ladrerie del potere: ogni potere. Tanto mangiapreti era Beppe, tanto anticlericale Sergio, quanto cattolico – profondamente – Piero: lui veniva da Maritain e da Mounier, la sinistra cristiana anni Cinquanta, e il communismo suo era qualcosa che aveva già bell’e pronto nel vangelo. Ed eccoli tutti insieme là, negli anni in cui la vecchia Italia si sfaceva e un’Italia più giovane si agitava nelle città, fuori dai palazzi.
Adesso che se n’è andato anche Beppe (dove vanno i communisti romani? Non nel paradiso dei preti, ci mancherebbe: ma forse c’è un’osteria dall’altra parte) è davvero finita una generazione. Una bella generazione, forte, gentile, in tante cose forse ingenua ma civile, profondamente devota al popolo, libera come l’aria e piena di una sua scorbutica poesia.
A’ Beppe, che pretendi ora, che mi metta a piangere per te? A farti il coccodrillo come a un coglionazzo perbene? No: adesso me ne vado a San Lorenzo e mi faccio un bicchiere di rosso alla salute tua. E poi mi rimetto a lavorare.

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Saffo<saphos@lesb.org>wrote:

* * *

< Nella città lontana tu rivedi
la nostra allegra vita. Ti ricordi,
che gioia il tuo canto, e come t’ammirava
la tua compagna? Ed ora fra le donne
splendi laggiù, come la rosea luna,
a notte, fra le evanescenti stelle
le fa sbiadire e libera si posa
sul mare scintillante e sopra i fiori
dei campi – quando fresca la rugiada
li bagna e rifioriscono le rose.
E cammini e ricordi, e nostalgia
il tuo cuore d’amica getta indietro
e “Tornate!” tu gridi, muta, a noi >

* * *

< Tu mi lasciavi, io morivo. Piangevi,
dicevi: “Saffo, come non vorrei
lasciarti!”. Io ti risposi: “Sii felice
dove vai, e pensa un poco a me,
perché io ti ho amata”. Vedi? Quanta gioia,
quante viole raccolte e quante rose
insieme, quanti fiori fra i capelli,
quante ghirlande a maggio mi donavi
e quante io a te, e come il corpo spargevi
di profumo lucente, e come a letto
il desiderio ardente della tua
dolce amica acquietavi…
Non c’era fonte, allora, né ruscello
nè collina né sacro bosco senza
i nostri corpi uniti nella danza… >

* * *

< Espero, tutto riporti
quel che disperse nella luce Aurora,
riporti la capretta, riporti l’agnella,
riporti la ragazza tenerella alla madre… >