Andrea Doria, una scuola e una esperienza da cancellare

Giovanni Caruso

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Fino a due anni fa, in via Case Sante, nel quartiere dei Cappucini, a Catania, vi era un edificio scolastico a metà, circondato da uno sterrato coperto di sterpaglie invaso dalle zecche. Nella parte del plesso abbandonato, vi si rifugiavano i senza tetto ed emigranti abbandonati a se stessi. La scuola fa parte dell’Istituto Comprensivo Andrea Doria.

Poi ci furono le battaglie del comitato dei genitori, affiancato da una società civile che sposò quella causa per il diritto allo studio e la scuola fu completata, la battaglia fu vinta! Ed un anno fa, dopo due anni di recupero e restauro, quella parte del plesso scolasticoveniva inaugurata in “pompa magna”. Assessori e sindaco in testa tagliarono il nastro, il quartiere aveva una vera scuola.

Mentre accadeva questo, nel quartiere di San Cristoforo, in via Cordai, si preparava la chiusura definitiva del plesso centrale della Doria. Una chiusura causata da una cattiva amministrazione che non pagava le mensilità ai proprietari del plesso che dopo anni di minacce di sfratto per morosità, stanchi di promesse disattese, sfrattarono definitivamente quel presidio di legalità, di resistenza contro l’evasione scolastica, unico argine contro l’oppressione mafiosa. La via Cordai rimase orfana di quel pezzo di Stato e consegnata allo spaccio di droghe e al controllo mafioso.

Adesso, ogni sera “prendono servizio” giovani pusher che probabilmente sono andati poco a scuola e che con quei sporchi guadagni credono di “campare” la famiglia. Gli alunni e alunne di quella scuola vennero sparpagliati in altri plessi dell’I. C., provocando disagi alle famiglie che si erano battute affinché la scuola restasse in via Cordai. Disagi per le famiglie e gli insegnanti di “frontiera”che si ritrovarono classi numerosissime con la conseguente caduta della qualità formativa. Il progetto scellerato della giunta comunale e del provveditorato scolastico era riuscito!

E in via Case Sante cosa accade?

Accade che il personale docente, quello amministrativo e i genitori, sono preoccupati da alcune notizie, non ancora certe, ma attendibili. Notizie su un possibile accorpamento della Doria con l’I. C. Dusmet di Librino. Ma questo fa parte di una politica che da anni vuole distruggere il diritto all’istruzione, agevolando una scuola di classe, una scuola non uguale per tutti e tutte. E le scuole dei quartieri popolari sono quelle che più pagano le scellerate decisioni di chi amministra la cosa pubblica.

Ma questo non basta!

Se le notizie sono vere, il comune di Catania, vorrebbe chiudere il plesso di via Case Sante e trasferire “baracche e burattini” alla Dusmet di Librino. E del nuovo plesso di via Case Sante, il comune cosa ne farebbe? Uffici per l’amministrazione comunale.

Se la notizia si dovesse rivelare esatta sarebbe una decisione alquanto strana e contraddittoria, infatti, lo scorso anno, giunta e consiglio comunale hanno deciso di vendere beni immobili, di proprietà pubblica, cioè di tutti noi, a delle società private.

Il motivo è di “fare cassa”, per arginare un dissesto finanziario che segnerebbe gravemente la città e “l’onore” della giunta Stancanelli. E se vendiamo gli immobili pubblici, dove mettiamo i nostri uffici amministrativi? Semplice! Nel plesso scolastico di via Case Sante.

– “Bravo signor sindaco, ottima idea! Ma si ricordi che a maggio si vota per la nuova giunta e il nuovo consiglio comunale”.

Poco importa, i ragazzini non votano e per i loro genitori, basterà una sporta della spesa in cambio di voti. Insomma, ancora una volta la Democrazia viene mortificata! Si decide dall’alto e senza consultare cittadini e cittadine, senza neanche un tentativo di condivisione democratica. E il tutto, con il silenzio complice dell’opposizione politica al consiglio comunale e di una “distratta” società civile.

Ci rimane, oltre la rabbia, la speranza che ognuno di noi e tutti e tutte insieme diventiamo “Stato” che decide il proprio destino, attraverso una cittadinanza attiva e consapevole che prenda in mano una vera “polis”.