San Libero – 112

Stavolta non è un film di Nanni Moretti ma proprio Moretti in persona che è saltato su a gridare “Compagni, così si va a ramengo!”. “È solo un intellettuale”, ha immediatamente replicato qualcuno. No. Era la società civile, che dopo tanti anni si sveglia all’improvviso e chiede conto ai grandi e astuti e sconfittissimi politici: “Che cosa avete fatto, con la mia forza?”.
Do you remember? Il Coordinamento antimafia, i ragazzi della Pantera, i Siciliani; e Società Civile, e il Coordinamento Prof di Milano, e la Voce della Campania, e tutti quelli che non avevano neanche una sigla ufficiale ma brulicavano dappertutto. Almeno questo, per il momento: almeno ricominciare a *ricordare*

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Ricchi e poveri. Si sono riuniti tutt’e due, in due parti diverse del mondo; i ricchi armati fino ai denti, i poveri senz’armi. I ricchi salivano sul palco con lo stemma dell’albergo, si aggiustavano il microfono e cominciavano a declamare autorevolmente qualcosa. I poveri, bestemmiando ogni tanto e lasciandosi scappare qualche mala parola, puntavano il dito sulla lista: “e cos’è questo? e come troviamo i soldi per quello?” e subito si mettevano a confabulare fra loro per cercare la soluzione. I ricchi, alla fine, hanno chiamato la televisione, si sono solennemente messi in posa e si sono fatti fotografare. I poveri, alla fine, se ne sono tornati in barca, in bicicletta, in treno, a piedi, ancora confabulando fra di loro e facendo gran gesti e dandosi – ogni tanto – accalorate pacche sulle spalle.

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Regio Esercito. Ordine del giorno. Si infligge richiamo orale, nonchè sospensione dalla libera uscita per giorni tre, al sottotenente Ciampi Azeglio Carlo con la seguente motivazione: “Comandato di guardia a una repubblica, veniva sorpreso semiassopito dall’ufficiale di picchetto”. Firmato, colonnello Einaudi cav.Luigi.

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Regia Marina. Carlo Fecia di Cossato, comandante di sommergibile, operava in Atlantico, e dunque sotto il comando dei tedeschi. I tedeschi a un certo punto misero fuori un ordine: per nessun motivo perder tempo a salvare i naufraghi delle navi silurate, la guerra è una cosa seria, non una roba sentimentale all’italiana. Cossato, come tutti gli altri comandanti italiani, prese il cablogramma di Doenitz e ne fece carta da cesso.
Pochi giorni dopo gli capitò di silurare un cargo inglese: nessuna vittima fra i due equipaggi, i marinai del cargo raccolti alla meno peggio su tre scialuppe, il sommergibile pronto all’immersione. Però l’Atlantico cresceva, mare lungo di poppa, e difficilmente – pensò Cossato – ce l’avrebbero fatta a raggiungere una qualunque terraferma. Allora: stop immersione, aprire i boccaporti, gettare una cima. E un’ora dopo eccoti un sommergibile italiano, in pieno Atlantico centrale e in tempo di guerra, che se ne va lentamente a otto nodi trascinandosi dietro la cordata delle scialuppe gremite di “nemici”.
Questa faccenda durò tre giorni. Ogni tanto si sentiva il ronzio d’un ricognitore: allora Cossato mollava la cima e s’immergeva; passato il pericolo, riveniva su e si rimetteva a trainare. All’alba del quarto giorno, un’alba livida di brutto mare, Cossato si affiancò alle scialuppe e afferrò il portavoce: “Le Azzorre a venti miglia sulla vostra destra. Vi lascio qui. Venti miglia a ovest e buona fortuna!”. Un “God bless you” arrivò dall’altra parte. Poi gli inglesi si misero a remare verso la foschia grigio-viola a ovest, e l’italiano s’immerse alla svelta perchè i bombardieri antisom non scherzavano e il sommergibile era particolarmente vulnerabile a causa della torretta di comando molto alta (nei sottomarini italiani c’era un cesso degli ufficiali distinto da quello della truppa, e questo secondo cesso faceva un paio di metri di sagoma emersa in più).
Passano gli anni, e arriva l’otto settembre. Il re scappa, i generali scappano, Cossato – che non ha fatto carriera – è di guarnigione a Portoferraio con un paio di motovedette. I tedeschi, da Piombino, mandano un paio di trasporti, scortati da mezza dozzina di siluranti, per occupare l’isola. Cossato esce colle sue due bagnarole, si fa sotto ai tedeschi e a uno a uno li manda giù tutti.
Passano ancora un paio di mesi e stavolta il capitano di corvetta Carlo Fecia di Cossato, R.M., S.P.E., è in una camera d’albergo, a Napoli. Il re è scappato, la Marina non c’è più, le strade di Napoli sono un brulichio di puttane, di borsaneristi, di “marinaio, la vuoi una fica?”. Cossato è un tizio semplice, non ce la fa a fare ragionamenti complicati. Scrive un paio di lettere, una alla sua Regia Marina e una alla moglie. E poi si spara.
Questa storia, che qui evidentemente non c’entra un cazzo, me l’ha raccontata un casino d’anni fa un marinaio che si chiamava Walter Ghetti e che era stato pure lui nei sommergibili a quei tempi. Io ce la metto perchè ho letto sul giornale che adesso la marina italiana, per ordine di uno che si chiama Bossi, serve a combattere i poveracci che vanno per mare sulle carrette alla ricerca d’una terra dove campare. Così, se qualche marinaio o ufficiale della marina di ora mi legge, saprà come regolarsi quando dall’Oberkommando arrivano ordini stronzi: carta da cesso.

