Jachino Marletta

Un artista di strada senza padroni

di Paolo Parisi, foto di Monica Armetta

“Se c’è un uomo che sia un vero uomo, ebbene si faccia avanti e sollevi questa pietra! Io sono il più bello e il più forte… ma gli altri sono invidiosi.” Con queste parole si presentava Gioacchino Marletta, nella piazza di Porta Palazzo a Torino dove si esibiva negli anni sessanta e fino a metà degli anni ottanta. Ce lo racconta Andrea Biscàro nel suo libro Il Maciste di Porta Pila, dedicato a questo personaggio. Gioacchino Marletta, detto Jachino, nato a Catania nel quartiere di San Cristoforo il 30 settembre 1935, era un artista di strada, uomo con un fisico imponente ed una forza straordinaria, viveva facendo spettacoli nella piazze.   A Catania Jachino inizia la sua carriera artistica sfidando il pubblico a sollevare una enorme pietra lavica (basola) oppure a spezzare le catene dopo essersi fatto incatenare facendo girare una catena intorno al petto. Arrivava nelle piazze con la sua Ape, scaricava la sua basola ed i copertoni che gli servivano per attutire l’urto della pietra lanciata dopo averla sollevata. Per vedere la conclusione della sua esibizione l’attesa era interminabile. Il suo vero spettatolo che durava circa un’ora consisteva nel dialogare e intrattenere i passanti che si fermavano ad assistere alla sua dimostrazione di forza, invitandoli ad essere: “Veri uomini perché chi non riesce in questa impresa non è un vero uomo”. Alla fine raccoglieva le monete che il pubblico metteva in un apposito cesto. Rimetteva tutto sopra l’Ape ed andava via per raggiungere un’altra piazza. Verso la fine degli anni sessanta Jachino Marletta scompare da Catania. Giungono notizie più disparate per la sua scomparsa. Qualcuno asserisce che sia stato ucciso, qualche altro dice che abbia avuto un infarto dopo l’ennesimo sforzo, qualcuno lo paragona a Colapesce raccontando che mentre faceva il bagno a mare, andando sott’acqua aveva notato che una delle colonne su cui si poggia la Sicilia era lesionata, l’aveva abbracciata per non farla crollare e tutt’ora è ancora lì sotto a reggerla.

Niente di tutto questo! Alla fine degli anni sessanta, dopo l’esperienza romana che lo aveva visto attore nel film di Federico Fellini La Strada e nel film di Pasolini I Racconti di Canterbury si era trasferito a Torino facendosi chiamare Maurizio Marletta. Scrive Andrea Biscàro: “A differenza di altri, venuti su a Torino col miraggio del posto fisso, Maurizio vive interpretando il ruolo dell’ultimo artista di strada. Viveva vendendo con il suo carrettino bambole, saponette, quadri e tante altre cose, ma la sua vera passione era quella di esibirsi tutte le domeniche mattina a Porta Palazzo. Sfidava il pubblico a sollevare una grossa pietra e spezzare le catene dopo essersi fatto incatenare.” Lo stesso spettacolo che faceva a Catania.

Giacomo Ferrante riporta la storia di Maurizio in un cortometraggio a lui dedicato descrivendo la sua onestà ed il suo essere uomo libero. “Era solo, debole e forte” dice Ferrante nel suo film “una specie di cavaliere libero che ha scelto un lavoro senza dover chiedere niente a nessuno, soltanto al popolo che arrivava lì e gettava le monetine. Per poter essere libero ha fatto questa scelta.”
Nel cortometraggio in una intervista Maurizio racconta, da uomo semplice: “Dopo aver venduto i miei prodotti a Porta Palazzo, se la giornata era andata bene mi recavo nella vicina via Garibaldi a pranzare in una trattoria” poi aggiungeva: “A me mi piace mangiare alla campagnola, insalata di pomodoro, tonno e fagioli, annaffiata dal vino Ruffino, quello con la paglia”.

Il cantatutore Vincenzo Spampinato nella sua canzone “Chi ni sai su non si catanisi” cita Jachino Marletta per le sue imprese artistiche.
Anche il teatro si è interessato alla vita di questo personaggio, infatti presso la Casa Teatro Ragazzi e Giovani di Torino il 17 dicembre 2017 è stato rappresentato lo spettacolo teatrale e di burattini Maciste il re di Porta Palazzo, tratto dal libro di Andrea Biscàro e messo in scena dalla Compagnia Le Calze Braghe di Catania con la regia di Ivana Parisi. La rappresentazione racconta la storia di Jachino o Maurizio Marletta facendo avverare la profezia della chiromante che gli predice il futuro: “Racconteranno di te registi famosi sarai un personaggio di un film e sarai persino protagonista di un libro.” Durante lo spettacolo l’artista di strada senza padroni dice: “Più sollevi e più sei forte più sollevi e più libero sei.”
Jachino Marletta detto Maciste è morto il 20 luglio 2001 e la sua tomba si trova al Cimitero Monumentale di Torino dove sono sepolti gli uomini illustri Torinesi. Il Cimitero Monumentale ha inoltre richiesto all’amministrazione comunale una targa commemorativa per il famoso personaggio.