San Cristoforo: gli antichi mestieri

Un musicista fra le mole

testo e foto Paolo Parisi

1In via Vinciguerra, una stretta stradina del quartiere di San Cristoforo a Catania, si può notare una bottega artigianale di affilature di utensili per legno e metalli. Man mano che ci si avvicina si sente il rumore delle mole che affilano i denti delle lame delle seghe a nastro facendo scaturire uno scintillio al contatto fra mola e dente. In questo luogo si trova la bottega del signor Millesi Giuseppe giovane di 32 anni che porta avanti questo lavoro per la terza generazione. Nel lontano 1943 il signor Millesi Giuseppe, adesso novantenne, nonno dell’attuale titolare ha avviato questa attività in questa bottega. All’età di 14 anni lavorava a casa propria e poi raggiunto i 20 anni ha aperto il laboratorio continuando a svolgere questo mestiere. Successivamente il figlio Salvatore ed il nipote Giuseppe hanno continuato l’attività.

5Il giovane Giuseppe racconta: “Una volta il lavoro si effettuava diversamente, quando si doveva fare una saldatura in una lama a nastro per una riparazione, cosa che succede di frequente in questo tipo di utensile, si effettuava manualmente utilizzando la forgia, facendo diventare il metallo incandescente e poi si soprapponevano le due parti da saldare mettendo fra esse una lamina di rame ed infine veniva pressata. Ma nel dopoguerra il rame non era sempre disponibile sul mercato ed allora si utilizzava la parte metallica di una lampadina che veniva battuta riducendola ad una lamina sottilissima. Dopo avere effettuato la saldatura si affilavano i denti della lama, sempre manualmente con una lima a triangolo. Invece adesso sia le saldature che le affilature si eseguono con macchine elettriche.”

7Mostrando le attrezzature continua: “Negli anni 1958/1959 sono comparse le prime macchine elettriche che facevamo eseguire il lavoro più velocemente, con nostro grande entusiasmo. Nel 1970 anche mio padre Salvatore è venuto in bottega a lavorare con mio nonno, così l’attività andava avanti con due o tre persone.” Poi con tono amareggiato dice: “Purtroppo adesso l’attività va a rilento, mentre una volta le lame affilate venivano consegnata ai clienti dopo qualche giorno perché c’era molto lavoro, adesso vengono consegnate subito perché il lavoro è diminuito. Sono tantissimi gli artigiani che hanno cessato l’attività infatti nel quartiere ci sono tante botteghe vuote, sono scomparsi i falegnami che facevano porte, sedie, e mobili. Ormai i lavori manuali stanno scomparendo tutti..” Alla domanda se si usano ancora le vecchie attrezzature, il signor Milesi risponde: “Si ancora adesso si usano i vecchi attrezzi, specialmente quando dobbiamo affilare le lame di piccolo spessore delle seghe a nastro ed allora in quel caso si deve fare tutto manualmente. Nonostante le macchine sono predisposte per eseguire questa rifinitura, noi preferiamo farla manualmente, continuando ad operare come faceva il nonno. Altri artigiani che svolgono la nostra stessa attività, ormai sono pochissimi, si rivolgono a noi per effettuare questo lavoro manuale.

3Infine per completare l’affilatura la lama si deve “stradare”, cioè bisogna dare l’inclinazione ai denti dell’attrezzo, uno viene piegato a destra, uno dritto ed uno a sinistra, in tal modo la lama effettua il taglio in modo perfetto. Però il cliente ci deve informare del tipo di legno che deve tagliare perché in base alla durezza di esso si deve dare l’inclinazione al dente.”

Poi facendo vedere le mani che sono pieni di cicatrici conclude: “Questo è un lavoro pericoloso perché maneggiamo attrezzi affilatissimi, e se non fai attenzione con facilità ti ritrovi le mani insanguinate.” Mi mostra ancora altre macchine che affilano dischi da taglio, e macchine che affilano coltelli per pialle, ma questi apparecchi vengono programmati elettronicamente e fanno tutte da sole.”

A fine dell’intervista vengo a sapere che il giovane artigiano Giuseppe oltre a fare questo lavoro è maestro di violino, si è diplomato al conservatorio ed insegna musica. Dopo averlo salutato mi allontano dalla bottega e mi accompagna il rumore delle mole che stanno affilando i denti delle lame.