Libera stampa, liberi tutti

illustrazione Margherita  SpinaQuesta storia è successa in una città che forse conoscete, in un quartiere di cui forse avete sentito parlare. Non dai giornali ufficiali o dalla tv (figurati se s’interessano di queste cose) ma solo così, sui nostri giornali poveri e di voce in voce. Ci sono molte altre storie così: un altro quartiere (modernissimo questo: ma costruito solo per farci i soldi) in cui molta gente non ha legalmente nè luce nè fognature. Oppure il parcheggio nuovo, che risultò costruito – secondo i giudici – con intrallazzi e speculazioni e che però sta rovinando una zona, con grande (e ignorata) rabbia dei cittadini. Oppure i supermega centri commerciali, costruiti dove magari ci dovevano essere campi e giardini, sempre per far fare soldi a chi li deve fare. Questo succede ogni giorno a Catania, a San Cristoforo, a Librino.
Riconoscete questa città, questi quartieri? Forse sì e forse no. Perchè sui giornali (la Sicilia o la Repubblica: fanno affari in comune, sono d’accordo) non se ne parla. Silenzio! La gente non deve sapere. Finchè la gente non sa, tutto va bene: i ragazzi a spasso, disoccupati e arrabbiati, i topi nelle case, e i milioni in banca. Ma se invece la città sapesse?
Ecco, non c’è più molto da fidarsi di nessuno. Nessuno di quelli importanti, che fanno le tv-chiacchiera e i giornali “nenti vitti e nenti sacciu”. Ci servono voci nuove, che dicano la verità e non si facciano dire “zitto!” da nessuno. Questo giornale, per esempio, è una di queste voci. Che dici? Nica nica e puviredda? Sì: però ce n’è già un’altra, in quell’altro quartiere. E poi ce ne sarà un’altra e e un’altra ancora, una voce in ogni quartiere. E poi ce ne sarà una per tutta insieme la città, un pezzo di carta fatto alla buona però con le notizie, con le verità (magari lo troverai dal panettiere, o quando prendi il caffé, o alla putìa).
Sì, vabbè, sogni. No: niente affatto: ci sono abbastanza ragazzi (e qualche vecchio macari), in questo preciso momento, che stanno lavorando proprio per questo. C’è internet, ci sono  i computer, ora è meno difficile di prima.
E chi internet non ce l’ha, e manco ‘u computer, e manco i diciannove soldi per fare una lira? “A me che me ne frega, se fate la libertà coi computer e io resto sempre come prima?”
No, non resteresti come prima. Non subito, ma comincerebbe a cambiare. Sei così perché loro imbrogliano: è con quello che ti levano a te che si fanno i miliardi. Vederlo, sentirlo, sapere la verità:  tu credi che le cose resterebbero come ora, se la verità andasse in giro?

Riccardo Orioles