Il diritto alla resistenza

25 aprile 1945-20068 Settembre 1943
Sempre in Sicilia il Governo Badoglio firma l’armistizio con le truppe anglo-americane. L’esercito italiano è allo sbando, l’Italia è spaccata in due, i nazisti occupano il centro e il nord dell’Italia. Nasce la repubblica fascista. Studenti, operai , insegnanti, impiegati, contadini, uomini e donne d’Italia diventano partigiani per restituire libertà e democrazia al nostro paese; per resistere e fare resistenza.

25 Aprile 1945
L’Italia è libera ma si piangono i massacri eseguiti da parte dei nazi-fascisti.  Si depongono le armi per ricostruire il paese.

1 Gennaio 1948
Uomini e Donne della nuova democrazia hanno scritto la costituzione; assicurare lavoro, pace e diritti sono i pilastri della democrazia.

25 aprile 2006
Cos’è? Solo una ricorrenza? No. Crediamo che anche oggi si abbia il dovere-diritto di resistere e resistere all’illegalità istituzionale, alla mafia, al lavoro minorile che toglie diritto allo studio ai bambini e alle bambine.
Resistere per affermare i diritti, per affermare la pace. Resistere nei quartieri popolari; da Librino a San Cristoforo, dalla Civita a Picanello, dalle scuole di serie B, dalle bambine ai bambini costretti a lavorare, dalle donne ancora una volta “offese”, dal degrado urbanistico, dalla disoccupazione, da un’illegalità istituzionale. Far si che una scuola media come l’Andrea Doria, divisa in plessi decadenti, diventi una scuola accogliente come le altre nei quartieri “bene”.
Ma più di tutto resistere per una democrazia partecipata che renda cittadine e cittadini protagonisti di una vita privata e sociale.
Da dove viene questa voglia di resistenza? Viene dall’osservare, sentire, girare per la nostra città insultata e saccheggiata.
Ma la resistenza va insieme alla speranza. Quella speranza che ci ha fatto vedere le genti di Palermo urlare di rabbia e di gioia per l’arresto del boss dei boss Bernardo Provenzano.
Ecco perché lanciamo un appello affinché si ricordi il 25 aprile 2006 come il giorno della resistenza per fare tutti i giorni resistenza.
Ecco perché crediamo che tutti gli uomini e le donne che sono cittadini e cittadine, tutti coloro che sono società civile, che hanno nella propria mente e nel cuore la nostra terra e tutte le terre del mondo, hanno il diritto-dovere di fare resistenza, pacificamente, con il senso di giustizia e democrazia.

Giovanni Caruso