Abbiamo acceso una luce

Cittadini di San Cristoforo puliscono le Terme di S. Antonio

di Iorga Prato, foto Daniela Calcaterra

Nel mese di novembre 2012 inizia come un’idea, tra operanti nell’Archeologia, il dott. Nicoletti e Iorga Prato, di far pulire da un gruppo di volontari il sito e nel contempo trovare qualcuno che possa fungere da “ispettore onorario”. Il pensiero vola subito al GAPA, associazione che da anni opera con i minori nel quartiere di San Cristoforo.

Chi meglio dei “Giovani Assolutamente Per Agire” può assumersi l’onere della pulizia e l’onore dell’apertura? Il GAPA, ovviamente, non si è tirato indietro: “qualsiasi cosa per garantire un domani al quartiere! Il parco archeologico legato al turismo può e deve essere un volano per nuovi mestieri, così da creare nuove occupazioni, e dove c’è lavoro anche la società ne trae beneficio”.

Accade che le premesse diventino promesse e le promesse diventano realtà. Siamo al 4 maggio 2013, siamo in piazza Sant’Antonio e sono le nove del mattino.

Ci sono già un gruppo di persone intente a farsi prestare una scala dai residenti della zona per poter accedere al sito.

Ci rivolgiamo al dott. Nicoletti della soprintendenza di Catania e chiediamo: “cosa dobbiamo fare?” Neanche il tempo di rispondere e siamo già tutti a lavoro.

Nel frattempo il piccolo Matteo, con l’entusiasmo della sua età, trova tutte le scuse possibili per fare del sito un vero parco giochi.

Infine il dott. Nicoletti si avvicina e ci comunica che la nostra intenzione di poter pulire il sito ogni qualvolta ci sia necessità e la possibilità di tenerlo aperto per le visite guidate non solo è possibile ma è il minimo che si deve fare. Continua confortandoci: “il Parco Archeologico Greco-Romano di Catania e dei Comuni limitrofi non chiude, è stato salvato con un decreto regionale emesso dall’Assessorato competente”.

Abbiamo acceso una luce, facciamo che possa rimanere accesa.

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Terme di Sant’Antonio

Nel 1995, dopo anni di abbandono e dimenticanza, le Terme di Sant’Antonio vengono ritrovate casualmente nell’angolo sud orientale di piazza Sant’Antonio. Questo edificio, appartenuto probabilmente a un’imponente villa patrizia forse augustea (I secolo a.C.), già noto al Principe di Biscari, venne ricoperto nel corso dell’Ottocento per l’ampliamento del Palazzo Sapuppo e da allora agli scavi effettuati quasi venti anni fa delle Terme si perse il ricordo. Concluso lo scavo il Comune realizzò una enorme copertura di vetro e ferro, teoricamente per garantire una visibilità all’edificio, ma di fatto consentendo invece alle piante spontanee la crescita selvaggia e incontrollata a causa dell’effetto serra della struttura e, in sintesi, togliendone piuttosto la visibilità stessa.