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Inquinamento. Su Repubblica di Milano è uscita la lettera di un signore (Franco Giori) che propone <un “gratta e vai” a costo variabile a seconda della cilindrata e del livello di inquinamento prodotto da imporre a tutte le auto circolanti in città>. Il ricavato, aggiunge Giori, potrebbe andare a sostegno dei mezzi pubblici e privati non inquinanti; una somma di incentivi in questa direzione potrebbe essere praticamente a costo zero.
Di questa lettera colpiscono due cose: 1) il buon senso e la praticità nell’affrontare un problema concreto da parte non di un politico o un manager ma di un semplice cittadino; 2) la distrazione della redazione che, anzichè farne oggetto di dibattito in apertura di cronaca, la relega in fondo fra le lettere.
Entrambi i punti, in realtà, hanno una radice comune: il signor Giori può ragionare razionalmente sul problema perchè non è distratto da fattori esterni (ad esempio l’interesse delle case automobilistiche a vendere auto di grossa cilindrata) che politici, manager e redattori debbono invece inserire nei loro calcoli, distorcendoli.

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Un pezzo di mondo, a sud del Grande Fratello. Ecuador: Fmi e dollarizzazione (la moneta locale, il sucre, sostituita dal dollaro), sommosse, via il presidente Jamil Mahuad. Bolivia: quindici morti in pochi mesi in scontri fra governativi e contadini. Paraguay: cacerolazos organizzati dai lavoratori emigrati in Argentina (circa sessantamila) e rientrati in seguito alla crisi. Perù: situazione ancora instabile a un anno dalla fuga di Fujmori. Messico: adesione al Nafta, crisi del Chiapas ecc.; il presidente riformista Vicente Fox costretto ad ammettere che il programa elettorale è ancora da realizzare. Venezuela: tensioni sociali, in difficoltà il presidente (eletto su una piattaforma autoritario-populista) Hugo Chavez. Argentina: Cavallo, De La Rua, patacones, ecc.; ritorno al baratto in alcune regioni.

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Guantanamera. Qualcuno fa notare, in margine alle immagini dei prigionieri esibiti nelle gabbie a Guantanamo, che raffigurazioni del genere assomigliano molto, pittoricamente, a quelle dei bassorilievi assiri in cui masse di prigonieri incatenati e umiliati proclamavano al mondo la gloria degli Grandi Re di Ninive.

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Inghilterra. Scarcerato Oscar Wilde. Il bacio fra uomini – da alcuni giorni, e grazie a Blair – non è più reato.

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America. Il vicepresidente Dick Cheney si rifiuta di consegnare al Congresso la documentazione sui contatti avuti coi manager Enron (la multinazionale vicina ai Bush rovinosamente e truffaldinamente fallita di recente). “È tutto un complotto dei giudici communisti” ha detto, ispirandosi a chissà chi.

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Russia. Assediate da branchi di lupi grigi alcune città della Siberia. Gruppi di vigilantes per fermarli.

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Il sottomarino più pazzo del mondo. Nuovo incidente per il sommergibile (nucleare) americano Greenville, che l’anno scorso colò a picco la nave scuola giapponese Ehime Maru al largo delle Hawai. Stavolta ha speronato il trasporto anfibi Ogden, al largo della California. Le autorità navali americane stanno disperatamente cercando di contattare il capitano del sommergibile, comandante John Wayne, per informarlo che la guerra è finita.

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La Cina è vicina. Più di diecimila minatori morti sul lavoro in Cina nel giro di due anni (crolli nelle miniere, esplosioni, ridotte misure di sicurezza). L’ultimo incidente, in una miniera nell’Hebei, ha causato la morte di ventisette minatori, dei quali diciannove uccisi dal grisou mentre estraevano e otto colpiti da uno scoppio mentre scendevano in soccorso.

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Tette 1. Si tedeschizzano le francesi: il giropetto medio a Parigi – secondo i dati emersi nel recente Salon de la Lingerie – nel giro di vent’anni è passato da 85 a 95 centimetri. Helas, les lollos d’antan…

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Tette 2. “Sostenete il seno, non i dittatori”. Ha avuto successo la campagna dei contestatori contro la multinazionale svizzera del reggiseno che appaltava i lavori a fabbriche-lager in Birmania. Revocato il contratto, d’ora in poi la Triumph garantisce condizioni di lavoro umane.

