I luoghi della Resistenza

Ancora oggi nella Lunigiana è vivo il ricordo della lotta armata della Resistenza

testo Paolo Parisi, foto Marcella Giammusso

In questi luoghi (Lunigiana) si trova Fosdinovo, cittadina medievale della provincia di Massa Carrara arrampicata sopra gli Appennini al confine con la Liguria, dove l’Associazione “Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani” opera per ricostruire gli avvenimenti più importanti della lotta di Liberazione nelle province di Massa Carrara e La Spezia, in quelle aree che durante il periodo dell’avanzata degli alleati veniva identificata come Linea Gotica Occidentale.

In questi luoghi si verificarono molti combattimenti fra i partigiani delle Brigate Garibaldi e le forze fasciste e naziste che si conclusero con rastrellamenti e deportazioni, il tutto continuò fino all’aprile del 1945.

Il 25 aprile è festa nazionale e quest’anno in particolare ricorre il 70° anniversario della liberazione. Ogni anno in Italia dalla Vald’Aosta alla Sicilia si commemora la liberazione dal nazifascismo con manifestazioni, cortei ed altri eventi. Questo giorno nel sud d’Italia, in particolar modo a Catania, è vissuto dalla popolazione come un giorno di festa per poter fare delle scampagnate. Infatti sono ben poche le persone che partecipano al rituale corteo o alle varie iniziative che si effettuano in quei giorni di aprile. La Festa della Liberazione è molto più partecipata e sentita in quelle parti del territorio italiano dove gruppi Partigiani, con la presenza anche di siciliani, con il sostegno e la collaborazione della popolazione hanno fatto la Resistenza. Ancora oggi nella zona della Lunigiana è vivo il ricordo nella popolazione della lotta armata della Resistenza contro i fascisti e nazisti.

A Fosdinovo ogni anno l’associazione “Archivi della Resistenza” organizza una serie di iniziative che il 25 Aprile hanno la massima espressione con una grande festa nel borgo medievale, facendo arrivare in questa cittadina parecchie migliaia di persone, quest’anno circa 10 mila. Durante la festa dentro il paesino vengono organizzate delle performance per animare e arricchire la ricorrenza. Nella zona del “Fosso” viene posizionata a destra dell’enorme piazzale la cucina da campo, i banconi delle bevande con i relativi frigo, sulla sinistra sono allineati numerosi grandi tavoli dove vengono serviti i pasti a persone che hanno prenotato già nelle settimane precedenti. Queste prenotazioni spesso superano i mille coperti, e poi viene il turno delle persone che non si sono fatti riservare il posto, con il motto “prendi ciò che vuoi e paga quanto puoi”, ognuno mette i soldi dentro una cassetta chiusa. In fondo al Fosso oltre i tavoli e le cucine c’è un grande palco dove si esibiscono vari gruppi musicali suonando musiche partigiane oppure altre canzoni impegnate.

Nella cittadina medievale si sente un rullare di tamburi che si avvicina e che anticipa lo snodarsi per le stradine dell’antico borgo di una banda “Pedrasamba” composta da decine di suonatori con abiti circensi che fanno una danza seguendo il passo della musica.
Vedi pure girare, nelle stesse vie dove la banda è passata suonando i suoi tamburi, una ventina di donne inquadrate ed allineate vestite con abiti da deportate, in estremo silenzio, che a vederle c’è da rabbrividire.

Nella piazza antistante il municipio di Fosdinovo c’è un teatro di burattini con i suoi artisti che si preparano ad effettuare un giro per le strette vie del vecchio centro medievale per annunciare a bambini e adulti lo spettacolo “Il partigiano Lampo” che sta per iniziare, cantando e suonando Bella Ciao con fisarmonica, chitarra e flauto, accompagnati da un cagnolino. La compagnia teatrale Le Calze Braghe di Ivana Parisi facente parte de La Poltrona Rossa è composta da attori catanesi, Ivana Parisi, Alessia Annino, Gianluca Ferro. La giornata poi continua con tanti altri avvenimenti.

Le iniziative in ricordo della Liberazione non si concludono il 25 Aprile ma proseguono fino al mese di luglio con il Festival della Resistenza, organizzato sempre dalla associazione “Archivi della Resistenza”.

I festeggiamenti continuano nei giorni seguenti il 25 aprile da Sarzana a Solaro frazione di Lerici. E proprio giorno 1 Maggio festa dei lavoratori a Solaro c’è una festa organizzata da un gruppo di cittadini che ha conosciuto direttamente o indirettamente la Resistenza. Tino Bronti iscritto all’ANPI dice: “Un partigiano non è un ex partigiano ma lo resta per sempre. Chi Resiste non invecchia mai. Quanti giovani sono morti per cacciare i nazifascisti, hanno sacrificato la loro vita per un ideale. Noi sentiamo ancora la lotta della Resistenza, ognuno di noi nella propria famiglia ha un lutto o una storia triste legata a quel periodo. Il nonno di mia moglie era partigiano e quando è stato preso è stato impiccato dai fascisti. La Resistenza non si è svolta soltanto sui monti ma bensì anche dentro le case della gente. La famiglia di mia moglie è dovuta scappare, le camice nere quando scoprivano un partigiano oltre ad arrestarlo andavano nelle loro case e bruciavano tutto. Infatti la nostra famiglia non possiede ricordi di quel periodo, neanche una foto. Però la popolazione continuava a sostenere chi lottava contro i fascisti. Quando c’era un ferito o un ammalato fra i cittadini c’era sempre chi li nascondeva in casa aiutandoli a superare il momento critico. Finita la guerra tanti partigiani venivano discriminati nel posto di lavoro e bastava che si scoprisse che erano comunisti venivano licenziati, tanto è vero che il partigiano Sgancia (Giuseppe Cargioli) è dovuto emigrare in Australia ed è rimasto lì per circa 30 anni, ma quando ritornò in Italia fu riconosciuto dai vecchi compagni che continuarono a chiamarlo Sgancia rimanendo un riferimento per tutti gli antifascisti.”

Logicamente non poteva mancare l’incontro con il partigiano Luigi Fiori detto “Fra Diavolo” di 96 anni, facente parte del CNL, ricoverato presso l’ospedale di La Spezia. A conclusione del colloquio avuto con lui, prima di andare via dice: “Dovete fare pulizia! Dovete essere coerenti con la costituzione e non fare compromessi con nessuno! Anche se si resta soltanto in 10… questo dovrà essere il punto di partenza.”

Mentre altrove il 70’ anniversario della liberazione viene vissuto con questi valori antifascisti a Catania il sindaco come sempre non partecipa alla posa dei fiori ai piedi della lapide, dedicata ai caduti della Resistenza, che si trova nel cortile del Municipio, si affiggono manifesti che inneggiano al Duce, nella chiesa di Santa Maria della Guardia si celebra una messa in suffragio di Mussolini, di questo fatto l’ANPI di Catania ha fatto un esposto alla Procura della Repubblica.

Per respirare la Resistenza bisogna recarsi in questi luoghi. È proprio vero da noi il 25 Aprile non è ancora arrivato.