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Cronaca. Milano. Ridotti i posti (8500 in meno) e aumentata l’età minima (almeno 75 anni) nelle case di riposo comunali per gli anziani.

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Cronaca. Roma. Censurata dai fascisti una mostra sul neorealismo italiano: era troppo “di sinistra” e non c’era neanche un autore di destra a bilanciare. Pasolini, Rossellini, Calvino, Zavattini, Antonioni, Moravia e gli altri si sono immediatamente riuniti e hanno deciso di tirare a sorte per decidere chi di loro dovesse fare l’autore di destra per salvare la mostra. Il fiammifero più corto è toccato a Moravia, il quale da oggi non è più un senzaddio communista ma un autorevole autore di centro-destra, rispettoso delle istituzioni, della morale corrente e della Chiesa.

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Cronaca. Torino. Ventiquattrenne licenziato (contratto atipico, operaio) si uccide gettandosi sotto il treno.

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Milano. Vigile intossicato all’incrocio ricoverato ad’urgenza all’ospedale e sottoposto d’urgenza a ossigenazione forzata. Era rimasto quasi due ore fermo in una zona di forte traffico. Un mese prima, approfittando dell’euro, le autorità locali avevano aumentato sensibilmente il prezzo di tram e metropolitane, riducendo lo già scarso quantitativo di trasporto non inquinante.

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Cronaca. Avellino. “Fuori di qui, jetevinne! Le vostre preghiere non le vogliamo! Fuori!”. Nel santuario di Montevergine, alla festa della Candelora, i “femminelli” (giovani travestiti napoletani) sono stati sempre accettati senza problemi: la loro devozione alla Madonna, e anche la tradizionale tolleranza napoletana, faceva chiudere un occhio sulla loro vita – come si dice – irregolare. Stavolta, fra lo stupore dei fedeli, il prete li ha cacciati (l’arcivescovo di Napoli è sempre il cardinale Giordano).

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Cronaca. Roma. Smentita dal Vaticano la notizia, pubblicata dal Diario, secondo cui si sarebbe parlato di mettere sul mercato la Pietà di Michelangelo.

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Cronaca. Roma. Concessa la libertà provvisoria al giovane polacco arrestato la settimana scorsa per aver incitato i magistrati a boicottare alcune leggi dello stato, relative principalmente al divorzio. “Io fatto ciò per motivazioni religiosi – ha dichiarato il giovane – Io non buono divorzio, io ribellante, ma non mai con violenza, solo con le parole. Si sbalio, corrigeteme!”. È stato denunciato a piede libero per istigazione a delinquere e – dopo un’amichevole paternale del magistrato – immediatamente rilasciato.

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Cronaca. Milano. Due senzacasa bruciati vivi nell’incendio della vecchia automobile dentro cui dormivano, uno sdraiato sul sedile di dietro e l’altro nel bagagliaio.

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Cronaca. Roma. Visita di Berlusconi al comando dei Carabinieri. Purtroppo, non viceversa.

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Relazioni Sociali.
“34enne maresciallo. Spero che subirai il fascino della divisa perchè posso offrirti solo tutto me stesso. Sono estroverso, distinto e di classe. Se mi chiamerai non te ne pentirai”. Segue telefono.
“Piroska 38enne. Sono in Italia da 10 anni e mi sono sposata con un uomo che mi trattava come la sua cameriera e non come sua moglie. Ora sono single e cerco un uomo che voglia una compagna e non una colf. Mi vorresti conoscere?”. Segue telefono.
“Ciao! Sono Shakil, 22 anni, cuoco, molto carino, simpatico, in Italia da 3 anni. Il mio sogno è quello di trovare una ragazza dolce, sincera per seria unione”. Segue telefono.
“Gentiluomo 50enne raffinato sincero riservato, disponibilità finanziaria, molto generoso, ricerca giovane ragazza”. Segue fermoposta.

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Teognide<stigma@eleutheros.el> wrote:

< Con il tuo nome, Cirno, il tuo poeta
ha sigillato i versi, che nessuno
li rubi di nascosto nè li muti.
“Scritto per Cirno da Teognide il poeta”,
così dirà ciascuno: il mio, e il tuo nome.
Certo, non piaccio a tutti: ma è normale,
ragazzo mio; manco Zeus pretendef
contentar tutti con la pioggia o il sole.
T’insegnerò, mio Cirno, a poco a poco,
tutto ciò che ho appreso dalla vita.
E così, ascolta questo: mai non stare
coi mascalzoni, ma frequenta i buoni;
mangia con loro, bevici, stà insieme
a loro, piaci a loro: chè alla fine
son loro che decidono. Dai buoni
impari cose buone. Coi cattivi,
se ti mescoli a loro, t’intristisci.
Dunque, ragazzo, fà come ti dico,
stà coi migliori e un giorno potrai dire
che io gli amici li consiglio bene. >